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giovedì 20 aprile 2017

Però l'ANPI nazista, insomma, no.

Questa è la bandiera della Brigata
Ebraica, che partecipò alla Resistenza.
Si avvicina il 25 aprile, col suo classico profumo di scazzi sui negozianti che vogliono tenere aperto senza pagare troppi straordinari (per Scalfarotto è tipo la fine del medioevo), filopalestinesi che fischiano la bandiera della Brigata Ebraica, ebrei che non vogliono la bandiera palestinese. Quest'anno il PD romano ha deciso che non parteciperà alla manifestazione dell'ANPI, ma a quella della Comunità Ebraica. Questa è una notizia - che esista ancora il PD romano, intendo. A quanto pare doveva scegliere tra comunità ebraica e ANPI, e ha fatto la sua scelta. C'entra l'amarezza per com'è andato il referendum? Naturalmente no, saremmo molto cattivi a pensarlo.

Io potrei anche concordare con Fabrizio Rondolino - che del PD renziano è ormai, a quanto pare, autorevole portavoce - quando afferma che l'ANPI non ha l'esclusiva del 25 aprile. Del resto non avrebbe i mezzi per difenderla. In termini pratici: i soci dell'ANPI non possono impedire che qualche attivista arrivi alla loro manifestazione e srotoli una bandiera palestinese. Mi sembra che il presidente dell'ANPI oggi l'abbia spiegato abbastanza bene: tutto quello che può fare la sua associazione è "dare l'indicazione di non portare bandiere che non siano quelle della Resistenza"; cosa che ha fatto, più volte. Assoldare buttafuori che allontanino tutte le persone che hanno una bandiera non resistenziale, l'ANPI non può farlo e non lo fa. Non dispone di un servizio d'ordine abbastanza massiccio e capillare, e sarebbe paradossale che se ne munisse: è un'associazione che difende la memoria della Resistenza, non un corpo paramilitare che organizza una parata.

È anche vero che tra le bandiere della Brigata, ogni tanto,
faceva capolino qualche bandiera israeliana,
che come quella palestinese non appartiene alla Resistenza.
Un servizio d'ordine ANPI avrebbe dovuto buttar fuori
anche quelle bandiere?
Per questo mi pare che Rondolino e comunità ebraica raccontino soltanto un lato della faccenda. È vero, purtroppo, che negli anni scorsi la bandiera della Brigata Ebraica è stata puntualmente fischiata da attivisti filopalestinesi (è anche vero che l'ANPI ogni volta ha stigmatizzato l'accaduto e ha preso le distanze dai contestatori). Ma è anche vero che negli stessi anni la comunità ebraica ha più volte definito i palestinesi "nazisti", e "alleati di Hitler", e non uso le virgolette a caso: in questo momento sul sito della Comunità di Roma c'è un comunicato che dice che l'ANPI Roma avrebbe deciso "di cancellare la storia e far sfilare gli eredi del Gran Mufti di Gerusalemme che si alleò con Hitler con le proprie bandiere".

Ricapitolando: la Comunità ebraica non chiede semplicemente (com'è suo sacrosanto diritto) di poter sfilare con la bandiera della Brigata Ebraica che partecipò alla Resistenza. La Comunità ebraica non vuole vedere bandiere palestinesi perché per la Comunità ebraica quella bandiera - che rappresenta una nazione con un seggio all'ONU, ricordiamo - è nazista, e chi la sventola è nazista. Quando l'ANPI fa presente, per l'ennesima volta, che non può veramente impedire a un filopalestinese di sventolare la bandiera di una nazione che aspira alla fine di un'occupazione militare, l'ANPI diventa una organizzazione negazionista che fa sfilare gli eredi degli alleati di Hitler.

Questo succede, mi pare, nell'indifferenza generale, perché poche cause come quella palestinese ormai risultano perse: oltre che a un nocciolo di affezionati, della Palestina frega ormai niente a nessuno, e il fatto che all'Unità qualcuno possa definirli filonazisti non desta davvero nessuna sorpresa. Cerco di mantenermi sorpreso io, giusto per un dovere di testimonianza: a questo punto non solo è nazista chiunque chiede che ai palestinesi sia riconosciuto il diritto all'autodeterminazione, ma siccome chi lo fa a volte partecipa alle manifestazione dell'ANPI, è nazista pure l'ANPI. Senz'altro sono nazista pure io che lo scrivo, e tu che leggi, tu: comincia a farti qualche domanda.

Quanti simboli nazisti vedi?
A quel punto un partito novecentesco, un partito di massa, cosa farebbe? Ci metterebbe il servizio d'ordine, butterebbe fuori i facinorosi e farebbe ragionare i capibastone. E un partito contemporaneo, più leggero, ma che non rinunci alla sua responsabilità di intellettuale collettivo? Cercherebbe di trovare una sintesi tra le istanze della Comunità ebraica, dell'ANPI e di quel nucleo più o meno compatto di filopalestinesi che, se festeggiano il 25 aprile, così tanto nazisti non devono essere: e votano anche loro. Il PD romano questa cosa non riesce a farla, e quindi forse la notizia non c'è: il PD romano non esiste. Esiste Orfini e il 25 aprile non andrà al corteo dell'ANPI: e se non l'avesse detto in giro, forse non se ne sarebbero accorti in parecchi. Buona Liberazione a tutti, festeggiatela con chi vi pare.

28 commenti:

  1. Orfini dovrà ancora finire la partita alla playstation, mica può occuparsi di Politica lui.

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  2. Leggendo la prima frase sembra che Scalfarotto consideri la possibilità di "tenere aperto senza pagare troppi straordinari" la fine del medioevo. Poi uno legge il post di Scalfarotto e dice un'altra cosa: cioè che è normale tenere aperti i negozi anche nei giorni di festa ma che "c’è un problema che riguarda le modalità con cui viene stabilito il calendario delle aperture, il livello di retribuzione con cui questo lavoro in occasioni particolari viene compensato". Continuiamo così, ciascuno con le sue tesi ad andar contro agli altri. Grandi progressi nella guerra civile del centro-sinistra

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  3. comunque la pensi (io, intendo) grazie per essere tornato agli articoli.
    (per copernico c'è tempo, viste anche le distanze)
    (buon natale di roma a tutti, ignoratelo con chi vi pare)

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    1. +1 (che, colgo l'occasione con anni di ritardo, benchè puzzi di wikipedia, è più corto di "quoto").
      +1000 su Scalfarotto, valvassino in un partito organizzato (forse manco troppo bene) sul modello dell'impero ai tempi dei primi re taumaturghi.
      Sulla questione delle bandiere alla manifestazione non so proprio cosa sia giusto pensare: da un lato il legame tra OLP e nazisti ricorda la questione del dio musone che punisce fino alla terza o quarta generazione; dall'altro il legame tra OLP e guerra partigiana temo sia ancor più problematico; io per primo ricordo di aver sfilato contro la guerra del golfo tenendo un lembo di una megabandiera dell'OLP, temo non fosse il caso manco allora; il sospetto è che si sfili anche un po' per se stessi, ed anche un po' con quello che capita…

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  4. naturalmente non dono d'accordo con te. immagino che l'anpi non debba organizzare il servizio di buttafuori, ci mancherebbe
    però dovrebbe evitare quello di buttadentro
    ci son dei tizi in siria che stanno combattendo per la loro autodeterminazione contro (tra gli altri) il governo siriano; 'sti tizi utilizzano metodi controversi (tipo quello di sgozzare la gente e organizzare o rivendicare attentati terroristici in tanti paesi, ecco... io sarei in imbarazzo a vedere le loro bandiere nere al corteo del 25 aprile
    d'altra parte ci sono stati milioni di ebrei (zingari, omosessuali, ecc.) sterminati dai nazisti che boh...
    cioè, se oggi i gay fondassero uno stato indipendente da qualche parte io non mi troverei a disagio a vedere bandiere dello stato di gaylandia al corteo del 25 aprile
    neanche se il suo (di gaylandia intendo) governo mi stesse proprio sulle palle e facesse cose davvero brutte
    tutto questo per dire che io non andrei al corteo del 25 aprile se abitassi a Roma, forse potrei andare alla manifestazione degli ebrei romani, forse
    se dovessi sputare su una bandiera per le politiche odiose del governo non inizierei certo da quella israeliana
    oh, si fa per parlare eh...
    comunque sono contento anch'io del ritorno (anche se fosse momentaneo) all'attualità non cinematografica

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  5. "se dovessi sputare su una bandiera per le politiche odiose del governo non inizierei certo da quella israeliana"

    Io valuto le bandiere da chi le sventola. E se chi le sventola non si limita a rivendicare il diritto di sventolarle, ma PRETENDE che le bandiere che odia non ci siano, e se ci sono lo stesso di denigrare chi organizza una manifestazione cui cui non c'entra niente, è un fascista, e dal 25 aprile deve stare alla larga.

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    1. a ennesima conferma, guarda un po' che fior di antifascista dà ragione alla CE:
      «Condivido l’analisi della presidenza della comunità ebraica di Roma: l’Anpi oggi non rappresenta più niente e nessuno. Un Paese non è libero se non è sicuro. Noi il 25 aprile saremo a Verona per chiedere una legge sulla legittima difesa
      http://www.larena.it/territori/citt%C3%A0/salvini-paese-libero-solo-se-sicuro-1.5643389

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  6. quindi amaryllide, se ho ben capito, stai dando del fascista a tutti quelli che hanno denigrato - per esempio - la bandiera della brigata ebraica che partecipò alla liberazione dal nazifascismo? sì, sono d'accordo con te
    ah, ma tu volevi dire un'altra cosa, pensa te...

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  7. Anche il mio cuore sanguina per la questione Israel o palestinese, causa scatenante di tantissimi conflitti del nostro tempo.
    Il problemuccio con la manifestazione di Roma è che l'Associazione Nazionale Partigiani d'Italia aveva chiesto alla Brigata Ebraica di accreditarsi come delegazione straniera.
    Da quando in qua gli ebrei italiani son diventati stranieri?

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    1. Claudio, da quel che ho capito quella è una scemenza. L'ANPI ha semplicemente dichiarato che sono invitati tutti, e ha avuto l'indelicatezza di mettere comunità romana e delegazione palestinese nella stessa frase. È come se tu dicessi "donne e bambini" e un bambino s'offendesse perché non è una donna o viceversa.

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    2. Ops, in tal caso temo di essere anche io stato vittima di una notizia falsa e mi scuso.

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  8. La mia impressione e` che se il PD romano mettesse il sevizio d'ordine, l'ANPI (o parte di) salirebbe sulle barricate, gridando "giu` le mani dal 25 aprile", "festa di tutti!" etc.. (per la cronaca: poi uno puo` discutere se a torto o ragione). Non mi torna nemmeno il fatto che "sarebbe paradossale che se ne munisse [del servizio d'ordine]: è un'associazione che difende la memoria della Resistenza, non un corpo paramilitare che organizza una parata", pero` se tale servizio d'ordine e` fornito DA UN PARTITO (quindi, con chiara connotazione politica), allora va bene... (senza contare che i partigiani facevano guerriglia e avevano un minimo di struttura gerarchia; uno puo` poi disquisire sul significato di "paramilitare", ma erano in ogni caso gruppi armati).

    Fra l'altro, e` interessante vedere i due pesi e le due misure: l'ANPI non puo` impedire ai filopalestinesi di partecipare alla sfilata o di sostenere che l'occupazione della Palestina e` ingiusta, ma questo non vuol dire che approvi TUTTO quello che fanno i filopalestinesi (es: fischiare la bandiera della brigata ebraica). Pero` una volta che Rondolino scrive qualcosa che in qualche modo propende verso le posizioni del PD renziano (che e` il PD, visto che gli oppositori hanno fatto il molto maturo discorso di "il pallone e` mio e se non facciamo come dico io me lo porto a casa" quando Renzi si e` rifiutato di NON candidarsi ad un congresso che loro stessi avevano chiesto a gran voce), allora improvvisamente diventa "autorevole portavoce"

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    1. Ah, aggiungo un altra riflessione: il presidente della Brigata Ebraica ha detto che non sfileranno "finche` ci saranno organizzazioni filopalestinesi"; non ha mai detto che la presenza di un servizio d'ordine gli avrebbe fatto cambiare idea...

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  9. Ma magari si potrebbe anche far sventolare la bandiera tedesca. Vedi simboli nazisti? No, risale almeno al 1848. E poi la Germania ha un seggio all'ONU. Perché no? Magari perché la Germania, la Seconda Guerra Mondiale, l'ha persa (l'ha pure iniziata), e una lunga e gloriosa storia democratica non cambia il fatto che, il 25 aprile, non è una festa in cui sia appropriato esibire segni della nazione tedesca. E magari se in passato, al corteo del 25 aprile, hanno fatto capolino bandiere israeliane (e quelle palestinesi continuano, a dispetto dei sofismi, a suonare fuori luogo e posticce) è perché i gruppi ebraici che abitavano la Palestina si schierarono con gli Alleati, e quelli arabi in larga parte con l'Asse, e quindi c'è chi la guerra l'ha vinta e chi l'ha persa: e poi c'è chi l'ha persa ma ha fatto la Resistenza, che saremmo poi noi, e che giustamente festeggiamo la liberazione dal *nazifascismo* - ma non la liberazione tout court di chiunque da chiunque, perché quella è un'altra festa e si chiama Pasqua.
    E poi - ma un po' di tempo dopo - c'è un partito novecentesco, un partito di massa, che: a) si prende il monopolio non solo della Resistenza ma anche delle narrazioni sulla Resistenza, tant'è che io ho smesso di fare corsi su quel periodo lì perché spiegare che Fenoglio non era comunista era sopra alle mie forze, tanto gli studenti ne parevano convinti e i colleghi glissavano; b) decide, per ragioni geopolitiche che è troppo complesso ricostruire qui, che la sua causa e quella palestinese si intrecciano, e dunque a un certo punto contrordine, una volta eravamo filoisraeliani e ora non più; c) il leader del partito novecentesco, del partito di massa, muore improvvisamente, lasciando irrisolte una serie di questioni che da allora - per motivi che l'ultimo Freud ha spiegato con una certa chiarezza - rimangono irrisolte e dunque accettate come misteri della fede, elementi identitari che mai, mai, mai dovranno essere messi in discussione: far culo e camicia con la magistratura, palesare un netto e dichiarato fastidio di fronte alla televisione "commerciale", feticizzare alcune acquisizioni delle lotte sindacali rese scisse, come tutti i feticci, dalla realtà concreta del mercato del lavoro in cui si trovano a essere ricollocate, cercare per quanto possibile di non vincere le elezioni, e sostenere la causa palestinese a priori, sempre. Che l'essere filopalestinesi facesse parte del liceale-di-sinistra-starter-pack mi era abbastanza oscuro già, appunto, al liceo, oggi mi pare l'ennesima conferma che quello di certa sinistra italiana è un universo culturale imploso intorno ai primi anni '80: il che sarebbe carino, folcloristico quasi, non fosse che ha un peso.

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    1. Quindi non dobbiamo portare bandiere di nazioni che la Seconda Guerra Mondiale l'hanno persa? Si tratta di rinunciare al tricolore, direi.

      Visto che tiri fuori Freud, ti faccio presente che il partito novecentesco se n'è andato via da un pezzo, Il partigiano Johnny è uno dei libri più ristampati da Einaudi, e insomma a questo punto se ancora soffri l'ingerenza del padre è una cosa che dovresti vedere tu con un freudiano - io tutti questi comunisti anni '80 e figiciotti fuori non li vedo, e non avendomi essi fregato quasi nessuna fidanzata, il trauma tuo e di altri proprio non lo capisco.

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    2. Il tricolore si espone proprio perché c'è stata la Resistenza, l'Italia repubblicana è lì che nasce, il paragone non ha senso. Ma il punto è: è stata una guerra, c'è chi ha vinto e chi ha perso, e per quanto amore io porti a tedeschi e giapponesi non vado a sventolare le bandiere tedesca o giapponese al 25 aprile. E i tedeschi o i giapponesi, credo, sarebbero i primi ad approvarla, questa cosa. Se ci porto le bandiere palestinesi - e/o fischio quelle della Brigata ebraica - non lo faccio perché ho fatto una valutazione storica, ma nella migliore delle ipotesi perché la bandiera palestinese fa parte di un'indeterminata galassia ideologica assieme al Che, ai quattro mori della Sardegna, alle canne e ai Modena City Ramblers, e nella peggiore per stabilire un'equazione Israele=Terzo Reich. Nel primo caso sono un imbecille, nel secondo sto consapevolmente sostenendo una menzogna. In entrambi i casi, sto facendo qualcosa che con il 25 aprile non c'entra una beatissima fava.
      Quanto all'altro discorso, al di là del Partigiano Johnny (che si può anche distribuire nelle scuole alunno per alunno, ma leggerlo è un altro discorso), io non so se ti rendi conto di quanto sia grottesco un contesto nel quale una cosa come l'ANPI - non l'ANPI originaria, ovviamente (i 'veri partigiani', per citare): quello che è diventata, col tesseramento massiccio dell'epoca del Popolo Viola, con l'appalto della memoria della Resistenza, con le prevedibilissime posizioni politiche - può dire la sua, e venire pure ascoltata. Ho un'età e una memoria politica (Rifondazione-PDS/DS) tale da ricordarmi anni in cui il 25 aprile era la celebrazione della memoria della Resistenza, e non l'ennesima occasione per dare addosso al PD. Che, ripeto, ci sta - alla fine dare addosso al PD è diventato lo sport nazionale - non fosse che, questo sport, delle conseguenze le produce

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    3. Ok, però: (a) vorrei capire in che modo si dovrebbe poter dire che i tizi facenti capo alla bandierina dell'OLP/ANP, quella col triangolo rettangolo ed un tocco di verde, abbiano "perso" la seconda guerra mondiale (preconizzo usi neoplastici di una sorta di "transitività ereditaria"); e (b) il 25 aprile, che io sappia, è inteso per celebrare le lotte parigiane, non qualunque cosa sia stata fatta da chiunque abbia vinto la tale guerra: per restare tra noi, dubito che il 25 aprile si celebrino il massacro di Biscari, o le marocchinate, o i bombardamenti liberatori (che magari, se uno va a farsi i conti, scopre che hanno ucciso più o meno lo stesso quantitativo di poveracci ammazzati per mano dell'occupante nazista).

      PS: non che per me sia un punto dirimente (affatto), ma forse va messo in conto che i tizi facenti capo alla bandierina della Brigata Ebraica, quella biancoblù con la stella a sei punte, erano formalmente parte di un esercito straniero (a parti invertite, qualcuno, opportunamente imbeccato, magari avrebbe detto che manco loro erano "partigiani, quelli veri").

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  10. Beh, si parla di due entità politiche che ancora non si identificavano in stati più o meno sovrani, quindi dire che hanno vinto o perso è, certamente, una scelta: e anche opinabile, ci mancherebbe. Resta che (e il 25 aprile è lì a ricordarcelo) che quel che si sceglie, in certi momenti, non è una cosa neutra o che si può accantonare facilmente dopo: ci sono delle conseguenze, fra le quali capire che determinati simboli o bandiere col 25 aprile non c'entrano, e infilarceli - questo, alla fine, è il punto - è pretestuoso e tendenzioso. È che non c'è motivo, uno sulla terra per cui la lotta palestinese abbia qualcosa a che fare col 25 aprile, se non per il fatto che il 25 aprile a un certo punto è diventato, non si sa come, la festa del PCI, e siccome a un certo punto il PCI si è schierato su posizioni filopalestinesi, adesso il 25 aprile è anche quel giorno in cui si fischia la bandiera della Brigata Ebraica e si dà un pochino più addosso al PD, colpevole - come dall'articolo di sopra si evince - di non essere il partito di trent'anni fa. Niente transitività ereditaria, dunque, anche perché la sai la verità? Secondo me, dei partecipanti al dibattito, della Brigata Ebraica e di cosa faceva, del Gran Muftì e di Hitler, non gliene frega niente a nessuno. È il rituale, il gioco delle parti che si è imposto da qualche anno a questa parte, ma niente di più e niente di meno della gggente che scrive "Io non festeggio1!1". E il fine è sempre quello, da destra come da sinistra: menare il PD. Che almeno stavolta ha fatto una scelta e l'ha fatta netta - anche questa opinabile, ci mancherebbe, ma se non altro è chiara.

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    1. Osservato en passant che una delle due entità politiche un suo "stato sovrano" ancora non ce l'ha (e la faccenda mi pare tutt'altro che secondaria), non mi è ancora chiaro se stiamo dicendo: (a) che la bandierina dell'OLP con la Resistenza c'entra zero, mentre quella della Brigata Ebraica un po' c'entra; oppure: (b) che mentre la Brigata Ebraica va in qualche modo d'accordo con la Resistenza, l'OLP in qualche modo si contrappone ad essa.
      Il caso (a), almeno per quanto mi riguarda, è liscio.
      Il caso (b) no: se non stiamo parlando dei peccati originali del Gran Muftì, dell'aver "collaborato" con Hitler a reclutare qualche combattente islamico in Bosnia e compagnia, di che stiamo parlando esattamente?
      Tra l'altro, a meno di non voler dividere il mondo in buoni e cattivi, insorgere contro un regime coloniale non mi pare così tanto contrario allo spirito della Resistenza.

      PS: comunque non capisco tanto neppure l'insistenza nel dire che il sentimento filopalestinese italico sia residuato di matrice PCI: osservato a margine che illo tempore, a menare le danze delle lotte per la liberazione della Palestina c'erano pure diverse organizzazioni marxiste (per tutti i gusti, come insegnano i Monty Python), una significativa simpatia per i palestinesi (accompagnata eventualmente da istanze panmediterranee à la Mattei, e/o più o meno velata antipatia verso gli ebrei) si registrava pure (se non soprattutto) nella galassia cattolica. Capisco ancor meno come si possa affermare allo stesso tempo che questa simpatia è da un lato antica e consolidata, dall'altro un argomento ad hoc per randellare il PD.

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    2. Provo a spiegarmi. Il paese delle Marche da cui provengo l'hanno liberato, fra gli altri, i polacchi. Se qualcuno esponesse la bandiera del Secondo Corpo polacco o addirittura quella della Polonia al corteo del 25 aprile (ed è stato fatto, mi pare) non credo che la fischierebbe nessuno, anzi. Con la Brigata Ebraica - e con la bandiera di Israele - succede: eppure la Brigata Ebraica ha combattuto sul fronte italiano quanto e come il Secondo Corpo polacco. La domanda è: perché?
      A questo punto potremmo stare a discutere a lungo - c'è da stupirsi, del resto, in quante parti un singolo capello può dividersi. Si può dibattere, ad esempio, se il fatto che la Polonia fosse uno stato sovrano invaso dai nazisti e dall'URSS, mentre Israele sarebbe nato in seguito (*anche* perché la Brigata Ebraica aveva combattuto con gli Alleati, ma vabé), sia fattore dirimente per giustificare i fischi in questione. Possiamo stare per ore a discutere se le politiche presenti dello stato di Israele autorizzino dileggi ai vessilli di un corpo militare che combatté negli anni '40, mentre ricordare le relazioni fra Hitler e il Gran Muftì è irrilevante ai fini della valutazione, non già della causa palestinese, ma dell'opportunità di sostenerla *il 25 aprile*. Possiamo chiederci, già che ci siamo, perché le bandiere palestinesi - che certo non hanno niente a che fare con la liberazione dell'Italia dai nazisti, e questo mi pare pacifico - dovrebbero entrare senza problemi alla parata del 25 aprile, mentre quelle della Brigata Ebraica, che alla liberazione ha contribuito, no. Però temo che non servirebbe a niente: un po' perché, quando si parla di certi temi, sembra che debbano scattare distinguo e precisazioni che non avrebbero senso in altri casi; e un po' perché direi che la tua posizione è chiara, la festa della liberazione serve a "insorgere contro un regime coloniale", io non penso che sia un regime e non penso che sia coloniale, e quindi che parliamo a fare.
      Quanto alla simpatia per la causa palestinese, quello che scrivi è vero: non è mai stata unilaterale. Però i fischi, guarda un po', arrivano alle manifestazioni dell'ANPI, ed è su questo che (per rubare un fortunato titolo dell'autore di questo blog) "ho una teoria" (prendila per quello che è, eh, stiamo commentando su blogspot). Se già il fatto che esista una cosa come l'ANPI (l'ANPI "di adesso") non è sufficientemente spettrale, mi limito ad elencare le battaglie che hanno, negli ultimi mesi, chiamato a raccolta la sinistra italiana in tutte o alcune delle sue varie declinazioni: le trivelle in mare; la difesa del parlamentarismo puro; i tornelli nella biblioteca di via Zamboni e il diritto a menarsi con la pula perché a un po' di '77 abbiamo diritto tutti, come a farci i selfie sulle strisce pedonali di Abbey Road; i voucher; la rimozione temporanea di alcuni ulivi in Salento; le bandiere palestinesi al corteo dell'ANPI. Se in un mondo in gli USA hanno per presidente Donald Trump, il Medio Oriente è una polveriera, ogni consultazione elettorale europea finisce per essere un sondaggio fra status quo e merda, c'è gente - sempre di più - che si fa un'opinione politica su InformareXResistere e il flusso migratorio è quello che è, ecco, se in un mondo così queste ti paiono le battaglie intorno a cui costruire una narrazione identitaria, che ti devo dire.

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    3. Temo di essere più d'accordo con te di quanto tu non possa sospettare. Tuttavia, vorrei stare sul punto.
      Ho già detto che per me brigata ebraica e Resistenza hanno a che fare l'una con l'altra, almeno un po'; idem per i polacchi; l'occasione, però, è troppo ghiotta per non aprire una parentesi: all'epoca la Polonia era uno stato che quanto ad antisemitismo poteva forse tener testa pure alla Germania: prima della guerra c'erano politiche razziali vergognose, e (se la memoria non mi inganna) ci furono pogrom sia durante che dopo la guerra; per cui di straforo porrei questa domanda: siamo sicuri che i capibastone della comunità ebraica insorgerebbero altrettanto vivacemente contro eventuali vessilli d(i qu)ella Polonia? Parentesi chiusa.
      Ho anche detto che l'OLP per me non ha nulla a che fare con la Resistenza, per il triviale motivo che all'epoca della Resistenza non esisteva.
      Quello che mi piacerebbe capire è se per te la bandiera dell'OLP semplicemente non c'entri un tubo col 25 aprile (un po' come la bandiera dei Grateful Dead, o qualla della coop, o scegli tu l'esempio) oppure se, come temo, sia proprio controindicata (come potrebbero esserlo una runa o un vessillo papale); in quest'ultimo caso mi piacerebbe capire perchè.
      Ti prego, non rispondermi che è ingiusto che una bandiera che avrebbe piena legittimità di sventolio sia fischiata, mentre una scorrelata e/o abusiva viene applaudita; è come se io dicessi che è ingiusto che i film americani (e non solo) raccontino che la Germania è stata piegata dal vaore dei soldatini americani, e non che quei soldatini furono molto poco valorosi, e diedero un apporto dello zerovirgola; del resto il sistema mi pare offra solo due alternative: o ognuno dice quello che vuole (e allora metti pure in conto che Fenoglio può essere comunista), o fascismo. E poi sì, dal '45 ad oggi è accaduta anche altra roba (ad esempio solo cinque anni dopo c'è stato un altro genocidio, di cui non importa niente a nessuno perchè non c'erano le telecamere ed i "nordcoreani" sono musi gialli, pazzi e comunisti).

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    4. Se ti chiedi perché nessuno fischia i polacchi, ti propongo la risposta più banale: perché i polacchi non occupano regioni straniere con l'esercito da più di 50 anni (oddio, ripensandoci... la Pomerania... no).


      Tutto qui. Il resto è proprio fuffa, capisci.

      L'Anpi non è più quella di una volta? Niente è più quello di una volta. Il 25 aprile è la festa del Pci? Il Pci non esiste più, l'erede del Pci ha posizioni più vicine a Israele che all'ANP). Il Pci ha raccontato nelle scuole che la Resistenza è solo roba sua? I film resistenziali degli ultimi anni sono Miracolo a Sant'Anna (blearh), I piccoli maestri e il Partigiano Johnny: questa egemonia mi sa che è una cosa che ti stai un po' proiettando. I Modena City Ramblers non ti piacciono? Cambia stazione: se io riesco a non ascoltarli da 20 anni dove abito, credo che ce la possa fare chiunque.

      Se il 25 aprile è la festa di tutti festeggiala anche tu, invece di stare lì a fare le punte: se non ti piacciono i comunisti festeggiala coi liberali o con chi ti pare, nessuno ti manda cartoline di precetto, è questo il bello.

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    5. Opinione personalissima, giusto per capirci: per me, al netto appunto di rune e simboli fascio-nazisti, al 25 aprile potrebbe sfilare (quasi) di tutto. Si celebra la liberazione dal nazifascismo, e chiunque - individui, gruppi etnici, minoranze, nazioni - abbia subito la violenza nazifascista ha il diritto di essere rappresentato coi propri simboli: e dunque anche la Polonia, che ha avuto, certo, un passato antisemita, ma contro i nazisti si è battuta eccome. Del resto, pochi paesi sono stati antisemiti come la Francia, ma che La Marsigliese sia un inno antinazista - grazie anche ad Humphrey Bogart - non lo mette in discussione nessuno.
      Ma il problema è che non sono io (e non è nemmeno Orfini) ad aver problemi con un simbolo: non mi risulta che esponenti del PD abbiano fischiato la bandiera palestinese, ma mi risulta che individui (isolati etc) abbiano fischiato quella della Brigata Ebraica, ed è quantomeno curioso che ad avere avuto un atteggiamento censorio, ora, risulti il PD. E, dopo un po', il sospetto ti viene: ma non sarà che quelle bandiere, al corteo dell'ANPI, vengono *un tantino* esposte non tanto per sincero afflato di internazionalismo antifascista, ma per buttarla in caciara? E poi ti chiedi: va bene scollegare le cose di ottant'anni fa da quelle di oggi, ma esattamente, a questo punto, chi è che sta postulando "transitività ereditarie"? È tanto meno sensato ricordare le frequentazioni imbarazzanti (euf.) del nazionalismo arabo degli anni Trenta che stabilire un rapporto fra la Brigata Ebraica e le politiche dello stato di Israele del XXI secolo?

      Quanto al resto (qui rispondo a Leonardo), niente è più quello di una volta, certo: ma c'è una differenza formale, e temo anche sostanziale, fra cambiare e trasformarsi in feticcio - che è quello che è successo all'ANPI (fra le altre cose), che una volta era un'associazione di ex-partigiani, e poi si ritrovò a godere di un insospettato boom di iscrizioni quando per la prima volta, nel 2008, nessun partito a sinistra del PD si trovò rappresentato in parlamento, e finì per fare da contenitore a una varia umanità che in un modo o nell'altro si sentiva spaesata politicamente - e che rispose a questo spaesamento con una sorta di psicosi regressiva, tipo l'Uomo dei Topi quando spostava le pietre per strada perché non intralciassero la carrozza della nonna, peraltro già morta da molti anni. Son cose di cui temo di avere la stessa esperienza diretta che hai tu - le Marche sono altrettanto rosse quanto l'Emilia-Romagna, i Modena li andavo a sentire a diciotto anni (e almeno finché hanno continuato a copiare i Pogues, poi si son messi a copiare la Mano Negra e ho lasciato perdere) e questa, come disse una volta Pierluigi Bersani in un singulto di melodrammatica lucidità, "è la mia gente" tanto quanto la tua. Non sono un fogliante, non sono filoisraeliano (quantomeno, non lo sono senza se e senza ma), e 'liberale' per me non è una brutta parola (trovo comunque i liberali compagnie più accettabili, per dire, dei leghisti o dei fascisti, con i quali molti dei miei ex compagni di partito hanno allegramente brindato a dicembre). Self-Portrait non l'ho mai trovato così malvagio, ma quello è un altro discorso.

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    6. Apprezzo il fatto che tu abbia dato una "risposta di indirizzo", ma temo che il problema sia stato solo spostato: se mi dici che l'unica cosa palesemente controindicata sono le fascio-cose, resta comunque aperta la questione di se/quanto/in quale limite la bandiera dell'OLP possa o debba essere considerata tale; da un lato non ci sono rune, ma dall'altro mi pare che certe frequentazioni imbarazzanti (incidentalmente: le stesse di IBM ed Hugo Boss, mi pare) continuino a costituire un problema.
      Dici che il 25 aprile "si celebra la liberazione dal nazifascismo, e chiunque - individui, gruppi etnici, minoranze, nazioni - abbia subito la violenza nazifascista ha il diritto di essere rappresentato coi propri simboli". Occhio che, se presa alla lettera, questa cosa qui può essere un problema: è vero che in questo modo spalanchi le porte a polacchi e francesi, ma come la mettiamo con gli americani, che la violenza nazi-fascista non l'hanno mai subita?, a quel punto il vessillo yankee non finirebbe per risultare tanto sgradito/non troppo gradito/inappropriato quanto quello di Arafat? Tra l'altro, vogliamo nominare l'elefante nella stanza?, provvedo io: Stalin; per quanto ci possa fare schifo (o possiamo far finta che ci faccia schifo), è lui il vero liberatore dal nazifascismo; è stata la sua Unione Sovietica (non quella di Lenin, nè quella di Gorbachev) che ha retto l'urto della macchina bellica tedesca al suo apogeo, e l'ha messa in ginocchio; certo non senza un piccolo aiuto degli amici, che ringraziamo per i cavi telefonici, le locomotive, gli Studebaker, lo Spam e quant'altro; ma il grosso del lavoro l'ha fatto il popolo russo, guidato da un georgiano (che periodicamente, nei discorsi radiofonici, pare storpiasse la pronuncia dei cognomi russi, col tizio in questione che correva a modificarlo in modo tale da disinnescare l'errore; una cosa del genere sarebbe dovuta accadere, nelle intenzioni di Gianni Sassi, a Demetrio Stratos, indicato come Statos sulla copertina di Arbeit Macht Frei; il riferimento hegeliano è puramente paradossale); del resto, io posso pure prestare la mia bici a Fausto Coppi, ma poi è lui che pedala e vince il Tour; di fronte a quel contributo lì, immenso e spaventoso, la difesa della fortezza di Brest, i 900 giorni e la via della vita, le rovine di Stalingrado, l'odore di carne umana bruciata a Kursk, diventano quantitativamente irrilevanti non solo gli sforzi di tutti i gruppi partigiani (persino di quelli jugoslavi, gli unici più in gamba dei nostri), ma proprio qualunque altra cosa, dagli Spitfire a Omaha Beach, passando per Enigma ed El Alamein.

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    7. In effetti, sarebbe forse il caso di ammettere che il 25 aprile (proprio in quanto 25 aprile e non un altro giorno) è innanzitutto un'autocelebrazione; si festeggia, cioè, innanzitutto quella fetta (più o meno grande, a seconda dei gusti e/o del prof di storia e filosofia del liceo) di liberazione su cui il sangue, italico e cobelligerante, dei vincitori permette di accampare qualche diritto. Sempre ringraziando quelli là, beninteso (del resto sono gli stessi che ci fanno scudo col loro corpo dalle spaventose minacce di Iraq, Corea del Nord ed altri avamposti della tirannia e/o del male); ma l'idea, almeno quella iniziale, è che ci va di festeggiare più i nostri partigiani che non lo sbarco in Sicilia, o quello in Normandia. Parentesi chiusa.
      Vengo ai fischi. Essere stati dalla parte giusta della storia ai tempi della seconda guerra mondiale non può essere un lasciapassare eterno per non essere fischiati. Se qualcuno mi dicesse che ai tempi del genocidio in Corea o della guerra in Vietnam, alla manifestazione del 25 aprile fu fischiata la bandiera americana, personalmente non solo non ci vedrei nulla di male, ma anzi, avrei il rimpianto di essere nato fuori tempo massimo. È ingiusto?, nei confronti di chi ha combattuto (dei "brigatisti ebraici, quelli veri") senz'altro (e senza alcun dubbio, se o ma); nei confronti del generico sventolatore di quella bandiera (dunque eventualmente un fogliante, un liberale/liberista/libertario, un sostenitore del sionismo, etc.) secondo me non necessariamente (e, anche se non dovrebbe avere alcuna importanza, lo dico da persona che per tante pagine della storia di Israele ha provato ammirazione; purtroppo, se il libro è di seicento pagine, delle ultime centocinquanta e passa, in blocco, avrei fatto volentieri a meno).

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    8. Chiarissimo, grazie. Direi che posso concordare praticamente su tutto. Compresa, e in un certo senso soprattutto, l'Unione Sovietica dei tempi di Stalin. Sulla bandiera americana ipoteticamente fischiata ai tempi del Vietnam (o di quella sovietica ai tempi di Budapest, eh) temo di pensarla diversamente, ma è un problema mio: continuo a conservare un borghesissimo rispetto per le bandiere tutte - beh, la croce uncinata no, naturalmente -, perché credo rappresentino qualcosa di più di quella che resta, tutto sommato, una contingenza politica. E non vorrei dire messa in casa del prete, ma uno che me l'ha insegnato è stato Dylan - cos'è, Self-Portrait (aridaje) se non un omaggio all'America che del Vietnam non sa un cazzo, magari è persino a favore, e che nonostante questo è America? (e se magari Self-Portrait quelli come Greil Marcus se lo fossero ascoltato di più magari avrebbero previsto la presidenza Trump, chi lo sa: negli ascensori della Trump Tower, Wigwam dev'essere stata una hit)
      p.s. gli Stati Uniti sono entrati in guerra dopo Pearl Harbour, quindi l'hanno subita sì (assumendo che l'Impero nipponico fosse fascista, ok)

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    9. Sì, certo, anche Budapest; ed anche Praga, se è per questo. Solo che tra Praga e Budapest da un lato e Vietnam e Corea dall'altro ci sono delle differenze piuttosto marcate; posto pure che, mentre le prime erano "roba dei sovietici" per "consenso universale" (qualcuno deve essersi dimenticato di avvisare Gerald Ford; facezie a parte, ai tempi la sproporzione tra gli sforzi bellici, i contributi militari alla vittoria, ed i sacrifici sostenuti doveva apparire per quello che era stata: gigantesca; la riscrittura della storia ha richiesto tempo, almeno quello per girare qualche film), che in Corea ed in Vietnam dovesse esserci un semplice cambio di gestione delle rispettive occupazioni fu il solito cadeau a sorpresa del sempre generosissimo e sorprendente primo mondo; il problema principale ce l'hai col numero delle vittime, perchè in un caso ha a tre zeri, nell'altro ne ha sei; in particolare in Corea (scusa se insisto ma pare sia di stretta attualità) c'è stato proprio un genocidio, nel senso che è stato fatto fuori deliberatamente un tizio ogni 3 o 4. Insomma, ci tenevo a dire che non è la stessa cosa, ecco.

      PS: e certo che pure l'ONU, da piccola, ha collezionato un successo dietro l'altro: il giorno dopo l'approvazione di un piano appositamente studiato per prevenire ogni possibile disputa in Palestina scoppia una guerra; il primo intervento militare ex chapter VII col mandato del consiglio di sicurezza è un massacro di 3 milioni di poveracci; entrambe le crisi, poi, portano dritti dritti ai rispettivi casini attuali (contestatori di bandierine e presidenti ansiosi di ribombardare compresi).

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  11. Niente.
    Un post vecchio, un commento che non leggrrai mai ma io i tuoi li leggo a predcindere dalla data e allora il mio è questo:
    A prescindere da cosa dicano e da quanti siano, hai i commenti più intelligenti (nel senso anche formale del termine) del uebbe.
    Tienili cari, passare di qua e leggere gli scambi è un piacere

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