Se Erri De Luca non va in galera, siamo tutti contenti. Se lui nel frattempo si richiama a Mandela e Gandhi, non si può fare a meno di notare che loro in prigione ci hanno passato degli anni, proprio perché incitavano alla rivolta contro regimi repressivi.
Se De Luca sostiene che l’Italia odierna sia un regime analogo; che il potere asservito al profitto rubi la terra e l’acqua agli abitanti; e che sia giusto pertanto ribellarsi e sabotare... se la pensa così, potrebbe persino aver ragione, ma a questo punto in galera dovrebbe volerci andare volentieri proprio proprio come ci entrava Gandhi; il quale mai si sarebbe spinto a cavillare, come l’avvocato di De Luca, sull’accezione più o meno estesa del termine "sabotare". Perché insomma, questo Stato repressivo che condanna uno scrittore per le sue opinioni, in Italia almeno da questa sentenza non risulta. De Luca ha fatto bene a difendersi, ed è comprensibile che festeggi: ma in cuor suo dovrebbe essere deluso.
Io invece sono perplesso. Sabotare un cantiere è un reato? Pare di sì. Incitare a commettere un reato non è istigazione a delinquere? Non in questo caso. Quando usciranno le motivazioni della sentenza, le leggerò. Per ora l'unica ipotesi che mi viene in mente è quella triste del buon senso; il giudice potrebbe aver concluso che nessuno al giorno d'oggi si arma di martelli e tronchesi per aver letto un testo di Erri De Luca. Più che l'innocenza di uno scrittore, la sentenza ratificherebbe lo scarso credito della sua professione, la letteratura.
...o forse il giudice ha pensato "ma davvero ti credi, gandhi?
RispondiElimina(mi accorgo ora dell'orrenda virgola, residuo della prima stesura che recitava "ma chi cazzo ti credi, gandhi?"
Eliminami scuso coi lettori e col professor PadroneDiCasa)
l'avevo detto con meno parole :-) - http://xmau.com/wp/notiziole/2015/10/19/le-apologie-non-sono-vietate/
RispondiEliminaDopo aver sentito l'arringa di Rinaudo (sono un pappagallo), il giudice deve essersi preso dei giorni per WTF conclamato e ha dichiarato l'imputato WTF.
RispondiEliminaOra va bene tutto, ma puoi pensare di voler processare uno per concorso in danneggiamento di opera di pubblico servizio se trovi i suoi libri nelle perquisizioni dai notav?
la mia disistima verso de luca è massima. è un cazzaro e un cantastorie.
RispondiEliminaimmagino che quando un altro scrittore famoso - di destra o leghista - proporrà di boicottare qualcosa gli stessi che ora esultano...
perché cose da boicottare - quando un magnifico governo di sinistra sarà operativo - ce ne saranno a strafottere...
Io credo che la sentenza motiverà che sabotare non voglia dire strettamente manomettere un cantiere o dei macchinari, ma anche per esempio fare un blocco stradale (autorizzato) che impedisca ai mezzi di approvvigionarlo.
RispondiEliminaQuesto per quanto riguarda il diritto.
Per quanto riguarda invece il buon senso "istigare" a delinquere significa andare da qualcuno debole di carattere e di intenzioni e instillargli nel cervello l'idea di fare qualche atto violento o illegale, non certo fare un proclama in uno scritto. E questo vale anche per cose ben più gravi, a mio modesto avviso, che distruggere qualche macchinario dell'appaltatore della TAV, anche se si parlasse di violenza contro minori o contro le donne, tradurre in galera uno scrittore per l'espressione del suo libero pensiero, la troverei una sesquipedale idiozia nonchè ingiustizia.
"Infilerò la penna ben dentro al vostro orgoglio
perché con questa spada vi uccido quando voglio" (cit)
Io farei attenzione a citare la libertà d'espressione senza prima contestualizzarla, visto che rispetto ai liberali ottocenteschi le cose sono andate un tantinello avanti.
EliminaLe democrazie europee, infatti, si fondano sul fatto che la libertà d'espressione è massima fintantoché non contraddice i fondamenti delle democrazie stesse. Classici esempi di libertà d'espressione limitata nell'interesse della democrazia sono l'istigazione all'odio razziale o l'apopogia terroristica.
Qualche tempo fa un informatico che vive in Germania ma che è di origini italiane aveva definito la propaganda come libertà di espressione usata per disinformare.
Io invece penso che "reati di parola" sia un ossimoro, in qualunque modo siano declinati. Trovo giusto che se qualcuno calunnia o diffama qualcun altro lo debba risarcire, oltre che essere sanzionato alla rettifica. Se un telegiornale dicesse a vanvera che sono pedofilo o evasore fiscale sarebbe giusto che mi rifondano per il danno subito e che siano costretti a rettificare. Però il giornalista, anche se in plateale malafede, non dovrebbe andare in galera. Alla peggio dovrebbe essere sanzionato dal suo editore per aver svolto male il proprio lavoro.
EliminaBoh, questioni di punti di vista.
EliminaIo personalmente ritengo che così come la libertà del singolo finisce dove iniziano le libertà altrui, allo stesso modo la libertà di parola finisca laddove essa dovesse mettere in pericolo la tenuta della società democratica.
E' la stessa cosa delle armi: alcuni ritengono che debbano essere vendute liberamente sperando che nessuno poi le usi in maniera molesta; altri ritengono che per prevenirne l'uso molesto la cosa migliore sia vietarne la vendita se non in condizioni controllate.
Analogamente, possiamo scegliere fra permettere alle persone di istigare alla lotta armata, di dire che l'omosessualità è una deviazione, di sostenere che il cancro si curi con la camomilla, di spargere la voce che A.B. è pedofilo perché tanto nessuno poi deciderà di fare un attentato, nessuno aggredirà gli omosessuali, nessuno abbandonerà gli ospedali per curasi con gli infusi e nessuna folla inferocita andrà a casa di A.B. per linciarlo. Oppure possiamo cercare di prevenire linciaggi, attentati, pestaggi e cure con gli infusi vietando un certo tipo di propaganda.
In una società ideale, tutti dovrebbero avere gli strumenti per distinguere la boiata; purtroppo la nostra società è lungi dall'essere ideale e la diffusione dei nuovi media non ha fatto altro che enfatizzare un fenomeno preesistente: più grande sarà la boiata, più persone la riterranno vera.
Così come le forze dell'ordine presidiano il territorio non solo per intervenire dopo un reato ma anche per prevenirlo, allo stesso modo la democrazia funziona solo se riesce a trovare gli strumenti per prevenire le spinte autoritarie o violente, altrimenti sarà facile preda del primo affabulatore di turno (che magari ha una posizione dominante sui media).
Nel caso di De Luca, secondo i giudici non ci son state le condizioni per ritenerlo pericoloso per l'ordine pubblico in quanto contava come il due di briscola.
Eh, sì, però bisogna fare molta ma molta attenzione con gli interventi "preventivi" quando si parla di espressione delle opinioni. Vietare la diffusione di determinate idee è sempre una lesione grave di un principio fondamentale di tutte quelle società che perlomeno tentano di essere democratiche.
EliminaÈ significativo che una ferita del genere, in Italia, si sia registrata soltanto in epoca fascista e durante gli "anni di piombo".
Non sono sicuro che ciò sia vero.
EliminaIn Italia il reato d'oponione è previsto, ad esempio non è consentita alcuna ricostruzione del disciolto PNF, così come è vietata la propaganda sia del terrorismo islamico che del "classico" terrorismo brigatista; vi sono poi alcuni testi politici (es: Mein Kampf) soggetti a severe limitazioni.
E' inoltre proibito diffondere a mezzo stampa, televisivo o di qualunque altro tipo immagini di minorenni senza abiti.
Tutte queste limitazioni vengono comunemente accettate dalla popolazione, che le considera necessarie al mantenimento dell'ordine pubblico e senza che nessuno gridi alla dittatura... ah, si, forse i pediatri che discutono di malattie delle vie urinarie potrebbero trovarsi nei guai con la documentazione fotografica ;)
Sono d'accordo con te: i divieti e le condanne per reati di opinioni sono pratiche tanto controverse che è opportuno utilizzarle solo in casi estremi (come quelli da te citati) e con estrema cautela. Quindi è stato un bene che le dichiarazioni di De Luca non siano state sanzionate, perché questo avrebbe costituito un pericoloso precedente e un'inaccettabile atto di intimidazione nei confronti di chiunque possa ritenere, in futuro, di avere un motivo per esprimere una (pur dura) critica sociale.
EliminaD'altra parte perfino Berlusconi non venne incriminato per apologia (o istigazione) dell'evasione fiscale. Per non parlare di certi discorsi sui fucili padani e delle successive azioni paramilitari che (anche) a quei discorsi si ispiravano.
A volte ci farà piacere e a volte no, a seconda delle nostre tendenze ideologiche o della nostra personale concezione di buon senso, ma evitare quanto più possibile che a qualcuno possa essere chiusa la bocca per legge mi sembra sempre un'ottima idea.
Giovanna Marini venne incriminata per vilipendio alla bandiera o qualcosa di simile per aver cantato in pubblico la canzone "Oh Gorizia tu sia maledetta".
EliminaLa cosa interessante è che gli ufficiali cui nel testo si dà dei traditori per aver mandato al macello i soldati NON sono gli ufficiali della Repubblica, ma quelli del Regno... che non esiste più da un pezzo.
Comunque, quello che volevo dire è che la libertà d'espressione, come tutte le libertà, ha dei limiti; tali limiti sono estremamente ampi, altrimenti saremmo in dittatura, ma comunque esistono... proprio per evitare di ricadere in dittatura! Sembra paradossale, ma è così.
Nello specifico, il caso di De Luca non è assolutamente pericoloso per la tenuta democratica, dunque assolviamolo e finiamola qui prima di trasformarlo nel martire che non è.
Sono d'accordo.
EliminaMa la parte in cui De Luca si paragonerebbe a Gandhi e Mandela sarebbe questa?
RispondiElimina"Sono incriminato per aver usato il verso sabotare. Lo considero nobile e democratico. Nobile perché pronunciato e praticato da valorose figure come Gandhi e Mandela, con enormi risultati politici. Democratico perché appartiene fin dall’origine al movimento operaio e alle sue lotte."
Palesemente De Luca non è stato tanto sciocco da paragonarsi a Mandela e Gandhi. Il suo ragionamento era molto più utile e interessante. Ma chi vuoi che lo noti o che lo ammetta?
EliminaA prescindere da quanto credito abbiano i letterati (non la letteratura, anche perché stiamo parlando di un'intervista), a me pare che De Luca non abbia istigato nessuno a delinquere (tagliare reti di proprietà altrui).
RispondiEliminaAl limite si potrebbe sostenere che De Luca abbia fatto e continui a fare pubblica apologia di delitti, ma anche questo è opinabile a quanto pare.
D'altra parte, ad eccezione della nota parentesi storica ventennale, gli articoli del codice relativi ad apologia e istigazione vengono trattati, per ovvi motivi, con estrema cautela dai tribunali.
Vedremo le motivazioni. Per ora anch'io penso che i giudici abbiano applicato il buon senso, perché effettivamente non risulta che qualcuno si sia armato di martelli e tronchesi dopo essersi sentito istigato dall'intervista di un certo De Luca.
Inoltre mi pare che chi conferma, parola per parola, quanto precedentemente affermato, non possa essere ritenuto particolarmente incoerente solo per aver aggiunto (ai giudici, giustamente, interessava molto) la necessaria interpretazione autentica.
mi ricorda un po' l'assoluzione di Biscardi. Ricordate?
RispondiEliminahttp://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2000/03/22/biscardi-assolto-niente-offese-quel-processo-da.html
È un modo per poter giustificare la mancata scrittura del libro?
RispondiEliminaDi fatto sono daccordo con leonardo. Dimostra lo scarso spessore del personaggio che anche come scrittore, diciamocelo, vale quel che vale, molto poco.
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