Pages - Menu

lunedì 14 novembre 2016

Meglio un Renzi sconfitto oggi (che un Salvini domani)

(Anche Trump sembrava un candidato improbabile).
Molti sostenitori di questa riforma costituzionale sono più profondamente sostenitori di Renzi. Magari l'hanno letta, e la condividono in buona fede; ma la condividerebbero anche se fosse completamente diversa, purché l'avesse scritta Renzi. A volte ti chiedono di giudicarla "nel merito", senza preoccuparti di tutte le cose contingenti che le girano intorno - l'italicum, la carriera politica di Renzi, ecc. A volte sembrano più spaventati: ma insomma, ti dicono, non capisci che ne va della carriera di Renzi? E del destino dell'Italia tutta, naturalmente, che senza Renzi come farà? Ora, bisogna essere onesti: se mi guardo attorno, una figura che nel breve termine possa subentrare a Renzi e interpretare lo stesso ruolo in modo più progressista non la vedo. Alternative di sinistra a Renzi per parecchio ancora non ci saranno, mentre da destra arrivano nubi minacciose - magari non Salvini, ma prima o poi qualcosa erutterà. Mi è già capitato di votare Renzi in passato, perché in quel momento era il meno peggio, e potrà accadermi in futuro: specie se continua a essere l'unico intenzionato a gestire la crisi dei profughi in modo umano. Ma la sua riforma costituzionale non mi piace, e soprattutto credo che Renzi potrà sopravvivere a una sua eventuale sconfitta referendaria. Ho detto credo. Non ne sono sicuro.

Invece molti sostenitori di Renzi sembrano sicuri che un successo del Sì proietterà il loro beniamino verso un trionfo elettorale - dopodiché, senza l'impiccio degli imbarazzanti alleati di centrodestra, dei riottosi rimasugli del vecchio Pd e di un senato eletto ancora dai cittadini, finalmente potrà gestire l'Italia come vuole e non potrà che gestirla bene. Ora, questo futuro luminoso è appena a un passo da noi, ma solo se votiamo Sì al referendum: altrimenti tenebre, caos, Bersani e Matteo Salvini. Come tutte le prospettive apocalittiche, anche questa sembra più la proiezione di un desiderio che un'analisi realistica della situazione. Nessuno sa cosa succederà il quattro dicembre: se Renzi perde, potrebbe abbandonare il governo? È possibile (ma non esistono ancora alternative serie a lui, soprattutto nel suo partito).

Se invece vince, continuerà a vincere anche alle prossime elezioni politiche, al più tardi nella primavera 2018? Chi lo pensa sembra sottovalutare il logoramento inevitabile di chi si trova al governo, in anni di crisi. La vittoria dei brexiters, quella di Trump, sembrano puntare in quella direzione. La figura di Renzi appare già abbastanza logorata, eppure chi lo sostiene sembra voler credere che basta fargli vincere un referendum ogni tanto per ringiovanirlo. Soprattutto non mostrano di capire quello che a me sembra un dato di fatto: più vince, meno Renzi è sopportabile. Magari tra un mese vince di nuovo, ma a quel punto a chi non gli vuole bene sembrerà ancora più arrogante. E non può vincere sempre.

Mi rendo conto di essere, tra i sostenitori del No, un caso molto particolare: per molti si tratta solo di mandare a casa Renzi. Per me il contrario: forse è l'ultima occasione che ho per dare un segnale a Renzi senza mandarlo a casa. Molti sostenitori del Sì sanno benissimo che questa riforma contiene diverse magagne, ma se la fanno piacere perché, dopotutto, se si tratta di salvare Renzi si può anche vandalizzare qualche articolo di Costituzione. Ma rischiamo di ritrovarci nella situazione peggiore: costituzione vandalizzata e, due anni dopo, un Salvini o peggio al governo. Con maggioranza blindata per cinque anni. E un senato irrilevante. Questo per me è un altro grosso motivo per votare No.

(Gli altri motivi:
1. Non si riscrive la carta costituzionale col martello pneumatico.
2. Non si usa una brutta legge elettorale come moneta di scambio.
3. Non mi piacciono le riforme semipresidenziali.
4. Meglio un Renzi sconfitto oggi che un Renzi sconfitto domani).

27 commenti:

  1. Ignorare che il rischio non è costituito da Salvini e Bersani (Bersani!!), ma da un bel quinquennio devastante di Beppe Grilli è una scelta o una sbadataggine?

    RispondiElimina
  2. anch'io vedo più pericoloso grillo di salvini
    l'unica consolazione - in caso di vittoria del m5strilli - è che ci metteranno 2 anni solo a formare il governo, nominare sottosegretari, ecc.
    finalmente - si nota l'ironia amara? - torneremo ad apprezzare quei bei governi del pentapartito

    RispondiElimina
  3. Boh, il fatto che a sinistra non si vedano alternative a Renzi non lo vedrei come argomento a supporto deloa tua tesi. Per come la vedo io, che vinca il sì o meno, ci troveremo comunque a dover fare i conti con Gralvini, cambia solo quando.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Con però il vantaggio di avere ancora un sistema bicamerale, e con l'obbligo di una riforma della legge elettorale (magari in senso proporzionale). Né grillo né salvini possono probabilmente governare da soli se viene azzoppato l'italiano (o anche soltanto se rimane solo alla camera)

      Elimina
    2. Molto significativo. Luca candidamente spiega uno dei fini precipui di chi vota no: lo scopo del senato è OSTACOLARE fino a IMPEDIRE un governo del partito di maggioranza relativa scelto dagli elettori a livello nazionale.

      Elimina
    3. Scelto per avere la maggioranza (relativa) in Parlamento, non per governare — ma come: non eravamo una repubblica parlamentare?

      Elimina
    4. Una maggioranza relativa non è una maggioranza assoluta: sono due concetti molto diversi.

      Quando non hai la maggioranza assoluta, la maggior parte delle persone non ha votato te. Non c'è motivo per cui in democrazia tu debba governare.

      Elimina
    5. C'e' una cosa che si usa in tutto il mondo e che sembra funzionare benino, senza grossi guasti, che si chiama doppio turno.
      se tu non hai la maggioranza assoluta, ti scontri con chi ha avuto l'altro pezzo di maggioranza relativa e uno dei due vince sicuro.
      Che è gossomodo l'Italicum senza premio di maggioranza

      Elimina
    6. IL doppio turno per l'elezione dei parlamenti è, in tutte le altre parti del mondo, di collegio.
      Non a livello nazionale con premio di maggioranza.
      In Francia, per esempio, la camera bassa viene eletta nelle circoscrizioni così: passa al primo turno chi ha la maggioranza assoluta dei voti,nel caso, come di solito accade, nessuno ottenga la maggioranza, al secondo turno vanno al ballottaggio i primi due.
      Il presidente della repubblica ( la vige un sistema politico semi presidenziale) è il capo dell'esecutivo e viene eletto pure lui al ballottaggio a livello nazionale.
      L'italicum non ha nulla a che spartire con con i doppi turni in vigore: di fatto fornisce a livello nazionale, in modo surrettizio, la maggioranza anche ad una minoranza che potrebbe essere esigua.

      Elimina
  4. Continuo a non essere d'accordo con te. Il modo per sconfiggere i populisti non può essere un sistema politico che depotenzia ogni risultato elettorale e costringe le forze politiche a coalizzarsi al centro. Tanto quelli potranno conquistare il potere anche dentro un sistema così, se la rabbia, l’insoddisfazione e l’ignoranza dell'elettorato cresceranno ancora. Pensi davvero che ce li togliamo di mezzo così facilmente? Invece l’occasione di riformare una buona volta un sistema difettoso non si presenterà più.

    Anche ammettendo che votare No sia effettivamente la scelta più prudente, secondo me è sbagliato promuovere la soluzione “prudente” piuttosto che quella “giusta”. Perché dovremmo perdere la possibilità di votare una riforma che è, nonostante tutto, giusta?

    Ora, so che non ci troveremo mai d’accordo. Io credo che il concetto di accountability realizzi bene l’idea di democrazia rappresentativa, e credo che il sistema che garantisce alla maggioranza espressa un ragionevole potere politico di decisione è migliore di quello che non glielo garantisce. Tu non condividi e lo accetto. Posso garantirti però che tra le ragioni che mi spingono a votare Sì non c’è la salvezza nazionale o la salvezza di Renzi, o ancor meno l’idea che le due cose siano connesse. Io non voterò la riforma perché è più prudente, ma perché mi pare giusta.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Questa è bella: il proporzionale depotenzia il risultato elettorale.
      Cioè io prendo, chessò, il 15% dei voti, e il proporzionale che fa? me lo depotenzia in un 15% dei seggi!
      È in atto un sordido complotto contro l'accountability, alfa ed omega di ogni democrazia rappresentativa.

      Elimina
    2. Gli stessi che oggi inneggiano al proporzionale fino a poco tempo fa strillavano e si strappavano i capelli per gli "iciuci" vari... Valli a capire

      Elimina
    3. Al di là del ragionamento circolare (voto una cosa perché è giusta), ti segnalo che hai virgolettato un aggettivo ("prudente") che nessuno stava usando.

      Per me la riforma è brutta.

      Elimina
    4. Credo di non aver mai detto inciucio (così come tante altre cose: accountability, check&balance, casta, smart, app, start up; se non eventualmente come citazione) in vita mia. E soprattutto non mi strapperei mai neppure un singolo capello.

      Elimina
    5. @Leonardo Non c'è circolarità: credo che la riforma sia giusta per tutte una serie di ragioni, a cui in parte ho accennato. Per il resto non mi pare di aver frainteso il tuo articolo parlando di prudenza

      @atlantropa Ma infatti non mi riferivo necessariamente a te, non ti conosco, non so come la pensi. Noto solo che, per una curiosa combinazione di fattori, ieri erano tutti nemici delle larghe intese, oggi sono tutti grandi sostenitori del proporzionale. Per quanto riguarda l'uso di accountability: http://www.oxfordreference.com/view/10.1093/acref/9780199290543.001.0001/acref-9780199290543-e-14

      Elimina
    6. Ma proporzionale ≠ larghe intese; proporzionale implica larghe intese quando nessuno ha realmente vinto (laddove un premio di maggioranza fa vincere surrettiziamente qualcuno che non ha vinto).

      Tra l'altro la cosa curiosa è che nell'Italia repubblicana le legislature del proporzionale hanno sempre visto normalissimi governi di coalizione, praticamente mai governi di larghe intese; mentre in ciascuna legislatura eletta col premio di maggioranza si è finiti per avere almeno un governo di larghe intese; talora più d'uno e talora larghe per modo di dire, visto che ad esempio le forze che sostengono l'attuale governo probabilmente non arrivano manco al 40% dei voti.

      PS: che accountability sia un vocabolo inglese non ci piove, ciò che è dubbio è se sia davvero un pilastro del concetto di democrazia (rappresentativa) in quanto tale.

      Elimina
  5. Rendere difficile la governabilità per paura della destra non danneggia gli avversari politici: danneggia il Paese. Se un giorno i grillini e i leghisti (che voteranno NO come molti che hanno il terrore di grillini e leghisti, vallo a capire) vinceranno, ebbene, devono avere la possibilità di governare per cinque anni. Al giorno d'oggi è praticamente impossibile avere un governo che duri più di due anni, con tutto ciò che ne deriva: un continuo formarsi di coalizioni precarie, e una classe politica senza visioni e aspettative sul lungo termine.
    Non si capisce perché l'Italia non avrebbe diritto a governi che durano un'intera legislatura: in altri Paesi la destra vince, e alle elezioni successive vince la sinistra; senza drammi o allarmismi. Pensare che in Italia non si possa avere un normale avvicendamento democratico, e che gli avversari faranno solo male, tradisce una sfiducia totale verso il Paese: interessante dal punto di vista filosofico, disastrosa quando si tratta di costruire un futuro per lo Stato e una coscienza civica tra i cittadini.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Io qualche allarmismo in questi giorni lo percepisco, sia in Uk (Brexit) che in Francia (Le Pen) che negli USA (Trump, ma già lì tra due anni può andare in minoranza al Congresso: accountability ok ma fino a un certo punto).

      L'unico posto dove non ci sono drammi (per ora) è la Germania, dove si governa con le coalizioni: come un po' dappertutto, nell'Europa continentale.

      Al giorno d'oggi è impossibile avere governi che durino più di due anni? Ma due anni fa c'era già Renzi al governo: dunque è possibile.

      Anche Berlusconi aveva una solida maggioranza: non si è dimesso perché l'ha persa, ma perché lo spread ci stava schiacciando. Evidentemente l'economia non si accontenta di percepire l'accountability ogni 5 anni: se un governo è un disastro te lo fa sapere prima.

      Siete prigionieri di una narrazione in cui tutto andrà bene quando eleggerete il premier. Ma non è così - e anche se fosse così, abbiate il coraggio di chiamare il presidenzialismo col suo nome.

      Elimina
    2. Sì, è vero: venerdì il governo Renzi arriverà a mille giorni. Fino ad ora è successo solo a Berlusconi e a Craxi. E' incredibile che qualcosa che dovrebbe essere la norma invece diventi una notizia.
      Sinceramente, a me pare che la vera prigione sia quella in cui sta chi ha paura che vincano gli avversari, e per vederli fallire sabota anche se stesso.

      Elimina
    3. sarà un caso ma in questi gg sto leggendo un sacco di commenti, post, messaggi che contengono i nomi Craxi, Renzi, Berlusconi...che sia un caso? non è che in molti, compresi anche quelli che non lo ammetterebbero neanche sotto tortura, vedono una continuità, una sottile linea (non proprio rossa) che unisce questi 3 personaggi?

      Elimina
    4. @Leonardo "Siete prigionieri di una narrazione in cui tutto andrà bene quando eleggerete il premier. Ma non è così - e anche se fosse così, abbiate il coraggio di chiamare il presidenzialismo col suo nome."

      Io non penso che andrà tutto bene, centrodestra e centrosinistra dimostrano che anche dentro un solo partito ci sono molte anime litigiose, anche una maggioranza monocolore non garantisce stabilità e governabilità e farla passare attraverso la legge elettorale è una bugia con le gambe corte.
      A me quello che spaventa del nuovo assetto è un Senato che non risponde a vincoli di legislatura ne è sottoponibile dal Governo al "ricatto" della fiducia, visto che non la deve dare. In compenso potranno proliferare i conflitti di attribuzione per tutte le leggi in cui il Senato riterrà di dover mettere becco (quale legge non impatta sui territori o non riguarda l'attuazione di normative europee?) creando uno stallo istituzionale ben peggiore delle "navette" di cui ci si lamenta oggi che impantanano le leggi.

      Se una legge fosse urgente non puoi scavalcare il Senato che può impantanarla all'infinito (per altro credo che a questo punto il Capo dello Stato nemmeno possa scioglierlo, visto che non è vincolato alla legislatura ma ogni senatore dura in carica per il periodo in cui dura l'ente territoriale dal quale proviene).

      Per quanto riguarda invece l'obiezione che fai nell'altro post (sui sindaci che dovrebbero stare a "sindacare" a casa propria e non a Roma) credo che già oggi i sindaci delle grosse città passino un sacco di tempo a Roma a negoziare risorse per le proprie città, vorrebbe solo dire portare queste istanze all'interno di un'istituzione preposta, non vedo sto gran problema (ma è facile che sbagli).

      Elimina
  6. A me quello che stupisce è che le vicende dei loro governi siano stati l'eccezione anziché la norma. Poi, per quel che mi riguarda, i personaggi sarebbero potuti anche essere tranquillamente Rumor, Dini o Letta.

    RispondiElimina
  7. Io alla fine penso che voterò Sì alla riforma (ed è la prima volta in tanti anni che non condivido un'idea di Leonardo, fra parentesi) (oddìo, quelle svisionate estive sulla musica rock mi lasciavano un po' freddino, ma mi rifacevo abbondantemente con l'ippopotamo Ognibene o con 2025 che lessi tutto di fila in un paio di notti insonni) (ma sono fuori tema).
    Il mio sì è un sì estremamente sofferto in quanto la cosa che più detesterò, nel caso vincesse il sì, sarà il faccione gongolante di Matteo Renzi il giorno dopo. Ho letto la riforma, mi piace il fatto che la sanità torni nazionale (io la farei europea...), mi piace il fatto che Senato e Camera abbiano composizioni diverse, mi piace l'idea che il Pres della Repubblica non possa più essere eletto a maggioranza semplice, mi piace il fatto che il parlamento sia obbligato ad esprimersi con un voto sulle leggi di iniziativa popolare, ma...

    ...ma ODIO il modo in cui il comitato per il sì sta facendo campagna, parlando per slogan che sembrano quelli di Berlusconi, trattando gli elettori come dei deficienti e evitando sistematicamente di entrare nel merito.

    Ad un certo punto mi è quasi venuto il dubbio che la riforma non sia stata scritta dai vari Renzi, Boschi, Serracchiani e che costoro ne ignorino completamente il contenuto, visto che non ne parlano mai.

    Insomma, io mi son convinto a votare sì non grazie a Renzi ma nonostante Renzi, ditemi voi come mi posso sentire :(

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Siamo nella stessa barca, la comunicazione da parte di entrambi i fronti è a dir poco disgustosa. Però, ecco, forse il fronte del no lo è di più a giudicare dalla montagna di palle che sparano pur di smontare il testo.

      Ma se è merda basterebbe dire che puzza, senza inventarsi che altro...

      Elimina
  8. Non sono un fan di Renzi né di questa riforma né condivido il tuo ottimismo. La vittoria di un No non porterà all'immediata uscita di scena di Renzi, a di sicuro prepara il terreno, un soldi terreno, per un Di Maio premier. A quel punto immaginare dei bei meeting internazionali trump-le pen-di maio mi porta immediatamente agli scenari di ken il guerriero con i punk cattivi in modo a prendere a catenate la gente.

    A me pare davvero che la stanchezza di votare per il male minore stia portando un sacco di gente a votare il male peggiore.

    Mi dirai che questo non c'entra direttamente con questo referendum, è vero, ma, per quanto mi riguarda, è comunque un elemento da tenere in considerazione. Con un Renzi vittorioso si agevolerà, ad esempio, la scomparsa di quel movimento neo-fascista che va ancora di moda chiamare 5 Stelle.

    RispondiElimina

Puoi scrivere qualsiasi sciocchezza, ma io posso cancellarla.