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giovedì 30 settembre 2010

Stelle come polvere

(In questi giorni Blogger sta facendo casini. In particolare, si è messo a cancellare o nascondere commenti con delle logiche tutte sue. Se vi capita di non trovare più un vostro commento, prima di gridare alla congiura dei poteri forti forse è meglio che mi scriviate, l'indirizzo è qui di fianco).

L'educazione religiosa, 1

Ognuno ha gli hobby che si merita, e se guarda indietro agli ultimi anni, Saul si rende conto che ha passato una parte cospicua del suo tempo libero ad accapigliarsi con sconosciuti su argomenti religiosi. Tutto questo – badate bene – senza provare un briciolo di ansia religiosa dentro di sé. Cioè, al di là di tutti i discorsoni sul crocefisso, o l'ora di religione, o la santità dell'embrione, ma Saul in Dio ci crede o no? Non sa, non risponde, la domanda lo annoia. È una domanda da personaggio di Dostoevskij, Saul vive nel 2010 e ha meglio da fare: del resto, davvero, il mondo si surriscalda e sovrappopola che Dio esista o no. Ma questo non è in fondo eludere il problema? Persino Stephen Hawking ha un'opinione in merito, perché non dovrebbe averla un tipo come Saul? Tanto più che il suo passatempo è scrivere opinioni, e qualcuno gliele legge, addirittura gliele premiano.

C'è una foto in giro da quest'estate, un collages di puntini che potresti scambiare per un quadro informale o la neve della tv con l'antenna staccata – salvo che ognuno di quei puntini è una galassia. Ogni galassia è un miliardo di possibili mondi, eccetera. A questo punto il problema non è neanche più se esistano forme di vita extraterrestri – è lecito supporre che esistano forme di cose che non immaginiamo e non definiremmo nemmeno vita (altrove si chiederanno se esistano forme di t$%£) Saul vive in un periodo storico in cui ogni tanto ti mettono davanti delle foto così, e poi come fai a continuare a credere al tuo Dio? Ma la domanda è viziata: qualcun altro con la stessa foto in mano potrebbe chiederti: come fai di fronte a tanta complessità, tanta immensità, a non credere proprio al tuo Dio? Saul ha perso molto tempo a cercare di spiegare che il sentimento religioso è qualcosa che non ha nulla a che fare con la scienza. Ma allora con che cosa? Forse la paura. Saul non sa se Dio ci sia o no, ma sa che l'idea di un Dio non gli fa nessuna paura. Non se lo immagina come un Occhio Spietato che lo osserva da lontano: altri sì, e ne sono terrorizzati e infuriati, sia che ci credano, sia che non ci credano: e in questo secondo caso, il loro non-crederci, la loro non-fede, è abbastanza scomoda e spigolosa da somigliare alla fede in un dio qualunque. Si tratta insomma di una variante esistenziale: alcuni (credenti e non credenti) hanno un'angoscia, altri (non credenti e credenti) non ce l'hanno. Saul è tra questi ultimi, ma ricorda distintamente degli anni vissuti tra i primi: questo è il suo unico vantaggio.

Negli anni ha formulato varie ipotesi, (che è un po' quello che fa nella vita: l'ape il miele, l'anguilla il muco, Saul le ipotesi). Alla fine si è affezionato alla più banale, e cioè: potrebbe essere una questione di genitori. Saul ha avuto genitori buoni e modesti, molto difficili da descrivere e raccontare, perché in tv e sui libri ci mostrano sempre solo genitori violenti e pazzi: la famiglia va in scena solo quando è in decomposizione, altrimenti non è un soggetto interessante. È così da cento anni, ed è destinato a continuare per parecchio: ci sono secoli di sacre famiglie da dissacrare. Nel frattempo però quelli che sono cresciuti nelle famiglie *normali* si sentono un po' disadattati: è il paradosso della, boh, postmodernità. Per tutti gli anni della sua infanzia Saul non ha veramente avuto motivo di dubitare dell'esistenza di Dio, ed esattamente di quel Dio che stava appeso alla parete, semplicemente perché chi gliene parlava era una persona buona e modesta, che non raccontava bugie, che metteva per primo in pratica, senza fatica apparente, ogni comandamento di cui chiedeva il rispetto. Gli ordini che gli venivano impartiti gli apparivano, sin dal sorgere della coscienza, assolutamente necessari: non attraversare la strada. È un tabù, certo, ma è anche la Strada Nazionale 12 dell'Abetone e del Brennero, ci passano i camion ai cento all'ora, non si fa molta fatica a credere in un Dio-Padre che ti dà un comandamento del genere. Non quel genere di Dio-Padre che ti vieta il prosciutto o i gamberi, per intenderci. Ancora oggi Saul ha per il Dio che forse esiste la stessa naturale deferenza che prova senza difficoltà per qualsiasi autorità: il Preside, il Vigile, il Capo dello Stato. Con un po' di sforzo, naturalmente, Saul può nutrire sentimenti avversi: detestare qualche poliziotto violento, dileggiare i ministri. Ma gli costa un po' fatica, e le sue velleità rivoluzionarie non arrivano mai alle estreme conseguenze di invocare l'abolizione dei ministeri, o delle polizie. Saul detesta i ministri che non sanno fare i ministri e i poliziotti che picchiano le persone invece di difenderle: non l'autorità, ma chi la incarna in modo indegno. Un borghese, gratta gratta? Saul si risponde di no, non è esattamente questione di borghesia: ci sono borghesi ansiosi, cresciuti in famiglie difficili, che per l'autorità non hanno alcun rispetto. No, davvero, è una questione di famiglia. Saul ha avuto genitori buoni, modesti e cattolici. Li avesse avuti buoni modesti e non credenti, sarebbe oggi più o meno la stessa persona, e scriverebbe le stesse cose.

Allo stesso tempo, Saul sa di avere trascorso anni difficili, in cui forse ha bordeggiato varie psico-patologie senza che nessuno se ne accorgesse. Per fortuna nemmeno lui (continua, forse diventa più interessante).

9 commenti:

  1. Anch'io come Saul: famiglia credente, buona e modesta, nessuna fatica ad accettare il concetto di un dio pur avendo smesso di praticare quella fede. Forse una qualche ragione ce l'hai, e in effetti non avevo ancora associato la cosa, se penso che le discussioni maggiori sul tema (e i contrasti maggiori) li ho con persone che hanno cattivi rapporti con il proprio padre.

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  2. Io conosco uno (Hari Seldon, si chiama) che con la religione in sè non ha nulla da dire.

    Il suo problema principale sono, al contrario, i tipi relgiosi che tentano in ogni modo di imporre le loro regole religiose a lui ed i suoi connazionali.

    Ecco, finchè è stato in famiglia, bambino e poi ragazzino questo Hari, non aveva nessun tipo di aggressività nè di rabbia verso i religiosi. Certo, da quando andava a scuola ogni tanto aveva ricevuto qualche aggressione (nulla di fisico, eh) per questa sua resistenza alla Fede.

    Poi però è diventato grande, e ha potuto toccare con mano quanto la Fede aveva influenzato le persone intorno a lui. E non avendo il background di genitori credenti e buoni, ma solo buoni (quello si), aveva la curiosa tendenza a notare più la proibizione del prosciutto, piuttosto che quella di non attraversare la strada (quella, gli avevano insegnato, era buon senso, non Fede).

    Mi sa che questa difficoltà gli s'è un pò incancrenita con gli anni, trascinandolo verso un'atteggiamento amaro e vieppiù diffidente, quando non apertamente ostile verso chi, animato dalla Fede, cerca di spiegargli come lui, Hari, deve vivere.

    Andrea

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  3. Attendo con ansia il resto, giacché - specie sulla chiusa - mi sembra proprio di essere la sorella di Saul. Nel frattempo, grazie.

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  4. Mi stavo chiedendo come cavolo facevi a conoscere la mia storia, a parte il fatto che non mi chiamo Saul (ma era un palese nome posticcio per proteggere la mia privacy).

    Poi però ho visto la parte del prosciutto e dei gamberetti, e ho capito che forse Saul in realtà non ero io.

    O forse sì.

    Sono curioso di vedere come va a finire la mia storia.

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  5. anch'io son curioso di leggere il seguito.
    a me stanno sul c@§ç£$ quelli che tidocno tipo "anche i non credenti sono credenti" o "anche se dici il contrario sotto sotto sei crdente anche tu" ecc.
    a me francamente di credenti e non me ne frega poco e niente. però mi fanno inc...nnervosire quelli che vogliono salvarmi. che si preoccupano della mia anima. ma fatti i c@§ç£$ tuoi no?
    io non spreco neanche un minuto per convincerlo che dio non c'è (anche se la mia idea è che se dio c'è, ci fa) e lui potrebbe usarmi la stessa cortesia risparmiandomi i tentativi di conversione.
    poi apprezzo sempre i credenti che distinguono tra peccati e reati, per esempio.
    sei vegetariano perché gesù piange o buddha pure o magari ti fa impressione il silenzio degli innocenti? per me è uguale, hai tutto il mio rispetto! ma ora posso continuare a mangiarmi il mio c@§ç£$ di maialetto in santa pace?

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  6. Saul è un bravo ragazzo, così come bravi ragazzi sono stati i suoi genitori. Milioni di Saul gironzolano nel nostro Paese; quelli allevati da genitori bravi e cattolici e quelli allevati da genitori bravi e non cattolici. Saul fa male ad annoiarsi a certe domande (credi in Dio?)ed a pensare che nel 2010 queste sono domande da sfigati alla Dostoevskij; perchè nel nostro Paese quella è una domanda infingarda e tendenziosa. Dio in Italia è sinonimo di Chiesa Cattolica, confezionato e venduto dal Monopoli di Stato (Vaticano), come il Sale & Tabacchi della fanciullezza di Saul. Saul dovrebbe ribellarsi a questa sinonimia, in omaggio verso i suoi buoni genitori, alla loro bontà è verità senza marchio del Monopoli di Stato. Perchè la bontà e la verità di contrabbando è roba buona e vera.

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  7. Ma non continua più!?

    OT, ma il complemento di compagnia non sarebbe da abolire?

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  8. Non vedo l'ora di leggere il resto...molto interessante..

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