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martedì 11 novembre 2003

Le anime brutte

E Berlusconi, che è da un po’ che non ne parliamo?
Va bene, parliamone, ma basta con questa cosa del Grande Gaffeur. Prendiamolo sul serio. Perché merita di essere sul serio. Secondo voi chi è la mente del Polo, il cervello strategico? Ferrara? Baget Bozzo? Fini? No. Berlusconi.
Ma come, non era l’imbecille? No, non lo è. Un clown sì, a volte per scelta, a volte suo malgrado, circondato com’è da cortigiani plaudenti. Del resto anche il Re Sole aveva tante manie ridicole: ma decideva lui.

Berlusconi – non lo scopriamo da ieri – è “grande amico” di Putin. Berlusconi (sensazionale scoperta di questi giorni) sostiene Putin nella guerra in Cecenia, mettendo in imbarazzo l’Unione Europea: è una gaffe? No. Magari lo fosse. È una scelta politica. Berlusconi ha scelto di sostenere Putin per motivi squisitamente politici, in perfetta coerenza con la sua visione della politica estera, che dà massima importanza ai temi commerciali (ricordate quando chiese agli ambasciatori di diventare agenti di commercio del made in Italy?). Il che non sarebbe neppure un male, perché il commercio estero è una cosa importante: i problemi sorgono semmai quando per compiacere un partner commerciale si rischia di passare sopra a un genocidio. Ma sono problemi di coscienza, non di Berlusconi. Bisogna essere anime belle per porseli, e Berlusconi non lo è. Berlusconi è il capo dell’esecutivo, Berlusconi è un uomo d’affari. Berlusconi sa che l’Italia ha bisogno del gasdotto del Caspio: tanto peggio per i ceceni che stanno tra i piedi.

E allora cosa c’è che non va?

C’è che di anime belle, in giro, ce ne sono tante. E non votano solo a sinistra, come credevo da bambino. C’è tutta una corrente di anime belle di destra che vorrebbe vedere in Berlusconi il cavaliere della libertà e della giustizia. Le stesse anime belle che accusano il Centrosinistra di aver “contribuito al genocidio in Kossovo” per via della tangente a Telekom Serbia. Cosa c’entra Telekom Serbia, adesso? Ma è lo stesso problema, non vedete: l’Italia ha bisogno di aprirsi mercati ad Est, ma ad Est non ci sono pacifiche democrazie: ci sono mafie, tiranni, popoli oppressi, genocidi in corso. E allora che si fa? Si lascia perdere (cioè si lascia il campo libero a tedeschi, americani, ecc.?) O, secondo l’antica consuetudine italiana, ci si sporca un po’ le mani?

Il ragionamento dei nostri geopolitici era, come spesso è accaduto nella nostra storia, cinico, realistico e stupido. Dicevano, soprattutto: se la Germania si è presa in un colpo solo tutta l’influenza sulla Croazia e sulla Slovenia, dobbiamo noi stare fermi?

Io, senza per altro avere prove, trovo plausibile che ci siano stati traffici di tangenti intorno a Telekom Serbia: pare sia la prassi in certi affari, e non solo nei Balcani. Chi ha deciso di sborsare ugualmente per ottenere quella società, ha “finanziato il genocidio kossovaro”? In un certo senso sì, se accettiamo l’idea che ogni esborso di denaro corrisponda a un’assunzione di responsabilità: più o meno nello stesso senso in cui se compro pasta Barilla finanzio la produzione di armi (e quindi anche eventuali guerre e genocidi). Se vogliamo essere anime belle, dobbiamo avere il coraggio di esserlo fino in fondo: protestare per le tangenti a Telekom Serbia e smettere di comprare pasta Barilla (e tanti altri prodotti di tante altre marche).

Il problema è che, si sa, ognuno è anima bella fino a un certo punto: più o meno fino a quando gli conviene. Salvo svegliarsi un giorno e scoprire che Berlusconi non è il grande esportatore della democrazia, ma un capo-popolo disposto a fare affari anche sulla pelle degli abitanti del Caucaso. Non ve ne eravate accorti? Pensavate che con Putin fosse solo una questione di canzoni napoletane e partite a golf ? Benvenuti nel mondo. Il vostro mondo, badate bene: quello del libero scambio e del libero mercato, in cui non si fanno guerre per i diritti civili, ma per le materie prime; in cui non si mandano gli alpini in Iraq per esportare la democrazia, ma per restare nelle grazie dell’alleato americano; in cui non si è amici di Putin (o di Milosevic) perché è un leader democratico, ma perché abbiamo bisogno (disperato bisogno) di fare affari con lui.

In questo mondo, Berlusconi c’è da sempre, malgrado tutte le chiacchiere sul comunismo, l’anticomunismo, le radici cristiane eccetera. Per questo il cervello del centrodestra è lui. Non l’anima bella Baget Bozzo e gli altri fanatici dell’identità; non l’anima bella Ferrara, col suo ego smisurato e la sua (un po' stanca) mitopoiesi del tradimento. Non Bossi, non Fini (perlomeno non ancora). Per quanto scafati, tutti questi personaggi mantengono barlumi di buona o cattiva fede. Solo Berlusconi ne è totalmente privo. Solo Berlusconi è veramente politico.

(Dopodiché, come politico, Berlusconi è spesso un disastro: gaffes a ripetizione, pessima scelta dei propri collaboratori, eccetera eccetera. Ma questo è già un altro problema).

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