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giovedì 21 ottobre 2010

Roveti in bianco e nero

L'educazione religiosa, 3

(Riassunto delle puntate precedenti: lasciate perdere le puntate precedenti. Inutili. La storia comincia adesso).
È tempo di fare entrare uno dei personaggi principali dell'Educazione Religiosa di Saul, vale a dire la cattiva maestra preferita di tutti noi, la televisione. Saul le vuole bene, e ammette di avere imparato tantissime cose da lei; ma vogliamo anche un po' parlare delle mazzate che ha preso? Saul si sente ancora i bozzi nel cervello. Poi nella vita si va avanti, si fa finta di niente, senz'altro era peggio crescere al tempo della scarlattina, della tbc. Però che il tv color non avesse effetti collaterali, eh, questo no. Non potete dirlo. I bozzi ce li avete anche voi.

I posteri faticheranno a capire questa cosa. Ammesso che gli interessi, ai posteri (nessuno ne sa mai niente, dei posteri). In fondo era un elettrodomestico come un altro, via, portava un po' di rumore e di colore, e non se ne possono sottovalutare le potenzialità propagandistiche, sì, ma... non ci siamo capiti. Qui stiamo parlando di qualcosa di molto più profondo e più violento. Lo sapete che i bambini della generazione di Saul facevano sogni in bianco e nero? Se è per questo anche i loro genitori, cresciuti a pane amore e cinematografo parrocchiale. Oggi ormai siamo talmente abituati all'idea del “bombardamento mediatico”, e a portarci il laptop in bagno, che la percentuale di tempo passato da Saul e i suoi genitori davanti a schermi in bianco e nero ci sembra ridicola. Un'oretta al giorno, chi meno chi più. Tutto il resto della loro vita la vivevano a colori. Però sognavano in bianco e nero. È una cosa che fa spavento, a voi non fa spavento? Vabbe', voi non vi stupite più di niente.

Il cinque del quarto mese dell'anno trentesimo, il profeta Ezechiele vede un uragano arrivare da nord. Dentro c'è un turbinìo di fuoco, e nel turbinìo quattro esseri di sembianza umana, ma provvisti di zoccoli e quattro ali ciascuno (e mani sotto le ali). Gli esseri hanno quattro facce ciascuno: una di uomo, una di leone, una di toro e una di aquila. Di fianco a loro, un complicato incastro di ruote di topazio. Sopra di loro, un firmamento, e oltre il firmamento s'intravede quell'immagine di Dio dalla quale il profeta saggiamente preferisce distogliere lo sguardo. Di solito a questo punto il divulgatore laico inserisce una battutina, del tipo: ma che si era mangiato la sera prima il profeta Ezechiele? Che tipo di funghi raccoglieva? Che tipo di fumi inalavano, gli ebrei della cattività, durante i loro sacrifici? Non lo sappiamo. Ammettiamo pure che il sogno sia frutto della fantasia di Ezechiele: mica male come fantasia, no? Lo credereste che il sacerdote di un popolo contadino sia in grado di mettere insieme dei sogni così? C'è l'insistenza sul mondo animale che è più che prevedibile in una cultura agricola; l'aspetto orgiastico (vagamente peccaminoso) dell'ibridazione bestiale. Più sorprendente è l'elemento geometrico (che di solito associamo al razionalismo ellenico), ma in fondo stiamo parlando di ruote, anche i contadini di Babilonia le montavano ai carri. Insomma, nel sogno Ezechiele non fa che rielaborare cose che ha già visto (tranne forse i leoni, animali leggendari). Però il risultato è talmente delirante che Ezechiele non può dubitare nemmeno per un istante di essere davanti a un messaggio di Dio. Il caso di Ez è quello classico di un uomo antico che ha di fronte le libere associazioni del suo inconscio e, non riconoscendole, le scambia per Dio. Questo cosa c'entra con la televisione? Niente.

Ma sono abbastanza sicuro che se Ezechiele fosse nato ai tempi di Saul, oltre a disporre di molti più elementi da combinare (pantere, dinosauri, corsari, cow-boys, astronavi, marziani), li avrebbe sognati in bianco e nero. Ecco, ma puoi veramente credere in un Dio che ti parla in bianco e nero? No, secondo me no. Era come se il nostro inconscio, parlo dell'inconscio della generazione di Saul, tarandosi sul B/N avesse trovato una specie di valvola di sfogo. Anche davanti a un sogno angosciante, o delirante, od orgiastico, il B/N ti rassicurava, ti diceva tutto ok: queste cose non possono succedere nella realtà, quindi non sei nella realtà. Sei dunque davanti a un Dio? Noooo, ci mancherebbe. Sei soltanto davanti alla televisione. Saul non sognava cose brutte o paurose. Sognava di essere davanti alla tv e guardare cose brutte o paurose. Non è proprio la stessa cosa, anche se nei sogni non si può cambiare canale (del resto neanche in quelle vecchie tv si poteva).

Finché la tv rimase in bianco e nero, il piccolo Saul non poteva avere visioni. Al massimo poteva sognare film stranissimi, ma i film dei grandi sono sempre un po' stranissimi. Ci siamo persi, in quegli anni, qualche dozzina di profeti visionari. (Sarebbe curioso saperne di più. Sarebbe curioso sapere se Hitler o Wojtyla sognassero a colori o in BN. Gli esseri umani per milioni di anni hanno sognato a colori, poi per qualche decennio sono passati in bianco e nero, e prima che la cosa diventasse oggetto di una seria ricerca neuropsichiatrica, la parentesi è finita). Voi che avete paura dello switch da analogico al digitale, ahah, Saul vi ride in faccia. Lui ha vissuto ben altro switch, il suo inconscio è passato dal BN ai colori proprio negli anni più delicati dell'infanzia. Abbiamo detto che il B/N lo proteggeva. Ma un bel giorno il B/N non ci fu più... (continua, più lento della vita).


Tutte le puntate fin qui.

11 commenti:

  1. E le generazioni che crescono con YouTube, come sognano? Sgranatissimo?

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  2. Anzi, visto che su YouTube si pubblicano soprattutto cose andare in onda vent'anni fa, le generazioni cresciute con YouTube sogneranno cose già sognate da altri.

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  3. E'vero ,Leo You tube è pieno di arrapati-fisici non mentali.
    David non è vero quello che dici,nel senso che You tube è come un magazzino,c'è di tutto,anche cose modernissime,o antiche,c'è roba che va oltre i 20 anni,lui ti da una traettoria e tu scegli che strada che vuoi prendere,c'è la mistica,l'arte,non solo sogni sognati ma futuro,
    non credevo esistesse una generazione cresciuta con You tube,questa è notizia,non ci avevo mai pensato.
    del resto io sono una generazione di Carosello
    i giganti erano buoni,i mostri domabili,
    e la gente
    serena.

    e ho sempre sognato a colori
    tranne Belfagor:)
    ciao.

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  4. Io ho sempre sognato a colori, però quand'ero piccolo mi sognavo mirabolanti avventure con paperino, poi sono cresciuto e sognavo unreal e warcraft, poi sono cresciuto ancora e sognavo che rifacevo il quinto liceo per hobby, poi insomma è finita anche che sognavo campo minato, il punto più basso della mia vita onirica.

    Adesso sogno il grande Cthulhu che mi dice che non mi devo preoccupare (in un indescrivibile linguaggio, ovvio) che tra un po' è tutto finito e ci pensa lui, e io sono contento.

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  5. ...Oggi mi rimane difficile sognare...ho 30 anni,rimasto senza lavoro,pochi soldi,poche speranze...e purtroppo lo schifo che vedo è a colori....in B/N nn cambierebbe comunque...i tempi cambiano ma solamente in peggio...chissà come sognavano i nostri politici quand'erano più piccini???ora i loro sogni hanno il colore dei soldi,del sangue delle loro vittime,ed i colori della loro squadra del cuore...tutto molto triste...

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  6. The Gernsback Continuum.
    William Gibson

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  7. io per anni ho sognato lunghissime partite di tetris.

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  8. E come scriveva il grande Dick: "Ma gli androidi sognano pecore elettriche?"

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  9. Toh? Ho visto per caso un vecchio libro che per incipit e tono narrativo ricorda un po' parti di questo post: "Il fratello Saul", di Donn Byrne. Ma se è una pietra miliare della mia carriera di scopritore di acque calde, non infierite (grande invenzione, l'acqua calda, comunque).

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