Pages - Menu

mercoledì 20 aprile 2005

- 2025

Il Camerlengo Calvo

Caro Leonardo,
A volte mi chiedo perché prendersela tanto. Tanto alla fine tutto torna.
Fingiamo che sia un romanzo. I romanzi sono economici, non sprecano dettagli inutili. Se c'è una pistola in un cassetto, prima o poi qualcuno cadrà riverso con del piombo in corpo; e se una bionda ti dà un'occhiata a pagina venti, hai buone possibilità di trovartela a letto verso pagina duecento. Basta rilassarsi e aspettare: prima o poi ci saranno pistolettate e baci, i cattivi faranno davvero i cattivi, gli antieroi si concederanno una pagina di eroismo, i nodi arriveranno al pettine, e persino Bar Taddei salterà fuori. Perché non dovrebbe. I personaggi dei romanzi fanno così.

Nel frattempo la festa è finita: il Papa si è affacciato e ha nominato il Gran Camerlengo. Lo stesso che c'era prima, solo un po' più calvo. Se ci penso, i grandi camerlenghi sono sempre stati uomini calvi e posati. E anche in questo c'è della profonda saggezza. Non c'è mai stato un calvo rivoluzionario, a parte Lenin (che ovviava con la barbetta mefistofelica): gli altri, tutti cappelloni. I calvi trasmettono una sensazione di pace e serenità. Si dice, e io ci credo, che gli usastri dopo la Seconda Guerra Mondiale accettarono di aiutare l'Italia a un patto: che per sessant'anni restassero i calvi al potere. Di quel regime io ricordo molto poco: anni di noia soffusa e dolciastra. Si chiamava Democrazia Cristiana.

Anche il nostro attuale Papa è stato calvo, molto prima di essere Papa: poi è ringiovanito, come fanno adesso i ricchi, e i suoi boccoli hanno suscitato invidia e irrequietezza nei fedeli. È anche per qsto che nella sua inesauribile fantasia il Teopop gli ha affiancato il Gran Camerlengo, che viene rieletto ogni anno e la cui unica funzione è tranquillizzare le genti, Dio sa quanto ne hanno bisogno.

Il Papa, che in verità è solo un vice-Papa, il suo successore vivendo ancora in coma profondo ed eterno in una clinica di Buenos Aires, è eletto come tutti dallo Spirito Santo. Qst'ultimo però non spira più soltanto su un centinaio di cardinali a rischio sclerosi, bensì su tutta l'opinione pubblica teopopolare, che una volta al mese si pronuncia mediante sondaggio supernet a cura della Congregazione Statistica. Il sistema funziona quasi da dieci anni, e vigliacco se m'hanno mai chiamato. (In ogni caso avrei eletto Lui, ci tengo a non mettermi nei casini. Ho due mogli e due figli).

Finora B. ha sempre vinto, mese dopo mese; ma sin dall'inizio avevamo notato un pericoloso ondeggiare del consenso, con alti e bassi: i bassi, soprattutto in primavera. Non che B. deluda i suoi fedeli più in primavera che nelle altre stagioni: ma i suoi elettori sono sempre stati i primi a uscire di casa e andare al mare, quando esce il sole. Fateci caso: le sue grandi vittorie le ha sempre avute nei weekend piovosi.

Il gran Camerlengo è stato istituito proprio per cercare di arginare qsto crollo balneare dei consensi, vivacizzando il dibattito teopolitico, in qsto modo: quando dopo febbraio il tempo volge al bello, e i sondaggi accusano il colpo, il Camerlengo in carica inizia a borbottare che le cose non vanno, che il governo non sta rispettando la playlist degli impegni, che Tizio e Caio contano più di Sempronio e del Camerlengo medesimo, etc.. Verso marzo il borbottio diventa più continuo e gutturale, una nota di fondo che attraversa tutti i notiziari supernet, dall'oroscopo mattutino sino ai dibattiti notturni. Non che nessuno stia ad ascoltare, ma intanto cresce la stima per un uomo coerente coraggioso e tutto d'un pezzo come il Camerlengo, che quando qualcosa non va bene lo dice, eccheccazzo.

Ad aprile partono gli acuti. Il Camerlengo fa notare che il Teopop è alla frutta, che così non si può continuare, che la monarchia deve finire, che B. è bravo e bello ma non può prenderlo in giro, all'infinito, lui, che non è mica l'ultimo dei coglioni (infatti è il Gran Camerlengo). Fino appunto al Diciotto, festa nazionale, in cui il Papa torna dalla sua isola privata, ammette gli errori del passato da Galileo a Previti, fa ammenda davanti ai fedeli nella piazza, poi si reca in Basilica a dare le dimissioni allo Spirito Santo, che puntualm le rifiuta. A quel punto se ne torna fuori con un sorriso a 48 denti, annunzia gaudio magno (che è una cosa che gli piace moltissimo fare), forma il nuovo governo e nomina il Gran Camerlengo. Che di solito è lo stesso Camerlengo dell'anno prima, visto che persone così calve e posate sono difficili da trovare, e valgono tanto oro quanto pesano.

Ma che ora è già. Scappo, che ho un appuntamento decisivo. Forse. Ti terrò informato.

2 commenti:

  1. eh, ma mussolini calvo e posato?

    (e poi: due figli? quando mi sono distratto?)

    RispondiElimina
  2. in effetti questa cosa dei calvi sembra una cazzata.

    Immacolato ha avuto un figlio naturale da Concetta prima di essere rieducato, ne parla qui. Di lui sappiamo solo che è debosciato e che da bambino ha avuto un orsetto (Immacolato lo sogna qui). Poi dite che il riassunto non serve...

    RispondiElimina

Puoi scrivere qualsiasi sciocchezza, ma io posso cancellarla.