Gabriellino, 4 giorni, è nato omosessuale.
Non lo ha scelto lui. È una questione del DNA: hai presente il DNA? A scuola te l’avranno mostrata: è una proteina intrecciata con tante letterine scritte dentro. Se c’è scritto “gay”, Gabriellino nasce gay, e non può farci niente. Lui. Ma noi possiamo.
Aiutaci a curarlo.
Il bambino e l'acqua sporca
Forse è vero quel che cordialmente mi ha scritto Paolo Colonna qualche giorno fa: io sui gay non ne azzecco una. Ecco, più che omofobia potrebbe trattarsi di omoignoranza: qualcosa che col tempo è possibile curare. Nel frattempo, con tanti argomenti che ci sono al mondo, potrei evitare di scrivere di una cosa che evidentemente non conosco.
Però questo manifesto non è rivolto ai gay. È un messaggio rivolto a tutti. Ed è un messaggio profondamente ambiguo, secondo me. Di cosa si voleva parlare? Di uguaglianza, di tolleranza, di diritti? E invece ci ritroviamo a parlare di genetica. Come minimo, il manifesto svia la discussione: non dice che l’omosessualità sia una cosa normale o positiva; dice che non è una scelta. Se per questo, nemmeno la sindrome di Down. E io, sarò strano, ma appena ho visto il manifesto ho subito pensato alla sindrome di Down. Neonato + braccialetto inquietante = mongoloide. Che volete farci? L’inconscio non si processa.
Anche lo slogan mi lascia parecchio perplesso. “L’orientamento sessuale non è una scelta”. Sono d’accordo: non è una scelta. Ma allo stesso tempo non sono d’accordo: lo dovrebbe diventare. Per farvi un esempio: se sopra la foto di una donna ci scrivo “ha meno diritti dell’uomo”, ottengo un manifesto femminista o maschilista? Sto facendo una denuncia o sto enunciando una verità? Probabilmente ognuno preferirà leggerci quello che pensa già. Ma io non volevo questo. Volevo che i passanti capissero il mio messaggio.
Accostando la frase “non è una scelta” a un neonato, il poster sembra non lasciare adito a dubbi: l’omosessualità è un fattore genetico. Questo però non solo non è ancora stato dimostrato scientificamente (e scusate se è poco!) ma è anche irrilevante. Il problema non è nascere gay o diventarlo, ma essere liberi di poterlo diventare. Io penso che oggi il nostro orientamento sessuale sia il risultato di un condizionamento ambientale e (forse) di fattori genetici. E mi piacerebbe vivere in un mondo dove tutti fossimo liberi seguire o disattendere i nostri destini genetici senza condizionamenti. Il poster senz’altro non mi dice questo. Il poster mi dice: “non puoi discriminare i gay, poverini. Non è colpa loro se sono nati così”.
È quello che più o meno mi è capitato di affermare su Macchianera, un sito che ormai rappresenta per la mia generazione quello che nell’Ottocento era l’androne dei bordelli: mentre ci si tira su le braghe nascono le discussioni più disinibite e interessanti. Infatti mentre vengo più o meno redarguito, e addirittura associato a un editoriale del Foglio (e mentre Paolo mi spiega che non ne capisco niente), mi capita di imparare un paio di cose. Per esempio: a insistere molto sul concetto di “Scelta sessuale” sarebbe la stampa cattolica. Ecco, non lo sapevo. Ma me ne faccio subito una ragione: se sei tu a scegliere, e scegli male, sei un peccatore, e la Chiesa può assolverti. Invece se sei nato gay, allo stesso modo in cui altri nascono biondi o mongoloidi, alla Chiesa resta solo l’imbarazzo di spiegare perché Dio Padre Onnipotente ti ha voluto proprio far nascere così.
Ho capito. Il neonato col braccialetto serviva a smentire i preti. È il classico caso di neonato buttato via con l’acqua sporca: pur di liquidare il concetto di “peccato”, ci liberiamo pure del concetto di libera scelta. Ma poi cosa ci resta? Una proteina attorcigliata che nessuno peraltro riesce a leggere bene?
Paolo scrive che non ha scelto di essere gay, proprio come non ha scelto di essere mancino. Lo capisco. Probabilmente nemmeno io ho scelto di essere eterosessuale, automobilista o autore di blog. È la società che ha dei buchi da riempire e ci sbatte come pongo negli stampini. Tutto questo è assolutamente vero, ma non è giusto. Peraltro, dopo tante manifestazioni di orgoglio gay mi ero convinto che molti attivisti lgbt preferissero rivendicare il loro destino, riconvertendolo in una scelta. Va bene, probabilmente non ho capito nulla. Imparerò.
Però, nel frattempo, fidatevi di un etero un po' ignorante: se io vedo un manifesto così per strada, io ci leggo che gli omosessuali sono una minoranza di sfigati da curare. E secondo me non era questo il messaggio giusto.
(Poscritto: in realtà io non sopporto lo sfruttamento dell’immagine dei neonati nella pubblicità, in qualsiasi pubblicità, dai pannolini a quel cartello sulla nazionale goitese in cui un paciughino ti vende infissi in pvc. Secondo me le pubblicità tv a base di neonati hanno allevato tutta una generazione di pedofili che poi crescendo si sono messi a cercare su internet dosi sempre più pesanti. Ma è solo un’altra di quelle mie idee).
"Nascere" non è una scelta.
RispondiEliminaE le pubblicità TV a base di donne scosciate, che generazione hanno allevato? si può davvero pensare che la gnocca messa lì a sproposito costituisca un'innocente tecnica di persuasione senza conseguenze? Suvvia. Il rispetto per i bambini dovrebbe passare anche dal rispetto per le donne.
RispondiEliminaSono d'accordo con te. Spostare la discussione sull'aspetto della scelta (traduzione: sono così, non è colpa mia, non l'ho deciso io, non posso farci niente, tolleratemi) è un passo indietro. L'omosessualità deve essere accettata a prescindere dai motivi per cui si è omosessuali.
RispondiEliminaNon sono d'accordo che stabilire se l'omosessualita' sia una scelta o meno non abbia importanza. Se si concorda che sia una scelta si apre la questione se essa sia una scelta buona o cattiva. Se invece si accetta che non sia una scelta la questione morale non si pone.
RispondiEliminaNon so se il DNA ha un ruolo nel caso dell'omosessualità però mi sembra che
RispondiEliminala questione morale sia una scelta imposta dai tempi e dalle circostanze. Oscar Wilde ne seppe qualcosa.
Veritas filia temporis
Certo la prospettiva morale ha una connotazione storica e geografica. In altre parole non e' invariante rispetto allo spazio e al tempo. Non per questo si puo' eludere.
RispondiEliminaPer me bisogna difendere la scelta. La scelta individuale è più potente sia del destino genetico che della pressione sociale. E non m'interessa se sia vero o no, serve a me come individuo pensare questo, perché è solo da questa base che posso partire per l'azione.
RispondiEliminaNon m'interessa cosa pensano i preti, o cosa pensano i detrattori; non è un gioco politico di quartiere, è una definizione di essere umano e di cittadino. Il rischio che un estraneo, tra l'altro un estraneo con cui non condivido nulla e che quindi non m'interessa "convertire" (perché non può capire me se prima non capisce tutta una serie di cose alla fonte, è un'impresa persa), il rischio che un estraneo pensi "se è una scelta, è una scelta sbagliata" è molto, molto meno importante che il rischio di perdere la mia autonomia, la mia identità (il diritto a costruire la mia identità), la mia libertà.
E' buffo che il progresso delle scienze informatiche, delle scienze cognitive, della psicologia e della comunicazione, ci trovino ancora qui con un concetto del Sé vecchio di sessant'anni.
segnalo una divertente convergenza: leggete le due seguenti affermazioni è indovinate, senza usare google, quale è presa da wikipedia (voce: omosessualità) e quale dal catechismo della chiesa cattolica (articolo 2357).
RispondiElimina"la domanda sulla causa dell'omosessualità ha suscitato, e non solo in tempi recenti, innumerevoli ipotesi e spiegazioni. Le ipotesi proposte si dividono grosso modo in tre categorie."
"l'omosessualità designa le relazioni tra uomini o donne che provano un'attrattiva sessuale, esclusiva o predominante, verso persone del medesimo sesso. si manifesta in forme molto varie lungo i secoli e nelle differenti culture. La sua genesi psichica rimane in gran parte inspiegabile."
Uhm, purtroppo la prima volta che ho intravisto questa foto è stato durante un tg, già associata alle varie polemiche e interpretazioni, quindi non ho avuto un approccio all'immagine non condizionato: insomma non so se m'avrebbe fatto venire in mente malattie genetiche, però, se così fosse, devo dire che nella mia media ignoranza io le malattie genetiche le associo istintivamente all'incurabilità. Quindi non mi troverei con quell' "Aiutaci a curarlo" (che fra l'altro renderebbe anche inefficace l'operazione per quanto riguarda i preti).
RispondiElimina@Lap(l)aciano
Lo stile molto freddo e "scientifico" mi fa pensare che quella del catechismao sia la seconda.
(sbagliato, eh?)
un altro etero ignorante d'accordo su tutto (tranne che sul p.s., che boh). Irene (la più grande commentatrice sulla piazza) la spiega ancora meglio.
RispondiEliminambah.
RispondiEliminaforse il tentativo era di paragonare l'omosessualità a qualsiasi altra caratteristica presente sin dalla nascita (che ne so, i capelli rossi?) anche se forse l'idea del braccialetto non è meravigliosa.
però, sai, c'è ancora tanta gente che davvero crede nell'omosessualità come prevenzione e nella possibilità di curarla. Nell'idea di omosessualità come malattia acquisita, che va commiserata, se proprio non si riesce a curarla. E a scrivere su di un blog, e leggere altri blogger o leggere i giornali e seguire discussioni alla tivvù o nei luoghi cosiddetti culturali dove tutti sono laureati e acculturati si corre il rischio di perdere di vista la realtà, e la realtà è che esiste un sottobosco di ignoranza tanto grande a cui certi messaggi - che per te, per noi - possono apparire acquisiti, non arrivano affatto, e se in qualche modo ci arrivano è solo grazie ad esagerazioni come questa.
Il fatto che poi la forma del manifesto sia leggermente forte, o indigesta, sono d'accordo anche io. Però, mentre la pubblicità di Toscani sull'anoressia non portava da nessuna parte, questa ha almeno fatto nascere delle discussioni, e ciò è (abbastanza) positivo.
vogliamo essere pignoli? si poteva fare di meglio. Però, a conti fatti, e tenendo conto di tutte ste cose, è meglio che sia stata fatta così piuttosto che niente.
quello di prima, sono io.
RispondiEliminaScusate è solo un dettaglio nella discussione, ma la lotta all'ignoranza scientifica è senza quartiere e va condotta in ogni momento senza esitazioni: il DNA NON è una proteina. Permette la sintesi di proteine ma non è una proteina. Il fatto che sia riportato in corsivo mi fa pensare che sia il testo riportato sul manifesto il che un po' mi preoccupa visto che sono cose che si studiano alle superiori.
RispondiEliminatra l'altro, se l'intento era di contrapporre la certezza (inesistente) di un sapere scientifico alla superstizione delle varie fedi...beh, il risultato ottenuto è esattamente l'opposto. la prima cosa che mi è venuta in mente è mia nonna che davanti allo stereotipo della checca televisiva compativa i genitori e diceva: 'poverini, che disgrazia. ma mica è colpa sua'.
RispondiEliminacondivido la tua antipatia per lo sfruttamento dell'immagine. sempre. si potrebbe dire che il bimbo non ha scelto di fare questa campagna. qualcuno lo fa per lui (o lei).
RispondiEliminad'altra parte sono fino in fondo con paolo colonna. che ammiro per le palle che a tanti presunti e presenti etero come noi mancano molto spesso in questa palude corretta.
lo capisco. ha ragione. e se ci pensi è proprio perchè l'omosessualità ha una naturalità genetica che ha resistito a tanto razzismo e violenza sociale.
se così non fosse sarebbero riusciti a debellarla. almeno nei territori dove ancora oggi è un reato. e ci hanno provato.
invece la passione. l'eros direbbe freud. io dico la vita. vince sempre.
anche quella omosessuale.
dirò di più. questo è il vero orgoglio gay.
Tutto quello che hai scritto non fa una piega. :) Condivido con te certe cose, ma è difficile da dire, visto che sei riuscito a non schierarti da alcuna parte.
RispondiEliminaP.S. Complimenti per il blog! E' la prima volta che lo visito, sono capitato cercando informazioni sulle maiuscole negli aggettivi e nei sostantivi (Italiano o italiano?). Complimenti ancora. Ciao! ;)
-Il poster mi dice: “non puoi discriminare i gay, poverini. Non è colpa loro se sono nati così”.
RispondiEliminaBravo Leonardo, il punto è questo.
Questo è quel che pensiamo. Non gli piace la topa, "poverini". Vanno a letto con altri uomini, "poverini". Non formeranno mai una famiglia, "poverini". Saranno oggetto di discriminazione, "poverini".
L'eterosessuale considera l'omosessuale uno sfortunato, uno destinato inevitabilmente all'infelicità, in questo senso il manifesto non fa che ribadire il concetto.
Insomma l'omosessualità è una malattia perchè, come le malattie, fa vivere una vita infelice, e chi ne è affetto deve essere compatito, non discriminato.
In questo senso a me il manifesto repelle.
Sarà che mi pare pacifico che le tendenze sessuali NON siano una scelta, e sfido a provare il contrario.
Condivido la titubanza di Leonardo, nonché la sua opinione che il messaggio sia quanto meno ambiguo.
RispondiEliminaProbabilmente Paolo Colonna affronta la questione da una prospettiva pragmatista, per così dire; ossia: una volta stabilito che non è una scelta, non si dà più adito a discussioni di sorta.
Tuttavia, credo che: 1) pensare questo sia a sua volta, paradossalmente, idealistico;
2) la resa stessa del poster non funzioni, sia addirittura controproducente (ma nessuno ha notato quel "Aiutaci a curarlo"?? non ho capito niente, è ironico, o suona quasi da epurazione??); condivido insomma le posizioni di chi, trovandovisi di fronte, pensa che si siano voluti paragonare gli omosessuali a infelici o, come dice Giulio in stargayte.net, a persone da commiserare.
E penso che sia tale secondo punto quello più importante, in questo caso, perché sul primo mi risulta che non ci sia nulla di definitivamente dimostrato.
Quanto poi alle opinioni, non so se sia più idealistico credere che la chiesa possa arrendersi anche di fronte a una verità scientifica, oppure sperare e sforzarsi di fare in modo che, una volta tanto, scegliere non comporti necessariamente una netta distinzione tra bene e male.
Insomma, un manifesto venuto male, o come minimo non benissimo.
Credo che stavolta parlando di gay tu ci abbia azzeccato.
RispondiEliminaNautilus, Dottor c, ma non vi viene il sospetto di cadere nella trappola dei sepolcri imbiancati?
RispondiEliminaQuel poster (a parte, come saggiamente dice Leo, l'uso dell'immagine) ha una frase così forte da valere mille gay pride.
Mi spiego.
Se simpatizziamo per il gay pride non sarà perché i gay fanno il circo e noi così ci sentiamo 'esterni'?
Non sarà che il bambino nato gay disturba perchè il bambino è innocente?
Non sarà che l'omosessualità non possa essere riconosciuta pura? innocente appunto?
Siamo in grado di spogliarci davvero dal pregiudizio o ci piace più la filastrocca del mondo che ci dirige di qua o di là ma in fondo alla riga di partenza divina eravamo proprio tutti identici?
"ci piace più la filastrocca del mondo che ci dirige di qua o di là ma in fondo alla riga di partenza divina eravamo proprio tutti identici?"
RispondiElimina@rondoner: No, ripeto, non posso pronunciarmi su tale questione, e non credo sia qui il punto.
Non mi disturba, inoltre, l'immagine in quanto tale, ma l'ambiguità del messaggio scritto, ciò di cui si fa, involontariamente, portatore.
Così come, non oso per ignoranza pronunciarmi sulle modalità del gay pride, ma vi parteciperei molto più volentieri se non fosse così "circense". Insomma, non simpatizzo "perché" mi sento esterno, ma "nonostante" mi senta esterno.
Sta venendo fuori una discussione molto interessante, ma mi è esploso il modem.
RispondiElimina@Doc: stiamo dicendo cose simili ma da punti di vista diversi.
RispondiEliminaIo ritengo l'influenza sociale parimente importante. Figuriamoci io poi sono di fondo quasi un sartriano. Credo nell'unicità dell'individuo.
Ma a parte queste divagazioni esistenzialistiche, ripeto: Attenzione a non scivolare nell'implicita accusa dell'ambiguità.
Se il messaggio ti sembra appunto portatore di questo è perché di fatto ritieni che sia socialmente convenibile l'idea dell'omosessualità come handicap.
Se la frase avesse detto LA SCELTA DELLA LINGUA NON E' UNA SCELTA. E la targhetta sul polso "german", tu non diresti che ti fa pensare "Poverino, non è colpa sua se parla tedesco" "aiutiamolo a curarsi"
O sì?
Sul gay pride poi la pensiamo proprio alla stessa maniera. Ecco perchè lo ritenevo un esempio calzante. Come mai la società corretta non si accorge del doppio-gioco pericoloso dei "nonostante"?
spero sia chiaro che l'esempio della lingua è una provocazione.
RispondiEliminasebbene ci siano studi in questo campo per dimostrare come anche geneticamente siamo portati ad apprendere alcuno gruppi fonetici e proprio nell'uso della faringe, è banalmente ovvio che non si nasce linguisticamente tedeschi o francesi.
beh...l'idea della sessualità accostata all'infanzia è cmq un po' disturbante. Lo sarebbe stato anche se il pupo avesse avuto un braccialetto con su scritto 'mi piace la figa', no?
RispondiElimina'anonimo': ho paura di no
RispondiEliminapurtroppo il tema dell'omosessualità ha dei retaggi sociali che saranno difficili da scrostare
un po' tutto quello che mal si conosce o disconosce 'fa paura' e quindi causa brusche reazioni
se il pupetto avesso avuto il braccialetto 'mi piace la gnocca' avrebbe innescato una ilare reazione di goliardia e complicità.
Selene
Ciao Rondoner, a dir la verità a me del gay pride non me ne po' fregà de meno, c'è o non c'è per me è uguale.
RispondiEliminaMagari il fatto che possano farlo tranquillamente, questo sì mi fa piacere.
Invece quel bimbetto col braccialetto "homosexual" mi fa pena.
Come ci fosse scritto "down" o "autistico", ancora una volta Leonardo c'ha dato dentro.
E, Selene, la mia commiserazione nasce da retaggi sociali o davvero penso, in tutta autonomia, che per lui sarà dura ?
A me onestamente pare la seconda.
Ma siete sicuri che su quel tipo di braccialetto poi ci scrivano down o spina bifida o cose del genere? Forse sbaglio ma mi sa, ad intuito, che forse ci scriveranno il sesso (o al limite altri dati personali); le eventuali patologie le dovrebbero scrivere sulla cartella clinica, o no? Almeno io nei film ho sempre visto che ci scrivono 'ste cose qua su quei braccialetti
RispondiEliminanautilus temo che se ci leggi solo quello qualche problemino di omofobia potresti averlo... no?
RispondiElimina@selene. Immagino di sì. Nel commento anonimo di prima avevo attivato il 'nessunopensaibambini' mode. Però ero sincero. A me un bimbetto usato per
RispondiEliminascimmiottare una sessualità che non ha (omo o etero che sia) fa abbastanza pena, se non schifo. Tanto valeva mettergli il boa di struzzo o fargli fare lo sciupafemmine incallito della nursery. Disgustoso quasi quanto i bambolotti pacioccosi che vediamo appesi dappertutto.
Mi sa che ho un problema coi bambini. Schifosi nanerottoli.
Ned Flanders
Come al solito rr, uno esprime un'opinione decisa, magari contestabile, magari una puttanata solenne...e invece di criticare l'opinione si preferisce appiccicare un' etichetta alla persona.
RispondiEliminaI problemini ce li avrà lei, uno perchè non ha capito granchè di quel che ho scritto, due perchè se vuol negare che per gli omosessuali la vita sia in genere più difficile che per gli etero, mi sembra voler negare l'assoluta evidenza, sennò qual'è la ragione del manifesto e perchè siamo tutti qui a parlarne ?
nautilus, si figuri (noto che ci diamo del pruriginoso 'lei') io sono pieno di problemini. chi non ne ha?
RispondiEliminasta di fatto che è lei che attacca le etichette "come ci fosse scritto "down" o "autistico"".
si rilegga prima di sfoderare la spada. tra l'altro io non ho mai detto che essere omosessuali fosse facile, appunto.
ma naturale sì. ed offendersi per questo mostra qualche ansia di troppo.
poi che ognuno faccia e senta quello che gli pare. come diceva il grande groucho: "capita a chi viaggia, io in francia ho fatto la scarlattina"
notte
"Ansia di troppo"
RispondiEliminaE ridagli...
Ciao.
Leo, aggiungo qualcosa qui soltanto ora, ero preso dal trasloco del mio blog in questi giorni. Meno male che hai aggiunto "cordialmente" riportando che ho detto che sui gay non ne azzecchi una. Era appunto un'osservazione cordiale, nata dal fatto che su due post che hai dedicato ai gay quest'anno non sono d'accordo con te. Sai bene, e l'ho scritto più volte, che ti stimo e che spesso condivido il tuo pensiero su altre questioni.
RispondiEliminaRiguardo alla campagna ho già scritto tanto nei commenti su Macchianera, su quelli di un paio di altri gayblog e sul mio. Ti segnalo soltanto quanto ho scritto in quest'altro mio post di qualche giorno fa.
Aggiungo ancora che l'intento della campagna è sensibilizzare gli eterosessuali riguardo al problema dell'omofobia e della discriminazione. Sono d'accordissimo con te sul fatto che in un mondo ideale dovrebbe essere irrilevante per tutti se io sono nato gay o se lo sono diventato poi. Per me è già così. Che io e come me molti altri gay non abbiamo scelto di esserlo, però, irrilevante non lo è affatto, proprio perché c'è tuttora chi soffre (e anche chi muore) per le sue preferenze sessuali. Visto che siamo ben lontani da un mondo ideale, e visto che tanti eterosessuali non ci pensano due volte a insultare, ridicolizzare, o picchiare qualcuno che non condivide le loro preferenze sessuali e che non succede mai il contrario, forse questa campagna, imperfetta com'è, è meglio del silenzio assoluto.
Paolo, hai ragione. E' una campagna contro la discriminazione.
RispondiEliminaIl problema è che visivamente non c'è niente di più discriminante di un etichetta al polso di un bambino. E' un corto circuito forse voluto, ma un po' torbido.
la campagna non è piaciuta neanche a me.
RispondiEliminatanto più che ricalca le vecchie teorie che piacevano tanti ai nostri zii finocchi, in cerca di un capro espiatorio: che cosa meglio di un dna?
Gay non si nasce né si diventa. Si è
Rimane il fatto che sull'omosessualità non ne azzecchi una, non manderei mai un ragazzino gay in classe con te! ;)