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mercoledì 24 aprile 2019

La gente allo specchio (potrebbe sembrare più stupida)

Ultimamente mi ci vuole parecchio a finire un pezzo e nel frattempo rischio di scordarmi perché lo avevo cominciato, per esempio questo nasceva come un'implorazione a Guia Soncini affinché mi riammettesse tra i suoi follower: mi ha infatti bloccato qualche giorno fa dopo uno scambio di cui si è già dimenticata, di cui tra un po' mi dimenticherò anche io. Ma insomma già Twitter lo aprivo poco; senza di lei smetterò del tutto di andarci e se Trump dichiarerà la terza guerra mondiale sarò l'ultimo ad accorgermene. Scherzo ma per me sarà una perdita secca; per molto tempo la possibilità anche vaga che lei potesse capitare da queste parti mi ha impedito di pubblicare cose tremende, non solo dal punto di vista ortografico. Comunque è già notevole che non sia successo prima: lei blocca tutti, io ho la rispostina facile. Ed è giusto che sia successo su un argomento che davvero ci divide: si parlava del famoso social media manager dell'INPS, che qualche giorno fa sbroccò davanti a utenti che continuavano a fare le stesse domande senza leggere le risposte. Un personaggio in particolare forò l'attenzione e chissà, forse ce ne ricorderemo anche tra due settimane, quando avrò finito di scrivere questa cosa: su Facebook si faceva chiamare Candy Candy Forza Napoli e sulla foto-ritratto ostentava due orecchie di coniglio. Candy Candy eccetera si rifiutava di procurarsi uno Spid e io tentavo di spiegare che non aveva tutti i torti, lo Spid è un oggetto burocratico effettivamente complicato. Il fatto che alcuni riescano a ottenerne uno in dieci minuti non significa che per altri non sia un calvario. G.S. arrivava nella discussione da una posizione che è la tipica sua, e che mi permetto di sintetizzare così: la gente è stupida. Non è una questione di reddito o di ceto, la gente è stupida e basta. Si attaccano ai commenti, ripetono le stesse domande, pretendono che gli altri googlino per loro, sono irrecuperabili. Eccetera.

https://xkcd.com/1386/
Da qui si potrebbe partire per la solita riflessione esistenziale e politica: anche ammesso che la gente sia stupida, che senso ha aggredirla? Cosa rivela di noi questa particolare forma di arroganza? Il burionismo funziona davvero? È ancora un'opzione progressista o non ci conduce verso una china reazionaria e antidemocratica, bla bla, ne abbiamo già parlato e ognuno ha già riportato a casa la sua opinione.

Invece forse è mancato un discorso a monte, ovvero: perché mai dobbiamo ammettere che la gente sia stupida? Abbiamo tutte queste prove? Votano degli imbecilli, Di Maio e Salvini, ok: vent'anni fa votavano Bossi e Berlusconi; possiamo concedere una certa miopia in cabina elettorale, ma a parte questo? Si comportano da scemi su internet. Vero. Ma anche questo dettaglio non mi sembra decisivo.

Insomma io non ci credo, per me la gente non è così tanto stupida. Certo, su internet la sensazione è decisamente questa. E se non ci fosse internet ci sarebbero gli altri media, la tv, la radio, eppure resto scettico. Credo che si tratti in parte dell'effetto Svetonio. Svetonio è ovviamente Gaio Tranquillo, l'autore delle Vite di dodici Cesari, la prima grande collezione di gossip imperiali. Leggendo il suo libro (spassoso) si ha l'impressione che i Romani stessero sprofondando nel vizio e nella decadenza e invece no, il periodo descritto da Svetonio è quello in cui l'Impero conosce la massima stabilità e la massima espansione. Senz'altro poteva capitare che un Cesare sbroccasse e capitava anzi più spesso di quanto sarebbe stato ragionevole attendersi, ma questo non impediva alla macchina statale di funzionare. Con tutti i suoi difetti, quell'impero è durato qualche secolo in più della Repubblica italiana, che pure costituisce una macchina statale straordinariamente complessa e meno fragile di quanto vogliamo credere. Svetonio però non ci parla del funzionamento dell'esercito, dell'organizzazione del lavoro, o della cura delle strade, o di quant'altro stesse funzionando: gli interessavano soltanto i vizi dei Cesari e credo che ancora oggi internet e gli altri media funzionino soprattutto così: si soffermano sui nostri difetti, perché sono più interessanti e confortano il lettore. Ma nel frattempo la macchina funziona. Ha un sacco di pecche, e alcune sono sistemiche, ma funziona. Se davvero fossimo tutti stupidi come siamo su Facebook, nessun treno partirebbe più dalla stazione. Invece partono, e la maggior parte arriva in orario. Ogni mattina aprono i bar, le scuole, i negozi, e dentro è pieno di gente che su internet sembra deficiente; e invece un bar, una scuola, un negozio, lo sa aprire. Io no, loro sì.

12 CESARI VERAMENTE FOLLI!
Il settimo ti stupirà...
Mi capita sempre più spesso di rendermene conto – forse perché passo almeno metà giornata offline? Ogni persona che incontro mi sembra migliore di me, almeno in qualcosa. Suona il campanello, è l'idraulico: in un attimo capisce il mio problema, controlla con un paio di strumenti, cerca di spiegarmi qual è la soluzione, mi convince; è un bravo idraulico, un bravo professionista, sa conquistare il suo cliente, io al suo posto non sarei mai diventato così bravo. Su Facebook invece ha un avatar pirla che copia-incolla soltanto insulti alla Juve. Esco a comprare due cose in farmacia. La commessa è preparata, comprensiva, gentile, ha una laurea che io non sarei mai riuscito a conseguire; eppure su Instagram insiste a condividere autoscatti col becco a papera. Vado a lavorare. Non c'è un collega che non mi sembri migliore di me in qualcosa: una è più preparata, l'altro è più paziente, più metodico, più esperta, più diplomatico. Mi sembra di avere a che fare con consumati professionisti, non fosse per il baccano che fanno su Whatsapp. Ogni persona che incontro mi sembra migliore di me in qualcosa, offline. Online è diverso.

Online sembrano tutti ridicoli, inadeguati, appena arrivati e invece sono dieci anni che continuano a postare vecchie gif, vignette dei peanuts con testi abusivi, tramonti, buongiornissimi, caffè. Online mi basta scrivere due scemenze originali sul fatto del giorno per sovrastarli tutti ed è forse il motivo per cui ci sono arrivato non prima di tutti ma quasi, blogger della prima ora eccetera. Online mi trovo a tu per tu con giornalisti e scrittori e me la cavo, o almeno l'Online mi suggerisce questa sensazione. Pericolosissima.

Ma per fortuna non ci passo tutta la giornata. Non importa che vette notturne io possa raggiungere, ci sarà quasi sempre una sveglia alle 6:45 e una vita offline che mi metterà ogni giorno davanti ai miei limiti. Se non ci fosse probabilmente impazzirei. Mi radicalizzerei, come certi nerd che finiscono naturalmente assorbiti dall'Alt-Right, il collettore finale di tutti i solipsismi, di tutta l'insofferenza per la mediocrità del prossimo. Mi convincerei di essere l'unico Sveglio in un mondo di mediocri, normies e altre puttanate del genere. Per fortuna che c'è l'Offline.

Faccio un altro esempio
Che è anche uno dei tanti motivi per cui mi dispiace di essere stato bannato; questi piccoli momenti di verità che mi piaceva intravedere. Al netto dell'autoironia, per cui un Grande Romanzo magari no, nessuno lo pretendeva; ma un buon romanzo in questi anni avremmo anche potuto aspettarcelo; e se non è successo non sarà anche perché alla fine ci siamo incantati un po' tutti a guardare i commentatori su facebook? Senza domandarci troppo cosa ci fosse poi di così rassicurante nella contemplazione della loro mediocrità. Alla fine bastava poco: un microscopio che ci mostrasse ogni giorno quanto erano miseri i nostri contemporanei. Ridicoli, incapaci, indegni del suffragio universale: non se lo meritavano nemmeno un romanzo, né Grande né piccolo. Anche perché per scriverlo servirebbe una minima dose di pietà per la commedia umana, e sui social la pietà è morta. Così niente romanzo, solo qualche stilettata ogni tanto. Comunque godibile, eh. Ma insomma mi dispiace che sia andata così. Anche perché credo che si sia trattato di un parziale equivoco: il microscopio non era semplicemente un microscopio, certi oggetti inquadrati in uno specchio possono sembrare più lontani di quanto non siano, e in generale può darsi che ci siamo fidati troppo dell'Online. Essendo il luogo a noi più congeniale.

Ma agli altri no. La maggior parte delle persone non dà il meglio di sé Online. Questo, mi rendo conto, può essere difficile da concepire in determinati contesti. Ci sono intere comunità di persone che senza l'interazione online non potrebbero lavorare e vivere; enormi bolle di individui che devono farsi cento scatti prima di trovare quello presentabile. Tutto assolutamente comprensibile, inevitabile; ma la maggior parte delle persone non vive lì. La maggior parte delle persone arriva sui social nei ritagli di tempo, ed è stanca o scazzata o ha solo voglia di condividere una coglionata tra amici. Il fatto che per alcuni sia una vetrina da allestire con cura non significa che per altri non continui a essere il lato interno dello sportello dell'armadietto dello spogliatoio in cui ti capita di condividere una battuta razzista per debolezza o stanchezza o genuina simpatia di chi te la sta raccontando, e non vuol dire che sei un razzista; al massimo che sei debole o sei stanco. Un sacco di gente migliore di me non sa comportarsi su facebook: e allora? Domattina la sveglia suonerà e continuerò ad aver bisogno di loro; più di quanto loro abbiano bisogno che io spieghi loro facebook. (Qualche cretino ovviamente c'è, ma molti meno di quanti appaiano).

Non so bene come finire questo pezzo. Scrivo cose su internet più o meno da vent'anni: ho sempre cercato di scriverle nel modo più chiaro possibile perché volevo che le leggesse più gente possibile. Evidentemente non ha funzionato; non sono stato abbastanza chiaro, abbastanza efficace, abbastanza bravo. Soprattutto, non sono stato abbastanza breve. Ogni tanto ci provo ancora perché non mi rassegno, né Online né Offline. Per me la gente non è stupida. Molto spesso ha priorità che non sono le mie, ideologie che non condivido, e in generale si fida poco: ha avuto brutte esperienze. A volte è stanca, quasi sempre è distratta, in molti casi ha dei casini che neanche ci immaginiamo. Ma non è stupida, e non ci conviene trattarla così. Tra i no vax ci sono medici laureati col massimo dei voti, e genitori più solleciti e attenti di me, non che ci voglia molto. Tra i terrapiattisti c'è chi sa spiegare i motivi per cui la terra sarebbe piatta molto meglio di quanto io sappia spiegare che è un geoide rotante. Sotto due orecchie di coniglio può nascondersi la migliore persona del mondo, o anche una persona mediocre quanto me, salvo che sa lavare le scale meglio di quanto non saprò mai fare, e il mondo ha più bisogno di scale pulite che delle mie spiegazioni su un blog.

Inoltre sanno quasi tutti cucinare, io in trent'anni non ho ancora ben capito come si gestisce un uovo nel tegamino. Così ogni volta che m'imbatto in qualcuno che mi sembra un cretino, Online od Offline, me lo immagino ai fornelli e questo mi aiuta a gestire la situazione. È un espediente che consiglio a chiunque abbia voglia di continuare a interagire con le persone, ma può darsi che non sia il vostro caso. Magari siete su internet in questo momento proprio perché le persone vi fanno un po' schifo e avete bisogno di essere rassicurati in tal senso. Comprendo questa posizione ma non capisco perché vi siate ostinati a leggere fin qui, in realtà non avevamo molto da dirci, il pezzo comunque è finito.

22 commenti:

  1. Io credo che non la gente ma gli italiani siano stupidi principalmente a livello politico,cioè siano dei fessi che si credono furbi.
    I no vax e terrapiattisti esistono in tutto il mondo ma solo in Italia gli elettori si fanno continuamente abbindolare dai vari pifferai magici.
    Bello leggere un pezzo del blog come ai vecchi tempi.
    Matteo Z.

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  2. Grazie Leonardo.
    Io credo che c'è qualcosa che ci accomuna tutti, o almeno la gran parte di noi quando stiamo online (ma anche offline): ed è una più o meno grande insicurezza, da cui deriva spesso l'arroganza. Riconoscerlo sarebbe già un bel passo avanti. Meno condivisione, più empatia.
    Non ti arrendere, eh.

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  3. Gentile prof. Tondelli, il pezzo è molto bello, ma non mi trova affatto d'accordo.

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  4. Sei una persona migliore nel blog che sui social Leonardo, la Soncini ti ha indicato la via...

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  5. Io invece un romanzo l'avrei voluto da te! lo so, il progetto (adorabilmente megalomane) c'era, ma sei stato più saggio della tentazione e hai preferito lasciar perdere. però ogni volta che ti leggo riconosco che in fondo mi dispiace.
    grande Leo!

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  6. per me il fenomeno è semplicemente l'indispettirsi di Soncini (e della Soncini che c'è in noi) per la stupidità che moltissimi non-stupidi ciononostante caricano su Internet: la mia reazione, che per fortuna sono troppo pigro per far notare ogni volte che una stupidaggine mi irrita, è sempre "santo cielo, come fai a non accorgerti che il tuo meme è scemo? che la notizia che riporti è una stronzata? che la tua foto è ridicola? che il tuo pensierino, la tua battuta citata male, la tua replica, il tuo "cit." che non cita nessuno, il tuo commento all'articolo di giornale, il tuo tweet, fanno schifo? Sull'affermazione "a maggior parte delle persone non dà il meglio di sé Online." non posso che concordare scorato, e il mio commento è "che peccato".

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  7. Leonardo ti prego, torna a scrivere pezzi così! Grazie per il bellissimo post e per la saggezza

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  8. Spesso riesci a scrivere in bello stile quello che io riesco ad esprimere solo a grugniti, per cui per me sarebbe meglio se continuassii a scrivere cose su internet.

    Antonio

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  9. Volevo farti in maniera sincera e diretta i complimenti per questo pezzo (reprimendo il retro-pensiero tipico di chi dedica troppo tempo a pensare a cosa scrive online che fosse un po' un pezzo 'fishing for compliments'). Spero che ti stimolino a scriverne altri, quando ne hai voglia e tempo.

    Il fenomeno per cui la gente sembra idiota online è una di quelle cose che dovrebbero essere ovvie ma che ci ho messo secoli a capire (io sono un 'early millenial', ho quasi l'esatta età del WWW e quindi non ho né la naturalezza dei giovanissimi né l'incoscienza dei cinquantenni, scrivo su internet pensando di poter essere letto dai professori del liceo, il che peraltro è possibilissimo). E ti assicuro che non sono solo idraulici o cuochi. Buona parte dei colleghi medici su FB è buongiornista e vabbé, i medici sono idraulici con la laurea. Ma a tanti umanisti tra i miei contatti non va meglio, ben che vada ricadono nella categoria degli 'indiniati'.

    Poi prendere in giro un professionista cinquantenne per i suoi 'kaffeeeee?' o una pancina vegana no-vaxx di buona famiglia può anche essere un peccato veniale. Ma guardiamoci in faccia: dal Signor Distruggere a 'adotta anche tu un analfabeta funzionale' agli sberleffi a Candy Candy Forza Napoli nella maggior parte dei casi stiamo osservando persone che credono che attivismo di sinistra significhi 'prendere per il culo i poveri'. Non è il massimo.

    EP

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  10. Secondo me hai leggermente mancato il bersaglio. I tweet di Soncini successivi ai due che riporti (preciso che seguo entrambi da anni con inestinta passione, spesso sono d'accordo con tutti e due anche quando non siete d'accordo tra voi...) narrano di come qlo che lei chiama "il commentatore" non faccia nemmeno lo sforzo di vedere se la risposta al proprio quesito si trova 3-4 post dopo il quesito stesso: si limita a ripostare il quesito.
    Credo (poi non so, non sono nella sua testa) che Soncini ce l'avesse, più che con la stupidità, con la pigrizia intellettuale di chi non si informa, non cerca, non prova nemmeno a capire, si aspetta che il mondo sia lì a risolvergli/le i problemi. Siamo tutti d'accordo che le procedure INPS non siano precisamente user-friendly, ma insomma se una prestazione serve a TE, sta a TE muoverti e sbatterti e capire come. Il reddito di cittadinanza (e.g.) è un tuo diritto, la pappa pronta no: magari puoi anche chiederla, ma non certo pretenderla.
    (a margine, avrei anche da dire su qli che "se è deficiente mica è colpa sua". Verissimo, ma chi è deficiente ha i miei stessi diritti, vota come me, prende decisioni anche per me: è troppo chiedere che sia soggetto ai miei stessi doveri? Altrimenti se non ce la fa si faccia sottoporre a tutela legale)

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  11. Bella l'idea che non tutti sono scemi o ignoranti. Mi rincuora, ero pessimistap troppo attaccata alle poche facce che non vedo ma mi costringono a vedere in pibblicita, visi osceni di trucco, posizioni volgari risate risate che sembrano cachinni. Meglio così! Rimane la curiosità di che cosa trasforma il bravo elettricista la scrupolosa commerciante in essere assatanati che travolgono il social di insulti inutili volgari e osceni.Provare x credere i commenti su Libero!

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  12. chiarisci molto bene il tuo pensiero, e non è poco, però sminuire il lato online delle persone forse poteva essere accettabile qualche anno fa, ora non più. perché il lato online è diventato (e diventerà sempre di più) il modo che le persone, soprattutto quelle meno dotate di spirito critico (che mica è montato di serie sugli umani), utilizzano per farsi opinioni e, quindi, prendere decisioni.
    il tuo idraulico sarà bravissimo e gentilissimo con te, ma se genera o condivide post razzisti potrebbe comportarsi in modo sgarbato con i tuoi vicini arabi. e questo per me non va bene. e non è marginale nel mio giudizio nei confronti del tuo idraulico. lo faceva anche al bar negli anni 80? io credo meno di ora.
    allo stesso modo è vero che la miopia in cabina elettorale sicuramente c'è stata anche in periodi ante-facebook, ma ora ci sono la potenzialità e la facilità di informarsi in modo corretto grazie alla rete e un po' di miopia sarebbe dovuta diminuire e non aumentare.

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  13. Il pezzo mi è piaciuto assai (come ai vecchi tempi). Credo tu abbia perfino ragione: voglio dire (statisticamente) la gente (me compreso) è più scema su internet che nella vita offline. Però continuo a chiedermi come mai quella persona che conosco, laureata, psiciterapeuta (apparentemente) brava e aggiornata continui (da anni) a pubblicare selfie con la bocca a papera...
    Ovviamente non è l'unica domanda che mi faccio quando sono online, è per dire, un esempio a caso

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  14. Grazie per questo post. Di tanto in tanto vengo qui a rileggerlo

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