L'insicurezza percepita
“Signora, aspetti...”
“Ma che fa? Giù le mani!”
“Signora, volevo solo reggerle il portone...”
“Ah, ma è lei! Scusi, ma prima non l'avevo vista bene, mi ha fatto venire una paura...”
“Paura? Signora, paura di che? Sono le dieci del mattino”
“Ma lo sa anche lei, con tutti quei... con tutti quei negri che si vedono adesso nel quartiere...”
“Neri?”
“Ma sì... negri, neri... uguale... io non sono mica razzista, eh, però... cosa ci vuol fare, quando mi fissano mi mettono una paura...”
“Signora, ma non ci sono dei neri, qui”.
“Massì... negri, o marocchini... l'è uguale... sempre in giro dalla mattina alla sera... e mi guardano... cos'avranno da guardare una povera vecchia...”
“Di marocchini ce n'è uno al civico 12, e basta. Creda a me che faccio il postino”.
“Massì, se non sono marocchini saranno extra... albanesi, zingari... tutti uguali...”
“Rumeni. Rumeni ce ne sono tre famiglie all'angolo. Sembra gente tranquilla, eh. Però è vero che i ragazzini son sempre in giro”.
“E fanno una paura...”
“Specie adesso che la scuola è chiusa”.
“Con quelle bici, ti spuntano alle spalle, ti puntano la borsa... ne hanno preso uno un mese fa, c'era sul giornale, ma è possibile che non si possa star tranquilli a uscire per strada?”
“Signora, c'è una cosa che dovrei chiederle...”
“Speriamo adesso, col nuovo governo... mah... che poi tanto sono tutti uguali... parlano, parlano, e poi... ma sa cos'è! Che son tutti vecchi! Si truccano per sembrar dei giovanotti, ma son tutti dei vecchi cancheri come me! Mo quand'è che cominciano a dare un po' di potere ai giovani, eh...”
“Eh, signora, ci vuol pazienza”.
“Lei, per esempio, ma è possibile che un bravo ragazzo come lei stia ancora lì a fare il postino? Che si vede che è uno che ci sa fare, e poi è simpatico, aiuta anche la gente, ma almeno glielo rinnovano il contratto?”
“Vediamo, signora, è un trimestrale”.
“Ma a proposito, lei che è il postino, non è mica che ha una busta per me? Dalla banca? Sarà un mese che sto aspettando questa busta dalla banca...”
“Ecco, signora, volevo proprio parlarle di questo. È arrivata una comunicazione dall'ufficio, vede? Lo sa, che le devono spedire il bancomat”.
“Ecco, appunto, io stavo proprio aspettando il bancomat”.
“Però non le hanno fatto firmare per la praivasi”.
“Ma è una cosa grave?”
“Ma no, signora, non è niente, dovrebbe riempire questo formulario che mi hanno dato, vede? E farmi una firma qui”.
“Oddio, ma non ci ho mica gli occhiali!”
“Se vuole l'aiuto io. Serve nome, cognome, luogo di nascita...”
“Malavasi Neive, sei gennaio quaranta”.
“Codice fiscale...”
“Ma non me lo ricordo mica, povera me. Devo andare su a prenderlo?”
“Eh, signora, forse è meglio di sì. E già che c'è...”
“Sì?”
“L'è arrivato per caso il PIN del bancomat nuovo?”
“Certo, m'è arrivato la settimana scorsa, è per quello che cominciavo a stare un po' in ansia...”
“Ecco, dovrebbe darmi anche quello lì”.
“Come, le devo dare anche il pin? Ma non è una cosa segreta?”
“Signora, cosa vuole che le dica, è per la praivasi. Se vuole lo faccio scrivere a lei, e io non guardo neanche... vede? C'è scritto qui...”
“Va bene, va bene, adesso vado su e prendo il codice fiscale e il pin”.
“Vuole che l'accompagno?”
“Ma no, ma no, non si stia a disturbare... un bravo ragazzo come lei... chissà quante scale gli fanno fare in una mattina...”
“Non mi lamento, signora...”
“E invece dovrebbe! Dovrebbe! Che è una cosa che non riesco a capire, dei bravi ragazzi come voi a fare questi mestieracci, mentre in giro ci sono tutti questi negri che ti guardano, ti guardano, e a me fan tanta paura...”
“Ehm, signora...”
“Sì, sì, va bene, lo so che ha fretta, adesso salgo...”
Modena, 20 giugno 2008 - Un portalettere è stato arrestato dalla polizia postale di Modena poiché apriva le lettere contenenti la tessera bancomat che l'Unicredit aveva inviato ad alcuni clienti di Carpi.
L'uomo, un 35enne residente a Carpi, teneva per sé le tessere e modificava il contenuto del messaggio dell'istituto di credito prima di consegnare la missiva ai clienti, ai quali chiedeva di comunicargli il codice segreto 'pin' gia' in loro possesso prima che la carta magnetica venisse effettivamente recapitata.
.. e io che rifiutai anni fa i sei mesi in posta, perché si sovrapponevano al mio PRIMO! impiego come redattore ..
RispondiEliminaUhg. Mi hai messo un magone...
RispondiEliminaOperette morali, si chiamano.
RispondiEliminaLeonardo, ma il tuo indirizoz email non c'e'?
RispondiEliminaScrivimi, ch eti mando l'ultima risposta che ti ho scritto stamattina, che non credo che Zambardino approvera'.
Ciao, Fabio (yukali at tin.it)
Sì, sì, ti scrivo.
RispondiEliminaoltretutto il portalettere era terrone.
RispondiEliminaImprenditorialità italiana!!!
RispondiEliminaMeglio essere rapintai da un italiano brava-gggente che essere "guardata" da un ne(g)ro.
RispondiEliminache triste questo dialogo. Identico a quelli che senti di continuo in giro.
Fortuna che coi son le ronde salva itaGliani.
o.O
Ecco, adesso hai dato nuove idee alle bande di romeni cracca-bancomat.
RispondiEliminamichele mi spiace per te ma il postino in questione oltre a non esser terone è uno che gli puoi affidare anche le chiavi di casa:se non lo conosci non parlare.ma che ne sai di cosa è successo veramente? i giornali ci sguazzan su ste ccose
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