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sabato 2 giugno 2012

Non imboschiamoci

Ciao, sono un campanile in controtendenza
Oggi avrei qualcosa da dire, purtroppo non tanto a voi che leggete, quanto ai miei compaesani tra Modena e Carpi che dormono ancora in auto o in tenda. Difficilmente verranno qui a guardare - però due cose comunque io devo scriverle, e sono queste.

Prima cosa: chiunque vi dica che c'è un altro grosso terremoto in arrivo - e so che ce ne sono, so che la voce gira - vi sta mentendo. Nel migliore dei casi è un mitomane, nel peggiore un infame, uno sciacallo: e così dovete trattarlo. Non vi chiedo di prenderlo a ceffoni, anche se li meriterebbe, ma ridetegli in faccia: ridicolizzatelo, umiliatelo, fate sì che si vergogni di andare in giro a dire certe cose, e che chi lo ascolta si vergogni di avergli dato retta per più di un istante. I terremoti non si prevedono: i terremoti si sconfiggono con la prevenzione, la prudenza e il coraggio.

L'altra cosa che vorrei dirvi è appunto questa: ci vuole coraggio. Un po' di più di quello che abbiamo avuto fin qui. Vorrei dirvi che il terremoto è un evento catastrofico, che scatena sotto le case l'energia di un bombardamento misurabile in megatoni; però anche il terremoto non è che sia più forte di noi. Di noi tutti assieme, intendo, se ci facciamo coraggio. Chi ha una casa distrutta ha tutto il diritto di piangerla, ma guardiamoci negli occhi: la stragrande maggioranza delle nostre case non è distrutta. La stragrande maggioranza delle nostre case ha ballato su una scossa superiore ai cinque magnitudo, ed è ancora lì. Lo sapevate di avere case così robuste? Ora lo sapete. E quindi adesso si tratta di tornarci, di riprendere a vivere e a lavorare. So anch'io che non è facile.

Ci vuole coraggio. Quel coraggio che hanno avuto per esempio i nostri nonni, molto più poveri di noi, che si sono presi una medaglia d'oro. C'era il nazismo e loro hanno avuto un po' di coraggio. Non credo che oggi ce ne serva più di quello che hanno avuto loro. Noi poi andiamo molto fieri del loro coraggio, lo festeggiamo tutti gli anni e non facciamo che parlarne: ecco, è l'ora di mostrare che lo ricordiamo per un motivo. Fingete solo per un attimo che il terremoto sia il nazismo: che si fa, si scappa? È' un nemico insensato che rade al suolo paesi inermi, e lo fa per spaventarci: ci imboschiamo?

Io non posso dirvi quando finirà - e chiunque sostiene di potervelo dire è un bugiardo, un traditore, una spia. Potrà metterci anni, e forse ci saranno altre crepe e altri caduti. Può benissimo succedere, e allora? L'unica cosa che so è che alla fine se ne andrà, perché alla fine i terremoti se ne vanno tutti: e avremo vinto noi. Se non saremo scappati, se avremo tenuto in vita i centri piccoli e grandi, se non l'avremo data vinta al declino e alla paura del declino, che sono la stessa cosa. Quel giorno avremo vinto: e ricorderemo chi è caduto perché cercava di rimettere in funzione una linea di produzione; ricorderemo chi ha tenuto i negozi aperti anche oggi 2 giugno; chi ha aiutato negli ospedali da campo e nelle tendopoli; chiunque abbia lottato ogni giorno per tornare a una vita normale; e gli imboscati non li ricorderemo. Avete paura per la vostra famiglia? Mettetela al sicuro, ma poi tornate qui. Abbiamo bisogno di voi, anche solo per festeggiare quando sarà tutto finito. Le vostre case, in nove casi su dieci, non vi hanno tradito: non lasciatele sole.

(C'è anche un'altra cosa. L'altra sera, al presidio contro gli sciacalli, c'erano volontari venuti da Reggio ad aiutare. Molto nobile da parte loro: ma davvero vogliamo farci salvare le case, col rispetto parlando, dai reggiani?)

13 commenti:

  1. "ricorderemo chi è caduto perché cercava di rimettere in funzione una linea di produzione"
    io preferirei se li ricorderemo contando gli anni di galera a chi li ha minacciati di licenziamento se non andavano a crepare. E il fatto che sotto le macerie ci sia rimasto anche un padrone non cambia le cose. Perchè se il padrone vuole andare a rischiare la pelle nella sua azienda, è una sua libera scelta, mentre l'operaio che viene licenziato se non ci va non ha potuto scegliere.

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    1. Trovo assurdo anche voler colpevolizzare i padroni: quei capannoni non sono crollati da soli, avevano ottenuto l'agibilità statica: sarebbe stati in piedi in pratica, se non fosse avvenuto un altro terremoto; terremoto che ne il padrone né il geometra potevano prevedere.
      Insomma se questi uomini sono morti, è perché qualcuno più in alto non ha avuto il coraggio di fermare tutto per una settimana, perché i sismologi non hanno detto fermatevi perché è possibile a breve una scossa di pari entità!

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    2. senti caro amico se le travi dei capannoni venivano agganciati ,e non appoggiati sta trnquillo che non crollavano e si salvavano tante vite umane,e che il lavoro si fa sempre a testa di cazzo senza prevedere il futuro ciao

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    3. Colpevolizzare? Il direttore della protezione civile, Franco Gabrielli, ha detto chiaramente che i padroni obbligavano i dipendenti a firmare una malleveria che scaricasse i datori di lavoro dalla responsabilità e dicesse che c'erano andati di loro spontanea volontà nei capannoni a rischio. Una follia. Solo in Italia dobbiamo fare degli eroi di chi ti fa anche crepare pur di salvare i suoi sghèi.

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  2. Ecco ma noi commentatori saputelli per una volta invece di fare le punte ai peni lo facciamo questo abbraccio forte di solidarietà a chi come Leonardo ha da due settimane la terra che gli trema sotto i piedi?
    Forza bassi padani, vi mangerete anche questo terremoto!

    Elvetico

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  3. anchio ho sentito questo terremoto,ho provato un sentimento che non si può descrivere ... L' Emilia ha voglia di rialzarsi e io so che lo farà con onore!!!
    Forza io voglio ricominciare a vivere ... perchè questo non è vivere!


    Perry

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  4. Non ho capito la chiosa sui reggiani: qualcuno me la spiega?

    Fabio

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    1. se non l'hai capita, non sei delle nostre parti!
      qui in emilia ci si scorna tra vicini: modena-reggio, reggio-parma, è tutta una "guerra" di campanile. ma niente di serio, eh?

      comunque bravo Leonardo, e in bocca al lupo!
      Lorenzo (un reggiano)

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  5. Ma il problema dei cosiddetti sciacalli è così alto,
    che dovete fare presidi notturni,
    anche con gente che viene da fuori ?
    Voglio dire, sono stati visti e/o arrestati dei ladri
    o devono ancora arrivare ?

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  6. Ladri ce ne sono stati; alla mia scuola almeno un gruppo ha fatto suonare l'allarme, ma forse ce ne sono stati altri. Oggi per esempio si è saputa questa

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  7. d'accordo con tutto, vorrei solo fare presente una cosa: che i volontari di reggio erano lì solo perchè nessun residente di quella via si è fatto vivo per presidiarla di notte. questo secondo me deve farci riflettere, e anche subito!!!

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