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mercoledì 23 settembre 2015

L'estate che verrà (coi suoi scontrini)

Buongiorno, mi chiamo Leonardo e non tutti sanno che ho il dono della profezia. Fu Apollo, una sera che aveva bevuto. Premesso ciò, vi vado a illustrare cosa succederà nel luglio 2016, quando molti miei colleghi insegnanti, dopo aver liquidato i loro studenti, cominceranno a raccogliere gli scontrini per la rendicontazione delle spese di formazione, ai sensi del comma 4 dell'articolo boh del decreto legge che Renzi ha firmato ieri.

E si accorgeranno che i conti non tornano.

Perché magari nove mesi prima la volontà c'era, si erano anche preparati il cassettino, la bustina, il salvadanaio, un posto dove infilare i bigliettini, ma poi c'erano altre incombenze, e gli scrutini, e gli esami, e bisognava anche prenotare per le vacanze, e insomma bisogna tirar fuori 500 euro di spese culturali, cosa ci mettiamo? I biglietti del cinema vanno bene? Che tipo di film? La Pixar è una risorsa educativa? Più o meno di Wim Wenders? Porcaputtana l'avevo ancora in tasca e mi si è sbiadito.

E cominceranno a lamentarsi su facebook.

Non più di quanto si lamenti qualsiasi altra categoria - si lamentano tutti su facebook, perlomeno tutti gli italofoni. Ci si lamenta del tempo, del boss, della salute, delle tasse, del partner se c'è, se non c'è della sua mancanza, ci si lamenta dei figli e del loro discutibile gusto in fatto di cartoni animati. Ci si lamenta di ogni cosa e tra un anno ci si lamenterà di questa legge assurda che ci chiede di tenere 500€ di consumi "culturali" - i biglietti di teatro sì - e i biglietti del treno per andare a teatro? E tanti altri Problemi da primo mondo, ansietà da classe medio-agiata, mentre la fuori c'è chi lotta per la terza settimana, o per tenersi a galla quando si rovescia il barcone.

E ci faremo la figura dei figli viziati, che si stufano a rendicontare la paghetta.

Ma sarà solo l'inizio.

Perché intanto sarà arrivato il torrido agosto, e gli ombrelloni reclameranno il loro tributo di ariose chiacchiere da spiaggia, e chi rimane in città a fare il giornalista (o a fare finta di) dovrà pure dar loro in pasto qualcosa. E noi saremo lì, belli maturi, pronti a cascare nella prima trappola. Così che a Roma, o Milano, o in qualche altra città, prima o poi un cronista qualsiasi metterà davanti un microfono a un insegnante convinto di farci pure una bella figura, mentre si lamenta che questo Ministero che vuole guardare come spendi i tuoi soldi è, boh, ficcanaso? Degno di un regime totalitario? Con un po' di sforzo qualcuno che la spara così grossa lo trovi. In fondo siamo centinaia di migliaia, tutti scazzati mentre mettiamo in fila gli scontrini - qualcuno che sbrocchi lo trovi, è statistica.

Oppure il furbacchione. Quello che si crede brillante mentre spiega di aver rendicontato 500€ in libri a una Feltrinelli, per farseli permutare il giorno dopo in giochi per la playstation. (Che peraltro tra un premio Strega di quelli che danno via oggi e un Grand Theft Auto, qualche dubbio su chi trasudi più cultura potremmo farcelo).

Però alla fine, davvero, io punterei sul coglione che dirà "TOTALITARIO". E sarà subito tormentone dell'estate. Come successe nella torrida estate del 2015, quando tutti sotto l'ombrellone cantavano, vi ricordate? "DEPORTAZIONE". Che hit fenomenale. Che modo fantastico ed economico di sputtanare una categoria di cui fanno persone che ogni anno cambiano sedi a centinaia di km di distanza, affrontando spese ingenti per un tozzo di pane - e poi un giorno ne intervisti una che dice: "DEPORTAZIONE", et voilà, son tutti figli di papà e mammà che pretendono di insegnare sottocasa.

Nel baccano che ne seguirà ci sarà pure qualcuno che proverà a spiegare che tutto sommato ci troviamo davanti a un ridicolo aumento salariale (500€ all'anno, signori, fa 40 al mese), truccato da grande misura per la formazione della classe docente. Classe docente a cui è proposto di spendere i soldi in corsi di formazione o in cofanetti dvd di Guerre Stellari: per il ministero non dovrebbe fare nessuna differenza, il che tradisce una concezione non so quanto gentiliana e quanto semplicemente paracula. Qualcuno ci sarà, che prova a discuterne in questi termini.

Ma non ci farà caso nessuno, staranno tutti ridendo, ahah, sul giornale c'è un prof che si è stancato di raccogliere gli scontrini e si lamenta dello Stato TOTALITARIO.

Quel che fu la brioche per Maria Antonietta - non la disse mai, quella frase, sapete. Gliela confezionarono su misura i suoi nemici. Fu molto più efficace della ghigliottina.

Ciao a tutti, mi chiamo Leonardo e quella sera, se vogliamo dirla tutta, Apollo ci stava a provare. Mi guardava con quell'occhio, sapete, io poi da giovane ero un tipo. Ti offro il dono della profezia, mi disse a un certo punto, e già sbavava sul bancone, puzzava di nettare rancido. Grazie ma domattina mi alzo presto ho un'interrogazione. E va bene disse lui, sai che ti dico? Il dono non posso ritirartelo, ma ci metto una giunta: farai solo profezie di merda. Grazie, grazie, potente dio, delfico Apollo.

8 commenti:

  1. compratici il computer, tanto lo cambieresti comunque. e con quello vecchio ci rifai pure gli 80€ delle europee.

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    1. Cambiato l'anno scorso. Invece dovrei prendere un aspirapolvere nuovo, ma non è una spesa culturale. Però se c'è troppa polvere in giro non riesco a leggere bene.

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  2. Leonardo, mi fai una profezia sui referendum di Civati? Grazie.

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  3. Questa storia del furbacchione mi ricorda molto la tua teoria su come i rimborsi elettorali abbiano praticamente reso tutti ricattabili. In più in questo caso ci si metterebbe la diffamazione della classe insegnanti da parte dei giornali

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  4. Nella mia università, che è inglese (spero che l'Inghilterra sia qualificabile come paese serio, da loro ad esempio il Labour ha mantenuto un'identit...ops), ho un budget personale - per attività di ricerca e affini - di £500 l'anno, che col costo della vita britannica più o meno siamo lì. Non me le mettono in busta paga, presento gli scontrini, compilo un modulo e me li accreditano. E non mi fanno nemmeno slittare le eventuali eccedenze all'anno accademico successivo, come invece vedo sopra succede ai 500 euro degli insegnanti italiani.
    Certo, è l'università e non la scuola; noi mica ci abbiamo "altre incombenze, e gli scrutini, e gli esami", e naturalmente non ci spacchiamo la schiena come gli insegnanti della scuola italiana. Soprattutto, non siamo sottoposti a disumane richieste come andare a insegnare dove ci sono classi scoperte, e non - come invece sarebbe giusto - creare più classi dove ci sono più insegnanti da stabilizzare: in effetti, quando siedo comodamente sul mio volo Ryanair Ancona-Londra, penso con dolore al dramma umano di coloro che debbono fare cinquanta chilometri per andare a compiere la propria missione pedagogica.
    Però, almeno riguardo ai rimborsi, posso garantire con tutta tranquillità che non è un dramma. Basta conservare gli scontrini delle spese - è sufficiente una cartellina, di quelle di plastica -, e al massimo tenere un appunto per vedere quando si sfora.
    Poi, certo, bisogna vedere se uno quei soldi ha bisogno o voglia di spenderli. Ovviamente, si può continuare tutta la vita a far leggere Il Barone Rampante e far vedere il Galileo della Cavani ai ragazzini (o a distribuire fotocopie sulla fotosintesi clorofilliana, o a spiegare il puntinismo): nel qual caso, l'aggiornamento culturale serve a poco. Ma immagino che gli insegnanti italiani questo problema non l'abbiano, e che dunque i 500 euro potranno aiutarli, nei limiti del possibile, a fare quel che già fanno (altrimenti perché avrebbero scelto questo mestiere?): leggere, informarsi, conoscere il mondo in cui vivono, per poterlo insegnare e far comprendere, giusta il detto di Calamandrei o di qualcun altro che si ritira sempre fuori a ogni riforma della scuola e a ogni ministro "bocciato"; un mondo che - per fortuna o sfortuna - non è fermo a Calvino e Liberovici e a Ci ragiono e canto, che la mia antologia delle medie (1988-1991) presentava ancora, con mio grande stupore, come qualcosa di attualissimo.

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    1. E si , la fai facile te. Qua se non si trova almeno un motivo al giorno per togliersi Renzi di torno non si è contenti.
      Poi parli te che stai in un paese che non ha il senato elettivo, sarà mica vera democrazia quella ?
      Ma anche io non posso capire, non sono un 'insegnante . A me 40 euro al mese in più farebbero pure comodo.

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