A questo punto se fossi Grillo e sentissi Gianluigi Paragone chiamare il Movimento Cinque Stelle un “movimento bambino” (“non ha ancora capito le regole del mondo degli adulti… ma le capirà”) mi sentirei un po’ a disagio. Sono ormai dieci anni che si parla del Movimento col VaffaDay. E dieci anni fa non c’era il PD, Forza Italia si chiamava il Popolo delle Libertà, il leader del centrosinistra era Romano Prodi, Silvio Berlusconi era felicemente sposato. Insomma, ne abbiamo avuto di tempo per combinare qualcosa. Perché continuano a trattarci come bambini? Forse perché strilliamo tanto e non è mai chiaro cosa vogliamo? Perché poi tutti (anche i nostri elettori) sono convinti che siamo antivaccinisti, quando invece abbiamo una posizione molto più matura e articolata? Perché tutti ci credono anti-euro, quando invece vogliamo soltanto indire un referendum consultivo?
C’è anche da dire che se fossi in Grillo, e se fossi dotato della stessa franchezza di Grillo, a questo punto avrei qualche difficoltà a passare davanti a uno specchio la mattina... (su Thevision c'è un altro pezzo mio, s'intitola: Il M5S ha fermato l'estrema destra perché l'ha resa superflua).
Ormai sono dieci anni che sostengo la Rivoluzione, che propino il Movimento, e ok, non è che la gente abbia smesso di comprarsi il pacco: ma cosa ho concluso? Dopo dieci anni passati a parlare di democrazia della Rete, democrazia dal basso, indico le primarie e partecipano in trentamila. Il sito è un colabrodo, il “sistema operativo” non è un sistema e non è operativo. In teoria siamo il popolo della Rete, in pratica qualsiasi pischello può bucarci il firewall ed eleggere Valentina Nappi, che poi in effetti non sarebbe neanche l’opzione peggiore. Nel frattempo a Roma le zanzare diffondono la Chikungunya, perché la giunta di sconosciuti signori del M5S trova queste esotiche malattie preferibili a una disinfestazione coi pesticidi. Quanto a me, se fossi in Grillo, sarei esausto di tutto il carrozzone, ma ormai scendere è impossibile, mi verrebbero a prendere a casa con le torce. Per cui ok, retrospettivamente l’idea di far pubblicità ai miei spettacoli creando una parodia di movimento politico è stata un buon affare per me, sebbene un disastro per il mio Paese. D’altro canto…
(D’altro canto che?)
…d’altro canto c’è chi ha fatto di peggio.
(Ma chi?)
Ma non saprei, per esempio… Adolf Hitler!
Funziona sempre. Provateci un domani, quando parcheggerete il vostro SUV sulle strisce dei disabili ricordate ai passanti scandalizzati che alla vostra età, Hitler, i disabili li faceva ammazzare! Non vi fa sentire meglio? No, vero? Quanto dev’essere bassa l’autostima di una persona che per sentirsi meglio di qualcuno deve scomodare Hitler? Ed è un paragone che Grillo fa abitualmente. È il sistema che usa per trarsi d’impaccio, forse anche con la sua coscienza: è vero, ho fatto una cazzata, però… non l’avessi fatta io, sarebbero arrivati i nazisti! Siamo il famoso Argine all’Estrema Destra!
Ma cos’è un argine? Una barriera solida, di terra o cemento, che impedisce a un corso d’acqua di dilagare. Il Movimento Cinque Stelle, col suo NonStatuto e il suo NonSistemaOperativo, può essere in qualche modo paragonato a una barriera solida? Non ha piuttosto una consistenza porosa e malleabile? In altre parole: chi ci assicura che il Movimento Cinque Stelle, ormai un grande partito gestito da una piccola azienda a conduzione familiare, non sia in qualsiasi momento scalabile?
Grillo, sì, non sei Adolf Hitler, se questo ti fa sentire un po’ più in pace con te stesso continua pure a ripetertelo. Ma neanche il Partito Nazionalsocialista era Adolf Hitler: lui è arrivato in un secondo momento, all’inizio probabilmente era un infiltrato. Il punto è che non ci mise poi così tanto a fare di quel partito di reduci una pallina di pongo nelle sue mani: chi ci assicura che il tuo giocattolo, il giorno che te ne sarai stancato – e te ne sei già stancato – non possa finire nelle mani di un personaggio altrettanto psicopatico?
Impossibile, dirai tu: queste sono cose che succedono solo nei film, nella storia del Novecento, e nei film sulla storia del Novecento. Ok, un esempio un po’ più attuale: hai visto cos’è successo ad Alternative für Deutschland? Magari ne hai sentito parlare, visto che a Bruxelles siete partner. Sì: l’unica europarlamentare superstite alla scissione del 2014, Sua Altezza Beatrix Von Storch, fa parte del gruppo EFDD con voi del M5S e quei buontemponi brexiters dell’UKIP.
No, sul serio, la storia del partito di destra il cui successo sta terrorizzando tutti gli osservatori – ma che alla fine prende più o meno gli stessi voti che dovrebbe prendere un Salvini in Italia – è veramente suggestiva. È come Fare per Fermare il Declino. Ve lo ricordate Fare per Fermare il Declino? È come se un partito di economisti superliberali, invece di esplodere in una bolla dell’inconsistenza dei titoli accademici di Oscar Giannino, fosse stato colonizzato da avanzi di Lega e neofascisti o postfascisti, tutti uniti da un sacro furore antislamico e anti-migranti. Che è successo? Niente di nuovo. Non è la prima volta infatti che gli xenofobi tedeschi si agglutinano intorno a un partito che non è dichiaratamente di estrema destra, ma che dà la sensazione di poter superare lo sbarramento a destra dei Cristiano Democratici. Negli anni ‘80/’90, per un po’, andarono forte i Republikaner, adesso tocca a questo AfD che all’inizio era un partito di economisti nemmeno contrari all’Unione Europea, ma desiderosi di sbatter fuori i PIGS dell’Europa meridionale. Un partito che insomma serviva da sponda alla Merkel quando dovette mostrare fermezza coi greci in bancarotta. Mentre ora, dopo due scissioni – l’ultima avvenuta all’indomani delle elezioni – AfD è un partito di islamofobi terrorizzati dalle moschee, che servirà da sponda alla Merkel quando chiederà un giro di vite alle frontiere. Magari anche i fondatori dell’AfD, all’inizio, credevano di arginare qualcosa. Magari anche loro, oggi, contemplando il pasticcio, possono sempre guardarsi allo specchio e dire: però Hitler alla mia età ha fatto aprire Auschwitz.
Dopodiché siamo d’accordo, Grillo non è Hitler: ma l’avrebbe saputo riconoscere, in una birreria di Monaco, nel 1919? Avrebbe capito quanto erano pericolosi i suoi sproloqui contro il complotto giudaico-massonico dei banchieri? O non lo avrebbe trovato promettente, genuino, irresistibile, con quella rabbia che funziona così bene davanti ai microfoni e su internet? Con quei discorsi un po’ paranoici da ignorante ma perfetti da linkare sulla vecchia colonnina di destra di beppegrillo.it? “Un bambino”, avrebbe detto Paragone: lasciategli dire fregnacce, vedrete che imparerà. Sì. L’ultima volta fu un disastro mondiale, speriamo che sia una di quelle volte che la storia si ripete solo in farsa.
finalmente sei tornato a scrivere di politica. poi... vabbe', se meni i 5strilli così è godimento puro.
RispondiEliminadopo i commenti all'opera omnia di bob dylan ce voleva proprio.
poi mica siamo sempre d'accordo, ma una volta ogni tanto