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venerdì 12 agosto 2011

Riforme costituzionali nella notte di San Lorenzo

L'hai vista?


Bravo, adesso esprimi anche tu la tua riforma costituzionale. (Il pareggio di bilancio non vale, l'ha già detto Frau Angela). Il pezzo è sull'Unità.it (H1t#85) e si commenta laggiù.

Le 21 notti proseguono a breve, con l'eliminazione del primo candidato. Tenete duro!

“Va bene, la notte è quella giusta, il clima è perfetto, abbiamo scelto l'altura più adatta, ci siamo portati binocolo e telescopio, e poi...”
“Non prendertela, dai” 
“...con questa luna non si vede niente”. 
“Non è detto, bisogna aspettare”. 
“Io però tra un po' m'addormento, te lo dico”. 
“No. Parliamo. Senti, tu che ti tieni informato, mi spieghi cos'è questa storia che vogliono mettere nella Costituzione il pareggio del bilancio?” 
“Ma niente, è un pallino dei tedeschi. A quanto pare la loro costituzione è molto rigorosa su questa cosa del bilancio”. 
“E quindi?” 
“Ecco, devono aver pensato che il problema di noi italiani è che non abbiamo una legge altrettanto rigorosa in materia. Appena l'avremo, ovviamente la rispetteremo, tutti se ne renderanno subito conto e si rimetteranno a comprare i nostri bond, insomma il ragionamento dev'essere più o meno questo”.
“Geniale”. 
“Trovi?” 
“Sì, cioè... potevamo pensarci prima, no? Sai quanti problemi in meno?”
"Quindi sei favorevole”. 
“Assolutamente. Però se proprio dobbiamo mettere mano alla Costituzione, già che ci siamo potremmo risolvere altri annosi problemi, tipo, che so, la disoccupazione”. 
“La disoccupazione? E come la risolvi?” 
“Alla tedesca: aggiungiamo un articolo sulla Costituzione che dica che il lavoro è un diritto, e che lo Stato deve fare il possibile perché tutti possano averne uno... ovviamente si dovrebbe formulare un po' meglio...” 
“Qualcosa del tipo: La Repubblica riconosce a tutti i cittadini il diritto al lavoro e promuove le condizioni che rendano effettivo questo dir... eccola!” 
“Cosa?” 
“Una stella cadente, la in fondo”. 
“Me la sono persa. Senti, già che ci siamo si potrebbe anche fare qualcosa per la ricerca scientifica, no?” 
“Giusto! Senti questo: La Repubblica promuove lo sviluppo della cultura e la ricerca scientifica e tecnica.” 
“Mettici anche qualcosa sul paesaggio, così risolviamo il problema dell'inquinamento”. 
Tutela il paesaggio e il patrimonio storico e artistico della Nazione... eccone un'altra”. 
“Questa l'ho vista anch'io... senti, la butto lì, ma... un bell'articolo sui diritti civili? Qualcosa, non so, che desse pari diritti e dignità a musulmani e cristiani?” 
“Eh, vabbe', qua stiamo sognando”. 
“Perché no, in fondo è la notte di San Lorenzo”. 
“Allora diciamo così: Tutte le confessioni religiose sono egualmente libere davanti alla legge. Le confessioni religiose diverse dalla cattolica hanno diritto di organizzarsi secondo i propri statuti, in quanto non contrastino con l'ordinamento giuridico italiano”. 
“Ecco, adesso aspettiamo che ne cada una grossa. Ma grossa davvero”. 
“Sì, non riesco a immaginare qualcuno in questo parlamento disposto a votare per un articolo così”. 
“Vendola?” 
“Che in parlamento non c'è. Ehi, l'hai vista questa?” 
“L'ho vista. Adesso senti questa: aboliamo la guerra”. 
“Ma dai...” 
“Anzi, la ripudiamo. Senti qui: L'Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali”. 
“Va bene, allora adesso fammi una legge costituzionale che costringa i nostri governanti a soccorrere seriamente i profughi sui barconi”.
“Dunque... Lo straniero, al quale sia impedito nel suo paese l'effettivo esercizio delle libertà democratiche garantite dalla Costituzione italiana, ha diritto d'asilo nel territorio della Repubblica”. 
“Ah! Pazzesca! Questa non passerebbe mai. Adesso fammene una che tolga di mezzo i finanziamenti alle scuole private”. 
“Vediamo... Enti e privati hanno il diritto di istituire scuole ed istituti di educazione, senza oneri per lo Stato”. 
“Mi piace”. 
“Sì?” 
“Sì, è elegante”. 
“Peccato che non se ne vedano più, di stelle cadenti”. 
“Già, peccato”. 
“Era un bel gioco”. 
“Sì. Torniamo a casa?” 
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