E ora, bambini miei cari, se la smettete di picchiare il down; se restituite la carrozzella al tetraplegico; se tirate giù il nanetto dall’appendino; se l’effemminato si tira su alla svelta i calzoni che i cinque maschioni gli hanno abbassato; se la fazione wahhabita ha smesso di pregare e se la bimba molestata nell’ora di scienze la pianta finalmente di frignare, se l’anoressica è tornata dal bagno e il bullo abulimico ha finito di incamerare merendine potrei raccontarvi una storia! Massì, una storia, dai, che storia vi racconto?
Il Re Impiccione e lo Specchio Magico
C’era tanto tempo fa, in una terra lontana lontana, un Re che si struggeva, perché non conosceva i suoi sudditi. Oh, ma lui ci aveva provato ad andare incontro al popolo, in mezzo a loro a fare domande, come va? Vi trovate bene con un monarca par mio? Ma insomma a parte i buongiorno sua maestà, molto bene sua maestà, non poteva dire di conoscerli davvero. Era sul serio brava gente o no? Le leggi le rispettavano per intima convinzione o per paura delle frustate? Potresti anche fregartene, incassare le imposte e regnare alla benemeglio come i tuoi antenati, gli diceva il Mago di Corte. Ma lui voleva saperne di più. Era proprio un Re Impiccione.
“Se proprio insisti”, disse il Mago, “avrei l’oggetto che fa proprio per te. Eccolo qui, come vedi è uno Specchio”.
“Sì”, disse il Re, “è proprio uno specchio, embè? La faccia mia già la conosco”.
“Ah”, disse il Mago, “ma questo è uno specchio Magico. Premi di qua, gira di là, recita la formula, e vualà: ti mette in contatto con tutti gli Specchi del tuo Regno”.
“Con tutti gli Specchi del mio Regno?” disse il Re, e gli occhi già gli brillavano.
“Proprio così, e con un piccolo sovrapprezzo ti fa vedere anche gli Specchi del Regno qui di fianco”.
“No, per ora non esageriamo”, disse il Re; e premi di qua, gira di là, recita la formula, si mise a scuriosare.
Adesso, se la piantate con gli aeroplanini, con i bigliettini, con le palline di carta, con le palline di pelo, con le palline in generale, con qualsiasi oggetto in movimento, vi racconterò che cosa vide. Vide i suoi sudditi com’erano davvero! Vide per prima cosa che avevano parecchi brufoli, denti gialli rughe e borse sotto gli occhi; e già questo non era proprio un bel vedere. Ma poi cominciò a notare che erano vacui e vanitosi; violenti coi più piccoli e servili coi potenti, e lui mai se l’era immaginato. Vide che si picchiavano per un nonnulla, e gli bastava una parola per far morire il prossimo di tristezza e crepacuore. Vide che si facevano scherzi orrendi, e che non avevano rispetto per niente e per nessuno, e insomma tutto questo non gli piacque, non gli piacque neanche un po’. Eppure passava le ore a guardare questo Specchio. Al punto che la Regina brontolava: ma esci ogni tanto, fatti una passeggiata. E lui: “Taci, scema! Che mi sto tenendo aggiornato”.
“Ma cosa ti aggiorni a fare, prenditi un cavallo e fatti un giro”.
“Ma che cavallo, tu non capisci! Tu vivi in un mondo di fiaba!”
Il che era vero, per inciso. La Regina uscì a lamentarsi con le amiche.
“Aveva ragione mia madre, quando diceva mettiti con un Principe più biondo! Questo è moro e introverso e passa il tempo a guardarsi allo Specchio!”
“È il solito Re pieno di sé”.
“Ma no, è uno Specchio magico che lo mette in contatto con tutti gli Specchi del regno, così può vederci tutti mentre facciamo le smorfie e ci strizziamo i punti neri, ma mi raccomando, non ditelo a nessuno”.
“Naturalmente”.
In capo a pochi giorni si sparse la notizia che il Re Impiccione spiava i suoi sudditi. E quelli allora cosa fecero? Smisero di essere brutti e intriganti? Ma no bambini, non si può smettere d’un giorno all’altro. Anzi continuarono, e se possibile peggiorarono, sapendo che il Re li spiava, e da quel giorno ogni volta che tiravano fuori la lingua davanti allo Specchio, era espressamente per fare una pernacchia al Re Impiccione.
Quest’ultimo capì che la cosa non poteva andare avanti. E allora un giorno ebbe un’idea: prese la penna d’oca e scrisse un Editto Regale. E mandò i banditori in ogni angolo del Regno a dire: “Udite udite! Siccome il Re non ne può più, di vedere dallo Specchio quanto brutti siete ed intriganti, d’ora innanzi vi proibisce di usare i vostri specchi di casa! Rompete quindi i vostri specchi in mille pezzi, copriteli o consegnateli all’autorità competente, con decorrenza immediata, perché smorfie ne avete fatte già abbastanza”.
I sudditi all’inizio non erano molto contenti, ma dovettero rompere i loro specchi o consegnarli, per amore o per forza; e da quel giorno il Re non vide più smorfie e cattiverie e delitti nel suo Regno, e fu contento.
E adesso, bambini miei cari, potete ricominciare a taglieggiarvi gli snack e a farvi di vinavil; se la ragazzina molestata continua a frignare potete provare coi ceffoni; se il ragazzino effeminato è triste può provare a sporgersi dal cornicione; e chi vuol cominciare a giocare a bowling coi banchi, in attesa della campanella, è benvenuto.
Ma se qualcuno osa tirare fuori un videofonino, com’è vero Dio, in virtù dei poteri a me conferiti vi spezzo quelle braccine, e ve le faccio mangiare.
E la morale qual è?
RispondiEliminal'essenziale è visibile agli occhi.
RispondiEliminaEhm, e una versione meno zen?
RispondiEliminala merda è brutta come la si dipinge
RispondiEliminaGriso non ha tutti i torti. Vero che c'è speculazione su queste vicende, vero che ci sono sempre due pesi e 12 misure per ogni caso, ma altrettanto vero è che da qualche parte tocca provarci.
RispondiEliminaQuando voli ti proibiscono il cellulare. Segreto del successo sull'unico caso di obbedienza proibizionistica? Minacciare la caduta... Tesi assolutamente discutibile. I cellulari possono al massimo disturbare le comunicazioni radio, ed è ovvio che se lo lasciassero fare, sarebbe un inferno. Più o meno quello che accade in classe da almeno 5 anni. Il ricatto è l'unica legge che il nostro popolo esegue (i governi lo dimostrano).
"E' pericoloso sporgersi" (G. Dix)
Trovo assai opportuno il tag "racconti" che presuppone un Autore.
RispondiEliminaSolo ad un Autore infatti (e non a un cronista) si concede quella greve dose di cinismo appoggiata sul cornicione.
guido
Calpesta il paralitico
RispondiEliminamolesta il paraplegico
danneggia lo psicotico
travolgi il catatonico
Provoca l'ipocondriaco
detesta il microcefalo
investi il non-vedente
non si accorgerà di niente
Scommetto non hai mai pensato
di pestare un handicappato
Scommetto non hai mai pensato
di pestare un handicappato
Calpesta il paralitico
molesta il paraplegico
danneggia lo psicotico
travolgi il catatonico
Negagli il posto in autobus
Spingilo in mezzo al traffico
segagli le bretelle
della sua nuova sedia a rotelle
...
dai! dai! dai!
Negagli il posto in autobus
Spingilo in mezzo al traffico
mangiagli le frittelle
fregagli le stampelle..
Trovo molto più cinico il politico o il legislatore (in Italia o Regno Unito) che pensa di risolvere i problemi staccando il video. (Cinico e paradossale: in Inghilterra nel frattempo montano telecamere su ogni lampione. Quando si accorgeranno che non riescono a monitorare tutto il male del mondo, staccheranno la spina e decideranno che non succede niente?)
RispondiEliminaUno poi cerca di adeguarsi al cinismo dei tempi.
Eh no, cari miei, la morale della storia è chiara e Leonardo ha ragione.
RispondiEliminaLeo, io non ho niente contro il cinismo, figuriamoci.
RispondiEliminaSolo che, una volta appurato che il Male esisteva ed esisterebbe comunque e che pensare di risolverlo non facendolo vedere sarebbe ipocrita, che si fa?
Il Grande Fratello funziona sia nella versione orwelliana che in quella endemolliana: si può essere beccati dal video mentre si fanno le porcate, si può essere spinti a far le porcate per poi metterle in video. I due livelli possono addirittura sovrapporsi, come quei fessacchiotti che giravano a 160 all'ora in tangenziale per vedere, se poi, è così difficile morire, si sono ripresi e messi su YouTube facendosì così beccare.
Avere un pubblico a disposizione non sempre spinge a tirar fuori il meglio di sé, soprattutto se non ce l'abbiamo di fronte fisicamente.
Dato che non tutti nascono né possono diventare attori e posto che neppure chiudere i teatri è la soluzione, tu che proponi?
caro leonardo,
RispondiEliminasono d'accordo a metà col tuo (bel) racconto, come lo sono stato con Nicoletti che su melog ha fatto più o meno lo stesso paragone.
In realtà decidere di vietare i telefonini, e dare ai docenti qualche strumento in più per far rispettare tale divieto, è un passo. non il primo nè il più importante, ma è un passo.
è vero che senza non avremmo saputo che allo steiner di torino erano annni che maltrattavano un ragazzo autistico, ma è anche vero che la proliferazione dei video è aumentata enormemente per l'effetto traino e per quello della popolarità. alcune "imprese" poi, se non fossero riprese, non avrebbero senso, ad esempio la famosa intervista alla docente (quella del dito in culo che è finita in prima pagina sul corrierone).
inoltre non sarebbe male mettere una regola, semplice quanto vuoi ma civile, e pretenderne il rispetto.
non è poi chiedere tanto.
da qui a dire che youtube deve chiudere, naturalmente, il passo è lungo quanto quello tra una norma serie e una stronzata populista.
pas
Bel racconto. La morale l'avevo intuita...
RispondiEliminaTi invito a visitare il mio blog. www.tanteparole.blogspot.com
Entius
Io ai miei colleghi proponevo di riprendere gli alunni ogni volta che facevano qualcosa di ridicolo e goffo (cioè praticamente sempre) e poi di ricattarli, ma la proposta non ha avuto seguito.
RispondiEliminaIn linea generale sono favorevole al ritiro del cellulare, e trovo anche logico che all'insegnante sia data la possibilità di perquisire lo studente (possibilità che in Italia non ha). Mi secca che il cellulare sia presentato come IL problema, quando è solo lo specchio del problema. Uno specchio che entro certi limiti è persino utile.
L'intervista al supplente... cioè, qualcuno crede veramente che prima dell'introduzione di cellulare e youtube nessuno si rivolgesse ai supplenti in modo insolente? Eh, ma allora abitate in un altro mondo, appunto. Ben venga youtube, se v'insegna cos'è il mondo della scuola oggi.
Complimenti, sei stato chiarissimo. Se solo Mastella e Fioroni fossero capaci di collegarsi a internet e leggere queste pagine...
RispondiEliminaClap clap a il Griso, mi allineo coperto. Warhol era un pirla.
RispondiEliminail mio dizionario è del '94, "abulimico" non l'ho trovato: il bullo è bulimico o abulico o qualcos'altro coniato in questi 13 anni?
RispondiEliminaGrazie (non c'è polemica nel commento eh)
l'ho coniato io l'altro ieri, mi piaceva
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