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domenica 28 febbraio 2021

Errare è umano, Bettini è diabolico

È buffo. Se c'è qualcosa che pensavo di aver capito dell'esperienza di governo di Giuseppe Conte, è che un leader non è poi così necessario. È importante, senz'altro, ma a volte basta trovare una persona mediamente capace, dargli fiducia, circondarlo di collaboratori abbastanza validi, e alla fine un leader salta fuori – anche perché i media hanno sempre bisogno di mettere qualcuno sotto i riflettori. Insomma se ce l'ha fatta Giuseppe Conte – se ce l'abbiamo fatta con Giuseppe Conte – non dev'essere così difficile. Magari con un po' di attenzione nella fase di pre-selezione la prossima volta potremmo incrociarne uno ancora migliore. Questo è quello che pensavo di aver capito io. 


Ed è buffo, perché Pd e M5S sembrano aver capito l'esatto contrario, ovvero che Giuseppe Conte è un grande leader, l'uomo del destino che riporterà il Movimento al successo elettorale (secondo Beppe Grillo) e darà una voce e un corpo alla federazione di queste due grandi forze politiche (secondo Goffredo Bettini). Cioè. 

Cioè dopo aver scelto un leader a caso, e averne trovato uno alla fine non totalmente incapace, io sarei portato a pensare che alla fine pescare i leader non sia così difficile: Bettini e Grillo il contrario, in sostanza avremmo vinto alla lotteria dei leader. Del resto il tizio continua a occupare un posto importante nelle classifiche di popolarità, e poi sui social prende un sacco di like eccetera. Segno che l'uomo è quello giusto, non come quello dell'ultima volta o della penultima volta. Ma è anche segno che siete disperati. Oppure che non avete capito la solita banalissima cosa: che la Repubblica Italiana è una democrazia proporzionale. 

Questo dev'essere particolarmente duro da mandar giù soprattutto per Bettini e chi lo ascolta. Se vogliamo è la tragedia del PD, il partito che doveva costruire un'alternativa a Berlusconi e si è trasformato in una specie di caricatura del berlusconismo in negativo. Se Berlusconi per vent'anni ha illuso gli italiani che fosse possibile una svolta uninominale, presidenziale, i più illusi di tutti sono stati proprio i vertici del PD. Da cui la catastrofica strategia (di cui Bettini è in qualche misura responsabile) di farsi il vuoto intorno e soprattutto a sinistra, con l'obiettivo di diventare l'unico punto di riferimento per quella benedetta metà+1 degli italiani. Strategia che si era dimostrata perdente già con Veltroni, nel 2008; ma niente da fare. 

Berlusconi tramontava ma nel frattempo il suo virus presidenziale sopravviveva in quella classe dirigente del PD che ha continuato a fare e disfare leggi elettorali nel tentativo di quadrare il cerchio, ovvero di trovare un sistema per trasformare in presidenziale una repubblica che è parlamentare per costituzione e proporzionale per cultura. Quando Bersani tentò una strada diversa, un'alleanza con la sinistra di Vendola e con un Di Pietro che avrebbe potuto arginare i 5Stelle, i maggioritari appoggiarono Matteo Renzi che invece non voleva allearsi con nessuno (tranne con Berlusconi per il maggioritario), con Matteo Renzi che concepiva ogni elezione come un referendum su sé stesso: non tanto un politico con una mentalità presidenziale, quanto il risultato di quella mentalità. Fu chiarissimo molto presto che un referendum simile Matteo Renzi non poteva che perderlo; che per quanto giovane e simpatico non poteva illudersi di piacere a metà degli italiani: fu chiarissimo molto presto ma gran parte del Pd lo seguì ugualmente nel baratro, perché alla fine il maggioritario è una fede. Tutto questo avrebbe dovuto insegnare qualcosa a qualcuno, ma evidentemente non a Goffredo Bettini che invece è ancora in giro a cercare il leader che salverà la sinistra. 

Nel frattempo a Palazzo Chigi c'è un governo che è il trionfo del manuale Cencelli (metto il link per i più giovani), un trionfo della contrattazione proporzionale, dove tutti i partiti in parlamento sono rappresentati secondo il peso effettivo e anche l'unico all'opposizione alla fine ci sta più per dovere d'ufficio (e sarà ricompensato da tante commissioni di vigilanza). Ed è il settimo consecutivo, giuro, il settimo governo consecutivo a non rappresentare una maggioranza uscita dalle urne – cosa che del resto la Costituzione della Repubblica Italiana non prevede – ma la geometria delle forze in parlamento: com'è del resto naturale in una repubblica parlamentare. Contate con me: governo Monti, governo Letta, governo Renzi, governo Gentiloni, governo Conte 1, Conte2, Draghi. Visto che sono sette? Ma nel Pd c'è chi non si rassegna. Verrà il momento in cui le urne incoroneranno il leader. Verrà il momento in cui conosceremo il nostro premier nella notte delle elezioni, e le veglie di Mentana finalmente avranno un senso. In questa cosa non ci crede più nemmeno Silvio Berlusconi ma non ha importanza, la fiaccola presidenziale ormai è passata al PD (prima ce l'aveva un tale Almirante). 

Se poi almeno questa fede nell'Uninominale e nell'Uomo della provvidenza servisse a maturare degli autentici leader di partito, ma no: di solito dev'essere un tizio scelto a sorpresa dal geniale kingmaker, perché se a D'Alema andò bene con Prodi non può essere una coincidenza, no? E quindi occhio ai sondaggi di popolarità, è lì che si nasconde il nostro prossimo De Gasperi. Eppure abbiamo già visto quanto ci mise Veltroni a stancare tutti; abbiamo già visto quanto è durato Renzi, e quanto la popolarità di Salvini sia mutevole come il vento. Giuseppe Conte invece no: per qualche misterioso motivo Giuseppe Conte dovrebbe continuare a essere amato e apprezzato come statista anche adesso che non lo è più e le videocamere cominceranno a snobbarlo. È buffo, perché io da tutta questa storia avevo capito l'esatto contrario di quello che sembrano averne capito al M5S o al PD. E siccome loro sono quelli che fanno politica, evidentemente non ho capito nulla. Quindi che ci fate ancora qui?

15 commenti:

  1. Basta fare una legge elettorale col doppio turno e il problema è risolto.
    Scrivi molto,ma sempre le stesse cose.
    Per "cultura" intendi una antropologia irreversibile?

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    1. Cos'è che dovremmo eleggere col doppio turno? I parlamentari? E una volta eletti col doppio turno cosa cambierebbe?
      I francesi hanno il doppio turno anche per il presidente, perché sono una repubblica semipresidenziale. L'Italia non lo è.

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    2. Il parlamento, ovviamente.
      Cambierebbe che una sola lettura lista avrebbe tutti gli oneri e gli onori del proprio operato.
      Nn si potrà più dire il classico:"Non ci hanno fatto lavorare".
      Antropologicamente parlando,un cambio di paradigma alla portata di mano.

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    3. È un'attesa messianica, il doppio turno per il parlamento non garantisce una maggioranza in parlamento. In Francia c'è, ma non è il motivo per cui il parlamento funziona in modo diverso. È una questione costituzionale, il che in trent'anni è sfuggito a molti apprendisti riformatori. Nel frattempo un parlamento c'è, un governo c'è, chi si lamenta che non lo fanno lavorare si lamenterebbe in ogni caso. Il doppio turno in sé non ha niente che non vada, ma in questo caso è la risposta sbagliata a un problema immaginario.

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  2. Risposte
    1. La Costituzione stabilisce la centralità del parlamento. Gli elettori non votano un presidente e men che meno un capo del governo: eleggono delegati che li rappresentano senza vincolo di mandato. Il presidente della repubblica è nominato dal parlamento; il governo è nominato dal presidente che approva una lista di ministri proposta dal capo del governo che lui stesso ha incaricato, e che poi riceve un voto di fiducia in entrambi i rami delle camere.
      È sempre stato così, anche quando Berlusconi scriveva sulla scheda elettorale "Berlusconi presidente". Ha sempre funzionato così e per cambiare le cose non basta cambiare il regolamento elettorale.

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    2. Insomma...
      La cosa è un pochetto più complicata e la consulta nn ritiene il proporzionale la via maestra unica.
      La stessa ha accettato in una sentenza che il premio di maggioranza deve avere una certa consistenza,e già questo denota il muoversi su prassi e sul relativo,in cui le visioni nn sono convergenti.
      Per dire che in un'altra corte,con altre pressioni potrebbe ribaltare tutto.
      Senza parlare della votazione di comuni e regioni che sono entrambe,con apprezzamento unanime di amministrati e amministratori, vincolati al doppio turno in caso di mancato raggiungimento della maggioranza assoluta. Un vulnus per molti costituzionalisti il fatto che tale opzione valga per tutte le votazioni tranne che per il nazionale.
      Sempre nell'antropologia si entra.
      Ciò che valeva nel 1948 mi parrebbe ovvio nn valere per il 2021. Nn ci sono più nemmeno i comunisti...beh quelli nn sono mai esistiti,sono personaggi di fantasia per erigere una religione per far meglio digerire le diseguaglianze incredibili all'interno dell'inferno in terra.
      In Italia,per dire il nerbo di cui sono stati sempre dotati, oggidì li metti davanti a Netflix,su una bella e comoda poltrona,e ti spiegano come funziona pure la costituzione.

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    3. Cosa c'entrino comunisti e netflix lo capisce solo Dio, da fuori sembri scemo.

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    4. Uellà!Come sei malmostoso,tovarish...😄😘

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  3. Interessante riflessione. Aggiungo il problema (e non solo in Italia) di cercare il leader prima ancora di una riflessione sui programmi. Le primarie del PD oltre a scegliere personalità erano/sono spesso una scelta fra prospettive completamente diverse, il che può sembrare positivo a prima vista ma in realtà che senso ha? Può uno stesso apparato supportare allo stesso modo visioni del mondo quasi del tutto diverse? Ti ritrovi poi con partiti monchi (penso anche a Corbyn in UK e non solo). Anche noi elettori dovremmo metterci in testa che se volessimo, per dire, dare una svolta al PD, l'unica sarebbe metterci a partecipare in massa per anni alle attività del partito, non possiamo limitarci a votare alle primarie una volta ogni tot anni. Magari anche questo non è realistico, ma almeno sarebbe più sensato.

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    1. Le "attività del partito" non esistono, è quel famoso partito leggero veltroniano.

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  4. Hai ragione!. Cosa ci faccio qui?
    Vado!
    Francesco Pazzi

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  5. tutta questa discussione è assolutamente fuorviante; il risultato di tutti processi elettorali è la legittimazione di chi il potere già ce l'ha. I deputati dovrebbero essere sorteggiati tra la popolazione.

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  6. Secondo me c'è il solito, comune, errore di fondo. "proporzionale" non significa avere tre partiti là dove potrebbe essercene uno solo. In Germania, in Spagna, in Svezia, in Grecia, in Portogallo, in Austria c'è sempre stato un grande partito socialdemocratico che cercava eccome di arrivare al 51% dei voti, e ci si avvicinava pure. Semmai, è vero quel che scrivi a proposito dell'illusione di far nascere un partito da un leader

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