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sabato 17 dicembre 2011

I nuovi Cesari

Vae Victis, dotto'.
Un po' come quando la plebe romana in sostanza gestiva l'Impero, facendo e disfacendo gli imperatori a seconda di quanto pane e quanti circenses gli promettevano; un po' come quando il fine ultimo dell'amministrazione del glorioso Impero romano era la pancia del plebeo: forse l'arcano è tutto qui. L'Italia di oggi è fatta in un certo modo, con una capitale (dis)organizzata in un certo modo, e un traffico (de)strutturato in un certo modo, perché il fine ultimo dell'Italia è il tassista. È lui che deve camparci: quindi ci devono essere tot licenze (poche), tot semafori (tanti), tot linee della metro (poche), tot ciclabili (anche zero), tot ingorghi (il più possibile)... l'osservatore ingenuo ci vedrebbe il caos: al contrario è tutto un ingranaggio complesso e mirabile per servire il fine ultimo dell'universo, il tassista scoglionato che ascolta alla radio i retroscena sull'ultimo allenamento della Lazio. E in tutto questo io per esempio chi sono? Sovrastruttura. Servo fin tanto che insegno italiano ai figli dei clienti dei tassisti, servo quel poco che necessita a facilitare il dialogo tra il tassista e il futuro cliente, ma il mio fine ultimo è lui. Oltre al farmacista, ovviamente. Ma il farmacista lo conosco già, e lo temo.

Il tassista invece mi rimane un idolo misterioso, io vivo in provincia e in media prendo un taxi ogni due anni e mezzo, non avete idea di quanto sia surreale per me rendersi conto che in Italia comandano loro: scendere a Termini ogni tanto, vederli in fila, socchiudere gli occhi e cercare di immaginarseli come tante Marie Antoniette in altrettanti cocchi dorati – niente da fare, quelli smadonnano e clacsonano, sono i nuovi Cesari e manco si divertono. Intanto i giornalisti restano a piedi.

Ho scoperto sul Corriere (me ingenuo provinciale) che uno degli strumenti adoperati dai tassisti per mantenersi saldamente al potere è la deliberata disseminazione di notizie false, con quella capillarità che solo migliaia di automobilisti ciarlieri possono offrire. Rutelli voleva liberalizzare? Il tassista chiacchierando col cliente cominciava ad accennare agli interessi di Rutelli nella società dei parcometri; la bufala girava e Rutelli perdeva punti nei sondaggi. E noi stiamo a perder tempo su Internet, l'autostrada informatica, le informazioni alla velocità della luce e tutte le altre menate. Là fuori c'è il mondo vero, dove per trasferirsi dal punto A al punto B si viaggia ancora alla velocità modesta del taxi, e le informazioni te le fornisce intanto l'autista. Il tuo diaframma con la realtà. “Di Veltroni si disse che per illuminare la galleria sotto il Quirinale avesse tolto elettricità agli ospedali”. Il medium non è solo il messaggio, è anche il mezzo di trasporto – trasporto si fa per dire, a piedi arrivi prima, ma l'importante è il viaggio, non l'arrivo. L'importante è che l'economia giri, quel tanto da far girare il tassista. Il primo motore, non proprio immobile ma quasi. E i giornalisti vanno a casa.

Eppure erano titolari dello stesso potere, il quarto o il quinto, non ricordo. Potevano lanciare le informazioni, vere false e presunte, potevano spostare anche loro qualche voto, no? Si vede che non ne spostavano abbastanza: in generale, quando ci fu da scegliere, la lobby dei tassisti si salvò e la corporazione della carta stampata imbarcò acqua. Si vede che davamo più retta all'autista che ci dava del dotto' che all'editorialista che ci prendeva per cretini. Si vede che in generale leggiamo poco, abbiamo sempre letto troppo poco, il destino di una nazione è nelle sue abitudini e noi a leggere fino in fondo quelle righe scritte in piccolo non ci siamo mai abituati. Sul sedile dietro, poi, alla prima curva mi si rivolta dentro il cappuccino: ripiego il foglio e il tizio intanto: "Dotto', la sa l'ultima su Monti?"

(A Cesare, che una volta mi diede un passaggio).

2 commenti:

  1. Leonardo, incosciente!

    Che dio tassista

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  2. Esatto. Peggio di attaccare la chiesa, la lega, i professionisti dell'antipedofilia e il calcio tutto insieme!
    Anonimo (mica Giocondo! :-p)

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