tag:blogger.com,1999:blog-1946314.post3275115398973198349..comments2024-03-28T20:19:37.632+01:00Comments on Leonardo: Difficilis, querulus, laudator temporis actiUnknownnoreply@blogger.comBlogger48125tag:blogger.com,1999:blog-1946314.post-10090648101676556462013-09-12T21:18:35.932+02:002013-09-12T21:18:35.932+02:00Gentile Claudio, non è per pignoleria che ribatto,...Gentile Claudio, non è per pignoleria che ribatto, ma perché l'argomento mi appassiona.<br />In Italia esistono esperimenti d'insegnamento del latino simili al metodo finlandese, ma a quanto so, funzionano per esercizi di conversazione di livello limitato. Alla prova di una traduzione rigorosa di un autore antico di media difficoltà, non credo ci sia molta differenza tra chi ha studiato con l'uno o con l'altro metodo. Se Lei ci pensa, i nostri studenti italiani posseggono l'italiano 'in maniera subcorticale', ma è sempre più difficile che comprendano una pagina di Manzoni, di Leopardi prosatore (per non parlare di Machiavelli o di Boccaccio) e, purtroppo, nemmeno di Pirandello o di Gadda. Ciò non solo per povertà di lessico, ma anche per incapacità di governare strutture sintattiche ampie e complesse. Però tra di loro c'è una differenza tra chi ha studiato latino per 5 anni e chi non l'ha fatto (non è questione di classismo: molti studenti bravi del classico o dello scientifico vengono da famiglie non necessariamente agiate, lo so perché ci insegno).<br />D'altra parte conosco studiosi inglesi che parlano l'italiano con una certa difficoltà, ma intendono scioltamente Tasso e Ariosto. Inoltre gli stessi mi raccontano che gli studenti inglesi leggono con sempre maggiore difficoltà Shakespeare o Milton o altri. Temo che la distinzione corra tra un livello elaborato e ornato della lingua e un livello elementare. Delle lingue antiche noi studiamo il primo (con fatica, e con successo spesso purtroppo scarso), i Finlandesi il secondo. Può darsi che capiscano Tacito o Cicerone meglio degli Italiani o dei Tedeschi o dei Francesi o degli Inglesi, però nella tradizione degli studi su questi autori non compaiono studiosi finlandesi. Dopodiché credo anch'io che male non farebbe tentare di far parlare e soprattutto SCRIVERE in latino nei licei classici (come si faceva una volta), di riscoprire i metodi di cui Lei parla, che costituiscono senz'altro una propedeutica molto preziosa. Poi però sarà formativa una lettura assidua ed ampia degli autori, che conduca alla familiarità con le lingue anche in assenza di conversazione: ad Oxford, per esempio, fanno così e gli studenti italiani bravi, mi si dice, sono avvantaggiati in virtù del tipo di lavoro che hanno fatto al classico. Sempre che sappiano l'inglese.<br />a.l.73noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-1946314.post-78285872977694474942013-09-12T18:16:41.003+02:002013-09-12T18:16:41.003+02:00Hai ragione C., in realtà mi sono espressa male. N...Hai ragione C., in realtà mi sono espressa male. Non ho dato spazio a quella che, credo, sia la cosa più importante. <br />Io penso che il Liceo Classico trasmetta ai ragazzi un metodo diverso dalle altre scuole e con metodo intendo il modo in cui il ragazzo affronta lo studio e un qualsiasi problema che gli venga posto. <br />Io non volevo andare a parare sul fatto che al Classico si faccia poca Matematica. Non è la quantità il problema. Il punto sta nel vedere COME reagisce uno studente del Classico di fronte a qualcosa che non conosce affatto e su cui si deve applicare (nel mio caso la Matematica). <br /><br />Non so se si percepisca la mia difficoltà nell'esprimere questo concetto. Probabilmente sì. La mia professoressa di greco diceva sempre: io quando leggo le vostre versioni intravedo anche le vostre incertezze. <br />Mi scuso. <br /><br />GiovannaAnonymousnoreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-1946314.post-33291011308074732532013-09-10T19:30:36.401+02:002013-09-10T19:30:36.401+02:00Forse abbiamo letto due articoli diversi. Israel s...Forse abbiamo letto due articoli diversi. Israel sostiene che il volgersi di molti alla cultura tecnica in Italia è auspicabile, ma è meno auspicabile che ciò comporti una svalutazione delle forme di sapere più astrattamente speculative (scienze comprese) e che ciò comporti un'incapacità progressiva di godere e di far fruttare il patrimonio storico e artistico di cui il nostro paese è così ricco. La distinzione posta da Israel non corre tra studi classici e tutto il resto, ma tra una concezione meramente "applicativa" dello studio, che riduce la varietà delle discipline degne di apprendimento, e una concezione più ampia e creativa dello studio che assegna ai saperi teorici (classici e scientifici) un ruolo di guida rispetto alle competenze tecniche e alla pratica, alla quale non è negata nessuna dignità. Si tratta, tra l'altro, di uno studioso che proviene dagli studi scientifici e non vedo quale vantaggio intellettuale possa trovare nel sottovalutarli. Francamente io stesso non vedo nessun'utilità di "difendere" oggi gli studi classici arroccandosi a proteggerli (e dire che sono un insegnante di greco e latino) contro le altre forme di sapere o contro la tecnica. Proprio per questo l'articolo di Israel mi è parso particolarmente equilibrato. Forse ho letto male.a.l.73noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-1946314.post-35076925800789146642013-09-10T00:39:55.478+02:002013-09-10T00:39:55.478+02:00Francamente mi sembra proprio: l'autore tira l...Francamente mi sembra proprio: l'autore tira l'acqua al proprio mulino propagandando vecchie concezioni elitarie sugli studi classici. Il tutto con poca cognizione di causa e un'irritante spocchia da tempi pre-crisi.<br /><br />Confonde (dolosamente?) lo studio classico con "la teoria" e lo studio scientifico con "la pratica", e poi imposta la facile argomentazione "teoria VS pratica". Questo non ha nessun contatto con la realtà.<br /><br />Secondo lui gli studi classici danno "persone di ampia formazione e capaci di scelte autonome". Tutti gli altri sono "polli di batteria formati per una sola funzione".<br /><br />Ma il facepalm mi è partito quando fa gli esempi "concreti". Il triste tecnico intriso di studi scientifici risolve il problema di carburazione allargando il tubo di 2 millimetri. Invece il glorioso letterato cosa avrebbe fatto? Quali incredibili soluzioni avrebbe tirato fuori? Sembra l'inizio di una barzelletta. C'è uno studente scientifico, uno studente ITIS e uno studente classico. Devono risolvere un problema di carburazione...<br /><br />Il tutto comunque si riduce al solito trappolone del "gli studi classici 'aprono la mente' per fare successivi studi scientifici". Alché una commentatrice (Pat Z) gli ha fatto un lunghissimo commento, ma che stringi stringi si riduce in un: "Lei ha ragionissima. Dove andremo a finire. Però mio figlio che vuole fare l'ingegnere lo mando allo scientifico. Con tutto il rispetto." Risate dal pubblico.<br /><br />Dài, è ovvio che il suo scopo non è "mettere al bando l'assurda distinzione tra discipline scientifiche e discipline umanistiche." Se Isreali è il campione della difesa degli studi classici non siamo messi granché bene.Heavymachinegunhttps://www.blogger.com/profile/17393737460297712940noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-1946314.post-66045089914019768732013-09-10T00:21:19.635+02:002013-09-10T00:21:19.635+02:00una roba da facepalm = res horrida relatu
Così, ta...una roba da facepalm = res horrida relatu<br />Così, tanto per coltivare il Latino come lingua viva...Claudio B.https://www.blogger.com/profile/04024223854373212467noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-1946314.post-67067556768099720722013-09-10T00:15:21.991+02:002013-09-10T00:15:21.991+02:00Boh, io feci cinque anni di liceo scientifico stud...Boh, io feci cinque anni di liceo scientifico studiando il Latino come una lingua morta, poi in quinta feci uno scambio con la Finlandia e scoprii che i finlandesi (che partono da basi non indoeuropee) capivano il Latino assai meglio di noi semplicemente perché facevano conversazione latina, cosa che nelle scuole italiane non si fa. E sì che la vicinanza lessicale ci aiuterebbe non poco, allo stesso modo come ci aiuta per il Francese o il Portoghese.<br /><br />Non voglio assurgere la mia piccola esperienza personale a metro universale, ma secondo me una persona conosce una lingua quando non deve tradurre ogni frase, ogni parola, bensì quando riesce a pensare in tale lingua. In pratica quando una persona riesce ad assimilare le strutture logiche dela lingua in oggetto in maniera subcorticale.<br /><br />Ci possiamo domandare: l'insegnamento delle lingue classiche nelle nostre scuole segue metodi che portano l'assimilazione della struttura a livello subcorticale come si fa con qualunque altra lingua? Se si, bene, altrimenti per me sono un fallimento e il metodo deve essere rivisto. <br />E se non è possibile fare un viaggio nella Roma antica, possiamo sempre sintonizzarci su quella radio finlandese che trasmette in Latino... possibile che dobbiamo farci insegnare il Latino dai finlandesi? ;) <br />E senza andare in Finlandia, il Latino è stato lingua di scambio internazionale sino a un paio di secoli fa e lo è tutt'ora nella Chiesa, quindi non vedo perché non si possa fare conversazione latina. <br />Quindi studiamolo il Latino, visto che sono le nostre radici, ma studiamolo per bene! Claudio B.https://www.blogger.com/profile/04024223854373212467noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-1946314.post-45526298797264930332013-09-09T23:24:23.911+02:002013-09-09T23:24:23.911+02:00Francamente non mi sembra: l'autore parla con ...Francamente non mi sembra: l'autore parla con cognizione di causa, in modo chiaro, concreto e privo di quelle piccole strategie retoriche che di solito si accompagnano fastidiosamente alle "apologie". Il sapere è visto senza preconcetti e barriere nella sua naturale continuità tra teoria e pratica, tra immaginazione e applicazione, tra interesse speculativo e realizzazione dell'utile inteso in ogni sua forma. Infine è messa giustamente al bando l'assurda distinzione tra discipline "scientifiche" ("forti") e discipline "umanistiche" ("deboli"). Forse il tono allarmistico sul declino del liceo classico è esagerato, ma per il resto mi sembra di leggere molti più luoghi comuni e discorsi approssimativi in buona parte di questi post che in quell'articolo.a.l.73noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-1946314.post-89238980928014243342013-09-09T22:08:42.916+02:002013-09-09T22:08:42.916+02:00Comunque l'articolo di Giorgio Israel sul Mess...Comunque l'articolo di Giorgio Israel sul Messaggero è da facepalm. Si vede chiaramente che vive in un mondo a sé, senza più contatto con la realtà.Heavymachinegunhttps://www.blogger.com/profile/17393737460297712940noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-1946314.post-3422792901355444372013-09-09T20:57:14.501+02:002013-09-09T20:57:14.501+02:00"Nello scientifico, da quanto mi consta, si f... "Nello scientifico, da quanto mi consta, si fanno poca matematica e scienza rispetto ad un industriale qualsiasi...però chiedo conferma. "<br /><br />sbagliato , io ho fatto l' ITIS e per passare l'esame di Analisi 1 ho dannato un sacco rispetto a amici che avevano fatto lo scientifico ed erano più a loro agio su dimostrazioni e teoremi <br />Matteo Z.Anonymousnoreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-1946314.post-27992075211810096592013-09-09T19:48:33.821+02:002013-09-09T19:48:33.821+02:00Capisco ed è evidente che ho saltato alcuni passag...Capisco ed è evidente che ho saltato alcuni passaggi. Da quello che posso constatare, gli studenti di latino cominciano con rosa, ae, ma alla fine del primo anno scolastico trattano già periodi che possono avere un alto grado di subordinazione, mentre noto che, per esempio nello studio dell'inglese, restano più tempo su strutture elementari, magari arricchiscono il lessico e continuano ad esercitarsi su frasi abbastanza semplici. Questa differenza si deve al fatto che studiare una lingua per parlarla e studiarla per leggere testi dall'elaborazione retorica ormai per noi inconsueta sono due operazioni assai diverse; inoltre studiare una lingua direttamente parlandola e studiare una lingua solamente leggendo pone problemi molto differenti (a volte chi è molto bravo in inglese non lo è particolarmente in latino). <br /><br />"Chi scrive si aspetta che il lettore comprenda...non dopo 10 minuti di elucubrazioni": è vero, ma la memoria del pubblico (colto) antico era molto più allenata della nostra e recepiva con il semplice ascolto molto più di quel che faremmo noi davanti ad un periodo di 10 righe come sono a volte quelli ciceroniani. Noi non possiamo proprio fare a meno di 'elucubrare', tanto più che la conoscenza lessicale di uno studente di latino procede molto più lentamente perché non allenata dalla pratica del parlare, e la consultazione del vocabolario rallenta il lavoro e impone la riflessione: quando leggiamo Plauto abbiamo inizialmente notevoli problemi di comprensione morfologica e idiomatica ma poi tutto è più scorrevole (scriveva commedie, la gente rideva). Per padroneggiare le infinite sfumature del greco di Platone ci vogliono degli anni. Ciò sarebbe contro la sua volontà, ma non esistono viaggi di studio nella Grecia antica per una full immersion (i Romani imparavano il greco presto e bene, come noi potremmo fare con l'inglese, andando ad Atene o con il pedagogo greco, che discorsi). Quindi il nostro modo di studiare le lingue morte è necessariamente condizionato dal fatto che sono morte, è più artificiale, ma anche i loro testi lo erano: probabilmente di Eschilo e Pindaro i Greci capivano quello che un tedesco medio capirebbe di Wagner andando all'opera. Non si tratta solo di due stili di apprendimento diversi, ma anche, all'interno delle rispettive lingue, di oggetti di apprendimento molto diversi.<br />D'altra parte, se ha ancora un senso fare tanto sforzo per capire Virgilio o Sofocle o Tucidide nell'originale, ci sono pochi altri modi di imparare le loro lingue (lingue letterarie, si badi bene, non parlate). E mi pare che un effetto collaterale di tanto sforzo, come scrivevo prima, sia quello di promuovere, sia pure a mezzo di un lavoro molto artificiale, una mentalità scientifica.a.l.73noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-1946314.post-42845483433019183892013-09-09T19:15:13.554+02:002013-09-09T19:15:13.554+02:00Ho fatto ingegneria venendo dall'ITI. Per il b...Ho fatto ingegneria venendo dall'ITI. Per il biennio non ho dubbi: erano nettamente favoriti quelli dello scientifico. Noi dell'ITI così così, migliorando con le materie di indirizzo. Quelli del classico avevano le mani nei capelli, peggiorando quando siamo arrivati alle materie tecniche.<br />Unico loro vantaggio ma fondamentale era la capacità di studiare senza sosta per parecchie ore al giorno, cosa cui erano abituati mentre chi proveniva dall'ITI no. Era quello il "metodo". Nautilushttps://www.blogger.com/profile/06112323068034855613noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-1946314.post-37580960558014544272013-09-09T18:38:03.135+02:002013-09-09T18:38:03.135+02:00Sicuramente un lavoro logico analitico prepara la ...Sicuramente un lavoro logico analitico prepara la mente agli studi scientifici, su questo sono d'accordo al 100%.<br /><br />Non mi è del tutto chiara invece la parte circa la complessità, quella che dice "In cinque anni di traduzione da testi scritti in lingue sì morte, ma spesso attentamente congegnati dai loro autori, profondi nel pensiero, ricchi nelle soluzioni sintattiche e nelle scelte lessicali (altro che i dialoghi con cui si apprendono le lingue moderne: efficaci ma necessariamente elementari almeno agli inizi)"<br /><br />A quel che mi risulta, il Latino si inizia da rosa rosae, esattamente come il Francese si inizia da je suis, tu est e l'Inglese da my name is. Ogni lingua è semplice all'inizio e complicatissima alla fine, sia essa viva o morta. <br /><br />Una cosa che non sono del tutto sicuro è se leggere un brano classico formulando ipotesi, riscontrarle attentamente sulla base di regole ecc sia il modo in cui chi scrisse si sarebbe aspettato noi leggessimo.<br />Non per fare processi alle intenzioni, ma di solito chi scrive si aspetta che il lettore comprenda le frasi mano a mano che le legge, non dopo dieci minuti di elocubrazioni: quello lo fa chi non conosce la lingua.<br /><br />Good morning, what can I do for you?<br />Dunque, inizia con un saluto, poi c'è una wh- che introduce una domanda nella quale l'inversione soggetto-verbo non è obbligatoria, allora adesso devo cercare il verbo, ne ho trovati due: can e do. Can è un verbo modale mentre do è un ausiliare, vediamo di capire chi è che regge chi, il soggetto non mi aiuta perché è una prima persona, ma vista la posizione di can direi che è lui che regge, ma cosa ci faccio con quest'ausiliare? Questo significa che do ha la funzione di un verbo semplice, retto dal modale, infine c'è un complemento. Mettendo tutto insieme viene "Buona mattina, cosa posso io fare per te/per voi?" si, direi che mi sta chiedendo se ho bisogno di qualcosa, adesso gli rispondo.<br /><br />Definitivamente questo NON è il modo di sapere una lingua! :lol:Claudio B.https://www.blogger.com/profile/04024223854373212467noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-1946314.post-1870615209106594112013-09-09T16:35:57.564+02:002013-09-09T16:35:57.564+02:00Se non fai già l'insegnante, ti direi di farci...Se non fai già l'insegnante, ti direi di farci un pensiero.<br /><br />Oggi va così, ti meriti i complimenti...<br /><br />u.noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-1946314.post-91243676064569828872013-09-09T16:32:28.548+02:002013-09-09T16:32:28.548+02:00brà x2!brà x2!u.noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-1946314.post-34596267323255883212013-09-09T16:27:23.105+02:002013-09-09T16:27:23.105+02:00Non poi così lampante, se si considera che gli stu...Non poi così lampante, se si considera che gli studi classici (i quali contengono cose assai disparate: dalla linguistica alla storia, dalla filosofia all'antropologia, etc.) sono essi stessi scientifici: muovono da ipotesi, formulano ragionamenti, accettano o respingono tentativi di verifica o di falsificazione. Si dirà che tutto questo concerne soltanto la parte più professionale di questi studi, ma non è esattamente così. In cinque anni di traduzione da testi scritti in lingue sì morte, ma spesso attentamente congegnati dai loro autori, profondi nel pensiero, ricchi nelle soluzioni sintattiche e nelle scelte lessicali (altro che i dialoghi con cui si apprendono le lingue moderne: efficaci ma necessariamente elementari almeno agli inizi), lo studente (serio) è continuamente costretto a formulare ipotesi di senso, riscontrarle attentamente sulla base di regole poste come assiomi, superare a volte le regole stesse comprendendone il limite, sondare le molteplici risorse di senso di una parola combinandole con quelle del contesto e dovendo infine produrre una soluzione espressiva adeguata nella propria lingua. Ma vi pare davvero che questo lavoro, condotto (e guidato) con una certa cura e con continuità, contribuisca tanto poco alla formazione di una mente pronta agli studi scientifici?a.l.73noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-1946314.post-6944909001463310782013-09-09T15:43:10.091+02:002013-09-09T15:43:10.091+02:00Questo è un orribile periodo storico per chi ha fa...Questo è un orribile periodo storico per chi ha fatto studi classici. Il modello vincente è sempre più quello del nerd, che ne è l'esatto contrario. Lo so perché nel mio lavoro sono circondato da nerd. Non li sopporto più. La loro idea di "bel romanzo" è "mediocre romanzo fantasy con un universo pieno di inutili dettagli tecnici, facente parte di un'enorme saga, così da dimostrare a tutti le mie capacità di perseveranza nella lettura e perciò nello studio".<br /><br />Non hanno la minima capacità di emozionarsi per una frase, per una parola, per un concetto che non sia tecnico.<br /><br /><br />Capisco i nervi scoperti con cui ex-studenti del classico affrontano discussioni tipo questa. L'anonima di prima né è un perfetto esempio: giura che i suoi studi classici sono stati importantissimi... per affrontare i suoi successivi studi scientifici. :-) La contraddizione è involontaria ma lampante.Heavymachinegunhttps://www.blogger.com/profile/17393737460297712940noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-1946314.post-32475533371180318012013-09-09T15:18:58.925+02:002013-09-09T15:18:58.925+02:00Alla fine sempre nani sulle spalle dei giganti res...Alla fine sempre nani sulle spalle dei giganti restiamo ;)Claudio B.https://www.blogger.com/profile/04024223854373212467noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-1946314.post-20193674153463921542013-09-09T14:32:28.466+02:002013-09-09T14:32:28.466+02:00Insegno latino e greco da diversi anni. Dopo esser...Insegno latino e greco da diversi anni. Dopo essermi spesso confrontato con ex-allievi, insegnanti, colleghi di discipline scientifiche e a volte anche tecnologiche, l'unica certezza che ho è che quando una disciplina è insegnata con rigore, passione, atteggiamento esigente, gli studenti ne godono come di un patrimonio utile a studiare tutto il resto. Latino e greco non sono lingue più 'razionali' di altre, ma razionale è il metodo con cui sono state studiate per alcuni secoli e questo metodo deve essere messo in luce dall'insegnante. La loro proverbiale attitudine ad "aprire la mente" è direttamente proporzionale alla serietà con cui le si insegna, non è un fatto di magia. Si potrà dire così allora anche della geometria, della biologia e di tutto il resto, ed è vero. Ma se una specificità delle discipline classiche si può raccomandare, oltre al suddetto rigore (che resta però da esercitare ogni volta), è il loro rapporto con le radici della nostra cultura nei vari ambiti in cui essa si è formata e continua a vivere. Difficile negarlo (certo tutto si può negare se uno fa il classico ma lo fa male o ha pessimi docenti). In ogni modo auspicherei un liceo classico con qualche ora di matematica in più: allora sì che sarebbe una scuola davvero completa (anche se le iscrizioni si abbasserebbero per l'intrinseca difficoltà del corso di studi).<br />P. S.: io spiego sempre che cos'è una lectio difficilior, un'editio princeps, uno stemma, un apparato, etc. Sono peraltro molto lieto che i miei migliori studenti si iscrivano spesso alle facoltà scientifiche, giuridico-economiche o medico-sanitarie.a. l. 73noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-1946314.post-90841591598677700522013-09-09T12:57:30.183+02:002013-09-09T12:57:30.183+02:00Codnivido il fatto che un bravo insegnante saprebb...Codnivido il fatto che un bravo insegnante saprebbe rendere interessante qualunque cosa, anche contare i capelli sulla testa dei leoni e raggrupparli in mazzetti da 150 l'uno.<br />Non sono però sicuro che le materie più applicate siano automaticamente quelle di fascino più "immediato"... dopotutto la Filosofia nasce con domande che tutti si pongono: chi siamo? Da dove veniamo? E perché? A 16 anni un Epicuro o un Talete hanno un fascino enorme.<br />Leopardi piace anche perché rappresenta appieno la disperazione dell'adolescente brufoloso snobbato dalle compagne... che magari da quell'adolescente sono viste secondo il modello della donna-angelo stilnovista. <br /><br />Le discipline classiche hanno un fascino immediato, ma è compito del buon insegnante di scienze far emergere il fascino nascosto che risiede nell'esplorazione del mondo naturale o dello sviluppo delle pure idee matematiche. <br />La comprensione dei processi che avvengono dentro un organismo vivente è oltremodo fascinosa, ma all'inizio può sembrare un semplice fatto meccanico (Gentile docet!).Claudio B.https://www.blogger.com/profile/04024223854373212467noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-1946314.post-14121084717244719592013-09-09T12:48:36.036+02:002013-09-09T12:48:36.036+02:00Oddio, U. che mi sottoscrive: mi devo preoccupare?...Oddio, U. che mi sottoscrive: mi devo preoccupare? ;) <br /><br />Ma no che non mi preoccupo, anzi sono contento! Claudio B.https://www.blogger.com/profile/04024223854373212467noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-1946314.post-4172416582004989112013-09-09T12:47:34.010+02:002013-09-09T12:47:34.010+02:00La didattica della matematica e delle scienze, a q...La didattica della matematica e delle scienze, a quel che mi risulta, è pari a quello di numerose altre discipline: se gli insegnanti sono bravi è meravigliosa, ma se sono pessimi è la catastrofe.<br />Tempo fa avevo sentito un'interessante ipotesi: gli insegnanti di lettere di mezza età sono mediamente (e sottolineo mediamente) più bravi di quelli di scienze semplicemente perché i posti universitari di lettere si sono esauriti prima, così tante personalità eccellenti sono andate nella scuola. Teoria interessante che però non ho dati sufficienti per confermare o negare.<br /><br />Per quanto riguarda i programmi, i brutali programmi cui attenersi, quelli di matematica allo scientifico sono un disastro: possibile che si debba spendere quasi un anno a discutere il segno del polinomio di secondo grado? Possibile che strumenti di base quali derivate e integrali debbano essere introdotti solo in quinta? (quando invece alla Fisica farebbero comodissimo in terza, quando si fa la dinamica). E non mi dite che son concetti troppo difficili: se a 16 anni si è maturi per ragionare di Socrate e di Platone, non vedo perché non si possa capire un rapporto incrementale o un limite. Sono più o meno cinque secoli che usiamo allegramente il concetto di funzione, quindi non è una cosa così orribilmente astrusa. <br />I ragazzi sono considerati maturi per apprezzare le sottili differenze politiche durante la Rivoluzione Francese, ma non per il fermento scientifico di quegli anni: perché Lavoisier è prodromico a Dalton, come Volta aprì la strada a Faraday... e magari domandarsi come mai nel 1870 con tutto il casino che stava avvenendo a Parigi (ed era un casino bello grosso!) , Schutzenberger decise di non muoversi dal laboratorio e di gettare le basi della moderna Chimica Metallorganica.<br />Leggere la "Vita di Galilei" di B. Brecht è bellissimo e ogni volta che lo faccio mi commuovo un pochino di più, ma leggerla conoscendo a fondo le teorie del medesimo lo è ancora di più.<br /><br />Scusate la filippica, ma io ricordo la vastità ed il fascino dei programmi di Storia, Filosofia, Letteratura, ma ricordo anche la limitatezza di quelli di Matematica... mi sembra di avere iniziato a farla solo all'università e tutte le mie conoscenze precedenti sono riassumibili nelle prime settimane di corso giù di lì. <br /><br />Mi sbaglio? Ho avuto molta fortuna coi miei insegnati di lettere? Non so... forse questo argomento ci infervora tanto in quanto ognuno ricorda i propri vecchi maestri nel bene e nel male e li usa come metro del mondo. Ma se le cose stanno così, allora i finanziamenti alla scuola pubblica dovrebbero essere decuplicati, vista l'importanza che ha per la nostra vita adulta! E non si tratta più di classico o di alberghiero, ma di TUTTE le scuole!Claudio B.https://www.blogger.com/profile/04024223854373212467noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-1946314.post-11437664665898902372013-09-09T11:51:30.003+02:002013-09-09T11:51:30.003+02:00Suvvia, la scuola la fanno gli insegnanti, non c&#...Suvvia, la scuola la fanno gli insegnanti, non c'è programma che tenga! Un bravo insegnante, che ha passione e capacità rende la lezione utile o inutile. Ma le materie, più o meno applicate di sicuro si applicano meglio alle predisposizioni dell'allievo.<br /><br />Ci sono studenti che non sanno fare 2 + 2 alle elementari e che continuano a non saperlo alle medie e alle superiori. Non è certo insegnandogli Cicerone o Eschilo che si apriranno la mente. Più facile che si appassionino di più a materie più applicate, come è dimostrato dalle statistiche.<br /><br />I licei hanno avuto un aumento spropositato di iscrizioni negli ultimi anni, per puro status simbol, ma insegnanti e discipline non lo giustificano. Se ora calano dello 0,6 % è pochissimo, speriamo di più.Anonymousnoreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-1946314.post-61003832577535074302013-09-09T07:12:08.849+02:002013-09-09T07:12:08.849+02:00Nello scientifico, da quanto mi consta, si fanno p...Nello scientifico, da quanto mi consta, si fanno poca matematica e scienza rispetto ad un industriale qualsiasi...però chiedo conferma.<br /><br />La didattica della matematica e delle scienze, poi, sempre per quel che ne so, in Italia è una mezza tragedia, a detta dei matematici e degli scienziati. Ma ribadisco, parlo un po' per sentito dire.<br /><br />In ogni caso, la quantità di matematica che si fa al classico è veramente ridicola. Le scuole tentano di farcela rientrare in tutti i modi con l'autonomia e le sperimentazioni, altrimenti la gente si mette a ridere.u.noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-1946314.post-2936117329234063192013-09-09T07:08:06.755+02:002013-09-09T07:08:06.755+02:00bravo VdA...un brillante percorso netto. Sottoscri...bravo VdA...un brillante percorso netto. Sottoscrivo in toto.u.noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-1946314.post-77230228835327599212013-09-09T07:05:08.671+02:002013-09-09T07:05:08.671+02:00Reintervengo: una buona maniera per imparare il te...Reintervengo: una buona maniera per imparare il tedesco è studiare il tedesco, non il latino.<br />Se il latino (e il greco no?) ti ha aiutato ad imparare il tedesco dopo, è solo per via di quel che diceva il Traina citato da Leonardo: se studi una lingua straniera (quale anche il latino), ti confronti con riflessioni grammaticali che ti tornano utili per qualsiasi lingua.<br />Avessi fatto il linguistico e studiato inglese, spagnolo e russo, sarebbe stato uguale.u.noreply@blogger.com