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giovedì 27 agosto 2009

Io sono Artigiano

Non avrai altro Autore al di fuori di me

Quello che mi ha spinto a farlo, come ho detto all'inizio, è che da questa risibile querelle estiva e premestruale si sia arrivati come sempre a ipotizzare un fantomatico scrittore fantasma che è il vero autore dei libri che pubblico a mio nome. (Giorgio Faletti)


A parte che vorrei esserci – non dico sia uno dei motivi che mi tiene in vita, ma vorrei esserci – il giorno in cui finalmente uno scrittore famoso, accusato di avere dei negri, o degli editor un po' intrusivi, farà il primo vero coming out: ebbene sì, il mio romanzo non l'ho scritto da solo, eravamo in cinque: uno ha lavorato ai dialoghi, uno ai monologhi, uno si è girato l'Oklahoma per sei mesi per fare le ricerche, uno rileggeva e l'ultimo passava col carrello del caffè, e allora? V'è piaciuto? Quello è l'importante, no? Mica ve l'abbiamo fatto pagare cinque volte tanto. Oh, che ci posso fare se sono scarso coi dialoghi? Mi pago uno che me li scrive e uno che se li rilegge, e se il risultato è buono dovreste ringraziarmi, altro che far le pulci.

Perché è ben strana in fondo questa cosa: quando andate al cinema non vi preoccupate che lo sceneggiatore e il regista siano persone diverse. Mai sentito qualcuno lamentarsi che Kubrick usasse soggetti non originali, che i vostri film preferiti siano li risultato dello sforzo di migliaia di persone.Vi siete bevuti decenni di serie televisive – orologio alla mano, è senz'altro la forma d'arte che vi ha 'intrattenuto' di più – e non vi siete mai posti il problema di chi le abbia scritte: coglioni qualsiasi intorno a un lungo tavolo in qualche grattacielo condizionato, ma chi se frega? tanto è un prodotto industriale. Al diavolo la nozione ottocentesca di “Autore”.

Finché non arrivate in libreria, e la musica cambia di colpo. Lì è puro Ottocento, si direbbe che fuori vi stia aspettando il maggiordomo in livrea con la carrozza: tutti Autori con la A maiuscola, e anche tutte le lettere del nome e del cognome, tutte in maiuscolo, sbalzate in oro e in lapislazzuli, più evidenti del titolo; uno non compra Io sono Dio di Faletti, uno compra GIORGIO FALETTI Io sono Dio: e guai, maledizioni, anatemi, a chi solo insinua che dietro GIORGIO FALETTI possa esserci un po' di lavoro di gruppo. È vietato anche solo pensarlo: GIORGIO FALETTI deve essere un artigiano che si scrive tutto da solo, dal titolo fino al più umile apostrofo. Esatto, sì, li mette tutti a mano, gli apostrofi, uno a uno. Altrimenti, boh, non c'è più gusto a leggerlo. Così a conti fatti GIORGIO FALETTI è l'artigiano più pagato d'Italia. Fattura milioni ed evidentemente non ha nemmeno un ufficio stampa, un pr, un amico che gli dica ehi, Giorgio, va bene fare il duro, ma non si trattano così le signore. Puoi avere tutti i buoni motivi del mondo, ma la sindrome premestruale no, non si tira fuori in una polemica la sindrome premestruale. Voglio dire, i duri non lo fanno. Rileggiti i classici: te l'immagini Marlowe, te lo immagini Mike Hammer coinvolti in una polemica letteraria con una biondona fatale? Uno schiaffone può anche scapparci, se la fata fa l'isterica, ma un accenno al mestruo no, è un tabù, una cosa definitivamente non anglosassone, di una mediterraneità inemendabile, come faccio a spiegartelo meglio... è una cosa che... non ti aggiunge centimetri al pisello, capisci?

47 commenti:

  1. devo cercare "aggiungere centimetri al pisello" su google?

    fr

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  2. Sono l'unico che ha pensato "no dai, allungarlo ancora di più?!" ??

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  3. niente, la frase idiomatica proprio non mi viene....

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  4. Certo che Faletti versione zio Tom è veramente inquietante.

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  5. Ho provato e riprovato, ma il link finale da google non mi vuole funzionare. Adesso ho messo youtube.

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  6. Penso che se confessasse che l'hanno scritto in tanti, gli altri vorrebbero aumentare la loro % sulle royalties. As simple as that, ci son sempre i soldi dietro :)

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  7. Nelle serie c'è scritto chi fa cosa: ideatore, produttore esecutivo, scriptwriter, regista e via dicendo. Magari la gloria di "Lost" se la beccano tutta Abrams e Lindelof, ma se vuoi sapere chi gli scrive i dialoghi puoi saperlo.
    Ogni tanto fanno così anche gli scrittori: che ne so, sono in due, poi c'è l'editor che più spesso che no fa tre. E quasi sempre viene quantomeno ringraziato nel libro.
    Faletti ci tiene, alla sua immagine di Artigiano. Non perché ci tenga il pubblico (che sì, ama moltissimo il vezzo dello scrittore che scrive tutto a mano e ricopia sul computer una lettera alla volta), ma perché ci tiene proprio lui, lui che con la critica va sempre malissimo anche quando vende un botto, perché è un segaossa della scrittura, e questo gli rode.
    Peraltro, se fossero stati in quattro, su 'sto libro, le puttanate evidenziate dalle lettrici sarebbero state espunte senza pietà.
    Forse se li scrive proprio da solo, o li fa scrivere da uno che paga poco.

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  8. tempo fa dovevo passare una notte sveglio, da solo, in attesa (lunga storia). non avevo niente da leggere, c'era "Io uccido." e mi sono detto: perché no?

    ora: può anche darsi che ci sia gente che di lavoro fa l'allungabrodo (c'è?); è possibile che alcune persone offrano servizi di consulenza per chi ha bisogno di dialoghi banali, periodi industriali (nel senso di frasi tutte uguali fatte con lo stampo) e pedanti banalità; non posso nemmeno escludere l'esistenza di apposite agenzie cui rivolgersi per aumentare la prevedibilità della prosa (alla prima parola s'indovina già tutta la frase e alla seconda riga uno sa esattamente cosa lo aspetta per il resto del capitolo, ma non mi basta cara agenzia, non si può far meglio?). immagino uno che va da questi e gli dice: sono solo 600 pagine che meno il can per l'aia, sarà abbastanza? la trama è ancora troppo poco scontata, che faccio?

    io però spero di no, spero in un mondo migliore in cui una cagata pazzesca possa essere semplicemente il frutto marcio di uno che fa finta di essersi pentito di essersi "abbassato" a farsi quasi regalare la fama da una trasmissione televisiva che ha lanciato tanti altri sconosciuti e semi-tali.

    mangiate merda: miliardi di mosche non possono sbagliare.

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  9. Insomma dire a una donna che se l'e' presa con te perche' c'ha le sue cose e' sessista, chiuderla in un burkini perche' senno' e' una zoccola che da' scandalo e provoca i poveri maschi (perche' il motivo, inutile girarci intorno per migliaia di battute, e' solo quello) invece no.

    tibi

    P.S. Stavolta il negro di Faletti si dev'essere vendicato: ha messo 'mooths' invece di 'moths'.

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  10. Non lo so se Faletti si fa aiutare da qualcuno, e come si diceva, non ci sarebbe nulla di male. Ma qui c'è qualcuno che deve usare un bot, per generare certi commenti.

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  11. Di Faletti ho letto Niente di vero tranne gli occhi perchè me lo consigliò una ragazza di cui mi ero preso una terribile cotta.
    Era tra i suoi romanzi preferiti...
    Poi quando ho finito di leggerlo non ho più preso in mano un libro di Faletti.
    E la cotta per la quella ragazza? Faletti me l'ha praticamente congelata. :)

    Gianni P

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  12. Ho letto i primi tre e Io uccido a me è piaciuto. Io sono Dio lo comprerò solo per le critiche che sta generando. Forse aspetto che arrivi in biblioteca. Faletti mi è simpatico e i calchi legittimati altrettanto. Non capisco perché darsi tanta pena per sapere in quanti hanno scritto al posto suo, se poi viene puntualmente stroncato a prescindere. Cioè se la sua produzione è robaccia a chi importa chi l'ha scritta? In Italia tutti scrivono libri tranne me e l'impiegato delle poste del mio paese perché non siam capaci. E comunque anche i ghost-writer devono mangiare.

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  13. Però se non sei ipocrita non puoi non ammettere che se hai scritto un malloppo di centinaia di pagine tutto da solo e ti vengono a dire che non sei stato tu, che ti hanno aiutato perché tu non ne saresti capace, un po ti girerebbero i coglioni.
    E non ti consolerebbe affatto pensare che pure Kubrick e bla bla bla...

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  14. Thomas, proprio perche' io, a differenza di qualcuno, non mi limito a generare gnegne' con lo stampino, ti daro' una spiegazione personalizzata.
    Per me l'essenza del razzismo e' applicare standard diversi a categorie di persone che, invece, dovrebbero essere trattate allo stesso modo (chiaro invece che non posso trattare i Down come i 'normali', sotto diversi punti di vista).
    Nella fattispecie, il titolare del blog punta il ditino politically correct contro Faletti che, in una polemica con delle donne, ne attribuisce il livore a una 'sindrome premestruale'. Il che non sara' tanto carino, ma e' quello che fanno un po' tutti tutti i giorni, vedi Sabina Guzzanti che litigando con Ferrara non trovo' di meglio che chiamarlo 'ciccione'.
    Ma comunque, e' uno standard: il sessismo e' sbagliato. Fin qui ci siamo?
    Bene, allora dovrebbe essere sbagliato anche prescrivere alle donne (e solo alle donne), se vogliono fare il bagno, di ricoprirsi con una specie di muta integrale; che sarebbe come lasciarle andare sì al ristorante, ma con la museruola: che s'arrangino con la cannuccia, se vogliono nutrirsi. La motivazione, evidente a chiunque, e' che il corpo femminile, se esibito, eccita inopportunamente i maschi. In questo ha ragione Leo: a nessuno piace vedere una versione incarognita e fuori tempo massimo del proprio passato (forse non a caso il delitto d'onore era un fenomeno soprattutto della Sicilia, dove gli arabi non si limitarono a razziare le coste come nel resto d'Italia, ma misero radici per un po'), tanto meno lo vuole rivivere.
    E qui veniamo al doppio standard: nel burkini, che interviene direttamente sul corpo e sulla liberta' delle donne, 'niente di male'; invece, anche se quelle di Faletti sono solo chiacchiere, apriti cielo, Faletti brutto, Faletti cattivo, Faletti non si fa.
    IMO, questo succede perche' Faletti, per quanto un cabarettista prestato alla letteratura, e' 'uno di noi', una persona civile che come tale ci si aspetta si comporti.
    Invece sia i fautori che le piu' o meno volontarie indossatrici del burkini sono 'dei loro', per cui sono esentati dal comportarsi da persone civili come noi, perche' loro, come dire, sono un po' piu' selv-, un po' piu' barb-, diversi, ecco.
    Mica inferiori, per carita': solo diversi. E questa Diversita' noi la dobbiamo rispettare.

    tibi

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  15. tibi, ci sei o ci fai?
    dov'è che leonardo ha detto che bisogna obbligare le donne a indossare questo o quello?

    tibi, ci sei o ci fai?
    obbligare qualcuno a indossare qualcosa è diverso dall'obbligare qualcuno a non indossare qualcosa?

    tibi, ci sei o ci fai?
    se c'è un obbligo che ritieni degradante per la persona e per l'intero suo genere, risolvi la cosa trasformando l'obbligo in divieto?

    in sicilia, fino a poco tempo fa, c'era l'obbligo di messa e di confessione, i preti avevano l'obbligo di denunciare periodicamente quelli che non si confessavano e/o non partecipavano alle funzioni religiose.
    tu, probabilmente, avresti risolto la cosa imponendo il divieto di confessarsi e di andare a messa.

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  16. Hei Leonardo, hai letto questa lettera? http://www.pieroricca.org/2009/08/27/la-scuola-ai-tempi-di-silvio-1/ le tue teorie sono evidentemente condivise!

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  17. Giorgian, io invece tra se ci sei o ci fai non ho dubbi, per cui non te lo chiedero' in loop.

    tibi

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  18. Vedo che siete tutti molto più falettisti di me, io l'ho perso un po' di vista dopo "Tette a lampadina".

    La mia opinione - che forse dal pezzo non si capisce - è che Faletti dopotutto sia davvero un artigiano, uno che da un po' di tempo in qua si scrive tutto da solo e probabilmente ha acquisito un potere contrattuale tale che nessuno osa più editargli neanche gli anglismi più assurdi.

    Che poi gli girino i coglioni è comprensibile, ma allo stesso tempo segna un po' i limiti della concezione artigianale del lavoro di scrittore: non c'è nulla di strano, i coglioni girano a tutti gli artigiani, ma possibile che tra te e la redazione della Stampa non ci sia nemmeno un ufficio stampa in grado di dirti che non si risponde così alla gente, che è controproducente ecc. ecc.?

    Il paragone col burkini è assurdo, e credo si possa capire solo se si ha familiarità col cervello di tibi (non che ci voglia molto, è a 8 bit).

    Tibi qualche anno fa ha introiettato un'idea: quelli che fanno la morale agli occidentali e non la fanno alle altre culture odiano sé stessi e la loro civiltà. Semplifico? No, macché, l'ho tirata anche troppo lunga. C'è un diagramma a flussi, nella sua testa, che funziona così: Leonardo Critica un Occidentale? Se sì, rimproveragli di non aver criticato un orientale. Se no, va a cercare un altro pezzo dove ha criticato un occidentale e riparti da start. Fine dei ragionamenti di Tibi.

    Cosa dire. Gli arabi in Sicilia ci sono stati un secolo, persino i normanni sono durati di più, però senz'altro il delitto d'onore è retaggio di quel secolo lì, il decimo. Hai postulato che il burkini "interviene direttamente sul corpo e sulla libertà delle donne": leggasi: Tibi sa cos'è la libertà e le donne che non decidono di rispettarla evidentemente non sono libere. Occorre liberarle, senz'altro spogliandole. Poi bisognerà capire quand'è che saranno abbastanza nude, abbastanza libere. Direi che Belem ci mostra la strada.

    Faletti è stato un po' cafone. Non si può più dare del cafone a qualcuno perché nel frattempo c'è qualcuno che va in giro vestito coperto? Mi sembra un caso elementare di uncockunderstanding.

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  19. Burkini-Faletti è la più grande discussione dai tempi dei presunti misteri del Codice Da Vinci.

    Comunque avresti dovuto scrivere "Non ti aggiunge pollici al riccardino".

    So per certo che Faletti se li scrive da solo. Quella è la caratura del suo talento. Le stupidaggini riscontrate sono un classico esempio di un meccanismo che è tipico in editoria: un autore egotico che con le vendite dei suoi libri tiene in piedi la casa editrice non può essere corretto dai redattori.

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  20. @leonardo: a me faletti al drive-in piaceva - d'altronde avevo 5 anni quando hanno trasmesso la prima puntata e 10 quando è andata in onda l'ultima, figurarsi che mi faceva ridere pure l'orologiao ao ao di beruschi...

    p.s. ma che succede su sto blog? è da un po' che non riesco a incollare testo né a muovermi con le freccette... succede solo a me?

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  21. Non so voi ma a me post e commenti a seguire hanno molto divertito. Credo perché dell'argomento non me ne frega una mazza (diciamo che leggo molto, ma non (più) Faletti) e ho apprezzato tutto il resto.
    Oltre a Io sono Artigiano ci sta anche Io sono Astigiano.
    dago

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  22. L'Italia e' strana. Nel resto del mondo, qualsiasi autore si lascia correggere le vaccate... anche e soprattutto i "grandi nomi", che rischiano lo sputtanamento molto piu' dei piccoli. Terry Pratchett, tanto per dirne uno, si lascia tranquillamente filmare mentre lavora con fior di assistenti, discute, questo paragrafo e' un po' tirato lo cambiamo, adesso scrivi tu che ti detto etc...

    In Italia no, in Italia l'Autore o e' "artigiano" o non e'; dobbiamo tutti sentirci piccoli eroi, un uomo solo al comando, lo faccio iiiiio, lo scrivo iiiiio... Per poi reagire in maniera molto "ungraceful" quando qualcuno ti rinfaccia gli inevitabili e umanissimi erroracci.

    Tutta colpa di D'Annunzio ?

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  23. Provo a dare una risposta: il libro nasce, storicamente, come prodotto di un autore unico; i prodotti per il grande schermo (corto-medio-lungometraggi, telefilm, documentari, etc...) hanno invece fin dagli esordi avuto un cast artistico e tecnico di decine di persone.

    Da questo potrebbe dipendere la diversa percezione da parte del pubblico e degli stessi autori.

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  24. Leo, il punto e' che tu prendi caxxi per lanterne (a proposito di uncockunderstanding).
    Confondi 'liberta'' con pressione sociale.
    Confondi 'religione' con tradizioni farlocche inventate ad hoc e con precisi intenti discriminatori: o esiste il djellabakini per gli uomini? Certo che no, come le richieste di turni in piscina separati esistono solo per le _donne_ mussulmane: gli uomini possono tranquillamente mescolarsi alle indigene di facili costumi, esattamente come il vero masculo siculo, si sa, doveva averci il suo sfogo.
    Fra l'altro, tu che ti stizzisci sulle virgolette: far diventare un "forse non a caso" un "senz'altro" non significa non aver capito, e' una scorrettezza da due soldi. Le influenze si stratificano: potrei aggiungere gli spagnoli, che in Sicilia sono rimasti molto piu' a lungo; ma anche gli arabi prima in Spagna, se e' per quello, e anche gli scandinavi e i tedeschi del Medioevo, erano, per l'appunto, piuttosto medievali.
    E' essere medievali nel 21o secolo che costituisce, a mio avviso, una forma particolarmente stupida di autoritarismo e arretratezza culturale. Ma peggio ancora e' reinventarsi medievali.
    La ragazza franco-marocchina del mio compagno d'appartamento franco-portoghese, nel 2000 ad Amsterdam, si diceva sconcertata dalla quantita' di donne intabarrate che vedeva in giro, raccontando che non solo in Francia, in Marocco le ragazze andavano tranquillamente in spiaggia in bikini.
    Tu mi dirai: qui diventano retrivi e s'inventano tradizioni farlocche per reazione, perche' temono di perdere la loro identita'. Beh ma allora anche i leghisti.
    E t'inventi paragoni assurdi ma rivelatori, come quello con l'allergica al cloro. A parte che il cloro, che io sappia, crea problemi alle vie respiratorie. A parte che se da' allergia alla pelle, la da' anche a mani, piedi e faccia, che nel burkini, troppa grazia, rimangono scoperte. A parte tutto, il paragone e' interessante: se se ne sta coperta non e' colpa sua, dobbiamo capirla, poverina e' allergica. Se se ne sta coperta non e' colpa sua, dobbiamo capirla, poverina e' mussulmana.
    Non e' come le altre.
    Per finire, se io vado a 8bit, per capire i tuoi post non serve nemmeno saper leggere, basta guardare le figure: eh ma allora anche le suore; eh ma allora anche in Sicilia una volta; e ma guardate i culi al vento in tivu', che sono peggio. Insomma: se gli occidentali facevano una volta come loro oggi, i retrivi da stigmatizzare sono gli occidentali; se oggi non fanno piu' cosi', sono comunque da stigmatizzare perche' signora mia, c'e' troppa liberta', troppa carne all'aria. Ecco, la tua e' una cultura dell'immagine piu' che del libro, esattamente come quella medievale: per capirti, basta che le pecorelle abbiano sentito abbastanza predicozzi e guardino le figure, che' quelle spiegano gia' tutto.

    tibi

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  25. io le banconote da 1000 dollari (grands) di cui parla Faletti non le aavevo mai sentite nominare... si vede che sono un poveraccio ignorante!
    mek

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  26. La differenza è che i film riportano i crediti. I libri no. A meno che non si tratti di opere collettive. E lì, infatti, nessuno si scandalizza che il nome del curatore, sulla copertina, non sia l'autore di tutto il testo. Questo per dire che il paragone con quanto avviene nel cinema non regge.
    Peace.

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  27. Tibi, io un tuo commento più lungo di 10 righe non te lo leggo, mi sembra giusto avvertirti. La vita è già breve di suo.

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  28. E non potrebbe essere che, semplicemente, Faletti giochi una facile scommessa sulla progressiva anglicizzazione della lingua italiana ?

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  29. Leonardo che mi da' del prolisso, questa e' da mettere in bacheca, assieme a quella volta che Bolt mi ha chiamato 'scheggia' e a quell'altra che Berlusconi mi ha detto 'porcellone'.
    Ma se non vuoi perdere tempo con me, leggiti almeno 'Visual Pleasure and Narrative Cinema' di Laura Mulvey: chissa', se vai oltre le 10 righe magari capisci (oltre al burkini) perche' la soggettiva di un culo ti turba tanto.

    tibi

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  30. sog|get|tì|va
    s.f.
    1 TS cinem., nelle sequenze cinematografiche, particolare inquadratura per cui la macchina da presa, sostituendosi idealmente all’occhio umano, riprende il campo visuale osservato dall’attore sulla scena consentendo di rappresentare il punto di vista psicologico del personaggio, al fine di stabilire un rapporto di immedesimazione tra spettatore e realtà filmica

    Ma nel caso del filmato cui mi riferisco e che ha i visto anche tu, visto che hai commentato:

    http://piste.blogspot.com/2009/07/infinite-jest.html

    sarebbe piu' giusto parlare di piano sequenza (anche se i vari spezzoni, in pratica, sono stati montati insieme), "tecnica cinematografica che consiste in un'inquadratura piuttosto lunga, caratterizzata da un'ininterrotta continuità temporale, che svolge di per sé il ruolo di un'intera scena".

    tibi

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  31. La fai troppo difficile: che te ne pare di "primissimo piano"? Poi se vuoi ti spiego anche perché mi turba, ma non vorrei cominciare dalle api e dai fiori...

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  32. Non sono un gran cinOfilo, ma non mi pare che, ad esempio, il dettaglio degli occhi nelle scene di duello nei film di Sergio Leone si possa realisticamente considerare come il campo visivo degli altri pistoleri: non hanno gli occhi con lo zoom.
    Viceversa, il culo di Belem sembra proprio visto da uno che sta salendo la scaletta dietro di lei.

    Comunque, se ti va, raccontami pure dei tuoi turbamenti, figliolo. Leo mi accusera' di sfruttare i suoi commenti per dei discorsi da culo, anche se il culo in prima pagina ce l'ha sbattuto lui, ma tanto ormai sono abituato.

    tibi

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  33. Quello sarebbe un culo visto in soggettiva. La soggettiva di un culo la ottieni piazzando una cinepresa nel mezzo del.. lascia perdere, mi arrendo.

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  34. Ho fatto riferimento a questo post qui:

    lasaladathe.splinder.com/post/21203268

    Cecilia

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  35. Thomas, la tua interpretazione e' sintatticamente possibile, ma semanticamente lo e' solo se pensi che un culo possa essere dotato di sguardo e soggettivita'.
    In quel caso, capisco meglio i tuoi turbamenti.

    tibi

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  36. Certo che ti sei preso veramente male per questo "culo".

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  37. tibi, non ti accorgi che i tuoi commenti sono sempre ot, oltre che un tantino autoreferenziali?
    si parla di faletti? arabi cattivi.
    sì ma faletti? 'cazzo ti frega di faletti, guarda me, piuttosto: sai che posso spiegarti le principali tecniche di ripresa cinematografica anche se nessuno me l'ha chiesto? perché io ho letto laura mulvey e forse anche un po' deleuze, l'ho letto quando vivevo ad amsterdam con due compagni franco-qualcosaltro, sono di vedute aperte, io, bla. arabi stronzi.

    withnail

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  38. Withnail, non ti accorgi che io spiego quello che mi viene chiesto, nella fattispecie da Thomas, che non e' 'nessuno'?
    (Domanda retorica, ovviamente.)

    tibi

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  39. In realtà la mia non era una richiesta di spiegazione, ma pura espressione di stupore.

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  40. tibi è certamente intelligentissimo ed in grado di ridicolizzare le teorie anarco-radi-noglob di leonardo.
    Perchè non apre un suo blog e condivide con tutti i suoi saperi? Perchè dobbiamo per forza sorbirci prima la propaganda komunista e poi la Grande Reazione Liberale?
    Buenaventura

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  41. Non conosco Hammer, ma so che Marlowe si sarebbe fatto uccidere piuttosto che picchiare una donna.

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  42. In Italia c'è ancora una visione romantica e idealistica della produzione intellettuale e della creazione artistica soprattutto (e di troppe altre cose). Poi nella realtà già Einaudi faceva correggere a man bassa i libri che stampava, i professori universitari raramente scrivono da soli più di un paragrafo consecutivo o cercano in prima persona la documentazione, i manuali sono spesso opera dei soli ricercatori o delle mille figure del precariato universitario. Solo che nessuno è disposto a dichiararlo in copertina, probabilmente soprattutto gli editori. Peraltro anche tra i diversi libri di autori di bestselleroni internazionali c'è spesso una tale discontinuità che sembra spiegabile solo con l'utilizzo dei ghost writer.
    La dama del lago

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