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venerdì 6 luglio 2001

Dragged and dropped

Premi il pulsante. Conferma. Ora sei dentro. Apri la finestra. No, non quella, questa. Ecco. Scorri, scorri pure. Attento adesso. Punta col destro. Punta col sinistro. Clicca. Clicca ancora. Ok. Chiudi. Aprine un'altra. No, non così… Aspetta. Dà qui, ti mostro un giro più facile…
"Un giro?"
"Sì… volevo dire una procedura, scusa".
"No va benissimo, ma… mi ha ricordato qualcosa".
Cosa?

"Infila il gettone. Conferma. Un giocatore. Ok. Vai adesso. Scorri il quadrante. Ora attento. Punta col destro. Punta col sinistro. Spara. Attento a questi qui, sono cazzuti. Aspetta… Dà qui, ti mostro un giro più facile".
"Grazie".

Tutto il tempo perso davanti a quei macchinoni enormi e ormai scomparsi, al bar dello sport, al circolo ACLI, al chiosco del parchetto, e poi già grandicelli nelle sale giochi in città,

tutto quel meraviglioso tempo che davamo per perso, trascorso a berci il cervello, a sparare ad astronavi e a districarci in insidiosi labirinti (che non erano reali! che non avevano niente a che fare colla realtà! Mamma e papà erano molto preoccupati!)

tutte quelle pigre serate estive, quegli indolenti pomeriggi, quelle colpevoli mattinate (assenze non proprio giustificate), tutto quel meraviglioso tempo che noi credevamo libero:

forse non era così libero.
Forse non era così perso.
(E non era neanche lontano dalla realtà, anzi).
Forse era una specie d'investimento.

C'erano poi film simpatici, al cinema e in tv, che adesso non danno più. Quel ragazzino con enorme computer in casa che per fare il figo con la compagna di classe si connette col pentagono e gioca una partita a guerra termonucleare-globale… miitico. Ce n'era un altro meno famoso ma forse più subdolo, raccontava la storia di un ragazzino un po' sfigato, viveva in quello che da noi sarebbe considerato un campo nomadi, un villaggio di baracche con un solo videogame, e lui praticamente diventava il più grande giocatore mondiale di questo videogame.
Bene, la sera che lui segna il record mondiale, sul campo nomadi atterra un astronave, e si scopre che in realtà quel videogame lo hanno messo gli extraterrestri, e serve a selezionare i migliori guerrieri interstellari dell'universo, che poi vengono prelevati e arruolati per difendere l'impero galattico dalla perfida minaccia di… Dopo, è chiaro, uno si sentiva molto più motivato a sparare alle pattuglie nemiche in formazione. Ad affinare i riflessi. A giocarsi al bar un altro pomeriggio. Gioca che ti rigioca, vuoi vedere che non ti faccio atterrare un astronave in questo cesso di paese?

Che buffa idea, vero?
Le cose non stavano proprio così. Non esattamente così.

"In paese non ti si vede proprio più, eh?"
"Già".
"Ma cosa fai? Studi ancora?"
"Noo, lavoro. Faccio il… mmmm… lavoro su internet".
"Ah sì?"
"Sì, ma non è niente di che… faccio il cliccatore".
"?"
"Ma sì, muovo il mouse, punto col destro, punto col sinistro, clicco, muovo di nuovo il mouse… così, giorno dopo giorno".
"Beh… interessante".
"Già".
"Ma come ci sei arrivato?"

Come ci sono arrivato? Non ricordo. Fa un anno in questi giorni. Avevo una laurea, un curriculum, tutto dentro una specie di borsa di cartone che poi ho perso di vista. Ah… mi sembra di ricordare… ecco.…

…Ero lì nel baretto parrocchiale, stavo facendo il record mondiale a spaceinvadersXXIV, quando sono stato distratto dal rumore di un disco volante che atterrava nella pista delle bocce, e n'è uscito un extraterrestre vestito da manager, che ha iniziato a dire con voce campionata cose incomprensibili, tipo: salve-sono-il-responsabile-risorse-umane-della-ditta-****. Lei-ha-davvero-dei-riflessi-micamale. Ha-mai-pensato-a-lavorare-nella-new-economy? Ricchi-premi! Internet-gratis-12-ore-al-giorno! Lotterà-per-l'impero! Sposerà-principesse!

E io… gli sono andato dietro.

"Ecco, apri qui. Conferma. Ora punta. Trascina dentro la finestra. Su, trascina. Ehi!".
"Mmm?"
"Ci sei? Sto parlando con te. Trascina nella finestra del programma! Drag and drop!"
"Sì… scusa, mi sono distratto. Questo caldo, sai…".
"Vuoi che ti mostro da capo la procedura?"
"Sì, per favore. Mostrami di nuovo il… giro".

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