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venerdì 22 aprile 2011

Alla fine scegliemmo il nero

Libertà è schiavitù

“Buonasera a tutti, dunque, se vi è capitato nelle ultime ore di sentire che la vostra marca hi-tech preferita spia i movimenti dei suoi clienti, ebbene, spero che non siate corsi a gettar via il vostro laptop o a bruciare il vostro telefono, perché le cose non stanno proprio così, vero Paul?”
“No, non stanno proprio così”.
“Paul è un addetto stampa della vostra marca hi-tech preferita, ed è venuto a spiegarci di cosa si tratta”.
“Beh, è presto detto. Ogni volta che un nostro dispositivo accede a una rete di telefonia mobile, esso salva le sue coordinate geografiche su un file”.
“Questo file rimane nel dispositivo”.
“Beh, se sincronizzi il dispositivo a un computer... passa al computer”.
“Ma non è che ogni tanto questo file venga inviato in automatico ai vostri server...”
“Ma no, assolutamente, eheheh”.
“Prego”.
“Scusi, oddio che imbarazzo, è che... ihihih”.
“Le scappa da ridere?”
“Sì, e non capisco perché”.
“Può darsi che si tratti del caffè che le hanno offerto i ragazzi”.
“Un caffè? Ihih. Ma non capisco”.
“Ecco, è possibile che esso contenesse una trascurabile dose di pentothal”.
“Ohoh”.
“La cosa la preoccupa?”
“Beh, sì, molto”.
“Ora, la prego, ci dica la verità: la famosa marca hitech che tutti ammiriamo e veneriamo... ci spia?”
“Beh, è chiaro che lo fa, voglio dire, chi non ci proverebbe. Avete tutti in tasca un affare che si triangola con una rete di antenne disseminate sul territorio, in pratica vi mettete in tasca una cimice, potevate arrivarci da soli”.
“Quindi lei ritiene che anche i vostri concorrenti abbiano attivato dei sistemi analoghi per tracciare i loro clienti?”
“Sì, con la solita differenza”.
“E cioè?”
“Che il nostro sistema... funziona”.
“Ma perché lo fate? Qual è il fine ultimo di tutta la faccenda?”
“Il fine ultimo... beh, mi sembra ovvio”.
“Ce lo dica, allora”.
“La conquista del mondo, ahahah”.
“La vostra società vuole conquistare il mondo?”
“No, non... io non credo che la conquista del mondo sia un obiettivo previsto dal nostro amministratore delegato o dall'assemblea degli azionisti. Tanto più che il mondo è un luogo per lo più sporco e privo di eleganza, popolato da individui squallidi che usano dispositivi abominevoli”.
“Ma allora, ci scusi, perché...”
“E tuttavia è innegabile che la nostra tecnologia renda la conquista del mondo un po' più semplice, così nel momento in cui un individuo, o un governo, o un ente intergovernativo, fossero interessati al prodotto, ecco, noi lo stiamo mettendo sul mercato”.
“Capisco. E... c'è qualcuno interessato?”
“Io non sono stato messo al corrente delle trattative, comunque...”
“Ci conferma quanto meno che qualche trattativa c'è”.
“Beh, una trattativa c'è sempre”.
“Qualcuno che vuole conquistare il mondo”.
“Magari solo un pezzo, sì”.
“Bene, Paul, lei è consapevole che questa intervista le costerà il posto”.
“Maledizione, sì”.
“Però in cuor suo dovrebbe ringraziarci, l'abbiamo resa famosa e ora grazie a lei un diabolico piano di conquista del pianeta è stato sventato”.
“Sventato? E perché?”
“Ma perché dopo aver sentito questa intervista, milioni di utenti in tutto il mondo spegneranno i loro cellulari e i loro tablet e...”
“No, non credo che lo faranno”.
“Scusi, crede che a loro piaccia essere spiati?”
“Ma certo. Lo sa cosa fanno on line, per lo più? Aggiornano il loro profilo facebook, ecco quel che fanno. Il più delle volte sono su un social network a spiegare dove sono e cosa stanno facendo. Sono tutti alla disperata ricerca di qualcuno che si interessi di loro, di qualcuno che li tracci”.
“Senta, su facebook decido io cosa rivelare e cosa no”.
“Ahahah. Mi scusi. È il pentothal”.
“...sì, va bene, forse facebook è l'esempio sbagliato, forse non è il più trasparente dei social network, però... voi avete tracciato milioni di vostri clienti in tutto il mondo! Senza avvertirli! Non la passerete liscia”.
“Beh, può anche darsi che qualcuno getti via il suo dispositivo. Non è un grosso problema, sa perché?”
“Sentiamo”.
“Ecco, io in realtà ero venuto a dirle questo. In anteprima. Sta per uscire il nuovo modello! Con dieci giga in più e tre etti in meno!”
“E non traccia più i movimenti?”
“Certo che li traccia! Con molta più precisione, infatti ora usiamo il gps!”
“E allora nessuno lo vorrà”.
“Ho qui il prototipo nella valigetta”.
“Ah sì? Possiamo dare un'occhiata?”
“Beh, non so, a questo punto forse non vale la pena”.
“Ma così, per dovere di cronaca... o mio Dio”.
“Bello, eh?”
“Quanto è sottile. Quanto è sottile”.
“Le batterie durano una mezz'ora in più. Ora non mi dica che non lo desidera”.
“Con tutta l'anima... eh, no, aspetti, non ha senso. È un aggeggio diabolico, praticamente può dirvi in qualsiasi momento dove mi trovo sulla terra”.
“E non ha ancora visto il modello nero”.
“Ah, lo fate anche nero?”
“Sì, è più virile”.
“Ma insomma! Non ha senso! Ne ho comprato uno sei mesi fa!”
“Uno vecchio, intende”.
“Già”.
“Perché adesso è vecchio, capisce? Basta dare un'occhiata a questo per rendersene conto. Quello era tutto spigoli”.
“Sei mesi fa andavano gli spigoli”.
“Questo invece, guardi com'è liscio”.
“Uff, è proprio liscio liscio... però mi spia...”
“E che sarà mai...”
“Insomma, per chi m'ha preso? Crede che io sia un bambino? Crede che siamo tutti bambini, che sia sufficiente qualche variazione nel design per farci rinunciare alla nostra privacy? Non comprerò mai più un vostro prodotto”.
“Dimenticavo, ha il tracciamento oculare”.
“E cosa sarebbe il tracciamento...”
“Non c'è più bisogno di toccarlo. Può spostare il cursore col movimento delle sue pupille”.
“Non ci credo”.
“Guardi qui un attimo...”
“Ouch”.
“Ecco fatto. Adesso apra il browser”.
“Come diavolo faccio ad aprire il browser se ce l'ha in mano lei... O mio Dio”.
“Vede? Semplice e intuitivo”.
“Sto... sto navigando con la forza del pensiero!”
“Non proprio. Non ancora, perlomeno. Comunque con le ciglia può azionare un sistema di riconoscimento che identifica i dieci siti più visitati con dieci movimenti delle palpebre. È molto più difficile spiegarlo che usarlo, come sempre. In pratica lei fa l'occhiolino e apre la sua posta. Guarda in basso e scrolla la pagina. Eccetera”.
“Incredibile. Ahi!”
“Ha sentito una fitta alle tempie?”
“Sì”.
“Non si preoccupi, ci si fa l'abitudine, è il log cerebrale”.
“Eh?”
“In pratica il dispositivo sta scansionando le sue sinapsi, è una cosa che fa quando si connette, e poi di tanto in tanto”.
“Ma è legale?”
“Beh, sarà scritto un po' in piccolo nella pagina del contratto”.
“Anche questo è funzionale alla conquista del mondo, immagino”.
“In senso lato. Probabilmente dopo aver mappato un bel po' di reti neuronali avremo a disposizione un'enorme mole di informazioni sul cervello umano che potremo usare per realizzare dispositivi sempre più potenti”.
Ahi”.
“Sente? Lo ha rifatto. Inoltre riusciamo già da ora a condizionare i nostri utenti, mediante una serie di impulsi che vanno dal doloroso al piacevole”.
“Ahi”.
“Non pensi troppo veloce, è peggio”.
“Ma c'è un modo di spegnere... ahi!”
“Sì, c'è un modo, ma il solo pensarci diventa doloroso. Pensi a delle cose belle”.
“Ah”.
“Va già meglio, vede? Ha già deciso come lo vuole? Bianco o nero?”
“Io... non saprei. Bianco è più pulito”.
“Giusto”.
“Una volta facevate cose più bianche”.
“Il nero però è più virile”.
“Decisamente”.

(L'immagine è rubata da qui)

20 commenti:

  1. Leo, sei un genio.

    (te l'avevo già detto? No? Lo faccio adesso...)

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  2. Francamente faccio fatica a capire questo improvviso sussulto popolare per il fatto che l'iPhone registra e conserva i propri spostamenti geografici. "Oddio, mi tracciano, pensate se qualche malintenzionato me lo ruba."
    Credo che la gente sopravvaluti se stessa, la propria importanza e la propria privacy. Come se gli altri nella vita non avessero niente di meglio da fare che rimanere in attesa che tu lasci incustodito l'iPhone per fregartelo e andare a vedere dove sei stato negli ultimi 3 mesi.
    Questa è proprio una di quelle notizie che andrebbero commentate lapidariamente con un bel "estiqaatsi"

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  3. Secondo me non c'è niente di losco dietro, è solo un errore di programmazione. Anche Android traccia i movimenti ma fa la cosa giusta: li tiene in cache per qualche giorno e poi sfoltisce il database. Esiste un analogo programma che visualizza dove sei stato, ma solo negli ultimi giorni.

    Ben diverso sarebbe se l'oggetto del desiderio inviasse queste informazioni alla casa madre, cosa che nessuno ha potuto confermare né smentire - l'oggetto fa un sacco di "chiamate a casa" quando si connette alla rete.

    Rimane fortissima la meraviglia verso tutti quelli che sono caduti vittima del Reality Distorsion Field, che annebbia loro il giudizio quando è coinvolta la Apple.

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  4. Io invece trovo desolante che nella società dell'informazione la massa rimanga inavvertita forse anche peggio di come sempre è stato nella storia delle bastardate che si fanno ai suoi danni. Tutti i progressi della comunicazione, dopo pochi lustri di rivoluzionarietà, sono andati a discapito del popolo e ad ampliare e sistematizzare sempre più la tecnica del controllo delle masse, ma ovviamente un conto è emozionarsi a leggere orwell, un altro è capire che se gli conviene fare come preconizzava orwell (o ancor meglio huxley) non lo faranno, lo stanno già facendo e non si richia a metterci la mano sul fuoco.

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  5. Notevole la differenza tra questo blog e quello di Sofri dove non solo l'autore è contento di essere spiato ma, per sicurezza, pubblica in rete l'immagine con i suoi spostamenti:
    (www.wittgenstein.it/2011/04/21/dati-privacy-iphone)

    Quello di Sofri è stato uno dei primi blog che ho seguito, da qualche anno non lo apro neanche più, chissà perchè...

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  6. Quella società è la Spectre, l'ho sempre saputo, io.

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  7. Genio!
    Eccerto che quello nero....
    Stefania

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  8. Io e il mio laptop non siamo quasi mai nello stesso posto. Lo dimentico in ogni dove. Figurarsi che una volta ho anche perso l'automobile. Due giorni per ricordarmi dove l'avevo parcheggiata.

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  9. qualcuno ha una vita tanto interessante da dover restare nascosta ? Pussa via dalla mia vanitas ...

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  10. Hanno dimenticato quello rosa per le donne.
    Forse sono loro a volerci schiavizzare.

    Saluti
    Mauro

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  11. “Ma non è che ogni tanto questo file venga inviato in automatico ai vostri server...”
    “Ma no, assolutamente, eheheh”.

    Ecco, appunto, no assolutamente. Se la Apple lo facesse, sarebbe facilmente riscontrabile monitorando le connessioni. E lì sarebbero dolori, multe, carcere, lì si violerebbe la privacy. Invece tutto resta tra l'iPhone, l'iPad e il mac o pc, senza altri passaggi. Certo, chi ha accesso al tuo mac o pc può accedervi, e questo andrebbe corretto... ma chi ha accesso al tuo mac o pc può fare molte cose brutte. Tutto questo post è basato su questo presupposto, che è falso.

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  12. Anch'io penso che il clamore intorno a questa faccenda è un po' esagerato. Per conoscere i nostri spostamenti un'entità malefica può comunque verificare le celle della rete cellulare per scoprire se abbiamo pernottato ad Arcore, o gli acquisti della nostra carta di credito per definire i nostri gusti commerciali. Senza contare i prelievi ai bancomat dotati di telecamera, i log Internet, la cache del browser, gli SMS, le fatture, le multe, i telepass, Google (anche Maps...) e chissà che altro. Tutte queste informazioni sono a disposizione delle autorità che non avrebbero nessun problema a metterle insieme, ed anche alla portata illegale di aziende dotate di intraprendenza che volessero ricostruire i nostri gusti col suo Tiger Team.
    Certo, raccontare balle alla fidanzata è diventato più complicato, ma ovviamente non è questo il punto di principio: il punto è se le informazioni su di noi sono di nostra proprietà o no. E c'è differenza se uno strumento di nostra proprietà le raccoglie a nostro beneficio (geotagging ecc.) o se invece queste sono prodotte dal semplice utilizzo di servizi. I carrier telefonici sono probabilmente già in grado di fornire il numero dei partecipanti ad una manifestazione con una precisione molto maggiore di quella della Questura, dando anche i nomi e i cognomi e specificando chi ha visitato certi siti o telefonato quante volte a chi.

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  13. @ Guido
    "Se la Apple lo facesse, sarebbe facilmente riscontrabile monitorando le connessioni."
    Sorry, non è affatto così.
    Ricordo una discussione molto geek di qualche anno fa in una mailing list di linuxari in cui si ipotizzava una sottrazione di informazioni da sistemi informatici in rete con metodi eterodossi, p.e. sfruttando dei flag opzionali nei pacchetti IP in cui inserire dati criptati.
    Decisamente no, non sarebbe affatto facile accorgersene semplicemente monitorando le connessioni.

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  14. @Mammifero Bipede
    Forse è teoreticamente possibile. Ma siamo ai livelli della teoria del complotto. La (piccola?) probabilità di essere scoperti causerebbe danni enormi alla azienda, di immagine e legali, e tutto questo per avere informazioni che Google si becca tranquillamente (chiedendo il consenso, come è giusto)!
    Io dico che ci vuole un po' di rasoio di Occam.

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  15. @ Guido
    Dipende da chi c'è "dietro" l'azienda e può essere interessato a quei dati...
    Io l'iPhone non ce l'ho perché non mi serve e non desidero un ennesimo giocattolo hi-tech che succhi il mio tempo e la mia attenzione (ormai gli smartphones sono un po' dei nuovi tamagochi), ma se ce l'avessi, o fossi obbligato ad averlo per lavoro, ti garantisco che non mi sentirei troppo tranquillo rispetto alla mia privacy.
    Poi, magari, gli oppositori all'attuale "governo del mondo" non faranno necessariamente la fine cruenta dei desaparecidos cileni, ma se un bel giorno volessero acchiapparli tutti, ecco, dovrebbero fare solo la fatica di prenderli, non già di trovarli.

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  16. http://roma.repubblica.it/cronaca/2011/04/24/foto/unicorno_rosa_l_apparizione-15339761/1/

    (non c'entra granché ma la foto sembra proprio rappresentare una delle tue distopie tecnologiche)

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  17. "“Sì, con la solita differenza”.
    “E cioè?”
    “Che il nostro sistema... funziona”."

    si, questo è quello che sperano i vari stupidi acquirenti dei vari I-Fart

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  18. Stavo pensando che in effetti la vodafone sa sempre dove mi trovo ma nessuno ha mai sollevato il problema.

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Puoi scrivere qualsiasi sciocchezza, ma io posso cancellarla.