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giovedì 10 maggio 2007

sbatti il mostro in prima serata

Di solito, dopo gli strilli dei primi giorni, molti preferiscono non parlarne più, magari non pensarci proprio. È la maggioranza silenziosa che in questi giorni, quando sente parlare di Rignano Flaminio, sbuffa e cambia canale. È un atteggiamento perfettamente comprensibile, di fronte a fatti così gravi, che dopotutto non sono di nostra competenza. Ci sono i giudici, giudicheranno loro. Giusto. Spesso poi i giudici assolvono, ma al secondo o terzo grado di giudizio, dopo molti anni, quando il caso non è più seguito dai cronisti d’assalto che avevano sbattuto il mostro in Prima. L’assoluzione invece andrà tra le Brevi di cronaca. Questo fa sì che ancora molta brava gente sia convinta, in perfetta buona fede, che Marco Dimitri stia marcendo in prigione condannato per pedofilia. Dimitri invece è stato totalmente scagionato in non uno, ma due processi.

Ci sono però anche quelli che non riescono a smettere di pensarci, senza per questo essere in grado di formulare un giudizio ponderato. In questo momento sembra impossibile mediare tra le due possibili verità: o esiste una rete mondiale di pedofili che controlla scuole pubbliche e private, o si tratta di una psicosi di massa straordinariamente virulenta, che viaggia di città in città e ha effetti devastanti su bambini e genitori. Un compromesso sembra impossibile. Bisogna scegliere.

Per esempio, la redazione di Studio Aperto ha scelto di credere nell’Internazionale Pedofila, e le ha dedicato una lunga puntata di Live, martedì sera, molto difficile da seguire. Io ci ho provato, e mi sono trovato in un incubo. Questo tutto sommato potevo aspettarmelo. Forse non me l’aspettavo confezionato con tanta accortezza.

La professionalità di Studio Aperto

Lo Speciale non parlava solo di Rignano. Il filo della trasmissione si dipanava lungo una serie di casi più o meno simili, in Italia e all’estero. Episodi controversi come il caso di Brescia (tutti assolti meno uno) erano mescolati a casi acclarati e famigerati, come Marcinelle. Chi potrebbe schierarsi dalla parte del mostro di Marcinelle? Nessun riferimento alla lunga catena di processi a carico di maestre di scuole dell'infanzia negli anni 80 in USA, quasi tutti conclusi (dopo anni) con assoluzioni. Nessun riferimento a un episodio storico e importante come il caso d’Outreau in Francia, un processo fiume terminato col Presidente Chirac costretto a chiedere scusa agli imputati assolti per la “catastrophe judiciaire” (parole sue). Insomma, nessuno spazio a chi parla di psicosi di massa, perché chi parla di psicosi di massa non vuol credere ai bambini, e bisogna sempre credere a quello che dicono i bambini.

Invece agli avvocati non si può credere, e infatti ai difensori degli imputati di Rignano non viene dato il tempo di esprimersi: qualche frase tagliata, qualche ragionamento monco, ed è tutto. Volendo dimostrare la sua imparzialità, la cronista decide di seguire la fiaccolata di sostegno agli indagati, e nel montaggio riesce a far sentire due volte le urla dei carcerati di Rebibbia che dalle finestre gridano ai manifestanti “pedofili”. Il senso qual è? Qual è esattamente la credibilità dei carcerati, la loro competenza in merito? Eppure, cronometro alla mano, hanno avuto più tempo loro, per esprimere il loro parere, dei partecipanti alla fiaccolata: i quali davanti agli improperi dei galeotti battono in precipitosa ritirata. Questo almeno ci fa vedere il montaggio.

Non mancano gli esperti. Massimiliano Frassi, vero ispiratore del programma, che merita un discorso a parte. Don Fortunato di Noto, che avalla l’ipotesi di una rete pedofila mondiale. Sull’inchiesta di Rignano, però, non dice niente. Forse non glielo hanno chiesto. Curioso, perché qualche giorno prima al Giornale l’aveva definita “disastrosa” per le modalità con cui era stata condotta.

Uno dei momenti più ripugnanti dello Speciale è la testimonianza di alcune madri bresciane, che riferivano le violenze narrate dai loro bambini con dovizia di particolari. Secondo la giustizia italiana quegli episodi non sono mai accaduti: Studio Aperto ha deciso di riportarli ugualmente. È una scelta piuttosto forte.
Ora: io non credo nel mantra “ho fiducia nella magistratura”. Non ho nemmeno, se proprio devo dirlo, tutta questa fiducia metafisica nella magistratura, che è un’istituzione umana e quindi soggetta ad errori. Inoltre credo nella libertà di espressione – sono un blog, ci mancherebbe altro. Non discuto il diritto di Studio Aperto di schierarsi così apertamente dalla parte di genitori che hanno perso un processo. Avrei qualcosa da dire, magari, quando immediatamente dopo un noto sacerdote di Brescia viene duramente preso di mira dalla cronista perché crede nell’innocenza dell’unico condannato. Come si permette questo prete di non attenersi a una sentenza? Beh, se si permette Studio Aperto, perché non dovrebbe farlo un prete? Il problema è sempre quello: il prete, oltre a non credere alle sentenze, non crede ai bambini. Studio Aperto invece ha deciso di credere a qualsiasi cosa dicano i bambini, che le sentenze lo confermino o no. Del resto le sentenze vengono citare soltanto nei casi in cui rispettano i resoconti dei bambini. Ripeto, è una scelta piuttosto forte. Ma del resto è Studio Aperto. Alle undici di sera.

A meno che qualcuno a Mediaset non voglia seguire l’invito di Antonio Marziale, presidente dell’Osservatorio sui Diritti dei Minori, che propone di replicare la trasmissione in prima serata. Copio e incollo dal sito dell’Osservatorio (ma i grassetti sono miei):

“Con sensibilità e professionalità da parte degli addetti ai lavori la trasmissione ha trattato il tema della pedofilia mettendo in rilievo aspetti mai fino ad oggi evidenziati dalla televisione. Un contenitore che ha permesso a pochi sonnambuli, vista e considerata l’ora tarda della messa in onda, di comprendere come e quanto la pedofilia non sia più da considerarsi patologia individuale ma aberranza collettiva e lobbistica. Per tali ragioni – continua il presidente dell’Osservatorio – è indispensabile che un pubblico più massiccio abbia l’opportunità di fruire di una delle produzioni più coraggiose, coscienziose e credibili che siano mai state trasmesse in Tv”.
Marziale chiede dunque ai vertici di Mediaset: “La riproposizione della puntata in prima serata allo scopo di favorire presso l’opinione pubblica il giusto grado di comprensione del fenomeno pedofilia ancora troppo sottovalutato”. Ecc.


Marziale è stato componente del gruppo di lavoro della "Commissione per l'assetto del sistema radiotelevisivo" del Ministero delle Comunicazioni per la stesura del "Codice di autoregolamentazione sulla tutela dei minori in tv". Memorabile fu la sua protesta per la proiezione della seria “Roma” in prima serata: troppa violenza, troppo sesso. Questo è molto curioso, perché in fatto di sesso e violenza lo speciale di Italia 1 non è certo secondo a nessuno. Uno dei punti clou è un’intervista a un detenuto per reati pedofili. Marziale deve aver pensato che il fine (salvare i bambini) giustificasse una dose di violenza, visiva psicologica e verbale, molto superiore a quella di un telefilm di legionari.
Quel servizio ha impedito a persone adulte di dormire, ieri sera. Marziale propone di farlo vedere a tutti. Naturalmente, “con i dovuti accorgimenti contemplati dalla normativa vigente in materia di tutela dei minori”.

Io sono di un altro parere.
Ripeto quanto detto la scorsa settimana: non posso sapere cosa è veramente successo a Rignano. Non ho gli elementi necessari: forse un giudice li avrà, io no.
Se preferisco pensare all’isteria collettiva, è forse per pregiudizio razionalistico, o perché istintivamente tra genitori e maestre parteggio per queste ultime, o forse solo perché mi piacerebbe che quei crimini non fossero stati commessi. In ogni caso non ho le prove per parlare di isteria collettiva. Ma so che in altre città, che in altre nazioni, si sono verificati casi d’isteria collettiva molto simili a quanto successo a Rignano.
E so anche come questo tipo di isteria può contagiarsi: attraverso programmi confezionati come lo Speciale di Italia 1. Che sembrano davvero fatti apposta per indurre al dubbio e all’angoscia la persona forse più fragile del mondo: il giovane genitore. In buona fede, naturalmente. Siamo tutti in buona fede qui. Si parla molto di buona fede in questi giorni, come se fosse l’acqua lustrale: come se l’umanità non avesse dato spesso il peggio di sé, in perfetta buona fede.

15 commenti:

  1. Caro Leonardo, vai avanti così. Ti appoggio e mi tiro fuori anch'io dal vecchio gioco Guelfi vs. Ghibellini. Tu non sai, io non so, nessuno SA. Sarebbe meglio non parlare di cose che non si sanno.

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  2. Un conoscente medico ha un figlio piccolo che ha avuto bisogno della classica operazioncina al pisello. Dopo c'era bisogno di fare alcune "esercitazioni" al pisello per rimetterlo in funzione. Il bambino odia questa "ginnastica al pisello". Ufficio Postale, bambino a cavalcioni del babbo, parla parla. Ad un certo punto, ad alta voce, esplode: "...perchè babbo... IO NON VOLIO FARE QUELLA GINNASTICA COL PISELLO CHE MI VUOI FAR FARE TE:::!!!!".
    ...sguardi calamitati... babbo vorrebbe sprofondare... vede già i titoli "Noto medico arrestato..."

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  3. Sembrava quasi una barzelletta! E' vero, però, che in quel caso si tratta comunque di una situazione delicata, difficile anche per il genitore medico in questione.
    Certo è che l'adulto è abituato a interpretare parole e discorsi con le proprie sovrastrutture dimenticandosi di doversi porre al livello del linguaggio dei bambini.
    Riguardo ai casi di violenza e pedofilia, bisogna essere molto cauti prima di accusare e sotterrare qualcuno. Quel marchio è infamante più di ogni altro e, nonostante la giustizia possa provare l'innocenza di una persona, continua sempre ad aleggiare il dubbio nella mente dell'essere umano. E' doloroso sempre.

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  4. La pedofilia é un comodo mostro che permette di dare l' illusione che lo Stato protegga i cittadini.
    Arrestare 4 cristi per 3 foto scaricate su Internet, salvo proscioglierli 5 anni dopo, é molto più facile che contrastare le mafie che controllano il Paese.
    Inoltre si tratta di un caso in cui nessuna voce può levarsi a dire "state esagerando", sotto pena di imediato pubblico ludibrio.
    La pena per atti magari non condivisibili ma in fondo innocui, come il possesso di materiale vietato, é molto più alta di quella che spesso si commina per crimini di sangue, certo più alta di quella che sconterà gente come Callisto Tanzi.

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  5. Curioso il ricorso all'aggettivo "lobbistica" da parte di Marziale. Soprattutto perché fa venire in mente - almeno a me - le denunce contro gli inesistenti complotti giudaico-massonici ad opera di altrettanto inesistenti savi di Sion. I lobbisti, per quanto ne so io, fanno un altro mestiere. Ma quelli erano altri tempi e ora, forse, il linguaggio è stato aggiornato.

    Inoltre, sempre in tema, ieri sera Marco Strano partecipava in qualità di psicologo e criminologo a Primo Piano in una specie di veglia in attesa della decisione del tribunale dei riesame sugli arresti di Rignano. Strano non fa affermazione particolarmente bizzarre, si attiene a generici concetti attinenti alla pubblicistica in materia.

    Fino a quando si parla, a commento delle indagini in corso sull'asse Sicilia-Germania, di "migliaia di cittadini italiani" denunciati per presunto possesso di materiale pedopornografico. Sul fatto che le denunce siano scattate ho pochi dubbi, ma un dato del genere ha poco senso se poi non lo si rapporta ai rinvii a giudizio o alle archiviazioni e, nel caso dei rinvii a giudizio, il rapporto poi andrebbe fatto con le condanne e le assoluzioni. Solo in questo modo si avrebbe un dato verosimile.

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  6. Una parola da un giovane e fragile genitore.
    E' capitato in spiaggia che il mio bimbo di allora 3 anni fosse nudo a giocare mentre il costumino si asciugava. E caso volle che imito' un atto sessuale con gesti e parole. Per poi dedicarsi tranquillamente ad altra attivita'. Non assecondando il mio istinto iperprotettivo chiesi solo chi gli avesse insegnato quella cosa. E pronto con naturalezza scaturisce il nome. Probabilmente il primo che gli passava per la testa. Ora ho avuto la serenita' e sinceramente un minimo di cultura a riguardo per non prendere il bimbo e fargli un bel terzo grado. Sicuramente ne sarebbero scaturite delle cose allucinanti. Mesi dopo ebbi l'occasione di chiacchierare con uno psicologo che mi chiese se fossi scemo per i dubbi che ancora mi perseguitavano riguardo l'episodio. I bimbi imparano cose, specie nella nostra societa', in modi che a noi non sono neanche comprensibili. E se l'episodio era singolo o sporadico non dovevo neanche considerarlo. Perche' allora invece di tante trasmissioni del picchio non si fa una buona intervista a psicologhi infantili seri che dicano intanto come distinguere le fantasie dei bambini da seri disturbi, e poi come comportarsi in caso di dubbio. E' noto a quasi tutti che una intervista casalinga e' cio' che di peggio si possa fare.

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  7. Spezzo una lancia a favore dei genitori, che passano abitualmente da "pazzi paranoici" quando dal pediatra dicono che il bimbo ha un doloretto, dal preside quando raccontano episodi di bullismo, dal pretore quando ventilano pedofilia. Una classe di pazzi paranoici, i genitori, tutti da rinchiudere.

    Io non cerco prove: non potrei ottenerle mai. Ma almeno delle ipotesi plausibili. Dieci, quindici famiglie coinvolte: tutti paranoici? Oppure, tutti in riunione in cantina a cogitare un'accusa a danno della scuola? A mettersi d'accordo su particolari di furgoncini e arredamenti come una banda di rapinatori?

    E poi, almeno un'ipotesi di movente plausibile. Tutti uniti da un odio inestinguibile per tre maestre, una bidella e un benzinaio? Oppure una banda di pedofili i genitori stessi che cercano di accusare altri dei loro stessi misfatti?

    Anche a me non piace la caccia alle streghe. E sono dispostissima a credere ai complotti: purché ci sia uno straccio di ipotesi che li faccia stare in piedi.

    una mamma (si, di quelle nevrotiche paranoiche ecc. ecc.)

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  8. Cara mamma anonima: qui nessuno ha detto che i giovani genitori sono pazzi paranoici.
    Io ho scritto - e confermo - che i giovani genitori sono persone fragili, per motivi che mi sembrano ovvi. Questo le rende più esposte a fenomeni di psicosi collettiva che sono comunque rari - ma molto rischiosi e penosi.

    Sulle psicosi di questo tipo c'è una letteratura scientifica e giuridica. Sono cose che sono già capitate, un po' dappertutto in Occidente; e quanto successo a Rignano è molto simile.

    Tutto questo non significa, attenzione, negare che ci siano state delle molestie su quei bambini. Ma quello che è accaduto in seguito ai genitori ha totalmente perturbato la possibilità di ricostruire quello successo. Sarà molto difficile, da qui in poi, ricostruire la verità.

    "Oppure, tutti in riunione in cantina a cogitare un'accusa a danno della scuola? A mettersi d'accordo su particolari di furgoncini e arredamenti come una banda di rapinatori?"

    Non in cantina, ma alla luce del sole: i genitori hanno avuto mesi a disposizione per mettersi d'accordo sui particolari di quello che in buona fede credevano vero.

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  9. Scandalose non sono le frasi della mamma di Brescia, ma il tuo modo di argomentare.

    Buffonesco.

    Blackjack

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  10. -05-12 20:36:42 bianca
    A Rignano, a parte una psicosi collettiva dovuta ad un gruppo di famiglie molto particolari, fragili e con problemi, non è accaduto nulla.Non ci sono le prove, non ci sono referti medici comprovanti lesioni, non ci sono prove di foto o filmati, i Ris non hanno trovano nulla, non ci sono confessioni dei bambini valide e validate dal protocollo di Noto, ma solo estorsioni ottenute e filmate dagli stessi genitori dei bambini, con mertodi medioevali,ossessivi e nn scientifici , dannosi per i figli. .ma i genitori, ottenebrati dalla loro psicosi, sembrano non vedere che i soli aguzzini dei loro figli sono loro, con le loro e paranoie. Gli esperti di Telefono azzurro, hanno più volte detto e critto che gli interrogatori fatti dai genitori ai loro figli sono lesivi e dannosi e nn validi. La consulente nominata per i bambini è una signora di oltre 83 anni, che nn ha saputo fare il suo lavoro, nn ha registrato i suoi incontri con i bambini, quindi nn esistono prove. Il medico pediatra di Rignano ha certifica su i bambini. La pedofilia nn esiste, è solo un fantasma creato da genitori nevrotici

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  11. è un buon post. pacato e ragionevole. tutti dovrebbero essere pacati e ragionevoli e attenersi ai fatti. l'accusa di pedofilia è enorme per chiunque, ma per una maestra è ancora peggio. chiunque ha bambini o ci ha a che fare sa che sono influenzabili in molti modi, anche inconsci o inconsapevoli (è sempre interessante sapere quanto tempo un bambino passa davanti alla tv da solo).
    ma soprattutto dire: se li hanno arrestati qualcosa c'è, è un ragionamento del cazzo eppure la sento...
    odio i linciaggi, perché non c'è rimedio e sono d'accordo che ormai difficilmente sapremo mai la verità

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  12. 'Anche a me non piace la caccia alle streghe. E sono dispostissima a credere ai complotti: purché ci sia uno straccio di ipotesi che li faccia stare in piedi.'

    io non credo ci siano complotti. c'è disperazione. questi genitori hanno sbagliato, e qualcuno li ha supportati, ma sono in 'buona fede'. ossia sono davvero convinti che sia successo qualcosa. e quindi qualcosa deve essere *per forza* successo. non so se hai seguito matrix di questo venerdì. praticamente la madre di una bambina che ha esposto denuncia, ha ammesso di aver cominciato ad avere sospetti tremendi sulla figlia che aveva qualche malessere, e ha deciso di fare la denuncia, DOPO che ha sentito voci di paese, DOPO che ha parlato con altre signore che le hanno riferito di presunti abusi nella scuola. fa una differenza enorme, questo passaggio, a mio avviso.
    purtroppo i pregiudizi in questa storia hanno incasinato tutto, sarà dura venirne a capo. intanto ci sarà probabilmente l'incidente probatorio.. l'ennesimo trauma per i più piccoli che, feriti dall'abuso rumoroso della faccenda o meno, stanno sicuramente subendo un abuso grosso come una casa vivendo questa vicenda.

    i.

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  13. La psicosi-genitoriale-diffusa esiste, e chiunque abbia figli ed un minimo di buon senso lo sa.
    basta poco ad innestarla, una prof antipatica (che magari è un po' freddina di carattere), un genitore che non saluta (perchè a casa ha la moglie malata e quindi non ha tempo x le chiacchere), un bambino diverso dagli altri (perchè magari preferisce leggere al gameboy).
    Un bisbiglio ad una mamma si amplifica, al parco diventa un ronzio pesante, dopo qualche giorno il bisbiglio si è talmente appesantito da diventare insostenibile. Nessuno ne parla apertamente, ma QUELLA prof, QUEL genitore, QUEL bambino avranno per sempre quell'etichetta.
    A raccontarlo sembra una barzelletta, ma è successo.
    Mia suocera, che abita a W, mi dice che ha sentito dire che nel parco sotto casa mia, abito a Y, a 40 km di distanza, hanno sorpreso un uomo che tentava di raprire un bambino. Mi sembra strano, il parco è piccolino, e noi genitori ci conosciamo tutti, almeno di vista.
    la stessa notizia mi viene riportata da mia cognata, a cui l'hanno detta delle colleghe (lavora in un ipermercato di Y), e sono sicure perchè gliel'ha detto Mr A che è amico di Mr B, che era presente al rapimento.
    Nel frattempo la voce gira per la città, perfezionandosi: un uomo ha afferrato un bambino e l'ha portato verso la propria auto, per fortuna la madre se ne è accorta, ed è riuscita a fermarlo. Sempre più di frequente mi chiedono se ne sono a conoscenza, abitando sopra al parco. Conosco bene Mr B, per cui quando lo incontro gli chiedo se effettivamente è stato testimone. Sua risata, "sì ero al parco quel giorno. In realtà il bimbo, di 4 anni, se ne era andato in giro da solo mentre la mamma era impegnata al cellulare, si è perso. Un papà l'ha visto, gli ha chiesto cosa era successo, e l'ha aiutato a ritrovare la mamma" fine.
    Trovato il pedofilo. E la mamma incosciente.

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  14. bene, stasera vespa ci ha deliziato con una sua puntata di porta a porta degna di quelle del plastico di cogne...con una delle persone scarcerate che ha rilasciato un'intervista registrata e tre genitori che l'hanno linciata in studio, senza possibilità di contraddittorio...

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  15. Devo spezzare una lancia a favore di Vespa: la puntata di Porta a porta ha messo in estrema evidenza l'ignoranza e la pazzia degli accusatori, per esempio sul particolare del benzinaio di colore.
    Il genitore che l'ha accusato, ha spiegato il perchè dell'accusa: mentre faceva benzina, sua figlia gli ha detto: "Ecco l'uomo nero". Tutto qui, anzi il genitore ha corroborato l'accusa, asserendo che sua figlia "conosceva i genitali" del benzinaio di colore. La prova? La bambina ha detto che il benzinaio ha "un pippo grande così".
    Questo basta in Italia per andare in galera!!!
    Ma di pazzi e ignoranti è pieno il mondo, la colpa è delle forze dell'ordine e dei giudici (due livelli dello Stato) che hanno preso per buone queste castronerie!!!

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