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domenica 30 novembre 2014

Downey Jr senza maschera

The Judge (David Dobkin, 2014).

Hank Palmer (Robert Downey Jr) è il classico avvocato di successo di Chicago, che all'inizio del film sta pisciando in un classico pisciatoio di tribunale di Chicago. Entra il diavolo, no, pardon, entra David "Numb3rs" Krumholtz a cui toccherà un premio per essere ingrassato di trenta chili per un cameo di tre minuti - e gli chiede: ma non sei stanco di guadagnare un botto di soldi, di guidare belle macchine vivere in belle case e divorziare da belle mogli, solo per garantire la libertà a ricchi criminali? No non sono stanco, risponde Hank scrollandosi. Ma indovinate? Sta mentendo.



Se questo film ha un merito, è di mettere subito le cose in chiaro. Ci saranno tribunali e giurie, avvocati di città e avvocati di provincia, un figlio che vorrebbe essere apprezzato dal padre che vorrebbe essere rispettato dal figlio. Un Avvocato del diavolo senza diavolo, un Iron Man senza lamiere (se guardate bene Downey fa le stesse faccette, ha lo stesso Edipo conflittuale; l'apprezzabile differenza è che invece di sparare raggi gamma dai pugni, sparge in sede dibattimento ragionevoli dubbi su tutti gli indizi probanti). Una versione procedurale di Doc Hollywood - Dottore in carriera e di qualche Grisham a caso, un frullato di tanti film che abbiamo visto volentieri più o meno tra il 1984 e il 2004, e che avremmo visto ancor più volentieri se ci avesse recitato Robert Downey Jr - che però per un motivo o per un altro non c'era quasi mai, ed è una cosa che a ripensarci ti fa incazzare. Allego la lista dei film interpretati da Robert Downey Jr negli anni Dieci. 2010: Iron Man 2, Parto col folle (con Zach "Hangover" Galifianakis); 2011: Sherlock Holmes 2. 2012: The Avengers. 2013: Iron Man 3. Vogliamo dire, con tutto il rispetto per i supereroi Marvel e per Guy Ritchie, che questo è il suo primo tentativo di film serio del decennio? E vogliamo dire che è un enorme peccato? (continuiamo a dirlo su +eventi!)

Non è che sia un brutto film. È un onesto centone di un sacco di cose che di per sé non ci hanno mai portato al cinema, ma ci hanno sempre impedito di cambiare canale in seconda serata. C’è anche un fratello autistico e una giovane promessa del baseball stroncata sul nascere. Il bar in cui ci si mena e si limona la barista. Il vecchio tribunale di provincia con la balconata. Un anziano e non domo Robert Duvall, un altro che si sarebbe meritato qualche buon film in più. Un Billy Bob Thornton scolpito nella pietra. C’è Vera Farmiga e la moretta di Gossip Girl che sarebbe – gasp – sua figlia. C’è tutto e ce n’è anche troppo (due ore e un quarto). Ma questo è stato l’anno di The Wolf of Wall Street, e Downey non c’era. Non c’è mai quando servirebbe davvero. Sono contento per lui se si diverte e incassa con Tony Stark e Sherlock Holmes, ma continuo a pensare che ventidue anni fa lui ne aveva ventisette ed era già il Charlie Chaplin di Attenborough. Ma basta anche solo pensare a meno di dieci anni fa: Kiss Kiss Bang BangA Scanner DarklyZodiacTropic Thunder, insomma, si stava dando da fare. Poi la maschera di ferro ha preso il sopravvento. The Judge è ancora stasera alla Sala Lantieri, Cuneo, ore 21.

3 commenti:

  1. credo che il problema di robert downey jr non sia stato indossare il casco di iron man, mi sa che lo chiamavano bidone aspiratutto... tirava su di tutto, purché fosse alcolico e drogolico.
    mi ricordo il film su chaplin, ma poi ha fatto solo cartoni animati
    ecco un attore milionario, alcolista e drogato mi impietosisce il giusto. oh, certo la depressione...
    però, al contrario di certi attori (che sembrano incapaci di recitare anche quando nessuno glielo chiede tipo x-men, transformer, ecc.), lui dà l'impressione di essere sprecato in certi ruoli, il che vorrà pur dire qualcosa, anche se non so cosa

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  2. Downey jr ha smesso di assumere stupefacenti e di bere senza controllo con l'incessante pratica delle arti marziali cinesi. Si è liberato dalle dipendenze e ha ripreso il controllo della sua vita. Da almeno una decina d'anni.
    Se volevi fare il moralista sulle droghe mi sa che hai sbagliato bersaglio.

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  3. anonimo delle 16:09
    se volevo fare il moralista sulle droghe?
    no (qualunque cosa voglia diire)
    se penso che la sua carriera sia stata "deviata" dalle sue ex dipendenze?

    se penso che lui possa recitare meglio di quel che gli si chiede?

    se me ne frega qualcosa dell'eventuale triste destino di un probabile attore di talento?
    no
    attualmente sono più sensibile ai problemi di derrick rose al rientro alla pallacanestro giocata dopo i lunghi infortuni e sì, ammetto di aver sbagliato a giudicare negativamente il passaggio di pau gasol dai lakers ai bulls
    se c'è altro che vuoi sapere chiedi pure (sulla droga, sul sesso, sul rock'n roll)

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