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lunedì 7 febbraio 2005

- 2025

Il Trimonio spiegato a mia figlia (2)

Continua da venerdì.
Sto spiegando il Trimonio a mia figlia, che è perplessa.
Ora siamo su divano, davanti a noi Supernet mostra il Pontefice che si sbraccia dal balcone di una clinica. Non ho mai capito se giornalisti e spettatori siano solo contenti della guarigione, o se non sperino di assistere di persona a una polmonite fulminante. Dev'essere un ambiguo misto di tutt'e due.
Dall'altra parte di una parete di cartone, so che Concetta mi ascolta. So che ha gli occhi sbarrati e non riesce a dormire. La conosco troppo bene.

"Non ho capito, papà. La Bibbia dice che ci si deve sposare in tre?"
"No, però non dice neanche il contrario. E molti personaggi importanti avevano due mogli, come Abramo o Giacobbe".
"E c'erano anche donne con due mariti?"
"No, questo in effetti è un'assoluta novità".
"Quando sono grande, voglio avere due mariti".
"Hai ancora molto tempo, per fortuna".
"E poi voglio avere un bambino".
"Ma se ti sposi con due uomini, dovrai averne almeno due".
"Perché due?"
"Ogni Trimonio deve produr mettere alla luce due bambini, è la regola".
"Ma se uno non se la sente?"
"Tesoro, avere bambini è molto importante. Un altro dei motivi per cui fu istituito il Trimonio, era il fatto che se ne facevano sempre meno. A un certo punto tutte le coppie facevano solo un bambino, e così nel giro di una generazione gli italiani rischiavano di diventare la metà, mi segui? E questo non andava bene".
"Ma non potevano farne due?"
"No, diventava sempre più faticoso, e sia la mamma che il papà dovevano lavorare".
"E se uno dei due stava a casa?"
"Non c'erano abbastanza denari per crescere i bambini. Ma Arci aveva pensato anche questo. Lui ragionava in questo modo: non c'è nulla di grave se caliamo un po', ma non dobbiamo dimezzarci. Allora possiamo fare così: invece di avere due genitori che produc che fanno un bambino, con un calo demografico del 50%, noi possiamo avere tre genitori che ne fanno due, riducendo il calo del 33%. Questo funziona anche per il lavoro: se chiederemmo a ogni madre di famiglia di stare in casa a badare ai bambini, noi ridurremmo la forza produttiva del Teopop al 50%. Ma col Trimonio, noi possiamo avere due coniugi che lavorano, e il terzo che sta a casa e bada ai due bambini. Risultato: 66% di forza produttiva esterna, 33% di autogestione familiare, e…"
"Papà, noi le percentuali a scuola non le abbiamo ancora fatte".
"Scusa, hai ragione. Ma insomma, il Trimonio risolveva un sacco di problemi".
"A me non sembra tanto".

Ora le cose si fanno difficili. Cerco di abbassare il volume di Supernet, invano. Ultimam il comando del volume non funziona più tanto bene. Spegnere non è il caso, darei una brutta immagine della famiglia, e poi magari la bambina si spaventa.

"Tesoro, non devi pensare soltanto a noi. Arci pensava alla situazione generale, non ai casi particolari".
"È vero che una volta mamma Sunta non era sposata con voi?"
"Sì, all'inizio c'eravamo soltanto io e Conci. Ci siamo sposati nel giorno del nostro bisbattesimo, ricordi? L'otto…"
"L'otto dicembre, Immacolata Concezione, per cui tu ti sei chiamato Immacolato e lei si è chiamata Concezione, anzi Concetta, me l'hai detto ottantamila volte, papà".
"E dopo un po' è nato quel debosciato di tuo fratello".
"Cosa vuol dire debosciato?"
"Hai presente tuo fratello? Ecco. Poi io sono andato in un lungo… lungo…"
"Viaggio d'affari".
"Per conto del Teopop, esatto, e mentre ero via mamma Conci ha fatto amicizia con mamma Sunta, che ti stava aspettando, così quando hanno fatto domanda al Teopop di sposarsi, il Teopop si è commosso e ha chiesto che io… che io tornassi dal mio lungo viaggio, e così siamo diventati un perfetto Trimonio, con due figli, un papà e una mamma che lavorano e un'altra mamma che sta in casa. Fine".
"C'è una cosa che non ho capito".
"Lo so, ma te la spiego un'altra volta, è ora di lavarsi i denti".
"Però, papà, quando tu eri giovane il Trimonio non esisteva".
"No".
"E adesso ti sembra una cosa normale".
"Certo tesoro, la cosa più normale che c'è".
"E allora quando io sarò grande, ci si potrà sposare in quattro, sembrerà una cosa normale".
"Ancora con questa storia? No, tesoro, non ci si potrà mai sposare in quattro".
"E come fai a saperlo, papà? Conosci il futuro?"
"No, ma… insomma, in quattro non avrebbe senso".
"Invece in tre ha senso".
"Sì, in tre ha senso. È molto meno divertente di quel che credevamo, ed è difficile, ma io sono tanto contento di essere sposato con le due mamme, e di essere tuo papà".
"Papà, io vorrei parlare con Arci".
"Tesoro, è impossibile, Arci è andato via".
"E nessuno sa dove?"
"No, nessuno sa dove. Buonanotte".

***

"Sapevo che eri sveglia".
"Ciao".
"E piangi, pure? È qualcosa che ho detto?"
"No, no sei stato abbastanza bravo. Ma lei è tanto piccola…"
"È ancora per Assunta, allora?"
"No, la puttana non c'entra. Ho fatto una cosa terribile".
"Tu? Hai comprato altra conserva scaduta?"
"Seh".
"Assunta, ce la faremo anche stavolta. Basta bollirla a bagnomaria, e i batteri…"
"Ho bisogno di soldi ".
"Va bene. Appena arriva la busta di gennaio, di solito a metà febbraio arriva…"
"No, Mac. Io ho bisogno di soldi adesso".
"Adesso?"
"Entro la settimana minimo".
"Ma il prestito…"
"È appunto il prestito che è scaduto due settimane fa ed è da saldare con gli interessi".
"Però, come passa il tempo. Va bene, lo sai dove tengo la mia scorta, no?"
"Certo che lo so".
"E allora?".
"Ho fatto una cosa terribile".

Ahi.

"Non so cosa mi sia preso, io… ero sicura di vincere".
"Di vincere cosa? Concetta, eri sicura di vincere cosa?"
"Su Supernet continuavano a dire: 'giocate, giocate, si vincono i miliardi…'"
"Ti sei giocata la mia scorta al lotto?"
"Ma non l'avrei mai fatto, ma… è successa una cosa assurda. Ho fatto un sogno".
"Un sogno".
"Nitido, come nero su bianco, una specie di ordine: gioca! E poi una bicicletta. Ho sognato che pedalavo".
"Hai sognato di pedalare?"
"Insomma non so che mi ha preso, non l'avevo mai fatto. Ho controllato su Supernet, la bicicletta è…"
"52, sulla ruota di Sanmarco".
"Proprio il numero che non esce mai, quello dei miliardi! Pensavo che fosse la volta buona. Sono stata così stupida, vero?"
"Sì, sei stata stupida, ma non è tutta colpa tua. Ed è strano il sogno che hai fatto".
"Perché?"
"Devo averlo fatto anch'io".
"E hai giocato?"
"No, no. Ma è molto strano".
"Ti prego, non dir nulla alla puttana".
"Non dirò nulla ad Assunta, ma tu devi fare pace con lei. E tra due giorni avrai i soldi".
"Mac, nessuno ci farà un altro prestito".
"Niente prestiti. Chiederò un anticipo. C'è una persona che mi ha offerto un lavoro".
"Un altro?"
"Un altro, sì. Non mi lasci molta scelta".
"Se tu sapessi che vergogna…"
"Mi posso immaginare, ma adesso basta. Ti ho detto che non è tutta colpa tua. Adesso dormi".
"Non posso dormire".
"Dormirai".

Ci siamo a lungo vegliati a vicenda, abbracciati. Il respiro regolare di Letizia, nell'altra stanza, si mescolava alle battute di un programma Supernet in replica.
Il volume.
Non si controlla più.

4 commenti:

  1. Agghiacciante.

    Questa è vera fantascienza sociologica, come hanno smesso di scriverne da trent'anni, però moderna.

    Sappi che ti sto copincollando in Word, impaginandoti a capitoli. Non ho intenzioni disoneste, voglio solo salvare quest'opera prima che questo blog venga oscurato per eccesso di intelligenza o che tu, colto da raptus autolesionista, cancelli tutto.

    Ziggy

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  2. Azzarola, mi pento di non essere passato prima! Penso che farti i complimenti possa risultare banale, ma è quello che mi vine in questo momento: complimenti! Buona serata. Trespolo.

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  3. Great post, I enjoyed reading it.

    Adding you to favorites, Ill have to come back and read it again later.

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