Pages - Menu

martedì 20 maggio 2008

Gioventù bruciacchiate

Dopo di noi, sempre più giungla

“Ah, guarda, io non so come fai a fare il mestiere che fai. Come fai?”

Non lo so.

“Cioè, insegnante. Io non ce la farei mai”.
E io non farei mai il carabiniere, così siamo pari.
“Alle medie, poi. Coi ragazzi che ci stanno adesso. Dev'essere una jungla. Come si fa?”
Spiegamelo tu. Sei appena tornato da una missione in Afganistan e mi guardi come se il pazzo fossi io. Ma ti rendi conto.
“Ogni giorno ne senti una nuova. Ma quella ragazza, hai sentito? che arriva in classe, si mette a ridere... il prof avrà pensato a un caso di ridarola, come ai nostri tempi”.
I nostri tempi.
“Macchè, le convulsioni! Aveva tirato del crack! Nell'intervallo”.
Sì, è seccante. D'altro canto, ti ricordi Cantelmi?
“Come no, adesso fa l'assicuratore! È sempre il solito stronzo! Ma cosa c'entra Cantelmi?”
Ti passava l'hascisc negli spogliatoi, ai nostri tempi.
“Ma va'!”
Ti dico che me lo ricordo.
“Ma forse ad allenamento... ma a scuola no! l'hascisc a scuola, sei fuori?”
Proprio perché non sono fuori, proprio perché non ci sono mai stato, quell'odore lo sento solo ai concerti e a certi cantoni di strada; e ogni volta mi viene in mente lo spogliatoio e la faccia da culo di Cantelmi, e non è il tipo di madeleine che uno s'inventa a posteriori, per cui...
“E comunque era maria...”
Era hascisc, dai.
“Ma vuoi mettere col crack? Ma hai presente cos'è il crack? Ci sono i cristalli d'ero dentro, dipendenza al primo tiro!”
Ecco, è quello che ci raccontavano i vecchi della maria. Stessi discorsi.
“E poi era roba tra maschi! Cioè, neanche uno stronzo come Cantelmi avrebbe passato dell'hascisc a una ragazzina, cose da...”
Cantelmi forse no, ma tu l'hai fatto.
“Ma che sei sc...”
Predotti Annakatia.
“A vabbè, se adesso stiamo a contare pure l'Annacacca... io dicevo le ragazzine”.
Pure lei se ne tornava in classe con certi accessi di ridarola. Io mica capivo, eh. Ci ho messo qualche anno a ricostruire.
“Ma non era mica una ragazzina, dai... una ripetente”.
Quindici anni.
“Sì, ma fisicamente, eh... fisicamente...”
Oggi finiresti sul giornale, per una cosa del genere. Negli anni Ottanta i cronisti avevano altro da fare. C'erano le brigate rosse e l'anonima sarda, una babygang che spacciava alle medie era meno interessante. Non esisteva nemmeno la parola babygang.
“Ma non abbiamo mai fatto male a nessuno! Questi di adesso sono degli animali, distruggono le scuole! Hai sentito il liceo a Modena? Migliaia d'euro di danni, 'sti stronzetti. Che se me ne trovassi uno tra le mani, io...”
Medie statali di Ravarino, 15 settembre 1987.
“Eh?”
Avevano appena intonacato. La notte del primo giorno di scuola dei vandali con bomboletta riempiono di scritte le quattro pareti. Qualcosa come dieci milioni di danni. Non si è mai saputo chi sia stato.
“Ah cazzo, mi ricordo... quando uscì sulla prima del Carlino... che cagata addosso”.
Puoi ben dirlo.
“Ma quindi tu sapevi... ma chi te l'ha detto?”
C'ero anch'io, deficiente, ero quello che andò a comprare le bombolette il sabato pomeriggio, a Modena col motron.
“C'eri tu? Ma tu eri un secchione”.
Si vede che cominciava a starmi stretta la parte.
“Ma dai! Che roba! E gli altri chi erano? Che non mi ricordo proprio più niente, sai”.
Parisini Antonio.
“Poveretto. Hai saputo...”
Come no, un infarto a trent'anni, ci penso ogni volta che mi sento il cuore.
“Tranquillo che a te non capita”.
E chissà. Giarola Sandro.
“L'ingegnere!”
Secondo me non si è mica laureato, sai.
“Conta poco, suo padre gli ha messo già un po' d'azienda in mano. Vabbè, al massimo se ci scoprono l'avvocato ce lo paga lui”.
Mi sa che il reato è passato in prescrizione. E poi tu sei un eroe di guerra. Ma insomma, questi afgani?
“Son brutti. Ma nei carabinieri non si sta male. Voglio dire, c'è disciplina. Non è come a scuola”.
E dagli.
“Nel senso che... se io dico a un sottoposto Fermati, lui si ferma. A scuola non si ferma mai nessuno”.
Io mi fermavo, a volte.
“Io no. Nei carabinieri il comandante lo rispettano. A scuola gli insegnanti sono sempre degli sfigati... mica per offendere, eh...”
Il rispetto si conquista, ovunque vai.
“Ma a scuola ti possono fare qualsiasi cosa, e non puoi neanche toccarli! Ho sentito che l'ultima moda è che gli studenti ti prendono la targa! La tua l'han presa?”
Sì, certo.
“Cioè, qualcuno ti ha detto che...”
Un giorno uno mi ha chiesto, davanti a tutti: prof, lei per caso guida una pegiò tale targata ecc.? Sapeva anche il numero di telaio, a momenti. Sai, io poi lavoro in un paesone.
“E a uno così, se gli dai un brutto voto, cosa ti fa?”
Mah, spero niente.
“Ma ce l'hai un garage?”
Lo sto cercando. E poi ho esteso l'assicurazione agli atti vandalici. Ma voglio dire, è il mio mestiere. Se fossi un muratore potrei cadere da un'impalcatura.
“Noi però non eravamo così. Non avremmo mai minacciato un professore col numero di targa... è una cosa mafiosa, veramente”.
Ma l'auto di Farella, te la ricordi?
“Oddio, Farella! Ma tu sei pericoloso! Ma come fai a ricordarti dopo tutti questi anni Farella!”
L'inchiostro di certi brutti voti trapassa dal registro all'anima.
“Farella! Adesso io stanotte non dormirò, perché mi hai fatto venire in mente Farella!”
Certi momenti muti alla lavagna durano tutta la vita, forse non sono ancora passati.
“Con la sua Alfasud scassata! Coi deflettori di cartone!”
Glieli avevi rotti tu, no?
“No, fu Borotti, il figlio del tabaccaio... sta in Venezuela, adesso. Import Export”.
Dicono tutti così. La fiancata comunque, quella l'hai fatta tu. Col cacciavite a stella che ti trovarono nello zaino.
“Ancora 'sta storia, oh. Nooo! Come ve lo devo dire. Il cacciavite mi serviva perché avevo un problema col seimarce. Secondo me fu il povero Parisini”.
Certo, lui di sicuro non può smentire.
“Glielo dissi pure al Preside, di controllare il graffio, che i cacciaviti a stella non sono buoni per rovinare le fiancate, sono meglio quelli piatti”.
Eri già un esperto.
“Ma sì, perché avevo fatto la fiancata della supplente di francese, l'anno prima... ma con lei era un altro discorso... era una t...”
Va bene, i deflettori no e la fiancata no. Ma la pisciata, almeno. Prenditi le tue responsabilità.
“Ma sol che non scherzi! Ma ti pare? I maschi pisciano in piedi”.
Vuoi dire che...
“Fu lei, fu l'Annacacca! Avevamo rotto il deflettore per entrare, stavamo fumando... fu accidentale! Lo sai com'era l'Annacacca, quando cominciava a ridere...”
Si pisciò adosso nell'Alfasud del più stronzo dei prof di matematica. Era il 1986.
“Che sagoma, l'Annaka. Ma che fine ha fatto?”
Commessa. Sposata. Due figli.
“Due bambini! Li hai visti?”
Uno ce l'ho in classe. Non è proprio una cima, eh.
“E ti credo! Vengono su sempre più cretini”.
Non lo so. È difficile fare un confronto, stabilire dei parametri.
“E non rispettano più nessuno! Ci vuol coraggio per metterne ancora al mondo!”
Dai, ce la faremo.
“Mah”.
Sei stato in Afganistan, di cosa ti preoccupi?
“Là era deserto, duro, ma... allo stesso tempo semplice. Non so se mi spiego".
Sì.
“Qui è peggio, qui è una giungla”.
L'ho già sentito dire.

26 commenti:

  1. Capisco i tuoi problemi con la matematica :-)

    RispondiElimina
  2. Concordo al 100% ,credo sia un fenomeno inarrestabile della crescita, quel momento in cui si oltrepassa la linea d'ombra del "ai miei tempi..."

    Ho 33 anni e quando sento gente anche più giovane di me attaccare già con sta storia che "noi eravamo diversi, ogi invece bla bla bla"... non lo so, ma a me viene una sensazione come di soffocamento.

    RispondiElimina
  3. 'sto pezzo è molto bello.
    voglio dire: forse il problema è tutto qui, ci piacciono le cose facili. i buoni di qui e i cattivi di là, come in afghanistan (ma non ne sarei così sicuro).
    o gli zingari: loro cattivi, noi buoni. loro delinquenti noi cittadini...
    però non mi torna. che io sappia (ma non sono uno specialista) "loro" non hanno inventato la prostituzione, la droga, la camorra, gli appalti truccati, non vendono esami all'università...
    non sono mica tanto sicuro che "loro" sono i cattivi e "noi" i buoni.
    o sono io che non riesco a distinguere bene, ma non mi riesce facile fare 'sta divisione netta.
    secondo me è un segno dell'età: a quindici o vent'anni si ha molto chiaro chi sono i buoni e quali i cattivi. col passare degli anni si vedono le sfumature e il "prima si stava meglio" non è più così chiaro, una volta depurato dalla nostalgia per quando s'era giovani e s'aveva tutto per possibilità.
    il problema è: ma come saranno 'sti stronzetti fra trent'anni?

    RispondiElimina
  4. Questo post sembra un dialogo di un film di Virzì. Però, secondo me, due righe su orge, sesso e telefonini a scuola le potevi mettere.

    RispondiElimina
  5. Anche io insegnante, e posso dire tranquillamente che non farei mai a cambio con nessun altro mestiere!

    RispondiElimina
  6. Il "problema giovanile" esiste dall'inizio dei tempi, e continuerà sempre a esistere. Ciascuna generazione di adulti ritiene che i giovani con cui essa ha a che fare siano più degenerati e immorali di quanto non lo fossero i giovani che li hanno preceduti. Le testimonianze letterarie non mancano. E' fisiologico. Eh, i giovani d'oggi...

    RispondiElimina
  7. Mi fa più paura il problema senile...

    RispondiElimina
  8. ...da appendere alle pareti di tutti i centri diurni per gli anziani...

    RispondiElimina
  9. "Questa è una canzone che risale al 1962, dove dimostro di avere sempre avuto, sia da giovane che da anziano, pochissime idee ma in compenso fisse. Nel senso che in questa canzone esprimo quello che ho sempre pensato: che ci sia ben poco merito nella virtù e ben poca colpa nell'errore. Anche perché non sono ancora riuscito a capire bene, malgrado i miei cinquantotto anni, cosa esattamente sia la virtù e cosa esattamente sia l'errore, perché basta spostarci di latitudine e vediamo come i valori diventano disvalori e viceversa. Non parliamo poi dello spostarci nel tempo: c'erano morali, nel Medioevo, nel Rinascimento, che oggi non sono più assolutamente riconosciute. Oggi noi ci lamentiamo: vedo che c'è un gran tormento sulla perdita dei valori. Bisogna aspettare di storicizzarli. Io penso che non è che i giovani d'oggi non abbiano valori; hanno sicuramente dei valori che noi non siamo ancora riusciti a capir bene, perché siamo troppo affezionati ai nostri"

    RispondiElimina
  10. Mi sembra di tornare ai discorsi che fanno i vecchi al bar sport.
    Loro le sanno prima le cose.
    Hanno sempre detto che la juve rubava e infatti moggiopoli.
    Ora dicono dell'inter e già qualcosa succede.
    La storie de "ai miei tempi era diverso" è sempre esistita.
    Qualunque persona pensa che i giovani d'oggi, che saranno gli adulti di domani, siano peggio di quelli di ieri.
    Sono problemi tirati fuoi dai media per distogliere dai problemi reali.
    e cmq, SUI GIOVANI D'OGGI CI SCATARRO SU.
    http://andreapoulain.blogspot.com/

    RispondiElimina
  11. mi iscrivo anche io. al club di quelli che pensano che l'allarme sociale permanente sia una tecnica di governo non sostenibile nel lungo termine.

    RispondiElimina
  12. Leo, grande post.
    Ecco, non avrei saputo esprimere meglio cio' che hai scritto. Quando ero alle medie ed alle superiori io, come anche per te, credo, certe cose succedevano "tranquillamente". Ora c'e' questa sorta di megafono drogato che un giorno fa voltarci la testa e destra ed un altro a manca pur di distrarci. Un giorno i gggiovani, un altro i rom, poi le elezioni. Ecco, "strega comanda color..."

    RispondiElimina
  13. Concordo, concordo... ma non ti pare che qualcosina, -ina -ina, sia cambiata?

    O forse sono stato solo fortunato (ed abbastanza educato) negli anni della mia istruzione.

    Ottimo blog, e complimenti per la perseveranza! :)

    RispondiElimina
  14. Mitico!! Concordo. Ho visto bruciare registri, togliere (non tagliare) le gomme alle auto dei prof. Uh.. e gente fatta di Popper! Poi diversi generi di sopprusi. Quello che e` cambiato e` l'effetto eco dei maledetti media. Tutto li.. Una sola nota: nel crack NON c'e` eroina! Deriva dalla cocaina.

    RispondiElimina
  15. Guarda Leonardo,il tuo pezzo è magnifico e tu scrivi benissimo.
    Però è anche vero che ai miei tempi nessun quattordicenne tirava di coca in bagno,mentre i quindicenni compagni di scuola di mio fratello si,in massa e regolarmente.
    Ai miei tempi,no,leo.
    Quali sono i miei tempi?Ho 23 anni.
    Forse qualcosa è cambiato,dai.

    Salvo

    RispondiElimina
  16. Anche io ne ho viste un bel po'. Ma ho l'impressione che qualcosa stia cambiando davvero, come già "ai miei tempi" era cambiato dai tempi dei miei genitori.

    Temo che il problema principale oggi sia che nessuno riesce più a distinguere e a misurare. I ragazzi hanno sempre fatto a botte, hanno sempre fatto danni alla scuola e dispetti agli insegnanti; e credo che sia normale che continuino a farlo. Poi però se ti scoprivano, sia a scuola che a casa, be': era peggio per te...

    Oggi questa corrispondenza tra azione del ragazzo e reazione degli educatori ne esce sballata. La mia maestra delle elementari ci tirava "i nocchini" in testa e nessuno ne è morto. Oggi penso proprio che i genitori la denuncerebbero...

    Tempo fa repubblica riportava scandalizzata in prima pagina che in una scuola un gruppo di ragazzi faceva a gara a chi era più dotato sessualmente. Embè? Alle medie da me era lo sport nazionale!
    Poi però se un ragazzino di nascosto salta la scuola per due mesi e l'insegnante ne informa i genitori, quelli sono capaci di difendere il figlio...

    Allora credo che il problema sia la misura, da un lato e dall'altro.

    RispondiElimina
  17. Eh, ti capisco.
    Insegnante anch'io.

    Bel pezzo.

    RispondiElimina
  18. boh,
    io c'ho 32 anni, ho fatto il classico,
    a garbatella e già 15 anni fa c'era chi faceva le orge e pippava cocaina.
    certo non c'erano i telefonini a videoriprende, ma se la divertivano eccome!

    e poi mi ricordo che un tizio ha pure dato fuoco all'aula magna per bruciare i registri e non essere bocciato.
    ah e poi le telefonate di sabato "c'è una bomba!"

    che tempi!

    RispondiElimina
  19. @andrea

    fa sempre piacere vedere citati gli afterhours :D

    RispondiElimina
  20. Certo che da uno che andava in giro in Motron potresti aspettarti qualsiasi cosa...anche che finisca a fare l'insegnante....

    RispondiElimina
  21. è più facile andare e tornare dall'Afganistan che scalfire una convinzione

    RispondiElimina
  22. "E poi ho esteso l'assicurazione agli atti vandalici. Ma voglio dire, è il mio mestiere. Se fossi un muratore potrei cadere da un'impalcatura."

    E' la parte che più mi ha colpito dell'articolo.
    Secondo me riassume perfettamente il problema odierno.
    A mio avviso è impensabile che un insegnante debba preoccuparsi degli "atti vandalici" dei suoi studenti. E tantomeno questo fenomeno è "inevitabile" come la possibilità di cadere da un'impalcatura per un muratore.

    Sicuramente droga e sesso sono sempre circolati in una forma o in un'altra (ripetenti, figli di carcerati, sbandati, ecc.) ma quello che era il rispetto per l'autorità e le figure che la rappresentano è sparito ormai senza lasciare alcuna traccia e questo per me è il principale segno di un peggioramento della società in cui viviamo.
    Senza il rispetto per l'autorità non ci può essere rispetto per le istituzioni e per la società stessa.

    Poi potremmo parlare delle attuali istituzioni e società, ma questo è un altro discorso...

    RispondiElimina
  23. Un po' in ritardo.. ma Valerio, lasciatelo dire, non hai proprio capito nulla..

    "Sicuramente droga e sesso sono sempre circolati in una forma o in un'altra (ripetenti, figli di carcerati, sbandati, ecc.)"

    una delle cose piu` stupide e razziste che abbia mai letto! Complimenti

    RispondiElimina
  24. Caro Davide, sono contento per te. Se pensi che la mia frase sia razzista è evidente che tu non hai dovuto affrontare la realtà di una periferia "disagiata" crescendo.
    Dove andavo a scuola io alle medie, erano proprio i figli delle famiglie con maggiori difficoltà (per un motivo o per un altro) quelli che spesso si trovavano invischiati in casi di droga o sesso, per il semplice motivo che l'assenza della famiglia dietro le spalle lasciava questi ragazzi allo sbando, a vivere la strada e seguire solo le sue leggi.

    Ovviamente c'era anche il "figlio di papà" con i soldi a contribuire al fenomeno, ma lì dove ero io non erano così tanti ed eravamo tutti più o meno sulla stessa barca. Quindi ho soltanto usato esempi a me familiari per arrivare al punto che a me interessava, senza voler stigmatizzare una categoria o l'altra.

    Infatti il punto del mio intervento non era quello di accusare certe categorie sociali, ma di "denunciare" un fenomeno a mio avviso molto grave nella società di oggi, e cioè la mancanza di rispetto che permea un po' tutta la nostra popolazione, non solo i ragazzi. Personalmente ho trovato la frase "gli atti vandalici stanno al lavoro di insegnante, come la caduta dalle impalcature a quello del muratore" di forte impatto, perché a mio avviso è una denuncia importante fatta da Leonardo.

    Non dobbiamo pensare che sia normale, non dobbiamo lasciare che passi inosservata perché è così che si scenderà sempre più in basso.

    E poi chiamami razzista se vuoi, ma tecnicamente non ho specificato alcun colore di pelle... anzi, punto il dito proprio contro noi italiani.

    RispondiElimina
  25. concordo con ciò che hanno detto altri.ho 27 anni liceo scientifico:canne, coca, vandalismo e sorpresone: bullismo femminile a non finire. E' possibile che i media ci infinocchino con le loro stronzate x distogliere l'attenzione da ciò che conta??

    RispondiElimina
  26. Boh, non lo so... Ai miei tempi una delle più grosse trasgressioni era che avevano disegnato delle enormi corna da bufalo sulla parete dietro la sedia del prof... ah, e poi qualche volta ho sentito puzza di spinelli nel seminterrato. Ed era il liceo artistico (buuu, paura!...)
    Vcvsa alle elementari c'era una strisciante fissa col sesso (a ripensarci in effetti mi scandalizzo io per prima): i maschi si confrontavano i piselli e anche noialtre qualche volta le patate... Una volta fui anche pagata da alcuni compagni di classe per fargli il disegno di una donna nuda; la suora mi beccò e mi mandò dietro la lavagna (Chissà cosa le passò per la mente, poraccia)

    RispondiElimina

Puoi scrivere qualsiasi sciocchezza, ma io posso cancellarla.