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venerdì 6 aprile 2001

Vietato informare
Voi non mi conoscete, vero? Non sapete chi sono, non mi avete mai visto, e soprattutto: non avete ricevuto da me nessuna informazione…
Forse a quest'ora già sapete la novità: secondo la nuova legge sull'editoria, qualsiasi sito italiano destinato alla "diffusione di informazioni presso il pubblico" è considerato "prodotto editoriale", soggetto quindi alla legge che impone la registrazione presso il tribunale. Legge del 1948, con qualche addentellato a regi decreti dal 1848 al periodo fascista… occorre indicare un direttore responsabile (ovviamente iscritto alla cupola dei giornalisti) e uno stampatore .E chi non ha amici affilati alla cupola, e non ha intenzione di stampare niente? Punibile con multa fino a £. 500.000 (e va' be') o reclusione fino a due anni. Insomma, voi non mi avete mai visto né sentito. Non sapete neanche come mi chiamo.
È una vittoria della lobby-cupola dei giornalisti (che nei mesi scorsi aveva già tentato di far passare una legge del genere, la famigerata 7292, bloccata alla chiusura delle camere)? Preferisco pensare a una vittoria degli imbecilli, una lobby trasversale che ha aderenti ovunque, anche fra i legislatori. È una legge talmente assurda (e non lo dico io, ma esperti di diritto) da rendersi inattuabile da sola. È già arrivato un primo ricorso alla Corte Costituzionale.
A questo punto ci mancava soltanto l'intervento di un politico che "invitasse alla calma": e puntuale arriva Vannino Chiti, sottosegretario alla presidenza del Consiglio per l'editoria: Chi ha un sito amatoriale deve stare tranquillo. La discriminante fondamentale che separa un sito che fa informazione da uno che non la fa è la periodicità.
Ecco, mi sento proprio rassicurato. Forse chi ha un sito non è abituato ad aggiornarlo periodicamente? Una volta all'anno, al mese, al giorno, sempre periodico è. O basta essere irregolari per non "fare informazione"? Se aggiorno il mio sito (ammesso e non concesso che io abbia un sito) per tre giorni di seguito, posso incorrere in sanzioni? Andranno in California a sequestrare il mio server? Per sentirsi ridere in faccia da tutte le nazioni del mondo, tranne forse Cina e Corea del Nord? E l'articolo 19 della Dichiarazione dei diritti dell'uomo? E l'articolo 21 della Costituzione? Insomma, la libertà di espressione?

Un po' di link sull'argomento, in ordine d'interesse:
Qui succede un "quarantotto" (Interlex)
Vittoria e sconfitta - UNA RISATA A TUVALU SEPPELLIRA' UNA LEGGE ITALIANA? (Peacelink)
Fuori legge l'informazione online? (Vita)
La legge sull'editoria scatena il panico in Rete (Repubblica)

Devo citare anche Giap, la newsletter di Wu Ming Fundation, che naturalmente non è molto tenera nei confronti dei legislatori (Da ieri siamo tutti fuorilegge. E' entrata in vigore la nuova, incredibile orrorifica legge liberticida sull'editoria). Interessante la dicitura provvisoria proposta:

/Giap/ e' la lettera circolare di Wu Ming. E' aperiodica, gratuita, diffusa a titolo volontario e non retribuito da Wu Ming Foundation, via Zamboni 59, 40126 Bologna, Italia. Non e' un organo di stampa, ma una lettera interna alla comunità dei lettori dei nostri libri. Poiché in senso stretto non fornisce regolarmente informazioni bensì garantisce altro genere di servizio (il contatto diretto tra noi e i lettori), riteniamo non rientri nelle fattispecie della legge n.47 dell'8/2/48 ("Legge sulla stampa"). Qualora il Partito Nazionale Fascista e/o la Casa Reale fossero del parere opposto, possono contattarci scrivendo al mittente di questa mail.

In un altro messaggio:

/Giap/ e' la newsletter telematica di Wu Ming.
Supplemento alla "Neue Rheinische Zeitung"
Direttore responsabile: Karl Marx


Anch'io voglio un direttore responsabile prestigioso. Potrei uscire, non so, come supplemento al Politecnico di Vittorini. O a Lacerba di Soffici e Papini, vecchio amore. Chi sa se Marinetti può dire una buona parola di me all'Italia Futurista...

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