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domenica 14 marzo 2021

Il giornalista italiano è lo scemo sull'aereo che grida: Moriremo tutti

Due giorni fa ho ricevuto una telefonata della mia medica di base, che con molta serenità e molto tatto mi avvisava di essere uno dei centomila e più vaccinati a cui era stata inoculata una dose di Astrazeneca del lotto sotto indagine in seguito ad alcuni decessi. Mi chiedeva se avessi avuto qualche sintomo: io in effetti avevo patito un mal di testa il mattino dopo, ma bisogna anche dire che era la settimana di Sanremo. 

Preso da qui. La "paura in Europa" che nei principali quotidiani europei non esiste.


Mi spiegava che a dispetto dell'allarmismo suscitato dai media, non c'era molto di cui aver paura, e mi ha fatto piacere, perché un po' di paura ne avevo. Non per una trombosi che a quel punto sicuramente non avevo avuto (mi ero vaccinato una settimana prima), ma che il vaccino fosse difettoso e che quindi dovessi rifarlo; 

e dell'umore di mia madre che già da qualche giorno era in pensiero per me a causa dell'allarmismo sprigionato dalla tv; 

e per le migliaia di italiani (tra cui molti miei colleghi) vittima della stessa preoccupazione, che nel frattempo stavano decidendo di non vaccinarsi. 

Ancora più in generale, ero preoccupato di vivere in una nazione in cui giornali e telegiornali non conoscono più altro modello che non sia quello dei peggiori tabloid, e che in un'emergenza del genere insistono a recitare il ruolo del tizio sull'aereo che urla: moriremo tutti. 

(Particolarmente avvilente il destino del quotidiano che era Repubblica). 

Prima o poi finirà questa epidemia, perché le epidemie prima o poi finiscono – se la gente fosse incoraggiata a vaccinarsi finirebbe prima, e in altri Paesi moderni sarà così. Prima o poi finirà anche da noi: ma i giornalisti, quelli li avremo sempre. In teoria ne avremmo persino bisogno. Forse è ozioso continuare a domandarsi di chi è la colpa: un po' di tutti, forse di Berlusconi più che di altri, ma non sarà il caso di cominciare a porsi il problema: cosa ce ne facciamo di una mediasfera così? Una cosa che ci dà più emozioni che informazioni, e anche le emozioni sono tutte cattive? Esiste una cura, un vaccino da somministrare a persone convinte di essere giornalisti e non pubblicitari alla giornata – oggi paga Johnson & Johnson, domani si vedrà? Con chi le sostituiamo? Eccetera. È un problema enorme, ma se non lo risolveremo staremo più male e moriremo di più.

13 commenti:

  1. oh, be'... è interessante in questi giorni come molti negazionisti della covid-19 stiano parlando di strage. Cioè, per me, puoi avere le tue opinioni su qualcosa e sono sempre legittime, ma stravolgere la realtà... boh... e i giornali in prima fila a fomentare e lisciare il pelo a qualunque bassezza

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  3. Vabbe', 'sti cazzi.
    Siamo grosso modo già a una decina di nazioni europee che hanno già limitato o addirittura sospeso la somministrazione di quel vaccino. Direi che la paura ce l'abbiamo (un surplus di paura; paura già ce n'era a pacchi, più che petrolio nei paesi neorinascimentali; ma s'è aggiunto un segnale nuovo e ben distinguibile dal rumore). E l'"in Europa" pure (anzi: è una paura quasi esclusivamente europea). Poi possiamo dire che è ingiustificata, che quel titolo è un moltiplicatore di paura, che non informa le masse nel senso gradito, che un basso strategemma per vendere più copie, quel che ci pare, ma non che racconti una storia campata per aria.

    Però, per stare alle campagne vaccinali anti-covid, io fin'ora avrò letto su per giù una cinquantina di articoli su quanto la Russia tutta (cittadini, medici, magari anche la statua di Stalingrado, che in effetti ha un'espressione un po' così) sia fottutamente terrorizzata da Sputnik. Una capa di EMA due giorni fa ha detto che vaccinarsi con Sputnik è come giocare alla roulette [rullo di tamburi] russa. Questo terrorismo, a quanto pare, sta bene, nessuno sembra indignarsene. In sostanza, dunque, vogliamo che da qualche parte ci sia un opportuno comitato di salute pubblica a deliberare su quali paure debbano andare e moltiplicarsi, e quali invece debbano essere indirizzate all'oblio (sempre sperando che non muoia più nessuno).

    [Il bello è che Sputnik potrebbe essere un vaccino migliore di AZ su quasi tutta la linea; costa solo leggermente di più, perchè i due shot sono diversi (un più che comunque è un meno rispetto a tutti gli altri, specie quelli conservandi sotto la calotta polare). Domanda en passant: che titoli avremmo avuto se il morto fosse stato correlato (o incorrelato, come pretende, piuttosto surrealmente, qualcuno) a un qualche vaccino sino-sovietico?]

    Per me la cosa eventualmente sconcertante di questa storia non è affatto il titolone di repubblica, al più è l'assenza di titoloni di tutti gli altri tabloid. Sicuramente sono sconcertanti tanto la diretta a reti unificate del furgoncino con la pozione magica che passa il casello di Roncobilaccio, quanto i millanta formigli sparsi per tutta la tivvù a randellare con accuse di negazionismo il primo che capita (tra l'altro, se proprio propaganda dev'essere, almeno che a farla sia uno serio; non pretendo Goebbels, ma manco 'sto circo di sbufalatori e influenzatori).

    C'è una paura immensa per i vaccini, che negli anni s'è gonfiata a dismisura; peraltro con un bel concorso di colpe (ad esempio, anche grazie ad un articolo pubblicato su uno dei giornali scientifici più prestigiosi del mondo, che l'ha ritrattato solo una dozzina d'anni dopo la pubblicazione); davvero la soluzione che si sta proponendo è di far finta di nulla?, non so, sarà post hoc ergo propter, ma io bombarderei facciabuco.

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  4. be' far finta di nulla non è mai la soluzione, ma spargere il panico credo ingrandisca il problema.
    si può essere contrari al panico e sfavorele alle stronzate (diretta del furgone coi vaccini, primule varie, risse di presunti specialisti in tivvù)
    comunque il vaccino russo, attualmente, non è un vaccino. per l'ema e noialtri nell'unione europea.
    se abbiamo dubbi su un vaccino che rispetta gli standard quanti potremmo averne su un vaccino che non ha neanche cominciato la trafila per l'approvazione?
    la "paura immensa per i vaccini", che negli anni s'è gonfiata a dismisura... è parte del problema, non certo parte della soluzione.
    personalmente, fra qualche mese, quando chi l'avrà voluto sarà stato vaccinato eviterò chiunque non lo sia: per esempio vorrò che siano vaccinati il dentista, il medico, il medico sportivo, il tizio che mi tira via il sangue alla donazione, il ottico, il barbiere, il tizio che mi taglia il prosciutto al supermercato, ecc.
    del resto ora evito i bar e ristoranti dove ci si tira sù la mascherina solo quando entra il cliente, ecc.

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    1. Il vaccino russo al momento non è tale per "noialtri" non perchè non sia un buon vaccino o non rispetti questo o quello standard, ma solo e unicamente perchè è russo. Non è emerso alcun problema con la parte scientifica del vaccino, almeno per ora (tutt'altro: alcuni scienziati si sono sbilanciati parecchio in suo favore; ad esempio Galli dice che non c'è dubbio che sia meglio di AZ; è dall'estate che AZ implora Gamaleya di "collaborare"), ce n'è uno di altra natura.
      Non so se essere dei sudditi sia un punto di cui vantarsi.

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    2. non so se tu abbia elementi sufficienti per giudicare chi sia suddito o meno, ma insomma... le stronzate che diciamo qui sopra non aumenteranno di tanto l'entropia universale...
      i vaccini (per quel che ne so) per essere usati nell'Unione Europea e in Italia devono passare vari step di approvazione e, attualmente, il vaccino russo non li ha passati
      i singoli scienziati hanno le loro autorevoli opinioni e spero che abbiano ragione rispetto al vaccino russo, così sarà approvato (sempre che qualcuno ne chieda l'approvazione) alla svelta e l'Unione Europea lo acquisterà e lo distribuirà
      quindi ça va san dire, dal mio punto di vista, la sponsorizzazione sperticata di Salvini per il vaccino russo non è in sé una gran garanzia, per me

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    3. Non poter perseguire il proprio interesse, essere alla mercè di altri, questo è essere sudditi; quindi noi italiani siamo sudditi, e noi europei (con una parziale eccezione per la Francia, e magari, ancor più parziale, la Germania) siamo tali, su questo non è che ci sia da discutere; poi ci sono sudditi cui piace esser tali, e quello è un altro bel pajo di maniche.
      Da quello che ho capito, prima di essere ammesso alla rolling review un vaccino deve ricevere un placet da un comitato di saggi dell'EMA; si tratta di essere autorizzati a chiedere di essere autorizzati, non so se mi spiego; nel caso del vaccino russo, codesto comitato di saggi ha passatpo dall'ultima settimana di gennaio alla prima settimana di marzo per decidere che forse un vaccino che costa meno di un terzo di quello Trump e meno di metà di quello di biontech, col 92% di efficacia, che si conserva in un frigo, che può essere completato in tre settiane, e che è già somministrato in mezzo mondo (persino nell'esotica San Marino), sì, è un prodotto degno di poter essere sottoposto a revisione.
      Ovviamente, stando al mitico principio liberale dell'accountability (cose serissime, mica le bojate sovraniste di Salvini) se le decisioni sui vaccini dell'UE si riveleranno sbagliate, i suoi vertici ne risponderanno senz'altro agli elett. Ops.

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  5. È talmente sicuro che nemmeno Putin se lo è fatto "sparare"... è già partita la fabbrica dei bot di San Pietroburgo?
    😄

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  6. A bocce ferme, è imbarazzante come i media mainstream sulle prime abbiano silenziato quei casi di trombosi, di fatto autocensurandosi. No alle derive complottiste e compagnia, ma altrettanto no a sua maestà la pozione magica (o sua maestà la scienza) e ai "non c'è correlazione" — en passant: stud. def. correlaz.; anche tu, Von der Leyen (sappiamo che leggi questo blog).

    Quali che fossero le intenzioni di Repubblica con quella prima pagina, a bocce ferme ci fa (probabilmente senza alcun merito, e/o per puro caso) una figura diversi ordini di grandezza migliore dei prestigiosissimi quotidiani internazionali che han taciuto — che poi, parliamone: FT di AZ ha paura eccome, solo per motivi diversi (verosimilmente rettangolari e verdi); anche il pezzo di LeFigaro con quella foto di Assad coi rayban non fa esattamente morire dalla voglia di leggerlo.

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