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giovedì 26 settembre 2013

I love shopping da Paris Hilton, tipo

The Bling Ring (Sofia Coppola, 2013)

Cioè mamma, dai, non stressare.

Il Bling Ring, quello finto
Me l'ha prestato un amico il vestito. Mi vuole fare tipo un book, o un servizio fotografico, o boh, dai insomma, mi vuole fare delle foto e mi ha detto che mi sta bene e di prenderlo pure e cioè, è perfetto, no? Cioè è assolutamente mio, adesso. Non ti preoccupare. E fatti un account su facebook invece di venire sempre sul mio con la scusa di sapere cosa combina tipo papà. E di spiarmi. Non l'ho rubato il vestito. Assolutamente.

Ma facciamo anche l'ipotesi che io questo vestito l'abbia preso da un posto, tipo, assolutamente pieno di vestiti che non si mette mai nessuno - e che questo posto, tipo, sia una proprietà, cioè, privata, però spalancata, capisci? antifurto disinserito, chiave sotto lo zerbino - mamma, ma che cazzo vuoi da me, si può sapere? Sono tua figlia, tipo. Cioè, lo sono assolutamente.

Cioè, credi davvero che non li abbia visti su youtube i video di quando sei andata con la tua amica Kirsten nella villa di quel re a Versailles e vi siete provati, tipo, tutti i vestiti e avete mangiato assolutamente tutti i pasticcini? e allora che cazzo vuoi da me, sei la cleptofreak in capo mamma. Cioè prova a dirmi che qua dentro è tipo tutta roba tua, tutta tua... Cioè non hai mai rubato niente a una festa?

Neanche quel leone d'oro sul camino?

Guarda mamma che lo sanno tipo tutti che fu un blitz tuo e di quel tuo ex, Quentin, chissà cosa aveva da farsi tipo perdonare. E questo invece cos'è. Un Oscar, alla migliore Sceneggiatura, cioè, mamma, dai, a chi la vuoi raccontare? Che poi, cioè, il punto è proprio quello. Tu le storie non le sai raccontare, assolutamente, tu sei fatta come noi. Sei una di quelle che al cinema dopo due ore di film non sanno dirti cos'è successo, chi amava chi, chi ha ucciso chi. In compenso ti ricordi benissimo tutti i colori delle scarpe e le fantasie dei vestiti, mamma, sei fatta così. Siamo fatti così. Forse è genetica, forse è cultura. Tipo che siamo troppo attente ai dettagli per interessarci dell'insieme. O forse ci nascondiamo nei dettagli perché non siamo mai riusciti a capire l'insieme. Comunque è così e vaffanculo, ok? Sei superficiale, non è una scelta artistica, sei proprio fatta così. La tua idea di profondità è riprendere i personaggi da lontano. La tua idea di introspezione è inquadrarne i brufoli da una webcam. Però ci piaci così, mamma, non prendertela. Sei sempre così triste.

C’è sempre tanto silenzio nei tuoi film, ci hai fatto caso? Sotto a tutte le playlist che ascoltano i personaggi, c’è sempre questo rumore di fondo che cambia nota da una sequenza all’altra – il rumore di milioni di ventilatori, tipo, di milioni di motori fermi a milioni di semafori, i rumori di Tokyo filtrati dai condotti di areazione fino a diventare una sola nota di rumore bianco, come in quei dischi scemi di shoegaze che per fortuna non ci infliggi più. Il rumore della gente che all’improvviso comincia a fermarsi davanti ai cancelli di Versailles. Il rumore che ci fa paura; e allora ci chiudiamo in macchina e ascoltiamo a massimo volume la musica più forte che c’è. Il rumore del silenzio che ti picchia tra le tempie al ritorno da una festa. Il rumore, tipo, della fine. Un giorno qualcuno verrà a prenderci, i sanculotti o il Los Angeles Police Department. Ci accuseranno di aver vissuto al di sopra delle nostre possibilità e cazzo, mamma, avranno assolutamente ragione. Poi ci porteranno via, tipo, in un posto dove forse il rumore ci lascerà in pace.


Il Bling Ring, quello vero.
Ma nel frattempo mamma, come fai a farci la morale. Siamo quattro ladruncoli maniaci di gossip che si sono trovati con molto tempo libero nel brevissimo periodo storico in cui i vip di Beverly Hills avevano le ville su google streets, l’agenda degli impegni su tmz, e ancora non avevano collegato le cose e inserito l’antifurto. Cioè, abbiamo rubato oggetti per milioni di dollari senza rendercene assolutamente conto, e adesso siamo, tipo, in galera. E tu ora vai in giro a dire che sei preoccupata per la nostra generazione traviata dalla cultura pop e altre cazzate, mamma, la semplice verità è che stai facendo soldi su di noi. Hai scritto un film su di noi. Cioè, “scritto”. Hai comprato i diritti di un reportage di Vanity Fair, non hai cambiato una virgola. Non hai neanche fatto caso alle cose non dette, alla gelosia delle ragazze per Nick, non hai voluto approfondire – ma non è che non hai voluto – è proprio che non sai come si fa. Tutto quello che potevi fare era inquadrarci da vicino o da lontano. Un altro (o un’altra) al tuo posto non avrebbe fatto così. Si sarebbe inventato una storia, avrebbe scavato nello spazio vuoto tra le dichiarazioni dei personaggi e degli avvocati. Ci avrebbe raccontato di Nick che finalmente trova un’amica ed è disposto a qualsiasi cosa per lei, Nick che la porta nel Nevada guidando un’auto piena di refurtiva – cioè, ti immagini cosa avrebbe potuto fare un altro regista con materiale del genere? Innamorarsi di una cleptomane, seguirla nella sua follia, diventare il suo manichino, imparare a memoria tutte quelle cazzo di nomi di cui fino a quel momento non ti era mai fregato niente, Marc Jacobs, Gucci, YSL – passare in due settimane dalla flanella grunge a impartire lezioni di stile tipo “non puoi mettere zebra e leopardato assieme, devi scegliere”. Che ne avrebbe fatto di tutto questo non dico uno Scorsese, ma un Ron Howard. Ma sei passata tu. E tu la distanza tra i personaggi non ce la puoi mettere. Tu sei sempre in primo piano con loro. È impossibile non immaginarti nella tua cameretta con quelle manolo indosso. E vuoi farci la morale, cioè, insomma, tipo, dai.


Però il film si guarda lo stesso, perché c’è la mia amica Emma Watson che è tipo assolutamente fantastica, cioè, guardala. Si è mangiata il tuo film. Lo ha capito sin dall’inizio, come solo i grandi attori: si è resa conto prima di te che sarebbe stato tipo come una puntata lunghissima di The Hills, e ha fatto l’unica cosa sensata che poteva fare un vero professionista: si è studiata The Hills. Lei lo ha capito, non si trattava semplicemente di entrare in casa di Audrina e rubare qualche altro oggettino: stavolta bisognava rubarle l’anima, questo fanno gli attori seri e lei è serissima assolutamente. La sua Rachel è un capolavoro iperrealista, più vera del vero, assomiglia tipo a un sacco di quindicenni che conosciamo. Lei un Oscar non lo ruberebbe, assolutamente. Mangia in testa a tutte le starlette ex Disney di Spring Break, e a quel guitto compiaciuto di James Franco. Che poi c’è da dire che in generale tu sei molto meno autoindulgente di Korine, anche se la categoria è la stessa: usare la superficialità dei giovani d’oggi per valorizzare tipo la propria.

A proposito, Sofia, io non sono tua figlia. Ho più o meno la tua stessa età, e nessun titolo per giudicare, né te, né i tuoi personaggi. Per esempio, senti questa: il tuo film forse l’ho rubato. Cioè, non proprio, ma ammettiamo l’ipotesi che ne abbia tipo scaricato una versione – è stato più forte di me, era peggio di una villa col cancello spalancato: mi è arrivato in casa coi sottotitoli e tutto, dovevo solo premere un tasto. Ma non avrei voluto, è stata la distribuzione italiana che ha deciso di programmare dopo Venezia un film uscito a Cannes, ti immagini? I femminili ne parlavano già in marzo, se uno aveva un po’ di curiosità come faceva a tenersela? Il film però esce oggi, e ci dev’essere senz’altro una strategia commerciale dietro, ma io mi domando sinceramente quale sia: non l’ho capita. Forse è un esperimento sociologico, forse facciamo tutti parte di un’opera d’arte, tipo una gigantesca installazione di ladri di film che guardano e giudicano un film di ladri. Tipo. Cioè. Assolutamente.

The Bling Ring, se siete onesti, è al Cinecittà di Savigliano alle 22.30; nei festivi alle 20:20 e alle 22:30.

3 commenti:

  1. Beh? Non è ancora venuto zanardo a dire che in israele le stelle del cinema sono ben protette? Come mai?
    rabo karabekian

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    1. Sssst, c'è anche un attore che si chiama Israel, è chiaro che una recensione non del tutto positiva non può che essere antisemitismo.

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  2. Perfetto, solo segnalo che costoro non scriverebbero mai "boh", quanto piuttosto "bho". <3

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