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venerdì 29 marzo 2013

Revolution will be video-made

Se fosse confermata, la scelta di Grillo e di Casaleggio di portare "Nik il Nero" a Palazzo Madama confermerebbe la centralità all'interno del M5S di una figura 'professionale' che fin qui abbiamo tutti colpevolmente snobbato: no, non il camionista (anche se Nik è famoso per autoriprendersi mentre guida), ma il videomaker. Insomma il tizio che si fa i video in casa e poi li mette sul suo canale Youtube.

Così raccontava Nik qualche mese fa a Linkiesta: "Ho da sempre una grande passione per la telecamera, e quindi ho pensato di rendermi utile con qualche video. Avrei voluto fare il videomaker di professione. Ci ho anche provato per cinque o sei mesi, ma non tiravo su abbastanza soldi, e così sono dovuto tornare a fare il camionista. Il primo video che girammo col gruppo fu sul detersivo alla spina. Poi ne abbiamo fatti tantissimi di denuncia; direi ormai circa 350. Il 60% sono finiti dal mio canale YouTube direttamente sul blog di Beppe Grillo, che li apprezza molto". Nik - se la notizia è vera - dovrebbe arrivare al Senato come consulente di un portavoce del capogruppo, o qualcosa del genere, ma in sostanza per fare i video; con la stessa professionalità con cui ha curato in questi anni il suo canale Youtube. Prima di lui c'era Daniele Martinelli (continua sull'Unita.it, H1t#172).

Prima di lui c’era Daniele Martinelli (che forse è stato sollevato forse no, intorno a Grillo c’è la stessa trasparenza del Cremlino ai tempi di Andropov), e che parlava di sé stesso in questi termini: “sono un professionista della comunicazione nato sulle macchine da scrivere, passato attraverso le redazioni radiofoniche e televisive in cui si doveva saper fare tutto: scrivere testi, condurre, cimentarsi in regia, usare la telecamera, sistemare le luci, l’audio, montare i servizi con metodo lineare, non lineare e poi digitale… Tutti questi lavori messi insieme hanno creato la recente (non per me) figura del videomaker. Che nell’accezione più moderna del termine significa esercitare attività di video-giornalista INDIPENDENTE”.
La stessa attività di “video-giornalista indipendente” esercita – con qualche successo in più – il consulente del portavoce del capogruppo alla Camera, Claudio Messora. La nomina dall’alto di Messora e Martinelli (e poi di Nik) è stata interpretata da molti anche all’interno del Movimento come un tentativo di assistere ‘dall’alto’ ai gruppi parlamentari abbandonati un po’ a sé stessi: la famosa “cinghia di trasmissione”. Qualcuno li ha persino chiamati commissari politici: è un po’ presto per capire se svolgano davvero una funzione del genere. Per ora è più interessante notare da dove Grillo e Casaleggio peschino i loro cosiddetti fedelissimi: dalla Rete, naturalmente, ma nello specifico da Youtube. Messora, Martinelli e Nik hanno biografie diversissime (e affascinanti) che convergono soltanto nel momento in cui vengono attirati nell’orbita di Beppegrillo.it in qualità di “videomaker indipendenti”, produttori di migliaia di ore di materiale video che qualcuno ha pur visto e molti avranno semplicemente linkato e, avrebbe detto Petrolini, “piacciato”. Il modello a cui tutti e tre guardano è ovviamente il video-giornalismo d’inchiesta di Report o quello dei reportage della factory di Santoro: i risultati poi sono davanti a tutti, se qualcuno ha voglia o tempo per andarseli a vedere.
Ma l’importanza di questi videogiornalisti fai-da-te non andrebbe sottovalutata: si è detto a lungo che Grillo ha vinto rinunciando alla tv e lavorando sulla Rete. Possiamo aggiungere che Grillo ha portato in rete un linguaggio televisivo, scimmiottato alla benemeglio da volontari generosi ma non professionisti. Il suo blog non avrebbe avuto il successo che ha avuto senza i materiali video di cui ha sempre fatto un larghissimo uso. Basti pensare che  fino a qualche anno fa la rubrica più seguita era la predica settimanale di Travaglio, davanti a una camera fissa: per un vecchio utente di internet uno spreco di tempo e memoria, dal momento che ci si mette molto meno tempo a leggere un testo a video: ma l’utente-tipo di Beppegrillo preferisce guardarsi la clip, anche se tutto quel che c’è da vedere è la faccia di Travaglio che legge. In fondo succede la stessa cosa ogni giovedì da Santoro, dev’essere un format rassicurante. Quando si arriva a Nik il discorso è diverso: lui mica legge, e probabilmente i discorsi che fa davanti alla sua webcam non riuscirebbe a metterli giù su un foglio (non in modo altrettanto incisivo). Il video a un certo punto diventa una scorciatoia per spiegarsi e capirsi meglio. È il caso di Nik, ma anche dei portavoce grillini alla Camera e al Senato. Non solo si spiegano attraverso video, ma sono convinti che tutti dovrebbero fare così, che sarebbe tutto più chiaro se tutti facessero così: niente verbali scritti che sono noiosi, tutto in streaming, ore di streaming. Il grillismo non è solo una sfida alla democrazia. È anche una sfida alla civiltà della scrittura.http://leonardo.blogspot.com

7 commenti:

  1. Dove ci stanno portando questi pazzi ?? alla bancarotta ....

    http://unafinestraperta.blogspot.it/

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  2. A professò...nik è proprio quello che - dovunque andrai- te lo ritroverai sempre fra i piedi

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  3. non so se grillo sta facendo scelte (che lui ritiene siano) competenti o sta semplicemente (come un socialista dei vecchi tempi) premiando la fedeltà...
    non so quale delle due mi faccia più orrore
    in ogni caso il deficit di democrazia (all'interno del movimento) è davvero enorme
    un'ultima cosa:
    ora chi glielo spiega a questi che le leggi vanno scritte, controfirmate con la penna da napolitano e poi pubblicate sulla gazzetta ufficiale su carta?
    chi glielo dice che non si potranno fa' in streaming?
    ci sarà qualcuno di loro che negli ultimi anni ha letto un giornale o una rivista? voglio dire a parte "macworld" o "tutti i trucchi per ps3"...
    non è che qualcuno potrebbe mettersi a leggere e poi mettere su youtube "fahrenheit 451", magari qualcuno di loro ci trova di che riflettere

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  4. sinceramente, questo mi ricorda un po' il Reverendo Parris in "The Crucible", quando, a qualsiasi azione intrapresa da John Proctor e compagni, rispondeva: "This is a clear attack upon the court!" Sinceramente dal punto di vista culturale ritengo che la cultura visuale e la scrittura possano e debbano coesistere molto bene, e anzi,l'attacco al mondo della scrittura l'avranno fatto per primi gente come Safran Coen e Danielewski - entrambi non mi piacciono - creando orribili ibridi mashed-up. L'uso dell'immagine a se' stante e il recupero di una buona tradizione orale, sia di lettura che di retorica, a mio parere sarebbe cosa dunque buona e giusta, pero' il mash-up, come dire, stona sempre. Quindi si' a Werner Herzog e ai suoi mediometraggi sulle esplosioni dei pozzi di petrolio, e si' anche a Travaglio che si legge da solo per farsi capire meglio; no a video blatanti che alternano immagini di impatto con parole altisonanti. Ma piu' che i film maker, sarebbero da accusare i principali telegiornali nazionali, non ti pare?

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  5. ahhh signora mia non ci sono piu`i commentatori di una volta..
    e manco i boss di ´na vorta.. tutta colpa dei comunisti se so´magnati la sua verginita`e chi mai avrebbe potuto solo immaginare..fijo..

    #t´amero`pessempre ..ma ogni volta ´sto sturbo e i santi, ´sti commenti mo`Grillo e il link al giornale dovelometti?? Abbasta ciau

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  6. Leonardo,
    ...ma per caso hai scommesso con qualcuno che saresti riuscito a farmi diventare grillino?
    ...no perché... stai vincendo!

    sai, le figure professionali prima (e per "prima" intendo dai primi anni settanta fino a ieri mattina) le selezionavano così: il parente o amico o portaborse entrava al giornale, poi passava in rai e rifiniva la sua gavetta a spese pubbliche; così quando il Capo arrivava al potere, aveva già maturato dieci anni di "professionalità" da sfoggiare.

    io guardo poco la televisione, e meno ancora su internet; ma se ai grillini in senato serve qualcuno che sappia puntare una telecamera, nik il nero va bene come chiunque altro, forse meglio.

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  7. Hai visto l'intervista di Grillo alla giornalista turca in cui diceva che in futuro non ci servirà più saper leggere e scrivere, perché "andremo a icone" "come i cinesi"?

    - facepalm -

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