(I racconti del mese, settembre)
Non è che gli alunni mi salutino mai troppo volentieri, incrociandomi sul corso; ma è ai primi di settembre che cominciano a nascondersi dietro le colonne, quasi vergognandosi di abbronzature perfette. Hanno un gelato in mano e una ben più fredda consapevolezza sulle spalle: non ce la faranno mai a finire i compiti. Li hanno appena iniziati. Forse non vale neanche la pena di provare. Io faccio finta di niente, e penso che forse era più onesto Mahmadou.
Mahmadou era nero e centravanti prima che fosse cool. Non era esattamente un campione - sgambava tra l'area e il centrocampo in magliette sempre troppo larghe sulle spalle, eredità di un fratello maggiore; aveva fiato e un buon tocco, ma era ancora troppo cucciolo per mettere in soggezione terzini e portiere. Anche i suoi compagni più cari lo chiamavano Mamma, soprannome sommamente infelice a cui si era affezionato. Mamma me lo disse chiaro e tondo, quando in giugno fui per dettare i compiti delle vacanze: non se li sarebbe scritti, un po' perché aveva lasciato a casa il diario, un po' perché dai, non ne valeva la pena; quell'anno andava in vacanza anche lui, e non poteva portarsi i libri giù in Africa.
Obiettai che poteva farne comunque un po' prima di partire; mi spiegò che partiva subito, appena finita la scuola; che non ci sarebbe stato nemmeno il tempo di mandare i genitori a ritirare la pagella, l'aereo si stava già scaldando sulla rampa. Né poteva posporli al ritorno, i compiti, perché sarebbe tornato tardissimo, a settembre inoltrato, se non più in là: non dovevamo però preoccuparci, potevamo benissimo cominciare la scuola senza di lui. Portarsi i compiti giù al villaggio? Fuori discussione: anche se si fosse trovato un posticino in valigia - e non c'era - Mamma mi spiegò che la vita nel villaggio è molto diversa da quella che conduciamo qui: c'è tutta una dimensione comunitaria che purtroppo a noi sfugge, blindati come siamo nelle nostre nicchie alienanti. Una volta arrivato laggiù, Mamma si sarebbe messo immediatamente a giocare a pallone coi suoi amici, perché è così che funziona; e non avrebbe smesso finché l'aereo del ritorno non avesse iniziato le procedure di decollo. Mi spiegò, Mahmadou, che la sola idea di dire ai coetanei: "ora non posso giocare, devo fare i compiti" era da rigettare come un ingenuo cascame del mio colonialismo interiore: in una società rurale africana non ci si può isolare dal gruppo, non si possono fare i compiti. La volontà di isolarsi si trasforma immediatamente in uno stigma sociale, quando non somatizza prendendo le forme di una vera e propria malattia. Davvero volevo renderlo un paria, un lebbroso agli occhi dei suoi fratelli? Non poteva fare i compiti; non dipendeva da lui. Eccetera.
"Ora prendi un foglio e te li scrivi lo stesso".
"Ma prof..."
"Qualcuno ha una penna da prestare a Mahmadou?"
Verso i primi d'agosto ormai l'ordine alfabetico degli alunni è un ricordo lontano, che si infrange tra la lettera G e la L. Per quanto possano riempirmi di vita fino a metà giugno, i loro volti svaporano nel giro di due mesi, e così a momenti non riconobbi Mahmadou, un pomeriggio che passai per l'Africa, diretto alla coop. L'Africa in questione era il parcheggio di un centro direzionale affacciato sull'incrocio: un luogo losco a un'ora dal tramonto, ma ideale per il calcetto, a causa di un materiale gommoso, nero, con cui era stato pavimentato, più morbido del cemento - anche se assorbe il calore del primo pomeriggio come una spugna, e non lo lascia andare fino a mezzanotte. Mamma teneva un Supertele in grembo. Lui e i suoi amici indigeni erano seduti sul muretto che delimitava il continente, a prender fiato: sarebbe stato il momento giusto per un sorso d'acqua o magari un gelato, ma avrebbero dovuto lasciare l'Africa nera, attraversare la strada e aprire una linea di credito col barista cinese.
Mahmadou fu di parola: passò tre mesi interi nella sua Africa di quartiere, senza mai venir meno alle regole non scritte della tribù. A settembre tornò tra noi, senza penna né diario. Com'è andata l'Africa, Mahmadou? Bene, prof, bene. Là è tutto diverso, la vita non stinge sotto la pioggia, né imbrunisce col sole. Ogni cosa ha per sempre quel colore con cui uscì dallo stampo.
ehi, dov'è finito "wow"? proprio oggi che ci volevo fare clic...
RispondiEliminaBel racconto, complimenti.
RispondiEliminaEcco vai, meglio parlare di negretti che di vertenze sindacali dove i piddini fanno figure di merda.
RispondiEliminaTipo questa
http://www.corriere.it/inchieste/reportime/societa/scandalo-coop-rosse-si-paga-lavorare/2a82a9fc-3131-11e4-9629-425a3e33b602.shtml
Caro anonimo, appena avrà un po' di tempo, sono sicuro che il nostro ci parlerà di mps, vertenze sindacali, truppe cammellate e quant'altro....diamogli tempo però, non è un jukebox che scrive a comando
EliminaMettiamo che sia pure una cosa interessante, e che a me spetti la parte di difensore dei "piddini": mi spiegate pazientemente cosa c'entrerebbe il pd?
EliminaDavvero non l'hai capito?
EliminaC'è una coop sociale veneta che si aggiudica appalti dal Piemonte alla Toscana; i soci dipendenti di Modena hanno trovato esoso il prelievo imposto sulla busta paga; si sono rivolti alla Cgil di Modena e l'hanno avuta vinta. Il PD in tutto questo?
Elimina"i soci dipendenti di Modena hanno trovato esoso il prelievo imposto sulla busta paga". ( perché tu invece no?!)
EliminaChi è a capo delle coop?
IO SONO IL CAPO DELLE COOP!
EliminaTremate o mortali...
ma davvero qualcuno nel 2014 non sa che esistono migliaia di cooperative e che con le famose COOP nulla hanno a che fare?
Eliminavedi a non fare i compiti delle vacanze...
Dory, tu hai capito di che coop stiamo parlando?
Eliminahttp://www.corriere.it/inchieste/reportime/societa/scandalo-coop-rosse-si-paga-lavorare/2a82a9fc-3131-11e4-9629-425a3e33b602.shtml
vedi a fare troppi compiti durante le vacanze...
Però adesso son curioso: chi sa chi sia questo fantomatico capo delle coop parli, per favore.
EliminaNella mia ingenuità, immaginavo che la codess avesse un consiglio direttivo eletto dai soci, di solito le cooperative fanno così.
In tutto questo non ho ancora capito bene cosa c'entri il pd, e nemmeno perché dovrei difenderlo, nel caso.
Se davvero sei così curioso perché non ci scrivi un bel pezzo .....
EliminaSono curioso di vedere se tu sei dalla parte dei lavoratori o se sei dalla parte di chi pratica un prelievo tanto forzoso quanto esoso...
Quando un lavoratore riesce a farsi pagare di più sono sempre contento: al limite sarei curioso di capire come mai soltanto i soci di Modena sono riusciti (tramite la CGIL di Modena) a rinegoziare le loro condizioni.
EliminaPerò se lo chiami "prelievo forzoso" mi sa che non hai capito. È una cooperativa; gran parte dei lavoratori sono soci (credo lo fossero anche i modenesi che hanno giustamente protestato). Alla cooperativa mancavano dei soldi e in questi casi, se non li chiedi ai soci, a chi li chiedi?
Al massimo ci si potrebbe chiedere - qualcuno se lo chiede da anni - se la legislazione che in un qualche modo favorisce le cooperative socioassistenziali non sia un po' da ripensare, visto che in molti casi si tratta semplicemente di agenzie che raccattano appalti, e che il loro statuto 'cooperativo' è una mera finzione (non so se sia il caso della codess, che è di Padova, non di Modena).
Continuo a non capire cosa c'entri il pd; peraltro il pd di Modena non è certo un'entità che mi sentirei di difendere.
Aiutami allora a capire la differenza tra "prelievo forzoso" usato da me e "prelievo imposto sulla busta paga" usato da te.
EliminaGrazie
Guarda Leonardo, ti voglio aiutare, mi sa che non c'è differenza.
EliminaAllora mi sa che siamo in due a non aver capito....dai fa lo stesso...
Non credo di doverti spiegare la differenza tra prelievo forzoso e trattenuta, né quella tra *socio* e *dipendente*. Sono tutte cose alla portata di qualsiasi italofono - e in giro c'è dovizia di vocabolari, se proprio non.
EliminaNon riesco neanche a capire a che gioco stai giocando: perché dovrei difendere una cooperativa sociale di Padova che si fa anticipare dei soldi dai propri soci? Come ti ho scritto sopra, ritengo che in molti casi lo status cooperativo sia una mera finzione che consente loro di ridurre i prezzi e raccattare più appalti, ma non so se sia il caso della Codess.
Al limite la storia dimostra come la Cgil sappia difendere gli interessi anche di categorie diverse dalle solite - la Cgil di Modena, almeno. Io poi non voto a Modena.
Vogliamo almeno convenire che chi ha raccattato questa storia, e l'ha buttata qui pensando di mettermi in imbarazzo, avrebbe fatto bene a leggerla un po' meglio? Non c'entra il Pd - e io non sono un dipendente del Pd; Modena non ci fa brutta figura - e io non sono di Modena; al limite ci fa una bella figura la CGIL di Modena; e io sono tesserato CGIL. Eccetera.
Puoi fare peggio di così? Mi siedo e aspetto.
Ti avevo solo chiesto la differenza tra "prelievo forzoso" usato da me e "prelievo imposto sulla busta paga" usato da te.
EliminaNon credevo fosse difficile rispondere per un prof di italiano.
Non sei riuscito a rispondermi ma non è un problema e la stima che ho di te rimane immutata
Buona giornata
Ma io non ho mai parlato di "prelievo imposto sulla busta paga": stai virgolettando una cosa che non ho mai scritto. È molto disonesto, ed è probabilmente l'ultima opzione che ti rimane.
EliminaGiovedi 4 settembre alle 00.01.00 qualcuno, a tua insaputa, ha usato il tuo account.
EliminaCredevo fossi tu, mi sono sbagliato, ti devo delle scuse.
Vabbe', mi ero sbagliato: non è un prelievo, è una trattenuta. Cambia in qualche modo qualcosa?
EliminaAncora gli rispondi? Ma lo vedi che sei troppo tenero?
EliminaC'entra qualcosa una vertenza sindacale con il racconto? No. Cancellare. È così semplice.
Cambia eccome!
Elimina"Però se lo chiami "prelievo forzoso" mi sa che non hai capito."
Accusi me di non aver capito per il fatto di usare termini-a tuo giudizio- impropri nella definizione del problema.
E poi tu usi un sinonimo...?!..se è improprio quello che ho scritto io, è improprio anche quello che hai scritto tu... non so se ora ti è chiaro...
Come vedi cambia eccome...mi fa piacere che almeno di fronte all'evidenza ti sia reso conto di aver sbagliato e mi fa ancora più piacere che nessuno ti abbia rubato l'identità per scrivere nel tuo blog
Saluti
Non è un prelievo, è una trattenuta. Se io mi sono sbagliato a chiamarlo prelievo, ti sei sbagliato anche tu.
EliminaAccidenti, sapessi scrivere come te!
RispondiEliminaBel racconto. E giusta dose di ironia.
Racconto letto con piacere e assai apprezzato.
RispondiEliminaChi posta anonimo, invece, non lo leggo nemmeno.
Patetico. Gli africani non hanno voglia di lavorare, e i sinistri li giustificano.
RispondiEliminaPatetico. L'anonimo non capisce, e vuol commentare.
EliminaSpiegacelo tu dai, che sei un tipo saputo.
EliminaNon ho tempo, devo lavorare. Mica come gli africani.
EliminaMa secondo voi tra Samsung Galaxy S5 Mini, Oppo Neo 5 e Sony Xperia C3 quale è il migliore? Per adesso in Italia c'è solo il Samsung, mi conviene aspettare_
EliminaLeo, dove lo trovo un buon commento sulla riforma che Renzi sta proponendo?
RispondiEliminasto cercando anch'io.
EliminaMa è tratto da un'esperienza vera o è inventato?
RispondiEliminaÈ sempre tutto rigorosamente fittizio.
EliminaCari amici piedini, quando inizierete anche voi ad usarle ci ringrazierete....anche se sono sicuro che non lo farete e le andrete a comprare di nascosto....
Eliminahttp://video.repubblica.it/dossier/speciale-ifa-2014-berlino/stampanti-3d-le-abbiamo-provate-all-ifa-2014-ecco-la-low-cost-da-vinci/176508/175211?ref=HREC1-28
Si, carine le stampanti 3D: al momento sono ancora molto rudimentali, ma probabilmente nel giro di qualche anno funzioneranno meglio.
EliminaGià oggi il riciclo della plastica è abbastanza importante, ma con una maggiore diffusione di stampanti 3D vedremo aumentare sensibilmente il numero di piccoli e medi oggetti realizzati con materiali derivati dagli idrocarburi e il loro smaltimento diventerà fondamentale.
C'è soltanto una cosa che mi domando: cosa c'entrano le stampanti 3D con l'articolo?
No, perché se questo è il luogo per l'off-topic tecnologico, potrei postare un bel trattato sulla nuova distribuzione di Ubuntu al momento in sviluppo: l'open source è infatti a monte delle mere applicazioni tencniche quali stampanti, droni o telefonini.
E quello che ha scritto questa roba si definisce uno scrittore? Ma per piacere via. Sembra una roba tipo il libro cuore del vernacoliere. Solo che quello faceva ridere, questo fa solo cascare le palle.
RispondiEliminaSiamo curiosi di leggere un tuo pezzo....
EliminaMi limito a leggere e giudicare. E questa roba fa cascare le palle. A maggior ragione da un sedicente "scrittore". Io al posto suo userei più una roba tipo "bloggher", o al limite "pennivendolo in area unità".
EliminaLeo, sei troppo tenero.
RispondiEliminaIo avrei già cancellato tutti i commenti off topic. Disturbano la discussione normale.
Non li cancella perché gli fanno gioco....tanti click in più...gli sponsor si fregano le mani...ergo...
EliminaGli sponsor?
EliminaLeonardo, ma non è che sei diventato ricco con il tuo blog e non ci hai detto niente?
Vuoi dire che le tue trollate portano soldi al blog? È vero, non ci avevo pensato.
EliminaNon cancellare niente, Leo.