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venerdì 21 novembre 2003

Altre scuse non richieste

Chiedo scusa se invece di un pistolotto sul terrorismo, la guerra, la pace, ecc., utilizzo questo spazio per invitarvi ancora una volta a Modena domani (sabato 22 novembre), al circolo Arci Ohm, ore 20.30 (qui le indicazioni in versione stampabile). Presenteremo due libri che ci è capitato di leggere – ma soprattutto scrivere – quest’anno: Mondo Blog, di Eloisa Di Rocco (La Pizia), e Blogout, a cura di Alessandro Marzi e Fabrizio Biccio Ulisse.

Libri a parte, è una scusa per vedersi ogni tanto. E non c’è proprio niente di strano se persone che si leggono ogni giorno sentono ogni tanto il bisogno d’incontrarsi. Sabato ci saranno sicuramente la Pizia, Aterra, i Polaroidanti, Rillo, Frederic, e tanti altri baldi giovani blog che su Blogout non c’erano, ma non avrebbero certo sfigurato: Franco, Pietro, e... figurati se non mi dimentico qualcuno.

Chiedo scusa se in questi giorni gravi, coi tricolori ai balconi e il silenzio al telegiornale, non mi viene in mente nulla di meglio che invitarvi in una disco prima dell’orario di apertura. D’altronde la vita va avanti, come si dice in questi casi: guai ad accusare il colpo, guai a mostrare paura. Vestiamoci a festa, piuttosto, e balliamo. O non è quello che chiese G. W. Bush 12 settembre, nel suo storico discorso ai consumatori americani?

Chiedo scusa se non ho avuto parole di cordoglio, parole di condanna, parole di speranza, parole, parole. E soprattutto: chiedo scusa se ho giudicato male il mondo senza proporre un’alternativa. Questa alternativa, effettivamente, non ce l’ho. Non ho alternative ai kamikaze, non ho alternative alle cluster bombs, non ho alternative alla guerriglia endemica, al muro in Cisgiordania, all’uranio impoverito, a ogni altro tipo di calamità che oggi si spaccia per necessaria. Sono un povero stupido, si sa, e non ho alternative per la guerra al terrorismo in cui sono stato trascinato. Non ho ideologie da difendere coi denti e i trafiletti dei giornali. Ho solo paura: non dovrei? Ho paura della ragazzina che viene a scuola al mio paese con il velo: ma come fai a chiederle di toglierlo, dopo tutto il baccano che abbiamo fatto sul crocefisso? Ho paura quando vedo un’intera nazione accorgersi di essere in guerra, e accettarlo come un fatto naturale. Ho paura quando vedo un lutto nazionale tanto elaborato: tutto questo stringersi ai morti come a dire: ne vogliamo ancora. E ho paura che ne avremo

E alla fine chiedo scusa se proprio in questi giorni di terrorismo, o puro e semplice terrore, mi sono spesso scoperto felice. È un bel periodo per me. I miei tengono duro, una ragazza mi vuole bene, lavoro ce n’è, pure la ruota s’è rimessa a girare. E anche se dormo poco è perché ho molto da vivere. È un mese così assurdo, novembre, per la felicità. Quest’anno, poi, che vergogna. Ma cosa posso farci? Al massimo posso chiedere scusa.

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