Pages - Menu

venerdì 13 luglio 2007

I am a dream, 2

Meeting Dj W.
Ieri sera viene Veltroni ai giardini di Modena, a presentare un suo libro+dvd, e noi ci andiamo.
Arriviamo con un certo anticipo, perché è Veltroni; in realtà posti a sedere ce n’è parecchi. La media del pubblico si assesta sui 45-50 anni. L’età Veltroni. C’è anche qualche ragazzino, che in seguito si addormenterà sulle spalle della mamma.

L’Uomo sale sul palco alle 21.30, appena c’è abbastanza buio per il proiettore. Si prende il leggio, resta in piedi, e avverte che parlerà solo del libro, di nient’altro al di fuori del libro. In settimana l’eroina locale di Forza Italia, la Bertolini, ha accusato il comune di finanziare con questa iniziativa la campagna veltroniana per le primarie. Il comune ha un ottimo alibi: l’incontro era calendarizzato da mesi. Anche il libro era pronto da mesi, già. Ed è uscito proprio adesso. E di che parla? Un altro romanzo? No. Parla della bella politica. Quindi Veltroni non parlerà del Partito Democratico, della sua candidatura, no. Parlerà della bella politica. C’è una bancarella con pile e pile del suo libro+dvd.

Ugualmente qualcosa non va. Io ho una certa esperienza di presentazioni di libri: c’è un tale che presenta l’autore e c’è l’autore che parla del suo libro. E magari legge qualche pagina e se ne discute col pubblico. Veltroni invece monta sul pulpito e inizia a recitare una specie di lezione. È molto bravo a leggere alzando continuamente gli occhi sul pubblico; ma per quanto possa essere bravo, un lettore resta un lettore. È una scelta che non capisco: secondo me l’uomo è capacissimo di parlare a braccio. Anche di sostenere un contraddittorio (peraltro in terreno amico). Ma non lo fa.

A distanza di dodici ore è molto difficile per me ricordare cos’abbia detto in 120 minuti: direi grosso modo che la bella politica è quella che si fa pensando alla collettività e non alla propria individuale sopravvivenza. Tutto giusto e condivisibile, e detto senza banalità, ma nessuno avrebbe resistito a due ore così. Infatti il fulcro del suo discorso – ciò che ci ha tenuti saldati alle sedie – sono i video. Ogni tanto si ferma di parlare e manda un video. Inizia praticamente da subito: non ha ancora finito di salutare e già ha mandato il primo, che è il discorso di Chaplin barbiere ebreo nei panni del Grande Dittatore. Uno dei momenti più commoventi, ma in fondo anche rischiosi e imbarazzanti della storia del cinema – il regista che fora la quarta parete e spiega al mondo come fare a vivere bene. Più tardi ci farà vedere M.L.King che esegue I have a dream a Washington. E poi Berlinguer, Mandela. È come se non potendo fare un comizio, Veltroni fosse arrivato con la sua personale compilation: i Grandi Comizi del Novecento. Un comizio al quadrato. Il pubblico dapprincipio si emoziona, e applaude – come fai a non applaudire Berlinguer che non vuole morire prima di finire il suo discorso? Poi però comincia a riflettere: beati i neri dell’Alabama, che potevano ascoltarsi MLK e vedere la libertà brillare dagli Appalachi al Gran Canyon; mentre a noi tocca Veltroni che continua a leggere la sua relazione e non infiamma, non infiamma neanche un po’. Mentre parla mi sorprendo ad alzare gli occhi alle stelle, a tracciar costellazioni, a pensare al mal di denti. “Uffa. Quand’è che manda un altro video?”

Intanto l’oratore continua a insistere sulla sua idea di bella politica, e non parla di pensioni. Non parla di tasse. Di riforma della giustizia. Di referendum elettorale. Di Cus o Dico. Le pagine di cronaca politica sono pieni di argomenti interessanti e controversi, e lui non ne parla. Mette su Berlinguer. Peraltro quel famigerato comizio padovano non aveva nulla di speciale: parole accorate, come ne dicono i politici, ma senza ictus nessuno oggi lo ricorderebbe. Veltroni lo ha scelto come esempio di politico che vuole fare fino in fondo il suo mestiere. Berlinguer che manda giù il bicchiere, fa una smorfia e va avanti, è come lo spartano che si lascia rodere dal lupo.

Ho un’intuizione: per Veltroni la bella Politica è soprattutto ars oratoria, Fare Bei Discorsi. Appassionare la gente. Affascinarla. A Torino usò proprio questo verbo: il partito democratico si propone di affascinare gli italiani. E come li affascini? A parole? Non solo, siamo moderni, possiamo usare anche le clip. Di Berlinguer non gli interessano tanto i contenuti (quel giorno stava parlando di Scala Mobile, cos’è la Scala Mobile?), ma il suo fascino discreto. Inoltre Berlinguer è un esempio di caduto sul lavoro, uno dei pochi che la politica possa vantare.

Io sono un piccolo uomo che prende in giro i potenti, è il mio modo di sentirmi vivo. Eppure stavolta mi sento a disagio. Sembra che Veltroni sia venuto a Modena col preciso intento di farmi piacere, incarnando tutte le caricature del veltronismo. Eppure persino io sono convinto che l'uomo sia molto migliore di come si sta presentando in queste settimane. Lui è molto di più di un deejay di Grandi Successi del Novecento che legge testi scritti tra un filmato e l’altro. Lui la politica la fa realmente. È un amministratore, una persona che esercita il potere sulla gente. Volentieri leggerei un suo trattatello sulla politica sporchina: cosa succede concretamente quando il sindaco onesto di una grande città mette il naso nella gestione degli appalti? Come si fronteggia l’emergenza nomadi? Pagherei, pagheremmo tutti per leggere un libro così.

Invece, dopo due ore di belle parole e filmati toccanti, dopo gli applausi e la standing ovation, la gente sfuma verso il bar, e le pile del suo libro+dvd restano lì, dov’erano all’inizio. Si aspettavano diecimila persone, dice Cragno.
“Ma neanche un po’”.
“Parlar bene parla bene, ma se non leggesse sempre…”
“Sì, ma cos’ha detto alla fine?”
“Il fatto è che si mette in una posizione in cui non lo puoi criticare perché… è come se fosse il Presentatore”.
Lo speaker. Forse Veltroni non ha veramente tutta questa voglia di governare. Forse preferirebbe regnare, lasciando agli altri le dispute quotidiane sulle leggi elettorali e le riforme della giustizia. Il Sarkozy italiano, pronto come Sarkozy a costruirsi un partito-squadra a suo modello e poi, una volta all’Eliseo, comprare i migliori giocatori dell’altra squadra. Va bene. Rimane una fondamentale obiezione. È davvero così bravo, Veltroni, a fare i discorsi? Ce lo vedreste Veltroni nell’olimpo veltroniano, dopo Chaplin, Luther King e Rigoberta Menchù? Qualcuno ce lo vede, indubbiamente. Io sono un po' scettico.

Lui e Cacciari sono gli ultimi veri filosofi. Gli altri si mangian la torta.
(Anonimo plaudente, alla fine del discorso)

Un appunto per i Mille. Questa idea che sta passando – che Veltroni col suo fenomenale carisma sia in grado di scatenare una deriva plebiscitaria nel Pd, anzi in tutto il Centrosinistra, se non in tutto l’elettorato italiano, mi sembra alla prima prova dei fatti un po’ esagerata. Forse vivendo tra internet e i giornali si ha la tendenza a dare un po’ troppo risalto a eventi che in realtà coinvolgono solo gli appassionati e gli addetti ai lavori. La situazione che vedo io (e posso sbagliarmi) è che Veltroni sia piaciuto molto solo a quegli italiani che hanno già votato Prodi. Forse Veltroni gli è piaciuto di più, forse lo voteranno molto più volentieri, forse non voteranno Mussi, ma per ora questo è tutto. Gli altri non se ne sono neanche accorti, che Veltroni s’è candidato. Non solo gli italiani a centrodestra, ma anche quelli a centrosinistra che non leggono tanti giornali e non hanno visto la diretta del discorso di Torino dalle 17 alle 19 su La 7 – e fidatevi che son parecchi. La candidatura di Veltroni non è troppo forte, anzi. Se Bersani decide di non candidarsi, non credo che lo faccia perché ha paura di perdere. Il problema è che qui, dopo aver tanto parlato, abbiamo finalmente comprato il Fenomeno da cui tutti si aspettano sfracelli; e tutto quello che finora ha fatto il Fenomeno è segnare un paio di gol in qualche partitella estiva senza troppa importanza; e il pubblico non è affatto affascinato, anzi, lo stadio è mezzo vuoto. Magari a settembre tutto andrà bene. Magari. Se Veltroni fosse più forte, lo prenderei in giro anche più volentieri. Adesso francamente no. Tocca tifar per lui.

12 commenti:

  1. e io che ho votato Prodi e non mi piace Uolter, che cosa devo fare?

    (poi più che dj è un vj, da quanto scrivi)

    RispondiElimina
  2. Vj è una parola che mi fa ancora ridere, vent'anni dopo Ric e Clive.

    RispondiElimina
  3. perché, Veltroni non fa proprio ridere per nulla?

    RispondiElimina
  4. io per lui, una robetta confezionata a Repubblica, non tifo e voto qualsiasi altro candidato.

    RispondiElimina
  5. Dovete avere fede, come George Michael.
    E non vi dovete sempre chiedere cosa può fare Walter voi; voi, per esempio, non è che potreste fare qualcosa per Walter? Perché in realtà il ragazzo ne ha bisogno.

    RispondiElimina
  6. noi semo quella razza che l'è fra le più strane, che bruchi semo nati e bruchi si rimane

    RispondiElimina
  7. Io vivo a Roma, qui la giunta Veltroni (per gli amici Uòlter), attua una politica di centro-centro-centro-sinistra(centro), ovvero lascia che i poteri forti (le lobby del mattone e del turismo) si spartiscano la torta, preoccupandosi al più di un po' di coreografia (concerti e cultura "pop"), mentre dal muovere un solo dito per risolvere i problemi concreti dei cittadini (trasporti in primis) se ne guardano bene.
    Veltroni, comunque, è un oratore spettacolare, in grado di far sognare ed accontentare tutti, da destra a sinistra... se solo poi mantenesse un centesimo di quello che promette sarebbe già il mio candidato ideale. Ma non lo è.

    RispondiElimina
  8. Il più grande paraculo dell'emisfero settentrionale.

    RispondiElimina
  9. Ci sarà una ragione se quando i quadri dei DS dovettero scegliere fra W e D'Alema scelsero il secondo.
    Per me, sapevano quel che facevano.
    In W dobbiamo avere fede perchè per adesso è l'ultima carta che abbiamo, e ci sarà una ragione pure per questo.
    Come ultima carta, ha ragionissima Leonardo, ce la dobbiamo giocare bene e fare quindi qualcosa per lui.
    Personalmente ho più fiducia in Prodi però chissà, la novità(?)e qualche chiacchiera fumosa in più possono essere delle opportunità. Mah.
    Per la prima volta in 13 anni però mi sembra abbia ragione Berlusconi (che per definizione non ce l'ha mai):
    chiunque guidi il csx dovrà fare i conti con le differenze insanabili fra le tre aree, centro, centrosinistra e sinistra che rendono il governo debole. Vorrei vedere W sulle pensioni, nel famoso discorso ha preso posizioni più moderate di Prodi e perchè mai con lui la sinistra dovrebbe essere più arrendevole ?
    Vero è che superate le pensioni forse grossissimi scogli non ci saranno per un bel po', almeno fino al prossimo rifinanziamento per l'Afghanistan, ma certo se la sinistra dovesse vedere erodersi l'elettorato, i problemi li andrà a creare.

    RispondiElimina
  10. io sono sempre più infastidito da questa abitudine di U. di usare la morte a fini retorici. non i morti, che vabbè, ma proprio la morte: quella della ragazzina romana, adesso quella di Berlinguer.

    RispondiElimina
  11. @miic: sono perfettamente d'accordo con te. Sarà un caso, ma più o meno in contemporanea è uscita la vergognosa pubblicità della 500, che specula sulla morte di Falcone. Per vendere una macchina! La parola d'ordine è speculare su tutto, anche sui morti. Attenzione, non portare avanti ciò che ci hanno dato quando erano in vita, tenere vivo il loro messaggio, ma proprio fare leva sulla commozione che suscitano, usarli.

    RispondiElimina

Puoi scrivere qualsiasi sciocchezza, ma io posso cancellarla.