La settimana scorsa, mentre eravamo tutti un po' distratti, Ivan Scalfarotto ha deciso di digiunare. Qualcuno lo ha chiamato sciopero della fame, espressione che a lui non piace ("sciopero", in particolare, è un termine che gli ha sempre dato fastidio, persino quando era vicepresidente di un partito che vi aderiva). In un pezzo scritto ieri, ha spiegato più in dettaglio che il digiuno dovrebbe servire a costruire "una consapevolezza, l’inizio di un dibattito un po’ più approfondito di quello a cui abbiamo assistito in questi anni in tema di diritti civili", e che durerà "fino a quando non avremo una certezza sulla data della cessazione di questa grave violazione dei diritti umani che si consuma nel nostro Paese". Per "grave violazione" si intende ovviamente la mancanza, in Italia, di una legislazione sulle unioni civili. Se però a questo punto ci facciamo l'idea che Scalfarotto stia digiunando per ottenere una rapida calendarizzazione del ddl Cirinnà, ebbene, ci sbagliamo. "Il Calendario dei lavori delle Camere è prerogativa dei gruppi parlamentari, la cui autonomia rispetto in modo assoluto. Quello che chiedo è invece che ci sia una presa di coscienza della serietà del problema e del fatto che si tratta di un’assoluta priorità e che, su questa base, mi sia assicurata una data certa entro la quale avremo una legge all’altezza di quella degli altri paesi che hanno già legiferato." C'è scritto così, ognuno si faccia l'idea che preferisce. Quel che ho capito io (e magari mi sbaglio) è che il ddl se la vede male. Non così male da causare le dimissioni del sottosegretario Scalfarotto, ma abbastanza male da portarlo a un gesto clamoroso - almeno nelle intenzioni avrebbe dovuto esserlo; purtroppo eravamo tutti voltati verso la Grecia e c'è da aggiungere che i digiuni sono un mezzo un po' inflazionato, probabilmente per il modo un po' allegro in cui li ha gestiti per troppi anni Pannella.
Questo pezzo era partito per intonare un affettuoso sfottò, "Ivan magna tranquillo", qualcosa del genere. Poi mi è successo qualcosa - forse il caldo - più ci penso e più mi rendo conto che Scalfarotto sta facendo la mossa giusta, delle poche che gli restano a disposizione. Un po' ridicola, e senz'altro la tempistica non lo aiuta, ma l'alternativa è buttarsi a terra e aspettare che l'arbitro conti fino a dieci. Scalfarotto ha già preso una botta abbastanza dura col ddl sull'aggravante omofoba, arenatosi in Senato; ma se lì non c'è la maggioranza per una cosa del genere, non c'è nemmeno per le unioni civili. Il resto - l'ostruzione, gli emendamenti fantasiosi, sono dettagli che Renzi potrebbe spazzar via in un mattino se dalla sua parte avesse i numeri sufficienti. Ce li aveva per la legge elettorale, ce li aveva per la Buona Scuola, ma per le unioni civili non le ha. Su questa cosa mi pare che Alfano e i suoi siano stati chiari sin dall'inizio, e della loro sincerità non c'è da dubitare; al loro elettorato di riferimento, che mal digerisce il loro sostegno a Renzi, cercheranno di rivendersi come i salvatori della famiglia tradizionale. Il ddl non soffre perché un gruppetto di bigotti va in piazza: il ddl soffre perché Renzi non ha una maggioranza senza NCD, e se cercasse la fiducia rischierebbe di perdere anche quella. Questo è tutto quel che importa: non le fiaccolate o le sentinelle, movimenti folkloristici organizzati da battitori liberi che cercano di parassitare la discussione per (ri)costruirsi una carriera politica.
Sull'altro versante è Scalfarotto a giocarsi la sua. Le possibilità di far passare il ddl sono appese a quella filiforme chimera che è il voto trasversale: da qualche parte tra i banchi di M5S e centrodestra dovrebbe trovarsi qualche senatore al passo coi tempi che invece di approfittare della situazione per mandare il governo sotto, dovrebbe vergognarsi perché non abbiamo "una legge all'altezza di quella degli altri paesi". Qualcuno che di fronte al digiuno di Scalfarotto dovrebbe farsi un esame di coscienza. Probabilmente questi senatori non ci sono - non abbastanza - e probabilmente Scalfarotto lo sa meglio di me, ma tanto vale provarci. È una mossa ingenua? Può darsi, ma a questo punto se fossi in lui non me ne verrebbero altre.
Altrettanto ingenuo può sembrare il riferimento all'anomalia italiana - che poi anomalia non è: su questo argomento siamo più vicini ai russi e ai turchi che non ai francesi o agli irlandesi. Cambieremo? Ci evolveremo? È probabile, ma ora come ora siamo in spaventoso controtempo, nell'esatto momento in cui persino a sinistra si riscoprono le identità nazionali contro il moloch europeo. Pensare che l'Italia debba naturalmente seguire l'Irlanda è un'altra affettata ingenuità: là c'è stato un riconoscimento graduale dei diritti degli omosessuali - una gradualità che è ancora rifiutata da parte dell'associazionismo LGBT italiano (a costoro Scalfarotto ha poco da rimproverare: anche lui era molto più oltranzista prima di cominciare a scrivere disegni di legge). Ma soprattutto in Irlanda c'è stata una profonda crisi di credito dell'istituzione cattolica, anche a causa degli scandali enormi scoppiati negli ultimi 20 anni. Nel frattempo in Italia ci troviamo l'enciclica di papa Francesco a puntate sull'Unità - e stavolta non è nemmeno così colpa di Renzi, la fascinazione del centrosinistra per il Vaticano dura dai tempi di Veltroni se non da prima. In una situazione del genere, dopo aver promesso per anni una legge ai suoi, Scalfarotto che può fare? Per adesso digiuna. Ho molte riserve su di lui e soprattutto sul suo renzismo, ma se in politica credo che si debba sempre fare quel che si può con i mezzi a propria disposizione, mi pare che in questo caso Scalfarotto ci stia provando, e che si meriti il mio appoggio. Che purtroppo conta veramente pochissimo - ma anche in questo caso, è l'unica cosa che posso offrire.
Scalfarotto aldilà di quello che si pensi sulle sue posizioni politiche rappresenta ancora un modo onorevole di fare politica, di questi tempi non é poco... La tentazione di prenderlo in giro era forte... onore a te per esserti almeno parzialmente astenuto.
RispondiEliminaCredo che questa vicenda dovrebbe insegnare a Scalfarotto – e a tutti gli scalfarotti del PD – una cosa: ossia, che in Italia spesso le riforme non sono state fatte – o sono state fatte alla cazzo di cane – non per colpa dei gufi della sinistra, della Cgil, di D’Alema e di Civati. Ma perché, alla fine, c’erano i famosi centristi, quelli che si definiscono moderati e in realtà tutto sono meno che moderati quando tocchi i loro interessi. Pensa alla scuola: quanto è stata condizionata ogni possibilità di cambiare dalla necessità, comunque e tutte le volte presente, di infilarci dentro più soldi alle scuole private? Per dirne una, certo, ma potremmo aggiungerci il conflitto di interessi, la televisione pubblica e, più in generale, tutte quelle belle cosine che gli scalfarotti tiravano fuori quando erano minoranza nel loro partito. Ora che sono maggioranza quello che sanno fare è scontrarsi con la sinistra (interna o esterna), criminalizzarla o quasi, imporle le loro scelte. Ma anche loro, di fronte ai moderati che tutto sono fuorché moderati, si bloccano. Resta loro in mano solamente l’arma del digiuno.
RispondiEliminaA me sembra che la criminalizzazione dell'avversario sia una specialità della sinistra di cui parli, peccato che Travaglio ed i cinquestelle si siano presi anche quello... Poi fermo restando la totale contrarietá a tutta la azione politica dell'attuale governo, non ho mai capito queste riforme magnifiche e progessive che questa sinistra immaginaria proponeva con quali forze e quali voti intendeva attuarle.
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