Pages - Menu

giovedì 21 febbraio 2013

Grillo, il Movimento e i grillini

L'irruzione di Adriano Celentano in questa campagna elettorale, con la grazia di un vecchio pachiderma in un arsenale di gavettoni d'acqua fetida, se non altro può aiutarci a chiarire alcuni equivoci: per esempio quello tra Grillo e il Movimento 5 Stelle, e tra il Movimento 5 Stelle e i grillini. Perché si tratta di tre cose diverse: (1) Grillo, (2) il MoVimento, (3) i grillini. Sono connesse, ma non è detto che vadano sempre d'accordo; dopo il big bang di questi 2-3 anni potrebbero ritrovarsi in zone molto lontane dell'universo. E non ha senso parlarne come se fossero la stessa cosa. Personalmente il primo mi preoccupa un po', i terzi mi avviliscono, ma il secondo m'incuriosisce. Proviamo a guardarli separati.

(1) Il primo è Beppe Grillo, predicatore. Quello che ha fatto negli ultimi dieci anni è davvero impressionante. Merita di essere ammirato, ma non so quanto valga la pena di studiarlo, visto che una cosa del genere non è riproducibile, poteva capitare soltanto a lui. Grillo è l'unico leader politico extraparlamentare sorto in Italia negli ultimi dieci anni - ma facciamo pure venti, ed è anche quello di maggior successo. Se teniamo conto di che anni turbolenti sono stati, di quanti movimenti siano nati e poi tramontati (tute bianche, noglobbal, girotondini, l'onda, i viola, occupy) la cosa appare ancor più eccezionale. Tutti questi movimenti hanno avuto il loro quarto d'ora d'attenzione; nessuno è riuscito ad arrivare in parlamento (alcuni ci hanno persino provato). Grillo punta al venti per cento. La differenza, mi è già capitato di scriverlo, sta nella leadership. Benché diversissimi per metodi, finalità, ideologie, tutti i movimenti dal Duemila in poi si caratterizzano per il rifiuto della leadership. A differenza dei vecchi movimenti, almeno fino agli anni Novanta, che senza ottenere risultati più concreti almeno offrivano un terreno adatto alla maturazione di una classe dirigente che poi veniva cooptata dai partiti mainstream (Lotta Continua ha fornito quadri anche a Forza Italia), i movimenti degli anni Zero girano a vuoto, non creano competenze né figure carismatiche. È uno dei dati del problema della mancanza di ricambio nella classe dirigente. L'unica faccia nuova che riesce a spuntare in mezzo a tutto questo è Beppe Grillo. Che infatti non è proprio una faccia nuova, anzi.

Sin dall'inizio il suo volto è un'icona riconoscibile universalmente. Grillo non è imitabile perché già prima di cominciare l'avventura politica è un prodotto televisivo assolutamente originale, di un'epoca in cui anche chi ora orgogliosamente afferma di non guardare la televisione, la televisione l'accendeva: e Grillo lo guardava, tutti guardavano Grillo. Grillo non è riproducibile perché è l'ultimo fantasma di una civiltà televisiva che circondava i suoi protagonisti di un'aura sacrale. Personaggi così potrebbero, candidarsi, vincere le elezioni: ma non ne esistono quasi più. Celentano, Pippo Baudo (ma è un po' appannato), forse Vasco Rossi. Non è un segreto che Pannella ci abbia provato, a coinvolgere Vasco: era una mossa spericolata ma non stupida. Dopo Vasco c'è il diluvio, ovvero gli anni Novanta, in cui la tv si fa sempre meno generalista e le icone sempre più diversificate, non abbastanza nazionalpopolari: secondo me un Jovanotti o un Ligabue non ce la farebbero a fondare un movimento paragonabile (ne parliamo tra dieci anni). Ma soprattutto gli anni Novanta sono troppo vicini, in Italia le elezioni si vincono conquistando i cinque-sessantenni, e quelli conoscono Grillo: e quindi Grillo sia.

All'inizio la sua proposta di leadership è talmente assurda che nessuno - nemmeno i suoi attivisti - la prende sul serio: non è vero che Grillo è il capo, nessuno è il capo (in teoria il M5S è antiverticista come tutti gli altri movimenti degli anni Zero: ha persino teorizzato il limite assoluto dei due mandati, l'incompetenza al potere). Grillo ci mette solo la faccia ma non si candida, Grillo è solo il megafono, un generoso mecenate che si sacrifica ecc. ecc. In realtà Grillo un leader lo è diventato, al di là delle sue intenzioni iniziali: non solo il suo carisma è condizione necessaria al successo del Movimento, ma il Movimento nasce e cresce in base alle scelte prese in autonomia da Grillo e dai suoi collaboratori: epurazioni comprese. In particolare va segnalata la decisione di restringere le primarie per i candidati a chi era già iscritto al movimento qualche anno fa. È il modo scelto da Grillo per difendere il Movimento dall'ondata dei grillini. Ma a questo punto va spiegato cos'è il movimento e cosa sono i grillini.

(2) Il Movimento è una cosa seria. Ne sono convinto. Purtroppo è ancora indecifrabile. In teoria comunica su internet, dovrebbe essere tutto accessibile. In realtà i meetup sono stati sempre un po' farraginosi, e i documenti disponibili al pubblico (il programma elettorale, ad esempio) lasciano intuire una situazione ancora magmatica dove tutto si sforza di convivere col contrario di tutto. E però il Movimento un suo programma ce l'ha, non è nemmeno il più confusionario dei programmi politici che si sono letti ultimamente. È composto di attivisti ormai di lunga data (nessuno ci fa caso, ma il Movimento è nato un po' prima del PD e del PDL), che se dovessimo proprio collocare sulla solita linea retta, orribilmente semplificatrice, definiremmo "di sinistra": ci sono ambientalisti, teorici della decrescita e del consumo sostenibile, ecc. Non è una sinistra estrema: su certi argomenti è persino sovrapponibile alla Lega. Ma il bacino iniziale era quello. Il Movimento prende il volo nella fase in cui collassano i partiti tradizionali a sinistra del PD, che un tempo valevano il 10% (e pesavano ancora di più nel dibattito mediatico) ma nel 2008 non superarono lo sbarramento. Grillo riorganizza molte energie che non riuscivano più a prendere sul serio la rivalità tra Rifondazione e PDCI o la classe dirigente dei Verdi, e le trasforma in qualcosa di diverso. Però.

Però se fosse stato tutto qui, non avrebbe mai rischiato di sforare il dieci, neanche l'otto per cento. Grillo mira al 25% perché non gestisce soltanto il Movimento, ma anche un enorme bacino di grillini, che sono una cosa un po' diversa.

(3) I grillini sono legione. Sono quelli che stanno riempiendo le piazze, e le riempiono sul serio. Hanno mai partecipato a un meetup? Sanno cosa sia? Conoscono i candidati M5S nella loro circoscrizione? Hanno letto il programma? Alcuni magari sì, la maggioranza no, come avviene poi per tutti i partiti. I grillini non voteranno un programma, non voteranno i candidati scelti dal Movimento (e da Grillo): i grillini voteranno Grillo perché si fidano di Grillo, esattamente come gli elettori di Berlusconi voteranno Berlusconi (e molti bersaniani voteranno Bersani; e Monti i montiani; mentre i gianniniani voteranno una signora, non perché la conoscono o si fidino di lei, ma perché gliel'ha indicata Giannino). I grillini si fidano di Grillo perché hanno la sensazione di conoscerlo: è un volto noto, ha idee molto chiare che ripete sempre quando lo inquadrano in tv, e sul suo blog sono scritte in grassetto. La cosa interessante è che molti - non tutti, ma molti - prima di lui votavano Berlusconi, o Bossi, o Fini (alcuni avrebbero votato anche Renzi). Vengono dal centrodestra: Grillo lo sa e ha fatto il possibile per tarare i suoi messaggi in modo che siano apprezzabili anche da loro (una certa insofferenza per i diritti civili, la retorica degli imprenditori strangolati, ecc.). E tuttavia i grillini non eleggeranno Grillo - che non è candidato - bensì gli esponenti del Movimento.

Insomma Grillo è riuscito nel capolavoro di imporre candidati e programmi di sinistra a un elettorato di destra, anche se per farlo è ricorso in dosi abbondanti a una retorica che nessun politico di centrosinistra maneggerebbe volentieri. E tuttavia si merita i complimenti che lui stesso chiede, quando dice che ha evitato il rischio di un'Alba Dorata in Italia; non fosse sceso in campo lui, molti sul serio avrebbero potuto votare per il primo neonazista che si palesava (si potrebbe poi discutere di quanto poco siano ormai distanti i neonazisti italiani dai criptocomunisti di Rivoluzione Civile, ma faremmo mattina).

A questo punto resta da chiedersi cosa succederà tra qualche giorno, quando in parlamento arriveranno i rappresentanti del Movimento, nominati dagli attivisti del Movimento mediante le parlamentarie, e poi eletti dai grillini. Sarà una situazione molto complicata.

Da una parte ci sarà Grillo, che ultimamente ha fatto la voce grossa e ha dimostrato di saper epurare; a lui comunque si deve l'eventuale successo elettorale.

Dall'altra ci saranno i grillini, che si aspettano grandi e confuse cose che all'inizio comunque non ci saranno: l'Italia non uscirà dall'euro, i politici corrotti non andranno "tutti a casa", ecc.

In mezzo ci saranno i parlamentari del Movimento, in una situazione psicologica molto particolare. La prima cosa che mi viene in mente è moltiplicare lo psicodramma di Favia per venti o trenta, ma non è detto che le cose vadano così. Qualcuno si sfilerà quasi subito, è nella logica delle cose, lo stesso Grillo se lo aspetta. Rimanere nel Movimento significa restringere i propri margini di autonomia politica ed economica. Qualcuno preferirà tenersi i soldi e accetterà l'eventuale offerta di uno schieramento che gli offre magari la possibilità di ricandidarsi per un terzo mandato. Un gruppo più compatto resisterà per più tempo, recependo i diktat di Grillo e del Movimento. Però può darsi che proprio un gruppo del genere decida di muoversi in autonomia rispetto allo stesso Grillo. Lo potrà fare dopo qualche mese, quando finalmente i parlamentari del M5S saranno quello che oggi solo Grillo è - personaggi pubblici. Televisivi. Con buona pace di tutta la retorica grillina sull'internet, i leader politici oggi nascono e si rendono familiari al pubblico soprattutto in tv, e lui stesso ne è la dimostrazione. Il famoso divieto a comparire davanti alle telecamere prima o poi dovranno eluderlo, e da lì in poi la cosa potrebbe anche essere molto rapida. La gente ha bisogno di facce nuove, lo si è già visto abbondantemente; i parlamentari M5S dovrebbero averne abbastanza per catturare l'attenzione senza bisogno di dover ricorrere al solito Megafono-Grillo. Questo significa che il Movimento potrebbe finalmente divorziare da Grillo e diventare un vero Movimento democratico, senza un padre padrone megafono e censore? Sì, ma tra Grillo e Movimento non è detto che vinca il secondo. Per capire il perché possiamo far caso a quello che è successo negli ultimi due anni a un signore che un decennio fa era sempre nei primi posti delle classifiche di popolarità tra i leader politici: Gianfranco Fini. I sondaggi magari si sbagliano, però lo danno per inesistente. Cosa è successo a Gianfranco Fini?

Si è sfilato. Ha lasciato un partito prendendo con sé un po' di gente, ma senza portare nemmeno un quotidiano, un canale televisivo, nulla. Apparteneva tutto al Capo e il Capo si è tenuto tutto. Quel che è successo a Fini potrebbe succedere anche ai parlamentari M5S che decidessero di fare quadrato contro Grillo. Possono avere tutte le ragioni del mondo, ma quando le camere si scioglieranno (e potrebbero sciogliersi anche molto presto) Grillo continuerà a essere Grillo: e i grillini continueranno a votare per lui. A meno che non sia lui a stancarsi e a lasciare il Movimento libero di andare sulle sue gambe. Ma questo forse non conviene per adesso nemmeno al Movimento.

21 commenti:

  1. Analisi molto interessante. C'è però un salto logico che non capisco: perchè il MoVimento dovrebbe staccarsi da Grillo e cercare una sua autonomia? A me pare che il Movimento senza Grillo sarebbe morto in due giorni, almeno a giudicare dagli eletti 5S che conosco io.

    Ps: anche nel tuo blog, così come in molti altri, compare il link al programma del M5S in 20 punti scaricabile. Ne sai nulla? è la piattaforma di Liquida che lo inserisce in automatico o chiede il permesso al "tenutario" del blog?

    RispondiElimina
  2. Sono molto contento di aver conosciuto questo blog, che mi pare offra spunti appropriati e commenti intelligenti alle cose della società e della politica. Vorrei solo precisare che tutti quelli che votano Fare per Fermare il Declino, che siano gianniniani o meno, *devono* votare Giannino perché lui è il candidato alla presidenza del consiglio e non può ritirarsi, al massimo dimettersi se venisse eletto. La signora è diventata presidente della direzione del partito, si legge, all'unanimità (non si sa se Giannino abbia votato o meno dopo essersi dimesso).

    RispondiElimina
  3. post interessante e, per me, condivisibile
    mi è piaciuto perfino il fugace riferimento alla somiglianza tra neonazi e criptocomunisti
    io penso che grillo (indimenticabile testimonial di yogurt... spero che banderas non si metta a fare politica, non in italia almeno) raccolga un sacco di voti di protesta (a periodi alterni c'è sempre stato un movimento di protesta in italia, perfino la lega), soprattutto di quelli che non distinguono tanto, non vanno tanto per il sottile
    riempire le piazze di seguaci osannanti... io ci ho una certa memoria visiva e ricordo perfettamente i filmati del duce a piazza venezia che annuncia l'entrata in guerra dell'italia
    ochei, questo è un problema mio, come è un problema mio non riuscire proprio a sopportare l'integralismo glillino... grillinesco? vabbe' dei grillini, di certi grillini
    sono gli unici in italia ad aver capito tutto, insieme a quelli tipo casapound e a certi leghisti
    se è triste un paese che ha bisogno di eroi, figurati quant'è triste quello che ha bisogno di grillo

    RispondiElimina
  4. No invece ora la parentesi su rivoluzione civile la devi spiegare...

    RispondiElimina
  5. Analisi luida e molto interessante, che scompone nelle sue tre parti costituenti il "fenomeno M5S".
    In effetti avendo a che fare con elettori e simpatizzanti del M5S si nota sempre una multiformità delle facce (quanto successo alle domande poste da Le Scienze è esemplificativo).
    Ormai siamo quasi alla fine, pochi giorni e si vota: Sabato mattina ho il volo dal Belgio all'Italia ;)

    RispondiElimina
  6. speriamo che grillo porti avanti una innovazione di massa altrimenti qui si rischia come l'argentina o forse peggio xche la gente a ancora gli occhi bendati da falsi proclami

    RispondiElimina
  7. "Si potrebbe poi discutere di quanto poco siano ormai distanti i neonazisti italiani dai criptocomunisti di Rivoluzione Civile"

    Si, discutiamone.

    RispondiElimina
  8. Analisi interessante e largamente condivisibile. Mi lascia perplesso solo la sua convinzione che il programma di Griilo sia di "sinistra". Io me lo sono letto (senza perderci il sonno, eh?), ma mi sembra che sia più che altro una macedonia buona per tutti i gusti. Forse è per questo che è diventato un movimento così ampio. Rispetto ai movimenti senza leadership, e se mi permette il paradosso, la leadership integralista di Grillo è proprio la condizione che permette al movimento di essere contaminabile all'infinito anche sull'impianto dei valori cosicchè ognuno è libero di considerarlo la miglior espressione possibile del proprio punto di vista. Perfetto per la campagna elettorale. Poi, quando ci sarà da fare i conti con la realtà, vedremo che succede.

    RispondiElimina
  9. analisi molto interessante. Vorrei sottolineare una cosa. I grillini è vero vengono da destra come da sinistra, ma hanno una cosa in comune, ONESTA' !!!
    Basta con queste ruberie, basta con trombati della politica che vanno in aziende partecipate, basta con una serie di comportamenti che non sono più tollerabili. Questo perchè alla nostra crisi interna si è aggiunta quella forse più grave, la crisi internazionale che sta facendo fior di vittime (disoccupazione, paesi in semidefault ect. ect.). Il livello di corruzione in italia è stato sempre sentito (ed altissimo), ma adesso non si è più disposti a tollerarlo. Penso che se su questo il movimento fonderà le sue basi (anche non accettando mazzette una volta in parlamento) si faranno una reputazione che alle prossime elezioni spazzerà via definitivamente i politicanti da strapazzo che predicano i loro comportamenti come quelli sani (non c'è più sordo di chi non vuol sentire).
    Sarebbe anche ora che diventassimo un paese civile.

    RispondiElimina
  10. La tua analisi è impeccabile, ma commento con un link
    http://www.youtube.com/watch?v=R7CKXhPlFuQ

    RispondiElimina
  11. C'e' una cosa fondamentale che vorrei dirle. Provi ad alzarsi dalla sedia di fronte al monitor e spenga la TV. I candidati del M5S li trova nelle aule comunali e presso le loro sedi. Saranno lieti di ospitarla e parlare con Lei, confrontarsi e dialogare in armonia. La differenza tra questo movimento e gli altri partiti e' questa svolta epocale. Ci si puo' incontrare "de visu" , non e' necessario ascoltare vecchie e stucchevoli parole in falsi confronti televisivi. Sono siciliano e i parlamentari del movimento li ho osservati con attenzione durante questi primi mesi all assemblea regionale siciliana. Si stanno comportando egregiamente come nessuno aveva fatto sin ora. E poi la prego, basta con questa storia del comico e questo accentramento sulla figura di Grillo. Prima dei processi alle intenzioni attenda di conoscere coloro che entreranno a Montecitorio. E ricordi che, Evita Peron, prima di sposare Juan Domingo, era una ballerina di avanspettacolo. Perdoni la mia citazione, che vuole farci, siamo populisti.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Leonardo: "Perché si tratta di tre cose diverse: (1) Grillo, (2) il MoVimento, (3) i grillini. Sono connesse, ma non è detto che vadano sempre d'accordo; dopo il big bang di questi 2-3 anni potrebbero ritrovarsi in zone molto lontane dell'universo"
      Aliento: "E poi la prego, basta con questa storia del comico e questo accentramento sulla figura di Grillo"
      Direi che Leonardo non ha accentrato un bel nulla, anzi: ha distinto i tre fenomeni ;)

      Elimina
    2. Infatti Evita Peron non ha mai avuto un incarico pubblico, e loro sí erano un po' nazi...

      Elimina
  12. Parlando con famigliari e amici mi sembra di rilevare che il movimento 5 stelle prenderà molti voti per questo motivo:"l'incompetenza al potere". La gente spera che con la loro "innocenza" riescano a spaccare il sistema/carrozzone arrugginito e corrotto.

    Vedremo.

    RispondiElimina
  13. Effettivamente, visti i blog deliranti che si leggono in giro, questa è un'analisi interessante. A mio avviso il vero problema del Movimento è che unisce molte anime differenti, tutte animate da buone intenzioni, ma non sempre collimanti, soprattutto sul piano delle scelte economiche (economia della decrescita, europeismo e antieuropeismo, ecc...). Questo provoca difficoltà nell'effettuare delle scelte (eccesso di democrazia, perché è difficile trovare 2 pareri che siano identici). E poi effettivamente c'è il timore che molti, una volta lì in Parlamento, molti si "politicizzino" nel senso peggiore del termine, facendo perdere credibilità al tutto. Comunque sia li voterò, preferisco rischiare con loro, che l'ennesima manovrina Monti-Bersani

    RispondiElimina
  14. http://roma.repubblica.it/cronaca/2013/02/22/news/frosinone_de_magistris_e_ruotolo_aggrediti_da_militanti_casapound-53196801/

    ma che analisi raffinata...ma come sei bravo a leggere la realtà...proprio quasi come me

    ppp

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Questo non significherebbe nulla, le risse più violente scattano tra concorrenti diretti.

      Elimina
  15. "(si potrebbe poi discutere di quanto poco siano ormai distanti i neonazisti italiani dai criptocomunisti di Rivoluzione Civile, ma faremmo mattina)"

    Discutine, voglio vedere come ti arrampichi sugli specchi.

    Giovanni

    RispondiElimina
  16. Mi sembra inutile continuare a chiedere spiegazioni su quella affermazione ad minchiam. È semplicemente la prevedibile sparata da campagna elettorale di uno che scrive su l'Unità e che considera i movimenti di sinistra un nemico. Leonardo è coerente con i suoi "ideali" clerico-liberisti, tutto qui.

    RispondiElimina
  17. Mi sembrano vivere nella stessa sospensione di incredulità, tutto qui. Non siamo neanche sicuri che esistano entrambi, per cui discuterne fino a domani mi sembra una perdita di tempo.

    I movimenti di sinistra non sarebbero un nemico, se ci fossero. Una cordata elettorale per eleggere Di Pietro o Diliberto non è esattamente un "movimento", se guardi il vocabolario.

    RispondiElimina
  18. Buona analisi. Rovinata dalla battuta su RC. Ingiusta. Ed a scanso di equivoci, non ho votato RC.

    Il problema è che Grillo crede davvero nelle balle che dice.
    Crede che la palingenesi sia a portata di click. Negli anni passati ha creduto a tutte le più grandi baggianate che giravano nelle correnti conspirazioniste (signoraggio, etc).
    E' capacissimo di far ridere ed entrare in empatia con il pubblico.
    Ma affidare a lui una linea politica?
    Nella seconda repubblica a sinistra abbiamo spesso fatto la battuta che erano meglio i democristiani che i berlusconiani.
    Speriamo di non dover rimpiangere Berlusconi.

    RispondiElimina

Puoi scrivere qualsiasi sciocchezza, ma io posso cancellarla.