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domenica 20 novembre 2011

Il grande discorso che non ascolteremo

Sempre a proposito di scrittori mediocri: Ferrara si è arrabbiato. Ferrara ha scoperto che intorno a Berlusconi c'è una classe dirigente penosa. Nel 2011. Se n'è accorto. Perché hanno stracciato il discorsetto che aveva preparato per Berlusconi alla Camera, chissà quale capolavoro ci hanno impedito di ascoltare. E lui si è arrabbiato. Con chi? Con Gianni Letta? No, macché.


Con Sandro Bondi. Le vere eminenze grigie dietro Berlisconi devono avergli detto "lascia perdere il panzone, si è intestardito con questa idea delle elezioni in inverno che non convengono davvero a nessuno", e Ferrara con chi va a prendersela? Con Sandro Bondi. Come il servo bastonato che esce nell'aja e molla due calci al cagnolino, siamo a questi livelli, popolo delle Libertà.

E io ci ho scritto una teoria sull'Unità, ed è la Teoria Numero Cento! Sempre a proposito di scrittori mediocri (ma costanti).
(Si commenta laggiù).

L'inutilità di Giuliano Ferrara


leonardo
Ma quanto ci è rimasto male Giuliano Ferrara, perché Berlusconi alla Camera non ha letto il suo discorso? È da due giorni che sbraita, ma contro chi esattamente? Già, perché ci dev'essere pure qualcuno che ha convinto Berlusconi a lasciar perdere, a non chiedere lo scioglimento delle camere proprio mentre annunciava di votare per il prolungamento della legislatura; insomma a non leggere un discorso da matto ('Voto Monti ma Monti non è democratico'), che avrebbe certificato in sede parlamentare e in diretta tv la sua dissociazione dalla realtà. E dire che a fare la sua figura da matto Berlusconi era già pronto: addirittura lo aveva già annunciato su facebook... Poi qualcuno (qualcuno abbastanza in alto, evidentemente) lo ha convinto a tacere, a mandare avanti Alfano. E Ferrara non ci ha visto più, ora se la prende con tutti – che è un modo come un altro per non prendersela con nessuno di preciso. Ieri mattina raddoppiava la dose addirittura contro Bondi, il mite Bondi, l'Orfeo di Fivizzano; ecco con chi si scaglia Giuliano Ferrara: sempre col più debole. E cosa non gli scrive:

Avete condotto al disastro una grande avventura politica (perché non hanno fatto leggere a Berlusconi un discorso di Ferrara...) “e alla fine avete anche ammazzato, imbavagliandolo, il suo e vostro padre, Berlusconi” (non facendogli leggere un intervento suicida di Ferrara). “Non siete una classe dirigente” (le classi dirigenti infatti tengono in gran conto la retorica di Ferrara). “Non leggete i libri e i giornali e i documenti giusti” (quelli che legge e scrive, par di capire, Giuliano Ferrara), “non leggete la realtà che confligge con la vostra vanità” (e non con la vanità del grande speechwriter Giuliano Ferrara), “siete stati ineffettuali e autoreferenziali” (invece di riferirvi a Giuliano Ferrara), non sentite il peso della opinione popolare (le masse che per esempio non si perdono una puntata della popolare trasmissione in prima serata di Giuliano Ferrara) “e non sapete trattare le élite” (Ferrara e i suoi quindici lettori paganti), “vi siete comportati da isterici in difetto di volontà” (e ve lo dice un tranquillissimo Giuliano Ferrara...)

Cose del genere si possono scrivere giusto a Bondi, l'unico forse non abbastanza dotato di spirito per rispondere a tono: caro Ferrara, il tuo discorso Berlusconi non l'ha letto perché probabilmente era un discorso da matto. Votare un governo e nel frattempo chiedere lo scioglimento delle Camere è un paradosso che solo i quindici lettori paganti del Foglio possono apprezzare, ma appunto, parliamo di gente che paga per leggere il Foglio. Magari il motivo è perfino più banale: magari era semplicemente un brutto discorso, visto che l'hai scritto tu che – rassegnati – non sei un buon scrittore; puoi inserire qualche vocabolo astruso ogni tanto e strascicare qualche periodo oltre il normale, ma da sciatto a prolisso non c'è tutto quel salto di qualità che ti immagini. Non sei un grande speechwriter all'americana, non lo sei mai stato; perfino i migliori discorsi di Berlusconi, sì, non erano un granché; e comunque non li hai scritti tu.

Così come non sei nemmeno quel grande stratega: hai avuto qualche importanza nella primissima fase di Forza Italia, quando Berlusconi appena insediato ti fece ministro: pochi mesi dopo era già dimissionario e tu esaurito in clinica. Da lì in poi sei rimasto nella cerchia dei simpatici confidenti; lui ha intestato a sua moglie il tuo giornaletto e ogni tanto magari ti chiedeva un consiglio, ma è una questione di cortesia, lui ha sempre fatto fatica a dire di no, magari ti ascoltava anche, ma se è per questo ascoltava pure Mara Carfagna - perché, sul serio credi di avere avuto, negli ultimi dieci anni di berlusconismo, una posizione più centrale di quella di Mara Carfagna? Tu volevi una moratoria contro l'aborto, la Carfagna pretendeva che le lucciole in tangenziale almeno si coprissero, non c'è davvero gara su chi sia stato più pragmatico, su chi si abbia cambiato le cose anche di un solo millimetro. Ti sei inventato la storia della fronda, per giustificare il fatto che Berlusconi non ti dava retta e probabilmente non ti leggeva neanche più; ti sei lanciato in avventure tutte tue, il neoconservatorismo, l'antiabortismo, alle elezioni pensavi di essere decisivo e invece si scoprì che valevi zero virgola; e il bello è che lui lo sapeva, Ferrara, lui di politica ne capiva un po' più di te.

La misura di quanto il Capo stia male, circondato ormai da gente dissociata quanto o più di lui, non sta tanto nella qualità delle ultime barzellette o nella statura delle accompagnatrici, ma nel fatto che abbia ripreso a dare un po' retta pure a te, o Giuliano Ferrara. In questi mesi non facevi che esaltare lo spirito del '94, come se il Berlusconi monopolista del '94 fosse in qualche modo diverso di adesso: quando l'unica differenza che hai davvero in mente è che nel '94 i tuoi consigli li seguiva. E non sei mai contento: ti pagava il giornaletto, tu volevi un posto in tv; hai piagnucolato finché non hai ottenuto la prima serata. Non basta, non basta mai: volevi pure la gorgiera da ciambellano, lo zucchetto da eminenza grigia; volevi che leggesse alla Camera la tua letterina contro Sarkozy cattivo, la BCE cattiva, Monti antidemocratico. Come se davvero qualcuno fosse ansioso di andare alle elezioni a Natale, come hai annunciato tu in diretta tv – ma sei sicuro che al tuo Capo convenga? Hai fatto sondaggi, o è come quella volta che pensavi di fare il sette per cento con la lista pazza e sei rimasto a quota zero virgola zero?

Dopodiché, non è che hai tutti i torti: quella intorno a Berlusconi non è una classe dirigente, basti pensare che tra loro alberga uno zero virgola della strategia politica come Giuliano Ferrara. Non leggono i libri e i giornali giusti: perdono ancora tempo con le versioncine malcopiate di Giuliano Ferrara. Non leggono la verità, che confligge con la smisurata vanità di primedonne tronfie come Giuliano Ferrara; non sentono il peso dell'opinione popolare, che appena vede Zero Virgola Ferrara cambia canale; quanto alle élites, c'è un grosso equivoco: credono che sia il fumoso club dei vecchietti che parlano strano, come Giuliano Ferrara. E in generale si comportano da isterici, basta vedere... quel giornalista grosso che c'è in tv, come si chiama... Ecco, io gli avrei risposto così. Meno male che non faccio lo speechwriter di Bondi. http://leonardo.blogspot.com

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