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mercoledì 26 aprile 2006

- Bullandia

La terra dell'ignoranza

Il vero problema dell'Alta Italia è il fascismo, e il vero fascismo in Alta Italia non è quello di quattro sfigati in bomber. Prima dello squadrismo, molto prima, c'è la scuola dell'arroganza. L'Alta Italia ha inventato il fascismo, e continua a essere la maggiore produttrice di fascismo in Europa; tanto peggio se ormai l'articolo in Europa non se lo fila più nessuno: c'è sempre domanda interna, oh se ce n'è.

Ora vi state chiedendo: cos'è quest'Alta Italia? Di che fascismo sta parlando? Si è bevuto, infine, il cervello? L'Alta Italia, che alcuni chiamano padania, è la valle in cui il fascismo è stato inventato e vent'anni dopo debellato, casa per casa e cortile per cortile. Ma certe scritte nere si leggono ancora sotto gli intonaci.

Il fascismo. Mi piacerebbe ora prendervi per mano tutti e venticinque e portarvi in una secondary school di Spokane, Stato di Washington, USA, è lì che si è fermato il dito sul mappamondo. Quello che vi mostrerò non è il fascismo.

Entriamo in classe. Non serve bussare, non possono sentirci. E dunque. Ecco un ragazzino con gli occhiali spessi e l'apparecchio per i denti, che di nascosto dalla prof sta provando a fare un'equazione di secondo grado – quelle di primo ormai lo annoiano. I suoi sforzi sono disturbati dai proiettili di carta sputacchiata provenienti da cerbottane di terza fila: due bulletti di seconda categoria, uno dei due è ripetente. È uno stereotipo, mi rendo conto. Vi ho portato dall'altra parte del mondo per mostrarvi uno stereotipo.

Torniamo a noi. Entriamo in una qualunque media inferiore dell'Alta Italia. Ecco un altro ragazzino – questo ha l'asma e la scoliosi, e sotto il banco legge i Buddenbrook di nascosto. La cultura ha mille forme, il sapere è inesauribile. Ma i proiettili di carta sputacchiata sono gli stessi di Spokane; e anche i bulletti si assomigliano. Ora, una domanda: se lo stereotipo non cambia, se i bulletti arroganti ci sono dappertutto, perché la nostra scuola media inferiore produce fascismo, e quella di Spokane, Washington, no?

Per rispondervi ho bisogno della mia vecchia macchina del tempo. Ecco. Sono passati dieci anni, e il nerd di Spokane, Washington, ha trovato un lavoro in un'azienda di Seattle. Ingegnere informatico – come vedete non mi discosto dallo stereotipo. In cantina sta ancora lavorando a un'idea che potrebbe diventare un brevetto e sistemarlo per tutta la vita – nel frattempo è un membro stimato della società. A volte per scherzo porta i fuoristrada all'autolavaggio dove lavorano i due bulli ex compagni di classe, che guadagnano un sesto di quello che prende lui.

Il bello è che tutto questo è davvero uno stereotipo. Non fa notizia. Tutti sapevano che sarebbe andata così: lo sapeva il nerd (per questo era così paziente), lo sapevano i bulletti (per questo erano così rancorosi). Non è né giusto né sbagliato: è il mondo. Il bullismo scolastico è un modo per reagire a una società che ti sta per lasciare a terra. Non è fascismo, è disperazione. Al limite, il super-bullo prende l'intera scuola in ostaggio e fucila tutti quanti.

Ora torniamo in Alta Italia – ma attenzione, siamo ancora dieci anni in avanti. Il ragazzino che leggeva i Buddenbrook abita ancora coi suoi, e sta per addottorarsi con una tesi sulle opere giovanili di Th Mann scritta t u t t a in t e d e s c o! Per il resto, è un disadattato. Esce poco la sera, non ha niente da mettersi, e la macchina della mamma è un catorcio. A Tubinga, in Erasmus, conobbe una ragazza fiamminga, ma non poteva funzionare. Quando incontra i suoi ex bulli di classe, li saluta ancora con affetto e una sfumatura reverenziale: uno è vice-titolare della concessionaria del padre, l'altro dirige una catena di autolavaggio.

Credo di avere risposto alla domanda: cos'è il fascismo? Il fascismo è l'arroganza dell'ignoranza. I balilla contro i quattrocchi. Il bullismo che esce dalla scuola e diventa struttura sociale. L'ignoranza è premiata, accudita, festeggiata; la cultura per contro produce solo alienazione.

Continuare a studiare, in Alta Italia, significa autoemarginarsi. Non c'è nessun premio al termine del tuo percorso di studi: tutt'intorno l'ignoranza è al lavoro. Come facciamo a sorprenderci della crisi della piccola industria italiana, quando la maggior parte di queste piccole industrie sono state lasciate in mano a eredi incompetenti, senza laurea o con una laurea inutile? Gente che ha creduto in Tremonti, e magari in buona fede. Gente che non crede, e non crederà mai, in paroloni come "innovazione" o "cultura d'impresa", perché appunto sono solo paroloni, quando tutti sanno che la cultura non serve a niente, è roba da quattrocchi asmatici e invertebrati.

L'altra faccia della medaglia è il Liceo. E qui le responsabilità non sono tutte settentrionali. C'è molta Bassa Italia nell'invenzione gentiliana del Liceo – la scuola dei ricchi impostata sull'apprendimento di materie inutili, possibilmente lingue morte e strasepolte. C'è una diffidenza tutta borbonica verso la cultura del lavoro – il lavoro è roba da servi, i padroni nulla fanno, tutto il giorno. Ma in Bassa Italia chi studia è perlomeno rispettato. Il vero fascismo nasce quando il Liceo gentiliano mette le radici in Alta Italia. È a quel punto che la scuola per nobili diventa una scuola per alienati. I figli dei metalmeccanici che hanno imparato le declinazioni non vorranno più fare i metalmeccanici. Ma non riusciranno nemmeno a riconvertire le declinazioni in un gradino superiore del ciclo produttivo. Quello succede nel resto del mondo: in Alta Italia la laurea non l'appendi neanche al muro. Puoi bruciarla, o usarla come passaporto per l'estero.

Una terza strada c'è: puoi restare in Alta Italia, e fare l'insegnante. Passerai il tempo tra bulli e secchioni. Senza sapere da che parte stare, a questo punto.

16 commenti:

  1. "Il Risorgimento fu il disperato tentativo di diventare moderni restando letterati", Gobetti

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  2. Sarà anche per questo che in Alta Italia hanno tanta paura dei cinesi.
    In Cina da sempre si ha un grande rispetto per la cultura e la conoscenza (oddio, è un po' un luogo comune anche questo, ma tant'è).
    I cinesi sono la nazione dei nerd operosi e studiosi.
    Sarà per questo che a noi nerd frustrati i cinesi piacciono tanto.

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  3. ah, un'ode al tecnocratismo!

    Il liceo non e' un'invenzione per le ragazze di buona famiglia, il liceo, anzi, dai, diciamolo, il liceo classico, ha contribuito a preservare quel poco di buono che ci differenzia da quella massa di scimmie specialiste (con tutto il rispetto per le grandi scimmie) americane o anglosassoni che dir si voglia.

    Perche' vedi, li' dove il mondo lo cambiano, loro, non hanno fatto il liceo, e' vero, ma nemmeno l'universita'. ecco vedi, della tecnocrazia, steve jobs, bill gates, richard branson ed amici se ne strafottono. hanno idee ed un sistema che lascia liberta' all'individuo ma premia solo la produttivita'. se ti piace, bene, ma il liceo non c'entra una minchia.

    in italia, al liceo, un figlio di nessuno come me, molto piu' che all'universita', ha l'opportunita' di spingere le meningi un po' piu' in la' della geometria del tondino bresciano o della logica della tomaia.

    ma tant'e': visto che l'ha ideato un intellettuale fascista, tiriamoci sopra una secchiata di merda e accodiamoci a Salvi e Berlinguer (quella specie di rincoglionito che qualche benpensante aveva messo a ministro dell'istruzione... la Moratti e' una scienza in confronto). tanto poi, se tocca vivere in un paese dove fanno ministro gente come andreatta, di pietro, la bindi ed amici... un liceo non serve a niente.

    dai si', e' bello, facciamo i rivoltosi cheguevariani, un bell'istituto tecnico per tutti, che poi "ghe pense mi'" e Berlusconi diventa presidente a vita. Oppure una scuola di cinematografia che basta baciare un bambino e mettere la leader del movimento della vita in lista per diventare sindaco di roma...

    ...sapessi che figo essere alienato, leo, io e la mia maturita' classica fascista. mio nonno contadino, che sapeva l'Iliade a l'Odissea a memoria l'apprezzava perche' di sicuro non aveva capito che era un diploma da alienati, che il mondo si fa in un altro modo... magari con una scuola da ricamatrici o da tomaiologi.

    a proposito... in cina il "grande rispetto" per la cultura e la conoscenza e' patrimonio dello 0,00000000000001 per mille. vaglielo a spiegare al cinese che mi accompagnava sulla grande muraglia che quella l'aveva fatta un suo trisavolo ed era una delle civilta' piu' grandi mai esistite, non sapeva nemmeno perche' esistesse... lui... il cinese rispettoso, laureato, e poliglotta.

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  4. Beh, tanto per la cronaca, sono ragioniere pure io (e pure a me facevano le faccine all'università).
    Comunque non credo che il senso del post riguardasse la rivalità tra istituti tecnico e licei, rivalità che di solito si supera verso la fine del quinto.

    Magari mi sbaglio io, ma il senso era un po' più profondo, una di quelle cose che di solito stanno tra una parola e l'altra.
    Io l'ho capito molto, perchè mi ci sento molto. Probabilmente anche perchè essendo cresciuto vicino al confine e potendo sbirciare spesso "dall'altra parte" ho sempre notato la sostanziale differenza tra la fascista Alta Italia, appunto, e la, vogliamo dire borghese, Mitteleuropa al di là delle Alpi.

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  5. a vederla in in modo sbrigativo la prima definizione che mi salta in mente e' esterofilia provinciale; ma sicuramente c'e' qualcosa che mi sfugge, poiche' i miei parenti pavesi rimangono pur sempre dei laziali ed io discetto di licei romani.

    forse, in luogo della ragioneria, farebbe comodo discutere di cosa sfornano i licei d'oltralpe o anglosassoni... ma, va da se', quelli non li ha fatti Gentile e non sono fascisti.

    resta il fatto che, se il post ha un senso piu' profondo, quello superficiale fa stupendamente il paio con i consueti, berlingueriani attacchi ai licei, uva dei rivoluzionari della bassa.

    Just for info... sul fatto che i baroni, baronetti e valvassori universitari siano provinciali ed ottusi non v'e' dubbio. l'unica differenza tra istituti tecnici e licei che ho visto all'universita' era nel modo di affrontare le questioni, non certo nella preparazione o nell'intelletto.

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  6. A me pare che tutti quelli che nel post leggono un'arringa a difesa dei licei rispetto agli istituti tecnici, probabilmente non ci hanno capito una benemerita minchia.

    che forse loro si tiravano le palline di carta durante le lezioni di topografia?

    Prova lapalissiana dell'incredibile superficialita' in cui vive questo paese.

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  7. a me l'analisi sembra come sempre folgorante, un'impressione, una fotografia, anche al di là di qualche incongruenza.
    volevo però chiedere a leo: tu vivi nell'alta italia, però quella comunista. è fascista (nel senso di fascismo che dai tu) anche quella?

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  8. convinto che "tutti e venticinque" siano quotidianamente presi per mano nella lettura di questa ed altre simili folgoranti fotografie, il pensiero va non ai due bulli che non rimarranno al palo nè al quattrocchi che non spiccherà il volo ma ai restanti ventidue che non diventeranno mai uno stereotipo e che potranno ricordare di aver respirato aria pulita almeno dai banchi di scuola. con profonda gratitudine per la terza strada.

    guido

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  9. Beh se puo' servire a sfatare uno stereotipo, qui un pessimo studente discretamente mondano e che la sera sapeva cosa mettersi, si puo' trasformare in ingegnere informatico. Capisco che magari si tratta di rinsavimento, ma insomma.. :-)

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  10. un po' ci ho ripensato... il fascismo è anche la famiglia perbene del sud per la quale è perbene solo chi è laureato, possibilmente da più generazioni... e non importa nulla come quella laurea sia stata conseguita e cosa se ne faccia. il fascismo è l'italia, insomma, come si sapeva

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  11. Ottima analisi, sul serio. L'eroe del nord (e vivo al nord) è il bauscia milanese che prende l'azienda di papà, mentre il poeta colto è solo folclore al quale ci si interessa per moda o per darsi un tono, anzi, non serve nemmeno più a quello.
    Ed è per questo che gli artisti sono cambiati, diventando non necessariamente quelli che poetano, dipingono o suonano, ma quelli che hanno una propria e profonda visione delle cose. In una parola: cultura. E finché non ci saranno delle ottime scuole, continueremo a vedere "sfigati col bomber" che menano le mani perché non accetti un loro volantino.

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  12. Mi sto addottorando con una tesi tutta in inglese, ho fatto l'Erasmus, guido la macchina che è stata di mia madre.
    Questo post mi fa sentire uno sfigato incredibile.

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  13. premesso che mi sembra una roba da razzisiti snobbare chi magari non legge tanto ma si da da fare in modo semplice.
    Premesso che magari i bulletti americani magari fanno strada col football o vendendo le auto guadagnando più del nerd che fa le equazioni differenziali e che ricercherà al mit.

    ecco, premesso tutto questo, la spiegazione a tutto, anche al motivo per cui leonardo scrive questo post, l'ha data lui:

    http://www.cato.org/pubs/policy_report/cpr-20n1-1.html

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  14. E' uno scherzo quell'articolo, vero? Dà per scontato che ad un intellettuali interessino gerarchie e potere. Basta dire che gli intellettuali si oppongono al capitalismo semplicemente perché esso trasforma persone potenzialmente pensanti in consumatori, e gli intellettuali probabilmente sono stanchi di parlare da soli. Punto.

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  15. tony giusti dalla lombardia



    non è sempre così..... io abito in prov di bergamo.. un mio amico di lunga data che era il classico secchione e veniva preso per il culo....eravamo in pochi a uscire con lui... adesso ha 21 anni e suona il violoncello in giro per il mondo in un orchestra jazz ed ha una mercedes benz intestata a lui.... i bulli fascisti che ogni tanto si vedono in giro per il paese sono rimasti i grezzoni di sempre e loro che non hanno finito le superiori zappano i campi o fanno gli operai generici in mezzo ai tanto odiati neri ed extracomunitari prendendo 800 euro al mese....

    è chiaro che a vincere è stato il mio amico e a perdere i bulli di periferia.....

    il bullismo nasce dalle ideologie che considerano il popolo come gregge come accadde nel fascismo e nel comunismo.. dove non puoi emergere dal branco a meno che non ti uniformi ad uno stampo che sia quello balilla o quello marxista...

    nella società liberale e berlusconiana molti secchioni finiscono per diventare commercialisti mentre nel fascismo il secchione sarebbe stato sempre mediocre....il liberalismo valorizza l'individuo per le sue qualità

    il bullo si sente inferiore a chi è intelligente o chi ha più soldi di lui....

    in italia c'è l'odio sociale (che sia di destra o di sinistra)

    la scuola è troppo permissiva è perde 200 giorni all'anno in scioperi per la pace anzichè insegnare i valori e l'educazione.... ai tempi dei miei a scuola bastava che lanciavi una carta a terra e ti rieducavano ...


    se uno è intelligente o ha soldi viene odiato a priori.... anch'io che mi comporto bene e sono credente venivo preso di mira per il mio carattere buono o semplicemente perchè vengo da una famiglia agiata(mi padre e un medico) o perchè sono educato...

    ora studio in università e tempo fa ho incontrato un ex bullo delle superiori parlava in modo molto depresso ha mollato la scuola e fa l'operaio generico..... io invece studio all'università e con una laurea non finirò in fabbrica.....

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