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sabato 28 giugno 2014

Un calcio ai mutanti

X-Men: giorni di un futuro passato (2014, Bryan Singer)

Tra dieci anni non esisteranno più mutanti. Per la verità non esistono anche adesso, fuori dai cinema. Dentro invece cominciano a essercene troppi, e a fare paura alla concorrenza: dinosauri, robottoni, divi in pensione che giocano a fare le spie, eccetera. Alla fine è pura lotta per la sopravvivenza, come diceva il mio bis-bis-bis-bisnonno mentre spaccava il cranio a un Neanderthal con la sua clava. O noi o loro, e loro sono molto cattivi, meglio togliersi il pensiero. Tra dieci anni non esisteranno più mutanti, il pubblico non ne potrà più di loro. Troppi errori di continuity, troppi supereroi morti e poi resuscitati perché la gente vuole il sangue ma anche il lieto fine. Come dice veramente il professor Xavier in una storia che non ricordo, la vita e la morte per gli X-Men hanno le porte girevoli. Contate soltanto quante volte tra fumetto e cinema avranno resuscitato la povera Jean Grey - alla quinta o sesta quale spettatore non si sentirebbe preso in giro? Tutto questo, in un futuro molto prossimo, causerà l'estinzione dei film di supereroi mutanti. A meno che.

A meno che i pochi superstiti del futuro non decidano di mandare uno di loro nel passato per -
"No scusa questa no, eddai".
Chi ha parlato?
"Sono la voce della coscienza di qualsiasi sceneggiatore, cioè io capisco che la Fox debba continuare a fare più o meno un X-Men all'anno sennò i diritti tornano alla Marvel, ma non è che puoi riciclare Terminator 1 così".
Ah no?
"No, è proprio il fondo del barile, capisci".
Il solito ignorante. Di che anno è Terminator 1?
"Primi Ottanta, e allora?"

Lui è Quicksilver ma non si può chiamare così perché i diritti del nome, da quel che ho capito, ce li ha la Marvel. La scena più divertente è la sua, poi decidono di non usarlo perché ruberebbe la scena ai senatori, manco fosse la nazionale italiana.

1984. "Giorni di un futuro passato", la saga originale di Claremont e Byrne è del 1981. È Cameron che ha copiato. Mai raschiatura dal barile fu più filologica. E dunque - dov'ero rimasto? I pochi superstiti del futuro decidono di mandare uno di loro nel passato per contattare Bryan Singer, che finalmente ha finito di pagare quel mutuo o quegli alimenti o quel ricatto, e sta lavorando a un sequel dell'Allievo, o a un noir come i Soliti sospetti, insomma vuole rimettersi a fare il regista e recuperare il tempo perso a riprendere tizi in calzamaglia, giganti e altre puttanate. Quand'ecco che riceve una visita di Wolverine. Salvaci Bryan, nel futuro prossimo stiamo per estinguerci. I buchi di sceneggiatura prenderanno il sopravvento e ci inghiottiranno tutti. Cazzi vostri, risponde educato Bryan. Eh no, dice Wolverine, tu ci hai creati come esseri di celluloide, e ora spetta a te salvarci. Solo tu puoi darci il reboot che meritiamo. Sai dove te lo metterei? Non scherzare Byan, non è il momento.

Il reboot - per chi non s'intende di saghe - è il Calcio di riavvio. Quando una saga è consumata, frusta; quando tutti gli eroi sono morti e resuscitati più di una volta, non prima di essersi fidanzati e lasciati un paio di volte, come in certe compagnie d'amici di provincia, c'è una sola cosa che puoi fare prima di diventare il Posto al Sole, ed è premere il supremo pulsante del Reboot. Fino a qualche anno fa il Reboot era molto semplice: spegnevi tutto e poi ripartivi da capo: nuovi attori, storia un po' diversa, amen. Prendi il nuovo Uomo Ragno: la trilogia di Sam Raimi è stata semplicemente azzerata. Un po' troppo presto, secondo alcuni - ma il motivo è il solito: se non fai lavorare il personaggio, la Marvel può reclamarlo indietro. La minaccia è più reale che mai, ora che la Marvel ha dimostrato di saper fare film di supereroi meglio di tutti, ed è stata rilevata dalla Disney. Anche gli X-Men andavano quindi presi a calci e riavviati il prima possibile. E d'altro canto come si fa a ripartire sempre dalla stessa lagna, il professore in carrozzella, i giovani mutanti, Logan che ama Jean che sta con Scott che BASTA PER PIETÀ BASTA.

Siamo negli anni '70 e la Lawrence rischia di incontrare la sé stessa di American Hustle. (Se ci andate per lei ci restate male, tolte le scene in cui è incatramata blu restano due o tre minuti, ma sempre meglio di Halle Berry).
Siamo entrati così nella fase manierista del Reboot. Da elemento di rottura, il reboot è stato per così dire armonizzato nella trama stessa della saga. È come se la continuity se lo fosse mangiato. Il probabile responsabile di questa novità è il controverso J. J. Abrams, che col suo Star Trek del 2009 ha mostrato come il reboot possa diventare una figura narrativa, grazie all'altro fondamentale tropo che è il viaggio nel tempo. Un personaggio della saga vecchia e frusta torna indietro nel tempo e combina qualche cazzata che cambia per sempre la storia: et voilà, ora i vecchi personaggi si muoveranno in uno spazio vuoto. Possono rimettersi ad ammazzarsi e fidanzarsi e resuscitare come se niente fosse successo. Poi tra vent'anni rimandano qualcuno indietro nel tempo e si riparte. Giorni di un futuro passato è tutto qui.

Veramente tutto qui. È un film molto al di sopra della media degli X-Men, probabilmente grazie alla mano di Singer. Combattimenti ben coreografati e non troppo lunghi, grande equilibrio tra azione e spieghe, buon uso dei personaggi - compreso il Wolverine di Hugh Jackman, benché come sempre distantissimo dall'uomo-bestia dei vecchi fumetti di Miller: un damerino palestrato che continua a fumare sigari nei posti sbagliati, ma che alla fine usa più la voce che gli artigli. La sua missione è rimettere un giovane Xavier sulla retta via, una cosa abbastanza incongrua ma si può trovare una giustificazione narrativa anche per questo. Si può trovare una giustificazione narrativa a tutto. Ma il punto forse è proprio questo: al termine di due ore di intrattenimento di buon livello, con attori di prima classe (Fassbender, la Lawrence) la sensazione che rimane è quella di aver assistito soltanto a un lunghissimo reboot. Come se la principale preoccupazione degli sceneggiatori fosse spiegare perché tutto quasi tutto quello che è successo fin qui è come se non fosse successo, e dal prossimo film cambieranno tutti gli attori (tranne probabilmente Jackman). Come se non ce li fossimo già scordati alla grande, tutti i precedenti X-Men.

Giorni di un futuro passato è in giro da un mese, più o meno; ma non è che a Cuneo e dintorni ci sia molto di meglio, eh? Il film è ancora in sala al Cinelandia di Borgo S. Dalmazzo, sabato e domenica alle 22:40 e martedì alle 21, in 2d. 

14 commenti:

  1. di orsoni proprio non vogliamo scrivere una riga eh
    habbiamo paura di sprecare l'inchiostro?

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  2. profumo di misery
    (bello "habbiamo" - fa un sacco machiavelli; +1)

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  3. che palle 'sti anonimi, essendo sempre ot mi tocca di sta' in argomento
    argomento - inteso come film sugli x-men - che sta appena sopra "dove va in vacanza belen", ne posso approfittare per dire che ultimamente tendo ad apprezzare i film che non abbiamo:
    - angeli, fantasmi, vampiri e altri esseri strani
    - sparatorie e combattimenti prolungati (per dire: "gran torino" sarebbe quasi da eliminare)
    - supereroi (di origine umana o extraterrestre) e alieni in genere
    - asia argento, sergio rubini, sergio castellitto, giovanna mezzogiorno, (mi fermo qui perché mi verrebbe fuori un elenco un po' lungo)
    - qualunque personaggio da cartone animato fuori da un cartone animato

    quindi è possibile che io non veda mai questo film...
    ieri su qualche canale davano "godzilla", quello americano... che tristezza, dopo 5 minuti ho cambiato canale

    comunque ni sa che ha ragione riccoespietato: guardati intorno che potresti essere oggetto di attenzioni tipo "misery non deve morire"

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  4. ma ma era passato anche il rabbi matto, vero?

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    1. dopo essere passato dal blog di m_arcello arrivo ora dal blog di bruno
      bazzica questo blog il maestrino di vigevano che vuole vomitare in faccia agli anonimi che vogliono sapere di orsoni?

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    2. Io, presunto amico e stimatore di Leonardo, propongo di esportare tutti gli anonimi che scrivono in Israele.
      Una punizione divina!

      Ps scusa Leonardo

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    3. Questo commento è stato eliminato da un amministratore del blog.

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    4. e magari ci sei pure tu quarantenne in crisi,
      contadino triste

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    5. Rabbi Zanardo, abbi pazienza se ti cancello un po', ma sei la tristezza incarnata.

      Sono contento se stai riuscendo a trovare nuovi modi per sfogare le tue pulsioni; purtroppo a monte di tutto io continuo solo a vedere una persona triste che si aggrappa a cose che non esistono nella speranza di ottenere qualche privilegio.

      L'involuzione degli ultimi anni consiste in questo: hai smesso di cercare di convincere chicchessia delle tue ragioni (evidentemente non ne hai) e ti stai concentrando nel combinare dispettucci a chi ti dà torto.

      È una cosa patologica? Non lo so. Senz'altro sei abbastanza furbetto da prendertela con la gente meno vendicativa in assoluto: i morti o i tizi tranquilli come me.

      Ti direi: pace, ma non risolverebbe niente. Mi dispiace davvero per te e per chi ti sta vicino.

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    6. ...il più furbetto qui sei tu che sei riuscito a prendertela con gli imprenditori suicidi...non mi risulta che siano tendenzialmente vendicativi...ma potrei anche sbagliarmi...

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  5. Anonimo delle 14:51

    paga ed avrai cio' che pretendi (forse)!

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  6. prima i morti di Bruxelles, poi questi nella West Bank.
    La pace si avvicina!
    STEI IUMANNE

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    1. Certo che come rabbino ci metti poco tempo a elaborare il lutto eh. sei già qui che sghignazzi.
      Sono morti tre ragazzi cosa ci sarà di divertente.

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    2. È Zanardo. Si diverte così.

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