Pages - Menu

mercoledì 18 aprile 2007

peripatetici a Roma

Dialogo sull’arte contemporanea

“…E questa quindi è piazza del Popolo, e in fondo c’è la chiesa coi Caravaggio”.
“E quelli prof cosa sono?”
“Non ne ho la minima idea. Sembrano soldati”.
“Manichini”.
“Sì, come l’armata di terracotta”.
“Ma no, prof, è pattume".
“Sul serio?”
“Sono fatti con le bottiglie, coi rottami. Questo è rosso perché è fatto con le lattine di cocacola. Ma che roba è”.
“Aspetta che c’è un cartello, vedi. Ah, ecco. Trash People, di Ha Schult. È un’installazione”.
“E cioè?”
“Un’opera d’arte”.
“Un’opera d’arte?”
“Un’opera che portano in giro, vedi? Ci sono le foto. Trash people davanti alle Piramidi. Trash people sulla Grande Muraglia. E adesso qui”.
“Ma che senso ha?”
“C’è sempre sul cartello. Ci fa riflettere sul nostro rapporto coi rifiuti. Ne produciamo talmente tanti. In fondo sono come le nostre piramidi, come il nostro esercito di terracotta che…”
“Ho sete. Mi è venuta voglia di cocacola”.
“Curioso, anche a me. C’è un bar di fronte alla chiesa”.
“Comunque questa non è arte. È pattume.
“È arte fatta di pattume”.
“Ma non è bella da vedere”.
“Dal terrazzo del Pincio deve fare un bell’effetto, invece”.
“Ma insomma, manichini di rusco, ero capace anch’io”.
“Sicuro?”
“Ma certo, come dire che domani vado in discarica e faccio una roba che…”
“Troppo tardi, lo ha già fatto Schult”.
“E non lo posso fare anch’io?”
“No, se copi non è più interessante. L’arte contemporanea è così: vince chi arriva primo. Come la formula uno”.
“E se faccio una roba con… delle schegge di ferro”
“Già fatto”.
“Oppure dei catenacci, dei carburatori e…”
“Già fatto”.
“E allora prendo l’olio frusto e ci faccio una roba che…”
“In un museo a Parigi ho visto roba fatta con le muffe, per cui figurati”.
“E allora con lo sputo, faccio una roba con lo sputo”.
“Già fatto. Pensa che un artista italiano ha già fatto una cosa con la merda”.
“La sua merda?”
“Quarant’anni fa, quindi arrivi un po’ tardi con gli sputi”.
“Una scultura con la merda?”
“Una cosa semplice. L’ha messa in diversi barattoli e ci ha scritto sopra: Merda d’artista. E poi l’ha venduta a peso d’oro”.
“E chi l’ha comprata?”
“I musei, per esempio, l’han comprata. Parigi, New York, quel tipo di posti”.
“Mi sta prendendo per il culo, prof”.
“L’ho vista quest’estate, coi miei occhi. Merda d’artista, di Piero Manzoni. Non confondere con Alessandro”.
“E chi è questo Manzoni”.
“Era un pittore. Ma è famoso soprattutto per la merda nei barattoli. Anche perché è morto giovane”.
“Ma lei l’ha vista sul serio?”
“Ho visto il barattolo”.
“E come si fa a sapere che dentro c’è la merda davvero?”
“Ci sono gli esperti, i critici, è il loro mestiere. Tieni conto che i barattoli li ha venduti a peso d’oro, ma adesso valgono ancora di più. Uno che ha comprato la merda di Manzoni trent’anni fa, a rivenderla adesso si compra una Ferrari. Perché la quotazione è salita”.
“E se adesso in un barattolo la faccio io…”
“Non te la compra nessuno, perché non ti chiami Manzoni. Lui è arrivato prima. Vince chi arriva prima”.
“Ma l’ha fatta direttamente nel barattolo?”
“Penso di no”.
“Ma davvero l’ha vista?”
“Perché dovrei raccontarti una bugia”.
“Che odore sapeva?”
“Nessun odore, dopo quarant’anni…”
“Ma non va a male in qualche modo?”
“Si ossida un po’ il barattolo. Del resto anche i Caravaggi si sono deteriorati. Certo, un conto è restaurare una pala d’altare del Cinquecento. Una merda del Novecento sarà un altro paio di maniche”.
“E quanto ha detto che costa?”
“Non lo so. Più del suo peso in oro, e aumenta”.
“Ma perché aumenta?”
“Si vede che è considerata sempre più importante, di anno in anno”.
“Ma è merda, come fa a diventare più importante?”
“Non è la merda in sé, è il gesto di metterla in un barattolo. È un gesto storico, nessuno aveva osato farlo prima. E anno dopo anno i critici lo considerano un gesto sempre più importante”.
“E se cambiano idea?”
“Se cambieranno idea, chi l’ha comprata a peso d’oro si ritroverà in mano un barattolo di merda”.
“Che fregatura quest’arte moderna”.
“Perché? È interessante, invece”.
“E comunque sono buono anch’io”.
“Prova. Prima però devi farti venire in mente un’idea nuova”.
“La piscia?”
“Figurati. Quarant’anni dopo la merda, arriva uno con la piscia. Banale”.
“Il vomito!”
“Ci avrà già pensato qualcuno. Dai, concentrati”.
“Mi concentro. Un sorso di coca?”
“Grazie”.

23 commenti:

  1. Ehm, scusa se ogni volta che scrivi di arte contemporanea tiro fuori la musica.
    Tempo fa ho letto un articolo sulle avanguardie "contemporanee" musicali (in realtà roba vecchia un secolo)dal titolo "Perché ci piace la musica ma odiamo tutti Schonberg". (http://www.lastampa.it/_web/cmstp/tmplrubriche/scienza/grubrica.asp?ID_blog=38&ID_articolo=104&ID_sezione=243&sezione=)

    Va bene allargare i confini dell'arte, va bene scoprire che "Il Bello" è un limite, ma - porcavacca - anche "Il Brutto" (o il Dissonante) è un limite.

    RispondiElimina
  2. tuttavia, a quotazione vince ancora Caravaggio, ma forse solo perché è da più tenmpo sul mercato

    RispondiElimina
  3. Se non sbaglio, i ragazzini di quell'età sono i più critici verso l'arte contemporanea, la considerano una fregatura. Mah, chissà come mai questa cosa.. Sarà perchè sono ancora scevri da condizionamenti o perchè sono già troppo condizionati?
    A me l'arte contemporanea piace: mancherà il Bello, però, appunto, c'è il Nuovo; uno mica può passare tutta la vita a rimirarsi le madonnine del '300 e i chiaroscuri caravaggeschi...

    RispondiElimina
  4. Non capita solo ai ragazzini... anche mia nonna considera una fregatura l'arte contemporanea (pur essendo più giovane di Picasso) e invece apprezza quella antica.
    C'era un vecchio film di Alberto Sordi della saga Giací e Erminia in cui i figli regalano alla coppia un weekend a Venezia in occasione della Biennale D'Arte Contemporanea e loro rimangono assai perplessi di fronte alle opere. Alla fine un collezionista americano vuole comprare Erminia seduta scambiandola per un'opera iperrealista.
    Peró si sa: CE LO MERITIAMO ALBERTO SORDI!

    RispondiElimina
  5. Mah, secondo me a quell'età è molto più facile capirla. Vomito, piscio, sputo... Per dire, io è adesso che comincio a far fatica.

    RispondiElimina
  6. Appunto.
    Più passa il tempo e più avverte il peso del "datato".
    Voglio dire, ha cominciato Duchamp, il primato ce l'ha lui,tutto il resto è...copia!
    Caravaggio non passerà mai perchè lì non è semplicemente il "gesto" da considerarsi artistico: lì vien fuori l'estro, il genio, lo studio dell'artista. Cose un tantino diverse dalle mode attuali.
    Non so...

    RispondiElimina
  7. Parlando di peso in oro, uno storico esempio commerciale di primo arrivato: le palline Zigulì
    (lo scrivo perché mio figlio me ne sta chiedendo una).
    Zucchero 70%, succo di amarena (conservato, non fresco) 28%.
    Una scatola, 22g: 1,5 euro.

    RispondiElimina
  8. Btw, che ne avete fatto poi della bottiglia di coca?

    RispondiElimina
  9. Vero, quel che qualche annuccio orsono sembrava geniale ora sembra...squallore scopiazzato difficile da capire.Il genio di Caravaggio invece rimane lì, ad affascinare e stupire,per quante coche più o meno light ci si possa bere guardandolo.

    RispondiElimina
  10. Appunto, il genio di Caravaggio rimane lì; noi dopo che abbiamo subito il suo fascino per l'ennesima volta, possiamo pure andarcene a vedere qualcos'altro... Oppure da lì non ci possiamo scollare?
    Comunque io, in verità, il problema della comprensione non me lo pongo neanche più di tanto: vado, guardo e quello che capisco, capisco (al limite, pure una cosa per un'altra)

    RispondiElimina
  11. E' divertente la questione perchè assomiglia molto a quella sull'ateismo. E' l'arte Greca, scelta dai suoi nipoti più aristotelici, attraverso le analisi kantiane o le ambizioni nietzschiane (o nicciane per i più autarchici), a produrre i Duchamp. Fino a Manzoni (che poi voleva solo provocare, un po' come Dalì soprattutto in certe dichiarazioni). E' divertente notare come sia la scelta per la forma a produrre la via rovescia, il tentativo di 'dire l'indicibile' per capire le rivoluzioni alla Malevič. Fatto sta che ormai siamo al paradosso. Albertone non era distante da Jean Clair. Le opere d'arte diventano tali solo perchè le mettiamo nell'ambiente che le trasforma tali. Perciò Erminia è arte.

    Ora il vero problema diventa un altro. Se ci siamo tanto battuti affinchè i dogmi venissero spezzati soprattutto nell'educabilità, per liberarci dalle categorie e dal 'classico', come mai non accettiamo la critica dell'occhio spontaneo del bambino?

    "la supremazia della sensibilità pura nell'arte" allora dove comincia?

    RispondiElimina
  12. Nessun uomo più religioso dell'ateo (oltre tutto anche anti-clericale): sempre alla ricerca dello sperduto principio primo della propria asocialità, prima che del proprio pensiero. "Perchè mi escludono o mi auto-escludo dal consesso dei fedeli?" pensa il povero pseudo-religioso...

    RispondiElimina
  13. E questo cosa c'entra, scusa.

    Se siamo ai paradossi un tanto al chilo, gioco anch'io. Nessun animaletto è più pacioccoso del riccio. Ho vinto qualchecosa?

    RispondiElimina
  14. "Questo è rosso perché è fatto con le lattine di cocacola"
    C'è pure quello con dentro una scheda madre, banchi di ram compresi.
    Ma nel parco del castello di Kilkenny era tutt'un'altra cosa, tutt'altra figura
    .. poi magari quelli a kilkenny erano un'altra cosa davvero, non gli stessi, e la figura la faccio io...

    Arte moderna: se un'opera valesse un centesimo in più ogni volta che qualcuno la la guarda e dice 'non è mica arte questa, ero capace anch'io, l'arte è michelangelo o caravaggio !' e simili, davvero sarebbero opere inestimabili.
    E' che il giudizio negativo è pura valutazione estetica e le valutazioni (pseudo)estetiche sono ormai la normalità, di questi tempi.
    Ma qual è lo scopo, il fine ?
    Dell'opera, dell'artista che la crea, dell'arte stessa ?

    RispondiElimina
  15. Provate a mettervi nei panni di un "artista". Arrivi buon ultimo nel 2007, hanno già creato tutto e il contrario di tutto, senza tenere conto dei classici e dei superclassici, da Fidia a Picasso, nel '900 abbiamo avuto tele bianche, tagli, merda in barattolo, arte concettuale, living art, cattelan, proiettili di colore, quadri fatti con i chewingum masticati .... Insomma, le lattine di coca possono sembrare l'ultima spiaggia, ma cosa ti rimane se ti senti un artista figurativo? Si sa che a scrivere cose nuove si credono capaci tutti!
    L'arte moderna e contemporanea mi lascia perplessa, a volte mi sembra più un'operazione di marketing (stile Botero), ma per simpatia per la disperazione creativa cerco almeno di guardarla.
    tittirossa

    RispondiElimina
  16. Riporto il commento fedele dei miei figli, dodici anni il maschio e diciassette la femmina. Il primo "se inscatolo una scoreggia all'ora non divento famoso pure io solo perchè uno più furbo l'ha fatto prima? Ma se la mia puzza di più?" La femmina di rimando: "Già sei buono solo a quello. Stai lì invece qualche decennio a provare a tirar fuori armonia dalle tue mani e a farla amirare tra duecento anni" Avessero ragione?

    RispondiElimina
  17. Anche io. E col Fantozzi della "Boiata pazzesca"... Ho studiato solo per poterlo dire liberamente..

    RispondiElimina
  18. @ medo: escludersi dal 'consesso' dei fedeli potrebbe essere salutare. In ogni caso basta ricordarsi di prendere le dovute precuazioni. Meglio essere 'protetti'... ;)

    RispondiElimina
  19. ops.. lo sapevo, chi di proto ferisce... Sorry per le 'precu-azioni'. Lunedì le cerco sul MIB.

    RispondiElimina

Puoi scrivere qualsiasi sciocchezza, ma io posso cancellarla.