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martedì 22 gennaio 2008

sui vostri schermi nel 2018

La caccia al Cinghiale

È vero: in quell'occhio di animale braccato e non domo, si legge la stessa incredulità che affliggeva la smorfia altera del Craxi caduto. La domanda è la stessa: perché proprio io, per quale motivo dovrei pagare per tutti? Per aver fatto quello che fanno tutti, quello che tutti continueranno a fare? È giustizia questa?

La risposta non spetterebbe a me, comunque sì: è la giustizia degli uomini. Imprecisa, sommaria, disorganizzata soprattutto. Quel che risulta più difficile, in tanta umana imperfezione, è credere a un complotto di magistrati anti-Mastella, e magari anti-Prodi. Io (che non ne so niente, ricordo) preferisco pensare che anche stavolta i magistrati stiano agendo da inconsapevoli anticorpi di un sistema che c'è, ma è caotico e ingovernabile: i popoli, le nazioni, sono in qualche modo intelligenze collettive - anche se intelligenze nel nostro caso è una grossa parola. Non c'è nessun grande vecchio che da un tavolo di comando decida di amputare la corruzione italiana a partire da Mastella: non è così che funziona, pensate piuttosto all'Italia come a un'ottusità collettiva che si gratta i pidocchi, magari la rogna: e grattarsi non è sempre il rimedio migliore, ma indubbiamente dà un certo sollievo.
Può darsi che Mastella non sia davvero peggio di molti altri, ma la giustizia non è infallibile. Non persegue tutti nel medesimo momento: da qualcuno deve pur cominciare, e di solito inizia dai pesci più piccoli.

L'errore di Mastella, il suo peccato di superbia, è aver creduto di poter giocare per sempre nel ruolo di ago della bilancia. Mentre gli ex compagni DC d'ambo i poli inseguivano improbabili accozzaglie di centro, lui rifuggiva qualsiasi ecumenismo e si arroccava nelle sue fortezze campane, geloso di quel quattro per cento che avrebbe dovuto difenderlo da qualsiasi minaccia. Immemore del precedente di Craxi (e di Altissimo, Nicolazzi, Giorgio La Malfa: quei capipartito del due-per-cento che durante la recessione del '93 furono i primi a saltare). Incurante di quella semplice lezione di fisica empirica che dice: l'anello più debole è il primo a spezzarsi. In fondo l'errore di Mastella è quello di tanti industrialotti del nord, che a dispetto della retorica anti-terrona gli somigliano per temperamento, e che credevano di poter restare piccoli e impuniti in un mondo sempre più grande e sempre più controllabile e intercettabile. Mastella non l'ha capito, e cadrà per questo. Oltre che per il fatto di non essere, forse, un politico integerrimo. Ma questo non spetta a me dirlo.

Ai tempi di Craxi i magistrati rottamarono i vecchi arnesi della prima repubblica sorretti dalla volontà popolare, che di quella classe dirigente sentiva di non avere più bisogno. Alla rabbia dei primi anni Novanta subentrò la nuova religione berlusconiana, che polarizzò gli italiani in due schieramenti mai visti prima. Oggi che il berlusconismo, o almeno quel tipo di berlusconismo è sfumato (ma nuove versioni sono in cantiere), gli italiani si guardano in faccia alla ricerca non tanto di un capo, ma di un capro espiatorio, qualcuno di cui poter dire almeno “è colpa sua”. L'antipolitica è questa, e i tribuni alla Beppe Grillo la solcano solo in superficie: lo stesso Grillo ha più volte rammentato ai suoi che il problema non è un solo Mastella, ma non è servito a niente. Mastella deve pagare per tutti, perché si ostina a essere piccolo e riottoso, proprio mentre nella nazione si diffonde l'idea che i localismi siano la piaga da combattere. L'“Italia frammentata” del rapporto Censis, l'“Italia sfilacciata”, a “coriandoli”, del cardinal Bagnasco: il messaggio arriva da tutte le parti ed è univoco: le minoranze hanno rotto, i cespugli vanno trattati a diserbante. All'orizzonte c'è forse una Grossa Coalizione d'emergenza, una legge elettorale con uno sbarramento alto, o magari il referendum: che è forse il motivo vero per cui Mastella, dopo le dignitose dimissioni dell'altro giorno, ieri abbia improvvisamente silurato il governo. Per lui è l'ultima possibilità di andare alle urne con le vecchie alleanze, prima che il nuovo bipartitismo lo sradichi definitivamente. Probabilmente gli andrà male. E invece a noi?

Cosa ci accadrà, dopo Mastella? È lecito sperare che il suo esempio serva da monito ai colleghi, come se davvero colpirne uno ne educasse cento? Se ho dei dubbi, non è per pessimismo cosmico. Ma i veri cambiamenti riguardano il popolo, e il popolo non mi è sembrato mai così rassegnato. Non solo: ma noto che a tanti anni di distanza non ci siamo ancora liberati degli orfani di Craxi, che vanno in tv, fanno le fiction, e ostentano tuttora incredulità per la sorte riservata a quel grande statista un po' intrallazzone. Come se il passato fosse inarchiviabile: i rifiuti che credevamo di aver differenziato e reciclato, sono stati semplicemente nascosti in qualche discarica a cielo aperto dove qualcuno li andrà a ripescare per servirceli in tavola all'ora di cena. E pure a Mastella, tra dieci anni, dedicheranno una fiction. Una fiction non si nega a nessuno.

9 commenti:

  1. Art. 7.

    Lo Stato e la Chiesa cattolica sono, ciascuno nel proprio ordine, indipendenti e sovrani.
    I loro rapporti sono regolati dai Patti Lateranensi. Le modificazioni dei Patti accettate dalle due parti, non richiedono procedimento di revisione costituzionale.

    Questo è probabilmente (da sempre) l'articolo meno applicato della nostra Costituzione, causa le continue ingerenze Vaticane nel nostro Stato.

    Il Cardinale Bagnasco, l'erede di Ruini, ha definito l'Italia un paese sfilacciato, frammentato, a coriandoli, con un blocco dello slancio e della crescita economica (è un economista? non lo sapevo). Probabile che Berlusconi, oltre a Mastella, accoglierà nel suo partito pure Bagnasco (peccato per lui che i preti non possono candidarsi).

    Tra le altre cose, Bagnasco ha aggiunto che: "la famiglia è fondata sul matrimonio tra un uomo e una donna" e la Chiesa "si oppone alla regolamentazione per legge delle coppie di fatto". Ecco, lo dica pure a Casini e Fini, quelli del Family Day, che di famiglie ne hanno due (oppure a Mele, che oltre alla famiglia ha pure le donnine). L'ipocrisia, in politica, come sempre la fa da padrona.
    Il discorso di Bagnasco è proseguito con un continuo attacco al governo italiano: rifiuti, incidenti sul lavoro, 194. La Chiesa non dovrebbe fare politica, invece si è palesemente schierata con il Centro Destra (che novità, la Chiesa è sempre stata un'istituzione di destra)

    Il prete di Ceppaloni, il paese di Mastella, durante l'omelia domenicale, ha attaccato i Giudici, rei di indagare sulla famiglia del compaesano, che tanto li ha aiutati...
    Domenica Mastella era in Piazza San Pietro a fare campagna elettorale.

    Ieri sera a Porta a Porta (In Italia la crisi di governo va in onda in Tv da Vespa), Mastella ha delirato per ore. Prima ha accusato i magistrati di Santa Maria Capua Vetere di avere provocato la crisi di governo (???) poi, incalzato dai giornalisti sulla fandonia che aveva appena detto, ha replicato che la maggioranza non c'era più, ma solo tre giorni prima aveva dato il suo appoggio al governo. Cosa è cambiato nel frattempo? Mastella ha farneticato qualche parola, senza senso.

    Il progetto ceppalonico è chiaro: Mastella da tempo lavorava per il salto del fosso, appena persa la sua poltrona, ha chiuso il cerchio. Checché ne dica, l'unica cosa veramente importante per lui, è il potere. Ha accusato i magistrati di indagare su di lui! A suo parere, il ministro della giustizia e consorte, non possono essere indagati.

    Questo è Mastella, sono curioso di vedere chi deciderà di accollarselo, alle prossime elezioni.

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  2. Non c'è nessun grande vecchio che da un tavolo di comando decida di amputare la corruzione italiana a partire da Mastella

    Come tutti gli idealisti di sinistra, Leo, idealizzi anche il possibile "lato oscuro".

    Ma quale "amputare"!!! I grandi vecchi nani di Zurigo (che ovviamente giocano al giro delle sedie libere, ed ora come ora se ne intravedono almeno un paio) volevano solo un caprone espiatorio per proseguire a fare come gli pare.

    Craxi, Mastella, Moggi..(per cui non versiamo una lacrima sia chiaro ma anzi libiamo) sono come i tagli al personale della dittuccia in rovina. L'aumento di capitale è invece la nuova legge elettorale.

    Il NUOVO, questa parola stuprata dagli italiani è il vero Grande VECCHIO.

    E' da quando sono nato che mi aspettano NUOVI orizzonti.
    Nuove riforme, nuovi posti di lavoro, nuova auto, nuovo stadio, nuova tv, nuovo figa.

    Vedrai che novità ci aspettano.

    Non vedo l'ora. No. Non la vedo.

    Forse non c'è proprio.

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  3. ciao Leonardo, Il tuo blog è spesso illuminante (vedi per esempio il recente post su quel monassa di fini). Vorrei tanto sapere dove trovi le energie per scrivere così tanto quasi quotidianamente..io mi sfascio a scrivere la lista della spesa..

    Cosa ci accadrà, dopo Mastella?

    Se il copione è quello che sembra non ci sarà un dopo-mastella, ma un continuum Mastellatum fatto di elezioni col sistema attuale seguite da attorcigliamenti lascivi e maialeschi dei nostri principini. Tutto questo con buona pace dei referendisti e di quelli cui dopo tutto prodi non è così antipatico (tipo me).
    poi ci sarà anche Vèltroni...evvai..

    Tommaso

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  4. leonardo, dov'è la verve di quando a far cadere prodi fu il compagno bertinotti? siete un po' invecchiati (entrambi, tu e bertinotti)

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  5. Ho comprato tre quotidiani, tra i più venduti. Ho letto le pagine della politica; sono connesso ad internet.
    Sono le 17.10 e non ho ancora udito (capito?) le motivazioni ufficiali dell'uscita dalla maggioranza dell'udeur.
    Credo che tutto questo non sia normale.

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  6. Io non penso che la magistratura sia esente da colpe. La magistratura è fatta di uomini che non sono diversi dagli altri e non escludo che tra loro vi sia chi abusi del suo potere.
    Molti magistrati vengono condannati in Italia, segno che anche loro tradiscono il loro mandato.
    Che dietro alla faccenda di Mastella vi sia un grande vecchio sembra effettivamente improbabile ma che ci siano state delle cose strane, delle coincidenze diciamo, mi pare ovvio.
    Purtroppo il nostro è uno sciagurato Paese che non ha pace e che non sembra essere in grado di trovare in sè le forze per risollevarsi definitivamente.

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  7. Credo che l'intervento di mastella a porta a porta sia ormai una pietra miliare della storia di questo paese.
    "Quel giorno figlio mio, vidi un politico far cadere il governo, farla franca coi suoi guai con la giustizia (perché èè probabile finirà così) e nonostante questo sentirsi una pecora circondata dai lupi"

    WTF!!

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  8. "La giustizia, amico mio, è come le ragnatele. Cattura le mosche, ma il tafano le rompe".
    Proverbio della Saintonge (citato da Eugen Weber)

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