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giovedì 20 gennaio 2011

Lettera a Bruxelles

La gronda

Ma te lo immagini, che questa cosa che sembrava sul punto di cascare anni fa, questa cosa che come posso descrivertela; pensa a una grondaia di una vecchia casa, pensa alla ruggine e al catrame, e pensa che avrebbe potuto cadere in qualsiasi momento, dal duemila in poi, e pensa che invece è ancora qui.

E non voglio dirti che è tutta la realtà che ci resta, perché non voglio metterla in tragedia; io per quel che posso me la sono fatta una mia realtà, casa lavoro famiglia, me la sono ben scavata una mia buchetta e onestamente non mi posso lamentare – e lo sai che quando c'era da lamentarsi non mi tiravo indietro – non ti dirò che questa grondaia è tutta la realtà, ma lasciami dire che ne è comunque un grosso pezzo, questa grondaia che guardo tutti i giorni e non vuol cascare. Fosse l'impero bizantino, che decadeva decadeva ed è durato mille anni.

E sapessi la nausea di sapere che questa cosa banale, triviale, che poteva benissimo non esserci e invece c'è; questa cosa che per me e per molti è berlusconi, ma non fosse berlusconi sarebbe stato qualche altra cosa; tu sapessi la nausea di sapere che comunque cadrà, un giorno crollerà, un giorno non potrà far altro, e sarà quel giorno solo a finire sui libri, e la gente penserà ai tipi come me come a quelli che quel giorno han fatto festa; non penserà a tutti i giorni che abbiamo aspettato, tutti i giorni che non siamo riusciti a far di meglio che a guardare la gronda marcia non cascare. Alla nausea di assistere a tutto questo giorno per giorno, allo stillicidio di tutti questi capitoli inutili, perché tanto s'è capito da un pezzo dove va a finire il libro, o no?

E come si spiega che non è finito ancora. Qual è il senso di restare lì, a quali fili di ragno è appesa una gronda che doveva cascare anni fa – Lo sai dove stan facendo la rivoluzione adesso? Ora tu dimmi, se dobbiamo prendere lezioni dalla Tunisia. Cosa abbiamo solo noi, che nemmeno i tunisini hanno più, cosa c'impedisce di guardare alle cose come stanno. Tu lo sai che sono fissato, per me è solo una questione di televisione. Punto. Tutto il consenso sta lì, e un po' sui giornali, ma neanche tanto. Abbiamo voluto lasciargli le tv, e a lui non è servito altro, per raccontarci la realtà come gli piace. Salvo che lui non ha mai avuto niente da raccontarci, una volta non lo sapevamo, adesso sì. È un debole come noi, succube dei suoi stessi programmi, è il pubblico del suo stesso drive in. Non c'è dietro nessun disegno occulto, ci ha modellato a sua immagine e somiglianza, e lui è brutto e senza fantasia. L'obiettivo della sua vita era sedersi nel privé a guardare le tipe che fanno il trenino; ce l'ha fatta e ora dovremmo invidiarlo. La nausea di avere avuto per avversario un tizio così.

E pensare che abbiamo avuto perfino paura di lui; che io, almeno, dietro ai suoi primi manifesti azzurri che sembravano la pubblicità dei fustini temevo ci fosse davvero la rivoluzione liberale, il miracolo italiano, la Thatcher italiana. Averlo saputo subito, che lui la Thatcher manco si ricorda chi è, per via che non era una “bella gnocca”. (“Nyokka”, scrisse l'Indpendent). L'avessimo capito subito, che il nemico era tutto lì, una vescica d'aria, un peto, una gronda che casca a pezzi.

E dov'erano quelli che dovevano capirlo subito? perché noialtri in fondo chi eravamo, studenti, precari, maestrini che in fondo della vita non sanno un cazzo, tirano a indovinare e sperano di non prenderci; ma dov'erano i grandi che operano nel retroscena, e i famosi Poteri Forti, ma che razza di Potere Forte lascia che un Paese vada a pezzi per un personaggio così; ma non eravate abbastanza forti da schiacciarlo, almeno all'inizio? Ci voleva così tanto a capire, se l'avevamo capito persino io o te? Eravamo profeti o facevamo soltanto uno più uno uguale a due?

E che anni sono stati, a cercar di buttar giù in qualsiasi modo un marciume, un catorcio che comunque cadrà, quand'è il momento; certo prima dell'impero bizantino.

E insomma su questa gronda, che è marcia e non cade, penso con qualche gioia che un giorno basterà che una rondine si posi un attimo, perché tutto nel vuoto precipiti irreparabilmente, quella volando via. E sul serio non m'importa se non ci sarò più io. Neanche tu ci sei, per questo.

17 commenti:

  1. ottimo, la previsione è di non fare previsioni
    francesco

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  2. Stavolta, sottoscrivo ogni singola parola. Comunque, un colpevole, o almeno uno più colpevole degli altri, c'è, ed è senza alcun dubbio Massimo D'Alema. Lui sì che l'aveva capito di che genere di persona si trattasse, ma non aveva capito la forza potenziale di ciò che tu definisci "una vescica d'aria", così lanciò il progetto della bicamerale, con lo scopo specifico di favorirlo nello scontro interno al cdx con Fini e con l'assicurazione, letale per tutti noi, che le TV non gli sarebbero state toccate. E' stato il miracolo politico, in negativo ovviamente, nel processo di passaggio dal PCI a qualcos'altro, e devo dire che dopo quegli errori fondamentali compiuti negli anni novanta, quei politici non si sono più ripresi: ancora ieri, sono rimasti ormai gli unici a non volere le elezioni, unici oltre Berlusconi stesso: si è mai visto il principale partito di opposizione rifiutare le elezioni?
    Da una parte, abbiamo un ceto politico mediocre e servile al suo capo, che sa che il giorno dopo la caduta di Berlusconi tutto sarà per loro tremendamente più complicato, dall'altra un ceto politico autoreferenziale che pensa ormai soltanto a salvarsi dal sorgere di qualsiasi novità nel fronte di opposizione, si tratti di Di Pietro, di Grillo o magari di Vendola, perchè di fronte al nulla che rappresentano, anche un moscerino può farli fuori in un tempo più o meno breve.

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  3. tra vesciche d'aria e peti si cerca di tenersi su a vicenda, ecco perché i "poteri forti" e l'opposizione non si sono opposti a sufficienza, perché fatti della stessa materia, che magari fosse quella dei sogni.

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  4. Speriamo di esserci Leo,
    invece sarà un giorno indimenticabile.
    speriamo che le rondini non abbiamo
    fatto incroci con gli avvoltoi,
    questo sarebbe grave,
    bel post di speranza dopo tutto questo marcio
    di anni e anni.
    ciao Amelie

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  5. Be', questo post mi ha ricordato un po' questa canzone (poste le debite distanze - di durata e di sangue - tra le rispettive attese).

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  6. Scopro dalla finestra lo spigolo d'una gronda,
    in una casa invecchiata, ch'è di legno corroso
    e piegato da strati di tegoli. Rondini vi sostano
    qualche volta. Qua e là, sul tetto, sui giunti
    e lungo i tubi, gore di catrame, calcine
    di misere riparazioni. Ma vento e neve,
    se stancano il piombo delle docce, la trave marcita
    non la spezzano ancora.

    Penso con qualche gioia
    che un giorno, e non importa
    se non ci sarò io, basterà che una rondine
    si posi un attimo lì perché tutto nel vuoto precipiti
    irreparabilmente, quella volando via.
    (Franco Fortini, La gronda, da "Una volta per sempre")
    Doveva essere un tuo post a farmi ricordare di questa poesia che ho amato tanto e che pensavo di avere dimenticato.

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  7. Roma. Il consigliere capitolino del Pdl Francesco Maria Orsi è indagato dalla Procura di Roma per riciclaggio, reimpiego di proventi frutto di reato, corruzione, cessione di sostanze stupefacenti in occasione di festini con prostitute. Prima del rimpasto di giunta aveva la delega al Decoro.

    Sembra una barzelletta.

    Premesso che per me l'accusa di reato di riciclaggio, corruzione e reimpiego di proventi frutto del reato è ben più grave di quattro troie (e lo stesso dicasi per un Premier che da un pezzo -diciamo pure ab ovo- avrebbe dovuto essere privato di qualsiasi potere), qui siamo al grottesco, alla normalizzazione del surreale. Neanche Buñuel avrebbe fatto di meglio nei suoi film.

    Conservo la capacità di stupirmi, e mi stupisco di chi non la conserva e non si accorge che questo sistema fatica a crollare non perché sia solido, ma un po' per responsabilità di cittadini che lo trovano normale, un po' perché è tenuto in piedi da un tale misero intreccio di interessi che non può non prevedere un sostegno reciproco, una reciproca omertà, per evitare un effetto domino, in virtù di legami indissolubili.
    Non essendoci sentore di rivoluzione, l'unica speranza è l'implosione. Tanto per citare dal mio prediletto ambito operistico: "Roma morrà ma non per voi, morrà pei vizi suoi".

    Desolatamente,

    Mozart2006

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  8. In effetti, ciò che più intristisce dell’intera faccenda è la difesa a testuggine del suo esercito di fedelissime. Da sempre c’è molto di femminile nel consenso berlusconiano. Probabilmente si tratta del suo vero zoccolo duro ideologico. La Chiesa è opportunista, il fatto che passi sopra a trioie, bestemmie e malaffare non stupisce, ne rattrista. Gli uomini spesso sono guidati dall’opportunismo e dall’ottusità, ma le donne aggiungono sempre una nota più intima alle proprie scelte. Per le sue donne, Silvio è un figlioccio, una simpatica canaglia, cui si perdona tutto. E’ un discolo, ma è così sveglio (in senso lato), che riempie di orgoglio materno. Chi, d’altra parte, non conosce una madre che abbia negato ostinatamente l’evidenza, pur di non ammettere che il proprio pargolo si stordiva di canne o sfiancava di pugnette? Per altre donne ancora, le più giovani, è un padre rassicurante, visto che, in fondo, è sempre stato lì, da quando sono nate. E’ la figura maschile di riferimento. Poi ci sono quelle che lo amano di bruciante passione. All’apparenza il fenomeno più sconvolgente, ma comprensibile, dopotutto, osservando la storia del potere. Infine, si è appreso, le donne per cui rappresenta il principale cliente. Le italiane di Silvio incarnano perfettamente il Paese. E in qualche modo lo determinano. In casa e davanti alla tv. Loro non lo abbandoneranno mai. Mai. Qualsiasi cosa accada. Dobbiamo farcene una ragione. Perchè gli credono. Gli vogliono credere. Mentre i maschietti si scorneranno vigliaccamente per accodarsi il più a lungo possibile allo strascico di prebende. Berlusconi rimarrà sulla scena fino alla fine, come Franco. Per questo io tifo Lele Mora, tifo Emilio Fede, tifo Ruby. La definitiva disintegrazione della reputazione nazionale per opera del Bunga Bunga è il prezzo da pagare per accellerare la caduta di B. Non obbligatelo a rinunciarvi! Che si sfoghi! Che ci dia dentro! Che s’imbottisca di farmaci! Che giochi al chiropratico con due venezuelane e tre serbocroate! Prima o poi cederà. Folgorato da un esotico e pneumatico ingoio. E’ assai probabile che sia la morte che desidera. Per mano (o altre parti del corpo) di una donna. Allora, e solo allora, si potrà cominciare la ricostruzione. Prima, temo, è persino inutile sperarlo.

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  9. È la teoria del grande scherzo comunista (Corrado Guzzanti docet). Stiamo vivendo la quarta fase storica del comunismo: la prima è quella marxista ed engeliana. La seconda quella della presa di coscienza della classe operaia. La terza, quella catastorifca dei regimi dittatoriali. La quarta, la nostra, quella dei grandi scherzi. Non lo capite, comunistacci che non siete altro? Stiamo facendo grandi scherzi e voi che non vi divertite. Silvio al Quirinale. Con puttane e travestiti assieme a cardinali porporati e film porno su tutti gli schermi. Sai che divertimento! Dai che ce la facciamo…
    Enjoy! Don´t be sad…

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  10. Bel pezzo, professo'. Quella inevitabile sensaziione di essere degli alieni sbarcati su un pianeta estraneo... il pianeta delle grondaie che non cascano.

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  11. Non casca, la riparano, fino al prossimo temporale. Tanto manca il pezzo di ricambio.

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  12. Io ci ho fatto pure una tesina su quella poesia. Ce l'ho in mano ora, coperta di polvere.

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  13. Bellissimo. Mi sono riconosciuto in quello che hai scritto...

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  14. Certo che vi è rimasto davvero poco se per gioire dovete aspettare che la grondaia caschi da sola...
    Possibile che in 25 anni (venticinque!) non solo non siete riusciti a tirarlo giù ma addirittura avete pure perso (e continuate a perdere) consenso?

    Berlusconi è un pallone gonfiato che abbiamo avuto la disgrazia di avere come gonvernante. Ma ancora più decrepiti, inutili e ridicoli siamo noi a non riuscire a produrre niente di decente, un'alternativa credibile.

    Per quanto Berlusconi sia pessimo, è più credibile della sinistra odierna.

    No, mi spiace la storia dei "media" non tiene. Noi qui non votiamo Berlusconi eppure le TV (chi più, chi meno) le vediamo. Un popolo che vota B. solo perché questi ha le TV... bhé mi spiace dirlo, ma è un popolo che si merita Berlusconi.

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  15. evidentemente ai poteri forti va bene così

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  16. Ma insomma, ma questi poteri forti saranno poi così stupidi?
    L'aveva capito anche l'alieno coi baffi Mario Rossi. Evidentemente gli conviene!

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