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martedì 8 giugno 2004

Avendo un blog, io dovrei scrivere di me, e infatti non faccio altro.
Dopo tre anni e più che scrivo di me, dovrei aver capito almeno chi sono e cosa penso: e invece è incredibile, più vado avanti e meno ci capisco. Chi sono davvero? Perché non riesco a conoscermi meglio? E di chi è la colpa, acciderbola?

È tutta colpa di…
Re Ludwig il Pazzo

Ludwig il Pazzo è stato Re di Baviera. Lo sapevate che c'era un regno in Baviera? In effetti non ha fatto molto parlar di sé. Ma sicuramente avete visto da qualche parte il castello di Neuschwanstein. Magari sul coperchio di un puzzle da 1000. Neuschwanstein è il classico castello delle fiabe, salvo che è tutto vero, ed è stato fatto costruire nel bel mezzo dell'Ottocento da Re Ludwig, non a caso detto il Pazzo.
Mentre re Ludwig spendeva i suoi talleri in questo e altri palazzi assurdi e immaginifici, un altro re, Guglielmo di Prussia, si dava da fare a unificare la Germania in un grande Reich, il secondo: questo è il motivo per cui tuttora la capitale della Germania è Berlino. Se Ludwig fosse stato un re assennato avrebbe comprato cannoni, non castelli: e adesso il Reichstag sarebbe a Monaco. Ma c'è anche chi ha provato a vederla diversamente: mentre Guglielmo dilapidava talleri in armi di distruzione di massa, conducendo guerre orribili e insensate, Ludwig investiva sul solo piano che meriti davvero le attenzioni di uno statista moderno: l'immaginario. Alla fine la Germania si è fatta, ma tra le principali mete del turismo di massa ci sono i castelli da fiaba di re Ludwig, vere anticipazioni di Disneyland. Berlino, non fosse per un muro crollato e un tempio greco rimontato in loco, non se la filerebbe nessuno.

Ludwig fu anche il protagonista di un omonimo film di Visconti, per cui in parte è anche colpa di questo grande regista. E del fatto che in quarta superiore non riuscissimo a deciderci su dove andare in gita. Una mattina la prof di tedesco era inciampata in una digressione su Re Ludwig, i castelli della Baviera, il grande film di Visconti… la Baviera significava almeno 50 ore di corriera in quattro giorni: perfetta. Ma siccome eravamo una classe coscienziosa, chiedemmo anche di spegnere la luce e prendere visione del film.

Io, se penso ai film di Visconti che ho visto a scuola, tuttora mi meraviglio. Mi sembra impossibile essermi visto tutto il Gattopardo in terza media: cosa avevo fatto di male? Sì che non è un brutto film, e c'è anche Terence Hill: ma in terza media? E restavamo tutti ai nostri posti zitti e buoni? Se penso che a una mia classe ho fatto vedere Romeo + Juliet, mi rendo conto del gap.
Quanto a Ludwig, da allora non l'ho più rivisto. La vaga trama che ricordo è la seguente: Ludwig eredita la Baviera come io potrei ereditare una fabbrichetta da mio padre (sì, magari). Siccome io non so niente di fabbrichette, ma sono il figlio che ha studiato, cosa farei? Probabilmente, se avessi solo vent'anni, smantellerei i macchinari e cercherei di convertire il capannone in un Rock café per intellettuali. Ovviamente dilapiderei una fortuna e mi renderei ridicolo. Questo è, appunto, il destino di Re Ludwig. Vuole fare della Baviera la terra dei poeti e degli artisti: una parola. La prima cosa che fa è invitare Wagner, che gli scuce un sacco di soldi e poi lo smolla. In seguito emerge anche la dimensione omoerotica del problema: Ludwig s'infatua di attori e poeti. Ma col tempo finisce per perdere i parametri della realtà: mentre fuori infuria la guerra, si isola in palazzi lussuosi e contesti orgiastici. Il Michael Jackson dell'Ottocento.

Ecco, scritto così sembra un film interessante, vien quasi voglia di rivederlo. E invece ricordo di essermi annoiato tantissimo. Comunque.
Verso la fine del film, Ludwig ormai è un prigioniero, creduto pazzo e destituito di ogni potere. Un giornalista va a intervistarlo. E dopo qualche battuta e molto silenzio, Ludwig dice questa frase che a distanza di anni ricordo così: "Lei cerca di capirmi, ma io voglio rimanere un mistero. Per gli altri, e per me stesso".

Questa frase mi è rimasta scritta dentro.
E non importa quel che dico o scrivo tutti i giorni, e tutte le notti: ogni cosa alla fine è bugia, spunto divertente, storiella interessante. In mezzo ci sono io, e di me non si capisce nulla. E non ci capisco nulla neanch'io.
Proprio come re Ludwig il pazzo, maledetto. È tutta colpa sua.

1 commento:

  1. Ludwig, l'unico regnante che riusciva a mangiare caldo. Il castello in questione è dotato di montacarichi per portare il cibo dalle cucine alle sale da pranzo. Un particolare che passa in secondo piano rispetto all'aspetto del castello. Insomma: Ludwig era forse l'unico regnante a mangiare pasti caldi. Chiamalo pazzo.

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