Una nuova rubrica: novità in libreria. Perché ho scoperto che sono ancora aperte, cioè, a parte il reparto infanzia ovviamente.
Rewind, di Federica De Paolis
Zeno è un broker divorziato e determinato che si innamora di Talila, un'addetta stampa con un misterioso passato. Talila ha avuto una figlia da Rocco, pittore tormentato e narciso scomparso nel nulla. Se mi avessero detto: scegli tre personaggi apparentemente antipatici, estraili dai contesti professionali più stronzoidi che riesci a immaginare, non sarei riuscito a individuare un terzetto così: uno speculatore rampante, un'accompagnatrice dei divi, un pittore di quelli che azzeccano una personale da giovani e poi campano un po' di rendita e un po' di espedienti.
Se non altro con individui del genere il rischio del minimalismo è scongiurato: la De Paolis è turbobalzacchiana, i suoi uomini (sempre un po' femminili) e le sue donne (un tantino virili) sono continuamente pervasi da desideri che li riempiono e li vuotano come vesciche. La droga, naturalmente, ma è quasi sempre un termine di paragone, perché il sesso è una necessità violenta tanto quanto la droga (Talila va in crisi d'astinenza); ma anche il fitness è una droga, il successo professionale e artistico è una droga, i figli che dovrebbero costringerti a drogarti meno possono diventare, comunque, una droga essi stessi: e comunque anche loro si drogano già, da bravi parassiti appiccicati ai genitori sopravvissuti ne suggono i sensi di colpa e non gliene basta mai, hanno bisogno di dosi sempre più massicce.
La droga è in sostanza il modo in cui scegliamo di vivere, chi centellinando i giorni con metodo, chi sbandando forsennato da un continente all'altro, da un amore all'altro, da una dipendenza all'altra. Non sono considerazioni così originali, ma Rewind riesce lo stesso a disorientare il lettore (che secondo me è sempre un bene), pur svelando il trucco sin dal titolo: la storia va a ritroso, mostrando prima gli effetti e poi le cause. Così la De Paolis celebra l'esorcismo di una delle angosce meno note che la nostra generazione si porta dentro: la vertigine che ci prende ogni volta che conosciamo una persona interessante più o meno della nostra età e ci rendiamo conto che, mioddio, dietro potrà avere come minimo trent'anni di passato da raccontarci. Chissà quante storie ovviamente sempre finite male (ci scopriamo a sperarlo), chissà quali droghe e quando e con chi, chissà quanti romanzi e se li vogliamo leggere tutti veramente. Almeno Rewind va giù rapido, in tre botte secche.
Se non arriva qualcuno o.t. qui nessuno commenta.
RispondiEliminaNe sei consapevole vero Leonardo?
In realtà no, ma qual è il problema?
EliminaTutto tuo. Non ci becchi in tasca nulla.
EliminaPerché se commenti, invece?
EliminaDai su Tondelli, lo sanno tutti che ci guadagni.
EliminaA commento? Conosci qualcuno che paga tot a commento? Presentamelo ti prego.
EliminaAh, ma allora ecco ultimi mio contributo. Con questo commento di offro il caffè
EliminaCorretto, se vuoi
EliminaLo spazio della pubblicità qui a fianco è gratis?
EliminaDai Tondelli...magari non è a commento ma tuo interesse è lasciare i commenti o.t. e seguire quello che scrive la massa non i due tre soliti che scrivono on topic...Tondelli Tondelli
Cioè tu pensi che la gente venga su questo sito per leggere i commenti?
EliminaAh vabbe'.
No, non c'è correlazione tra accessi giornalieri e numero di commenti.
(E GoogleAds rende 'na miseria).
Ma quindi, fammi capire: tu venivi qui a commentare off topic perché speravi di nutrirmi? Grazie del pensiero. Purtroppo no, non è così che funziona.
Dicci, come funziona?
EliminaLa pubblicità è aggratis?
Non te la pagano senz'altro in proporzione ai commenti pubblicati - se è quello che stai chiedendo.
EliminaNon c'è correlazione tra accessi e commenti. Un pezzo molto letto può essere poco commentato, e viceversa.
interessante punto di vista (il vivere come drogati: chi centellinado i giorni, chi sbandando e chi - aggiungerei - in perenne disintossicazione)
RispondiEliminacondivisibile (anche se temo non lo leggerò mai) il pensiero sui contesti professionali stronzoidi dei tre protagonisti, ma non parli della scrittura, della qualità della scrittura. immagino che nella letteratura fiction (ma anche in quella non-fiction in qualche misura) la forma sia anche sostanza, no?
quando vado in libreria in genere evito certi editori (rizzoli e robe così) e certe copertine (con vampiri, lettering a rilievo o in oro, specie se lucido, ecc.) e sulle bandelle non leggo mai la trama, ma la biografia del tizio e solo poi apro una pagina a caso e leggo: se mi pare scritto male o con una scrittura banale o con troppi aggettivi lo lascio perdere (se è un autore italiano leggo più di qualche riga: sono prevenuto)
in ogni caso non guardo mai le recensioni o le stelline su amazon o ibs, ma nemmeno su anobii
tu come scegli?
oh, è solo curiosità, mica c'entra con la recensione
Di solito non scelgo, ho una pila di cose da leggere alta così. In questo caso è il libro che ha scelto me, in un certo senso.
EliminaBella! E' tua?
Elimina