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mercoledì 13 novembre 2013

Giovane, carina, molto occupata

Giovane e bella (François Ozon, 2013).

Vi state sensibilizzando sull'odioso fenomeno della prostituzione minorile?
Isabella ha compiuto 17 anni ed è uno schianto. Ha una madre che non le fa mancare niente, un patrigno che l'ama come un padre, un fratellino che si strugge per lei e forse non riuscirà a toccare nessun'altra donna. Isabella è giovane e meravigliosa e tutti si aspettano da lei una serie di mosse precise: perdere la verginità una notte in spiaggia con un ragazzo straniero bellissimo, e poi tornare a Parigi e tra una lezione e una festa trovarsi un fidanzato, magari innamorarsi davvero, comunque cominciare una liaison benedetta dai parenti da interrompere prima della laurea (quando incontri il padre dei tue due figli, da cui divorzi verso i 35). Perché più o meno è quello che fanno tutte le belle ragazze di buona famiglia nei romanzi e nei film, e i genitori lo sanno, si tengono al corrente, hanno già cominciato a lasciarti i preservativi in bella vista in bagno. Peccato che a Isabella di tutta questa trafila postpuberale contemporanea non freghi nulla.

Isabella ha appena compiuto 17 anni e le piace far sesso con gli sconosciuti. Non tanto il sesso in sé, ginnastica a tratti piacevole ma generalmente noiosa. Ma dare appuntamenti a voci misteriose con un cellulare clandestino; viaggiare nel ventre di Parigi con una missione segreta; cambiarsi nei bagni, diventare più grande e poi di nuovo più piccola; intrufolarsi come un agente segreto negli alberghi esclusivi, ottenere da mani trepidanti una misura precisa della propria bellezza (cinquecento euro a botta), tutto questo è senz'altro pericoloso e sconsigliabile e a Isabella piace. Jeune et jolie è stato presentato a Cannes come La vita di Adèle, cui somiglia come un fratello cattivo: all'amour fou delle ragazze di Kechiche, Ozon oppone la frigidità sentimentale di Isabella. E tanto appassionato è il regista di Adèle (ai limiti dello stalking) tanto stavolta sembra glaciale Ozon. Non importa quanto vecchi od odiosi saranno i clienti di Isabella: nulla riuscirà a sporcarla, nulla è irreparabile.

Sbrigatevi a sensibilizzarvi, ché lei entro le sei dev’essere a casa.

L’avessi visto in qualsiasi altro momento, Jeune et jolie mi avrebbe innervosito per il distacco con cui abbozza un tema così attuale e pesante senza darsi la pena di cercare moventi sociali, morali, psicologici – niente, pare che a Ozon interessi soltanto impaginare la giovinezza di Marine Vacth in meravigliosi fotogrammi. Ma è il novembre del 2013, e oltre al fatto che gli sono ancora debitore di uno dei film più belli dell’anno, in queste due settimane ho fatto talmente il pieno di accorati opinionismi sulla prostituzione che l’impassibilità di Ozon mi è gradita come un balsamo, un necessario colpo di spugna profumata su tante chiacchiere benpensanti e puzzolenti. Ah, per inciso, viva la Francia; dove se tua figlia si prostituisce, la polizia viene a spiegarti con molto tatto che è meglio se metti la password ai computer di casa; dove un’assistente sociale spiegherà a tua figlia che prostituirsi è pericoloso da un punto di vista igienico; il tutto senza pazziate imbarazzanti che non servono a niente e a nessuno, senza Barbare D’Urso corrucciate e croniste d’assalto appostate. I compagni non sospetteranno niente; Isabella avrà ancora un po’ di tempo per crescere e capire il rischio che ha corso (un rischio fisico, concreto, non il “degrado antropologico morale” con cui i nostri esperti marchiano vittime e genitori).


Chissà se poi funziona così davvero, non lo so. Magari è una Francia di sogno, in tal caso viva la Francia dei sogni di Ozon e miei, un luogo dove persino un ponte pieno di lucchetti non è più un oggetto degno di derisione: Ozon non ha bisogno di ironizzare su Moccia o il moccismo per sentirsi superiore; ammira la giovinezza così com’è, con la sua arroganza e il suo sprezzo del pericolo, e i suoi errori di percorso. Anche se per apprezzarla davvero bisogna tenersi un po’ distanza, sennò ti si spezza il cuore come a Kechiche, o anche in modi meno metaforici. Un caro vecchio avatar del regista interverrà verso la fine per dirci che Isabella, alla fine, è solo una ragazza che ha avuto un po’ troppo coraggio: il coraggio di non inventarsi un amore quando l’amore in effetti non c’è, il coraggio di fare sesso se ne hai voglia e di farci i soldi se ne hai voglia. Tutto qui? Tutto qui. È un film immorale? Non più di tanti altri. È un film che restituisce un’immagine fuorviante della prostituzione? Senza dubbio, di sicuro non sono tutte così carine e prive di preoccupazioni economiche. Potrebbe mettere idee sbagliate in testa alle ragazzine? Mah, prima di prendervela coi film mettete una password ai laptop di casa. È un bel film? Non lo so, ma dopo Adèle ne sentivo un po’ il bisogno.


Gonna give you some terrible thrills.

Ah, quasi dimenticavo: per me la prostituzione minorile è una brutta cosa. Ma non perché sia sintomo di degrado antropologico o cazzate del genere. A me sembra inevitabile che ci siano automobili per strada, ma non vorrei che le guidassero i sedicenni. Mi rendo conto che si tratta di un pregiudizio non del tutto razionale – in fin dei conti un sedicenne ha riflessi e vista migliori dei miei – ma ritengo che sia più sicuro, più igienico che i sedicenni non guidino. Non so se prostituirsi sia più pericoloso che guidare: senz’altro è pericoloso. Si possono contrarre malattie, si possono incontrare psicopatici, il rischio di subire violenze è altissimo. Questo è l’unico discorso sensato che io farei a Isabella, e mi piace che qualcuno glielo faccia nel film.

Giovane e bella questa settimana è al cinema Fiamma di Cuneo, nei giorni feriali alle 21; al sabato alle 17.35, alle 20.15 e alle 22.35; la domenica alle 15.15, alle 18.10 e alle 21.00.

27 commenti:

  1. Quindi signor Leonardo se nella realtà lei avesse una figlia diciassettenne che svolgesse la attività di prostituta con giovani meno giovani e vecchi più o meno bavosi, l'unica cosa che farebbe, sarebbe quella di metterla in guardia da malattie veneree e da possibili clienti pericolosi?

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    1. Il vecchio argomento "se fosse tua figlia".
      Se fosse 17enne potrei in qualsiasi momento denunciare i clienti.
      E la possibilità di prendere l'aids e la necessità di incontrare clienti bavosi e potenzialmente pericolosi mi sembrano argomenti abbastanza pesanti (lei ne hai altri?)

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  2. Se è in un film o comunque la figlia diciassettenne è figlia di altri si fa un inno alla libertà personale e sessuale, un elogio al coraggio romantico di contrapporsi all'ipocrita perbenismo....e le malattie veneree e gli psicopatici sono sì considerati dei pericoli ma né più né meno di guidare la macchina.
    Se invece si parla di una propria figlia immediatamente si denunciano tutti i clienti. Poi, siccome l'aids e i vecchi bavosi passano da uno sfondo remoto e immaginario, ad un primo piano vicino, molto vicino, e reale, la si obbliga a cambiar vita...
    Leo, a ragionar così siam tutti bravi....

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    1. Guarda che guidando una macchina si possono uccidere le persone: non è proprio un minimizzare il problema.

      L'"elogio al coraggio romantico" mi sembra una tua proiezione, Isabella non è romantica in nessun modo. Le piace fare cose pericolose.

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    2. Ok allora cancello "romantico" e inserisco "sprezzante del pericolo". Ma il punto non era questo e neppure una ipotetica statistica sugli incidenti d'auto.
      Siccome tu sei una persona intelligente-leggo i tuoi articoli e seguo il tuo blog con interesse da diverso tempo- hai capito benissimo qual è il punto, sarebbe offensivo ripeterlo. Prendo atto che vuoi sottrarti alla questione e rispetto la tua libertà di farlo...
      Con immutata stima

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    3. Ma onestamente non so su cosa sto sorvolando. Ho scritto "per me la prostituzione minorile è una brutta cosa." Ho spiegato perché, laicamente, sia un fenomeno da combattere: è pericoloso. Altri motivi anche con mia figlia non me li saprei inventare, e non mi servirebbero: la pericolosità basta e avanza.

      Se sai il francese, c'è un corto abbastanza illuminante sull'approccio laico al problema (http://www.youtube.com/watch?v=yh_wVj_xf4o), realizzato da femministe che vorrebbero "abolire la prostituzione" (vaste programme).

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    4. io appena visto il filmato e mi pare che neghi esattamente la tesi del tuo post: i rischi della prostituzione (minorile o meno) non si riducono alla sua pericolosità in termini fisici e sanitari. O almeno così l'ho interpretato: l'assistente scolastica presenta la prostituzione come una scelta professionale legittima in quanto istituzionalizzata e "controllata" in termini medico-sanitari e sociali, eppure la ragazzina se ne va sbattendo la porta, proprio perchè la pericolosità non è evidentemente l'unico argomento per essere contrari (anche da una prospettiva laica)

      Flora

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    5. E quindi quali sarebbero questi argomenti ulteriori?
      Secondo me se ne va perché le fa schifo il mestiere, con tutti i suoi risvolti concreti (anestesie locali a partire da una certa età, ecc.)

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    6. Beh, d'istinto mi verrebbe da dire che l'argomento principe è proprio quello che hai enunciato ora: è sbagliato semplicemente perché fa schifo condividire l'intimita sessuale con persone che ti fanno schifo (o che non ti piacciono). Chiamiamole ragioni estetiche, nel senso originario di sensazione. Ma mi rendo conto che è un argomento abbastanza vago, quindi ragionandoci io direi ad una ipotetica figlia: il sesso è una cosa bella perché dà piacere (anche puramente fisico), viverlo come un lavoro porta necessariamente a separare il piacere dal sesso (perché mancano le condizioni di reciprocità) e ti costringerebbe a sviluppare un sentimento di indifferenza e estraneità al tuo stesso corpo, provocando una scissione dalla quale non hai nulla da guadagnare. Aggiungo a margine che il solito sacrosanto principio liberale sulla libertà di fare quel che si vuole del proprio corpo non può essere un argomento definitivo contro chi si interroga sulle ragioni di certe scelte, senza scadere nella sociologia un tanto al chilo di Repubblica. Chiedersi il perchè dei comportamenti mi sembra semplicemente umano, e l'indifferenza di Ozon è in questo senso irritante e astratta (credere di sapere il perché - e ricondurlo al Billionaire- tipo la De Gregorio è paternalista oltre che risibile, ma su questo siamo d'accordo tutti).

      Ah, l'assistente del corto dice che le anestesie (mi pare di aver capito "piqures", punture) sono utili all'inizio, per superare il trauma delle prime contusioni. Giusto per non edulcorare.

      Flora

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  3. Veramente nell'articolo "gridi" chiaramente un inno alla libertà di prostituirsi e solo "a bassa voce" , brevemente ne elenchi pericoli.
    Leo, qui c'è il solito conflitto interiore tra il tizio comune e il parruccone....

    z.i.

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    1. Io penso che le persone siano libere di disporre del loro corpo, perlomeno dalla maggiore età in su; e quindi anche di prostituirsi. Quello che possiamo fare è informare sui pericoli e le controindicazioni. Non mi sembra di aver gridato nessun inno, ma forse in un momento in cui sembra obbligatorio ostentare indignazioni o moralismi un discorso un po' più laico stecca nel coro.

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    2. Quando i clienti vecchi e bavosi sono di una diciassettenne estranea sostieni (previo avvertimento dei pericoli) la libertà di disporre del proprio corpo. Quando si tratta di una tua ipotetica figlia parli di denunciare i clienti.
      Mi puoi chiarire perché per tua figlia senti l'urgenza di denunciare i clienti e per una sconosciuta invece non ne fai cenno.

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    3. Perché non sono un magistrato, e come cittadino mi spetta denunciare soltanto crimini a cui mi capita di assistere più o meno direttamente.

      Ma poi chi è la "sconosciuta"? Isabella è un personaggio fittizio; un suo cliente non viene denunciato perché [spoiler] muore; degli altri non si sa più niente. Al limite è curioso che gli inquirenti non si siano fatti dare la sim con i contatti telefonici (oppure li hanno intercettati in altri modi). Dovevo uscire dal cinema e precipitarmi dai carabinieri a denunciare la prostituzione di un personaggio cinematografico? L'attrice peraltro è bella che maggiorenne. Siete ben strani.

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    4. Bravo! E' qui che si capisce quando uno ha intelligenza sopra la media....Hai fatto centro!

      E' proprio quello che non capisco!

      Perché , uscito dal cinema, non ti sei precipitato alla più vicina Stazione dei Carabinieri a denunciare i clienti vecchi e bavosi del film....in questo modo ti sei reso complice...

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  4. OK, Leonardo, allora diciamo che è passato un anno e la figlia ipotetica ha diciotto anni, non più diciassette. Sinceramente, cambia qualcosa?
    La domanda "se fosse mia figlia" in realtà secondo me è una di quelle fondamentali; e non vale solo per il caso banale della prostituzione ma per un sacco di altre cose che molti sono pronti ad infliggere agli altri se non li conoscono, e anche a difendere teoreticamente magari, ma stranamente non vorrebbero mai per se stessi né per quelli che conoscono....

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    1. A diciott'anni gli eventuali clienti non sono più perseguibili, e quindi che dovrei fare? Aspettarli fuori a mazzate? Prostituirsi non è un reato.
      Ovviamente è una scelta che non condividerei, per i motivi sopra scritti; però a 18 anni la gente è libera di disporre del proprio corpo.

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    2. Ok, non è reato, ok smascherare il finto perbenismo, ok i pericoli, ok tutto...
      Mi permetta però di dirle che è desolante e sottolineo desolante, avallare il sesso come mera ginnastica, come azione meccanica svuotata di qualsiasi contenuto affettivo. Nel suo articolo non vi è una sola parola di critica alla mercificazione in sé. Vi è una descrizione compiaciuta della donna, solo in apparenza libera dalle meschine ipocrisie borghesi, ma in realtà donna oggetto prigioniera della sua solitudine. Io non so se Lei ha visto il film ma Isabella solo apparentemente conduce il gioco, in realtà è alla mercè del vuoto che si porta dentro e che così pensa illusoriamente di colmare.
      Lei ha una gran bella opinione delle donne, complimenti

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    3. Per fortuna le donne sono tante. Ma la mia opinione in cosa consisterebbe? Nel non giudicare chi decide di scambiare il proprio corpo in un certo modo?

      Tra le "meschine ipocrisie borghesi" c'è anche quella della "mercificazione": come se il corpo non fosse soggetto di scambi economici sin da quando esiste l'economia.

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    4. Quello che veramente non capisco è dichiararsi incapaci di giudicare le cose "pericolose e sconsigliabili che a Isabella piacciono". Sono tutte cose sbagliate: non è quello il modo per nutrire la propria autostima, non è quello il modo in cui trattare se stesse, punto, al di là dei rischi fisici. Sono convinto che questo si possa dire anche senza tirare in mezzo il padreterno, sennò toccherebbe dare ragione ai cattolici che dicono che non possiamo farne a meno.

      Anche perché sennò smettiamo di fare i genitori, dato che saremmo inutili: il discorsetto sui rischi per la salute lo può fare tranquillamente il medico di base, non serve certo un padre o una madre per quello.

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  5. Che poi, il discorso "non prendetevela coi film" è un po' ipocrita, detto da chiunque faccia in senso lato arte (e anche questo tuo blog in fondo è "arte", no?). Non si può credere contemporaneamente che l'arte abbia un'efficacia sul mondo e sulle persone quando ispira cose che ci piacciono, e riempirci interviste, libri sulle grandi battaglie civili eccetera, e che sia invece del tutto inefficace e trascurabile quando potrebbe avere effetti che non ci piacciono legati a violenza, sesso e altre robe da maneggiare con cautela.

    Vedi questo vecchio post di Roberto Recchioni per una spiegazione migliore di quello che intendo.
    http://prontoallaresa.blogspot.co.uk/2012/07/non-siamo-stati-noi.html

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    1. Il senso è che questo film inciterebbe alla prostituzione? No, secondo me no, non più di tanto (l'hai visto?)

      La cosa buffa è che Isabella racconta di essersi interessata all'"argomento" guardando coi suoi genitori un reportage sulla prostituzione in tv, come quelli che ci hanno propinato questa settimana e la passata. Ha filtrato tutto il moralismo e ha trattenuto le cose che le interessavano: quanto si guadagna, come ci si pubblicizza on line, eccetera.
      Per dire che probabilmente fa molti più danni una diretta pomeridiana di Barbara D'Urso che questo film in una sala cittadina, dove lo va a guardare gente dai quaranta in su.

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    2. Non parlo del film in specifico, ce l'ho solo con i discorsi del tipo "l'arte non è mai pericolosa" che spesso sento fare da chi ha paura che gli tolgano il tal personaggio che gli è tanto piaciuto (non dico te, eh.) Come già detto, avrebbero perlomeno coerenza logica se quelle stesse persone poi non si compiacessero di sentire che, chessò, Mila e Shiro hanno ispirato la Pellegrini a giocare a pallavolo, ma siccome non è quasi mai così...

      La tua battuta sulla password del computer mi sembrava una minimizzazione di questo tipo; altro discorso è discutere l'intenzione del regista nel caso specifico, come ci si possa aspettare che l'opera venga recepita, eccetera.

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  6. Diverse sono le cose provocatorie dell'articolo...ma del resto è il sale del blog.
    Non credo che neppure Leo creda alla maggior parte delle cose che scrive, in fondo come ci ricorda giustamente Camillo anche questo blog è "arte".
    La cosa però più sconcertante o se vogliamo "artistica" è la quasi totale scissione tra l'articolo e i commenti di risposta di Leo.
    Senza dire nulla ho fatto leggere a mia moglie (ha una intelligenza normale, è docente universitaria) l'articolo e poi i commenti di L.
    Bene, lei mi ha detto senza esitazione che sono due persone diverse che sostengono due tesi opposte....

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    1. Onestamente non so cosa ci sia di così provocatorio: l'ho sempre pensata così.

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    2. Facile tirare il sasso e poi nascondere la mano...un po' come i bambini delle elementari....

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  7. Insomma Leonardo...in questo scambio di commenti t'hanno dato dell'amorale, del padre-mazzolatore, affetto da disturbo bipolare, e infine pure artista. Quanta pazienza devi avere!

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    1. Anonimo, scendi dal banano, il buon Leo ci sguazza con tutti questi commenti e non gli importa seguire una logica o cosa si scriva anzi...importante è che si scriva ...e ad ogni click aumenta il suo conto in banca...

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