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martedì 3 ottobre 2006

- la Storia non ci insegna nulla, 1

La scorsa settimana quasi nessuno se n’è accorto, ma è successo un auschwitz, qui, una pearlharbour.
Ora vi spiego, come lo spiegherei a un forestiero. Chissà che non diventi più chiaro anche per noi.

L'Ambaradan

In Italia, tra tanti politici anche somaticamente poco credibili, ne abbiamo uno che sembra serio e competente, quando tace. Si chiama Gianfranco Fini e viene da un partito ex fascista – ok, storia vecchia, abbiamo tutti fatto degli errori nel Novecento, e lui forse è quello che ha chiesto scusa più volte, dopo il Papa.
Una volta ha chiesto il voto agli immigrati.
Un’altra è andato in Israele, davanti al sacrario della Shoah, e ha definito il fascismo “parte del male assoluto”. Ha persino ammesso di essersi fatto una canna. Insomma, non sembra proprio un tipo da marcia da Roma, o da fuga a Salò. Quando tace.

Il problema è che ogni tanto parla. Non si sa bene il perché. Forse deve coprirsi a destra, è possibile. Comunque il risultato è un disastro. Una woundedknee, una sanbartolomeo. Si veda per esempio quel che è successo la scorsa settimana, quando, durante un convegno del suo partito sull’immigrazione, Fini ha aperto inopinatamente la bocca dichiarando che...
...non tutte le pagine del colonialismo sono negative: se pensiamo a come sono ridotte oggi l’Etiopia, la Somalia e la Libia e a come stavano sotto l’Italia, credo che ci debba essere una rivalutazione del ruolo italiano in quei paesi.
Tutto questo, nel 2006: quando ormai tutti gli storici (anche quelli un po’ revisionisti) hanno raggiunto un certo accordo sul bilancio del colonialismo italiano in Africa. Pare in effetti che almeno una cosa buona, noi italiani, l’abbiamo fatta: andarcene. Pare che l’Etiopia sia stata la più grande fregatura che Mussolini combinò agli italiani e a sé stesso: la guerra lo isolò sul piano internazionale, spingendolo ad allearsi con Hitler. Tra Etiopia e Spagna, il duce cercò di autoconvincersi di essere alla guida di una potenza militare in grado di sfidare l’ordine mondiale, e il guaio è che ci riuscì. Ma secondo Gianfranco Fini a questo punto ci dovrebbe essere una rivalutazione. Non siamo neanche riusciti a pompare il petrolio in Libia, ma qualche infrastruttura l’avremo ben fatta, o no? Qualche ferrovia, qualche ospedale. Perché non rivalutarci un po’? Siamo brava gente, un po’ pasticciona ma dal buon cuore. Certo, a volte rischiamo di perderci nel nostro auschwitz. Volevo dire nel nostro pearlharbour. Volevo dire nel nostro ambaradan.

Ecco la parola che non mi veniva. Ambaradan.

Secondo il dizionario De Mauro Ambaradan significa “grande confusione, baraonda: creare un a. Attività, amministrazione e sim., particolarmente complessa”. Questo buffo sostantivo è una delle poche cose che ci siamo portati a casa dall’Etiopia. La parola deriva infatti dal massiccio montuoso dell’Amba Aradam, dove combattemmo una dura battaglia nel 1936. Ma valeva la pena di combattere, o no? per portare a casa una parola.
Avete presente quello sbruffone di George W. Bush, quello che il primo maggio del 2003 dichiarò cessate le ostilità in Iraq? Ecco, per Mussolini la guerra in Etiopia era finita in 5 maggio del 1936. Tre anni dopo si sparava ancora, ma questi son dettagli. Non era più guerra, quella. Era pacificazione.

Tanta era l’esigenza di pacificare il Paese, nell'aprile del 1939 sull’Amba Aradam si combatte ancora. Oddio, "combattere". L’ordine da Roma è stroncare la ribellione, senza complimenti. Così, il nove aprile del 1936, una grotta dell’Amba Aradam viene attaccata con bombe a gas d'arsina e con iprite.

Dentro la grotta c’è più di un migliaio di persone. Moriranno asfissiati. Non sono tutti combattenti: non era una banda di guerriglieri, ma una carovana di salmerie che seguiva i combattimenti. Ci sono donne e bambini. Nessuno sa con esattezza quanti siano rimasti là sotto.
Fino a quest’anno non si sapeva nulla. Persino gli abitanti della regione non ricordano più, e hanno elaborato leggende per spiegare l’abbondanza di ossa umane in quelle grotte. È stato un giovane dottorando italiano, Matteo Dominioni, a mettersi sulle tracce del massacro, partendo da un faldone rinvenuto in un ufficio di Roma. In maggio Paolo Rumiz ci ha scritto un bel pezzo, uscito sulla Repubblica, che a tutt’oggi è l’unica cosa che si riesce a trovare in rete sull’argomento. Poi più nulla.

Ma a settembre Fini si aspetta che il colonialismo italiano sia rivalutato. E la domanda è: non si poteva rivalutare l’anno scorso? O magari non si potrebbe aspettare qualche anno ancora? Dobbiamo rivalutarlo proprio nell’anno in cui abbiamo scoperto il più grande crimine contro l’umanità commesso da un esercito italiano?

Passerà un po’ di tempo. La strage dell’Amba Aradam finirà sui libri di storia. Fini dirà altre cose, più o meno intelligenti. E in tv continueremo a dire “ambaradan” come se fosse solo “un gran pasticcio”, e non un massacro commesso da italiani come noi.
Perché noialtri siamo proprio brava gente, non c’è niente da fare. A volte, certo, combiniamo dei pasticci. Ma meritiamo di essere rivalutati.
Ogni popolo ha una sua storia di vergogne. I giapponesi non scherzano su Pearl Harbour, i francesi non fanno giochi di parole sul massacro di San Bartolomeo. Gli americani non rivalutano Wounded Knee. Nessun tedesco potrebbe dire “ho combinato un Auschwitz”. Ma noi siamo tanto simpatici, con tutto il nostro ambaradan. E ce lo meritiamo proprio, Gianfranco Fini.

25 commenti:

  1. credo che ci sia un serio problema filmografico: non ci sono film sui massacri coloniali italiani che possano far sedimentare una coscienza collettiva su quell'epopea. anzi ce n'è uno ma è censurato in italia.
    bisognerebbe dirlo al ministro degli internia amato, che ultimamente pare abbia anche la delega alle sceneggiature

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  2. > partendo da un falcone rinvenuto in un
    > ufficio di Roma

    Forse un faldone? Oppure c'è un ufficio falconieri al ministero dell'ambiente?!

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  3. è il fottuto correttore automatico, ovviamente.

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  4. e a Roma via dell'Amba Aradam sta ancora lì, bella larga e trafficatissima (ci passo tutti i giorni). carina l'idea di una via Auschwitz a Berlino.

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  5. Per l'Amba Aradan, dovrei controllare su Italiani, brava gente? di Del Boca, ma sono arrivato solo alla fine della prima guerra mondiale.

    Non c'entra nulla, ma quando scrivi "ne abbiamo uno che sembra serio e competente, quando tace" sei perfiderrimo. Se tu fossi una donna, ti amerei.

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  6. Ci sarebbe questo buon documentario della BBC:

    http://en.wikipedia.org/wiki/Fascist_Legacy

    La RAI ne ha acquistato i diritti, curato un'ottima versione italiana, e l'ha censurato (mai trasmesso o distribuito in alcun modo, salvo alcuni estratti su la7).
    Per vederlo (legalmente, intendo) l'unico modo è trovare un qualche cineforum in cui il regista Massimo Sani, curatore della versione italiana, porti cortesemente la sua copia.

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  7. Dimenticavo.
    Comunque, italiani brava gentaglia

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  8. sì, Del Boca dell'iprite (e di altre cosette simpatiche) ne parla; però non dell'Amba Aradan.

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  9. ..sta di fatto che parlate sempre per partito preso.
    non si disconosce che le vicende in Etiopia siano state sanguinose, ma se vi documentate bene noterete che ciò che ancora oggi esiste in quel paese come infrastrutture lo si deve solo all'italia.
    e se andate sul posto (in Etiopia, dico) a chiedere alla gente di una certa età il loro parere sugli italiani rimarrete stupiti di quanto, inaspettatamente, siano tutto sommato giudizi positivi.
    E se proprio volete pernsare male di qualcuno fatelo dei vostri beneamati lenin e stalin..

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  10. ..sta di fatto che parlate sempre per partito preso.
    non si disconosce che le vicende in Etiopia siano state sanguinose, ma se vi documentate bene noterete che ciò che ancora oggi esiste in quel paese come infrastrutture lo si deve solo all'italia.
    e se andate sul posto (in Etiopia, dico) a chiedere alla gente di una certa età il loro parere sugli italiani rimarrete stupiti di quanto, inaspettatamente, siano tutto sommato giudizi positivi.
    E se proprio volete pernsare male di qualcuno fatelo dei vostri beneamati lenin e stalin..

    così ha scritto paquitodelante, alle 10:06 AM

    ..sisi è proprio così: in fondo il fascismo anche in italia avrà pur contato migliaia di morti ma ha lasciato un sacco di belle opere a Roma.. ma fammi il piacereeeeeee

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  11. andate a vedere sia the lion of the desert sulla libia che fascist legacy, su libia etiopia e slovenia.ciao

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  12. caro Leonardino sto commento sarà pure in ritardo ma secondo me c'è una cosa solo da fare,tollerare xchè senza il perdono, non se ne verrà mai a capo.Pace e fratellanza a tutti.Ciao

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  13. Fini ha ragione.
    L'Italia ha portato progresso nelle proprie colonie. In Etiopia esiste ancora la nostra rete ferroviaria, e funziona.
    Ovviamente, dato che non siamo andati a portare un mazzo di fiori, ci sono stati eventi inevitabili in un conflitto. Si può discutere sulla moralità della cosa, ma è un dato di fatto incontrovertibile che tutte le potenze dell'epoca avviarono una politica coloniale, e i metodi non erano diversi.
    Quindi, il resoconto sull'amba aradan, oltre a peccare di un generalismo disarmante, mostra solo una parte della storia....

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  14. Sara' forse anche vero che alcuni etiopi ricordino con simpatia e nostalgia gli italiani, si trattera' di quelli che, all'epoca, erano schierati dalla parte dell'invasore (come li vogliamo chiamare? collaborazionisti? opportunisti? traditori?); di certo quelli massacrati non dichiarerebbero altrettanta simpatia!

    Quanto al discorso delle ferrovie funzionanti ... facciamo cosi': io vengo a casa tua, ti scanno, requisisco tua moglie, uso i tuoi figli come "carne da cannone", ecc, ecc. Poi, quando me ne vado, lascio una lavastoviglie nuova e un televisore ultrapiatto (n.b. li lascio perche' pesano troppo per portarmeli via!). Ho fatto bene?! - Come dici? Lo fanno anche altri?! - Ah, allora ho fatto proprio bene!

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  15. "In Etiopia esiste ancora la nostra rete ferroviaria, e funziona."

    No. Qualche strada, sì. Ferrovie, no. Dagli italiani ne furono costruite una in Eritrea (che c'è ancora) e una in Somalia (che non c'è più). In Etiopia c'era e c'è ancora una ferrovia, ma costruita prima dell'invasione italiana con capitali francesi.
    (Non so se siano state costruite ferrovie dopo l'indipendenza, ma non mi risulta)

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  16. Per colpa del fascismo limitatamente alle famiglie dei miei genitori abbiamo dovuto subire cinque anni di prigionia in India di un mio zio e l'amputazione di una mano per ferita nella campagna di Russia ( forse il minore dei mali che ne ha permesso il ritorno a casa vivo) di un altro mio zio; un terzo zio si è salvato, dopo l'8 settembre, dalla deportazione in Germania facendosi a piedi da Gorizia a Bari.
    Per cui.... altro che piacere che ci dovete fare...

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  17. Credo la Storia italiana del 1900 sia molto complessa.
    Per capirla non basta documentarsi da fonti attendibili, è necessario calarsi in un modo di pensare che non esiste più da decenni.
    Molti di coloro che oggi parlano di fatti avvenuti allora, specialmente persone di sinistra, travisano i fatti e raccontano falsità. Costoro sono colpevoli dell'odio presente oggi tra le fazioni contrapposte.

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  18. Il colonialismo italiano, comincia in eritrea , non con il fascismo ma a metà 800, sponsorizzato dall'inghilterra contro l'egitto.
    Le guerre sono guerre. si compiono atrocità in tutte le direzioni. occorre pensarci prima di cominciarle ed in ogni caso le responsabilità non sono mai di una parte sola.
    E' comunque riprovevole, sentire dei bimbetti, ancora attaccati al biberon della ideologia comunista che di atrocita consumate, non ha da imparare niente da nessuno, che sputano sulla propria patria e sulla vita di migliaia di italiani che si sono immolati negli anni, anche per affermare quella libertà e democrazia che queste persone oggi utilizzano per offendere la loro memnoria.

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  19. Senti un po': per gasare l'Amba Aradam non si è immolato nessuno. Hanno tirato il gas e hanno aspettato che morissero tutti, rifugiati e combattenti e quanti c'erano.

    Non è stata difesa nessuna libertà o nessuna democrazia durante l'operazione.

    Le guerre sono guerre, ma questo è stato un atto riprovevole anche per gli standard delle guerre del Novecento. I nemici non hanno fatto qualcosa di paragonabile, per dire.

    Io poi tra l'altro non sono comunista, ma questo è il minimo. Ho il massimo rispetto per chi si è immolato per difendere la mia democrazia, la mia libertà, e un po' anche la lingua italiana che tu offendi con tutti gli errori che fai.

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  20. FATE UNA BELLA RICERCA SUL MONASTERO DI DEBRA LIBANOS E PIU IN GENERALE SUL COMPORTAMENTO DI RODOLFO GRAZIANI SIA IN ETIOPIA CHE IN LIBIA. E' VERO, LE POTENZE COLONIALI MAI SI COMPORTARONO BENE NEI TERRITORI CONTROLLATI, E' ANCHE VERO CHE PERSONAGGI FAMOSI COME PER ESEMPIO LAWRENCE D'ARABIA ERANO FERMAMENTE CONVINTI CHE GLI AFRICANI FOSSERO UNA RAZZA INFERIORE. TUTTI COMPORTAMENTI FIGLI DEL LORO TEMPO, ERRORI COMMESSI DA NAZIONI NON NECESSARIAMENTE TOTALITARIE MA CONVINTE DELLA PROPRIA SUPERIORITA'. TUTTO QUESTO PER DIRE CHE C'E' DA CAPIRE E DA CONDANNARE COMPORTAMENTI DISUMANI. A PRESCINDERE DA QUALSIASI CONSIDERAZIONE SIA SOCIALE CHE POLITICA. PENSIAMO PURE ALLA RICERCA NUCLEARE RUSSA CHE NON HA MAI ASSOLUTAMENTE CONSIDERATO IL RISCHIO RADIAZIONI PER LE POPOLAZIONI COINVOLTE DAGLI ESPERIMENTI. POSSIAMO CITARE ESEMPI DI OGNI GENERE, CHE SO', I CURDI? VANNO BENE? OPPURE GLI SVIZZERI CHE PER ANNI FECERO RICERCHE SCIENTIFICHE PER CAPIRE SE GLI ITALIANI LI' EMIGRATI FOSSERO GENETICAMENTE PREDISPOSTI AL FURTO!!! E QUANTI ERRORI STIAMO COMMETTENDO NOI ORA CONVINTI MAGARI DI ESSERE NEL GIUSTO? LA RICERCA STORICA DEVE RIPORTARE I FATTI, LA COSCIENZA DEVE CHIEDERSI PERCHE' QUESTI FATTI SIANO STATI TACIUTI SE GIUSTIFICABILI!!

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  21. "I giapponesi non scherzano su Pearl Harbour"

    sarebbe più appropriato parlare del massacro di manchino, se vogliamo confrontarlo con altri massacri come auschwitz!

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  22. Salve, un'informazione....come esrano chiamate o come si chiamavano le biglie acuminate lanciate durante la battaglia dell'Amba Aradam.
    Grazie

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