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giovedì 2 settembre 2021

I NoVax ci fanno comodo

Non è la prima volta che succede: abbiamo visto una minoranza protestare (gli antivaccinisti, in questo caso), li abbiamo visti fomentarsi a vicenda sui social; a volte abbiamo anche notato come tendessero a scambiarsi contenuti un po' prefabbricati, veri e propri meme, messi in giro da professionisti della disinformazione che non possiamo credere in buona fede. Li abbiamo visti scendere nelle piazze vere, insomma prendere forma nella vita reale, e lì ci siamo preoccupati: ma oltre alla preoccupazione c'era una frustrazione più sorda, perché noi non siamo quel tipo di persone che dovrebbe inquietarsi per un corteo e invocare la repressione, insomma scoprirci dal lato sbagliato delle barricate ci deprime, stiamo proprio invecchiando, ma loro nel frattempo cominciavano a diventare violenti – per chi continuava a leggerli su internet non era affatto una sorpresa, insomma, c'è gente che da mesi vive in una dimensione allucinata in cui Bill Gates sta controllando il mondo e vuole decimare la popolazione, io se credessi veramente in cose del genere mi starei già facendo le bombe in casa – loro invece dicevano che avrebbero fermato i treni, il primo settembre, buffo, come il Mussolini socialista ai tempi della guerra di Libia (e come noi stessi ai tempi della seconda guerra del Golfo), ovviamente non ci riusciranno, ma cosa succederà poi? E poi? E poi...

L'immunità di gregge, in un raro scatto


E poi erano in quattro gatti, anzi in due. Due sfigati con la bandiera hanno avuto il loro giorno da leone, grazie soprattutto alla disciplina di tutte le pecorelle intorno, regolarmente vaccinate. Chi se lo poteva aspettare? Oddio sarebbe bastato chiedere a chi ha esperienza: un conto è manifestare il weekend, un conto presentarsi un martedì mattina. 

Ma insomma li avevamo sopravvalutati, questi NoVax? Certamente. Come tutti i movimenti prima di loro (tutti tranne il M5S, buffo). È un fenomeno abbastanza classico, il modo in cui ogni volta che fissiamo l'obiettivo su una minoranza, dopo un po' ci dimentichiamo che l'obiettivo è una lente d'ingrandimento. Io ho meno scuse di tutti perché vent'anni fa ero un blogger, in un periodo in cui i blogger erano forse in tutto un centinaio ma a furia di parlarsi tra loro e di far parlare un po' i media tutt'intorno si erano convinti di essere il futuro della comunicazione politica, del giornalismo e perché no, della letteratura. Era un po' esagerato? Era molto esagerato: dopodiché in quel centinaio se vai a vedere c'è gente che oggi sta in parlamento, dirige giornali e ha scritto bei libri, insomma su internet cerchi sempre di trovare le cose prima che esplodano, e per farlo ti serve la lente d'ingrandimento, e dopo aver ingrandito, tutto ti sembra enorme. Questo non esclude che tu possa aver trovato qualcosa. I NoVax non fermeranno i treni. Forse alcuni di loro combineranno guai, ma in linea di massima non è che possiamo aspettarci una svolta terroristica da un gruppo di gente che ha paura di farsi una puntura. Possiamo dunque liquidarli come un gruppetto di sfigati? Non del tutto: nel gruppetto ribolle qualcosa che un giorno esploderà, spero solo metaforicamente. Quel giorno rimpiangeremo di non averli studiati meglio prima, cioè adesso. Adesso io però ho davvero poco tempo, butto giù solo due appunti.

Libero Quotidiano


I NoVax duri e puri sono ormai un fantoccio polemico. Li si inquadra quanto basta a mostrarli brutti, cattivi, fanatici. Si stigmatizza il loro egoismo antisociale; si sussurra che dovrebbero essere esclusi dal sistema sanitario nazionale – ovviamente è solo una provocazione, ma intanto qualcuno la mette per iscritto. Quando poi uno di loro si ammala davvero, la notizia viene condivisa con malcelata soddisfazione. Tutto questo anche su quegli organi di stampa che fino a qualche settimana e mese fa li hanno irradiati di contenuti che mettevano in dubbio i vaccini – il caso più eclatante credo sia quello di Libero Quotidiano, passato nel giro di poche settimane dai deliri di Montagnier agli insulti allo stesso Montagnier. Ma alla fine anche alla stampa cosiddetta seria non dispiaceva affatto vendere qualche copia in più, in primavera, con un po' di sano allarmismo su Astrazeneca. I NoVax insomma sono una creaturina allevata e vezzeggiata dal giornalismo, che in prima pagina qualche mostriciattolo deve pure esibirlo; e l'altro padrino senza scrupoli è la politica, e in particolare i partiti di destra fuori e dentro il governo, che ai NoVax continuano a fare l'occhiolino ma al primo fatto grave chiederanno leggi speciali per ristabilire l'ordine e la disciplina. 

Allarghiamo un po' il quadro adesso che è il quarto paragrafo, tanto chi vuoi che legga fin qui. Su Repubblica c'è un pezzo che spiega in quali regioni italiane conviene trasferirsi in vista dei cambiamenti climatici; ci hanno messo un po' ma ormai ci sono arrivati anche gli agenti immobiliari; insomma la civiltà liberaldemocratica è finita. Ha garantito per più di mezzo secolo un benessere crescente a centinaia di milioni di cittadini occidentali; per funzionare però doveva continuare a crescere e questo è fisicamente impossibile; ci abbiamo provato ma le risorse non si moltiplicano con la fantasia e il desiderio. Dobbiamo cambiare sistema ma le alternative sulla piazza sono per lo più totalitarismi. Ma soprattutto dobbiamo modificare il nostro stile di vita e questo è impossibile sul piano esistenziale: è peggio che toglierci il nostro dio, le nostre abitudini sono molto più sacre. I NoVax questa cosa l'hanno capita molto meglio di tanti liberali e democratici: alla fine il loro complottismo è una lente più nitida di tante altre ideologie più rispettabili. I NoVax rivogliono il mondo di prima, ma chi avrebbe il coraggio di dir loro apertamente che indietro non si torna, che la crisi è irreversibile e che se ne usciremo vivi, ne usciremo in un mondo molto diverso, sacrificando molto di quello che credevamo ci spettasse di diritto in quanto occidentali? Meglio imbottirli di minchiate, tenerli d'occhio, aspettare che i più facinorosi si agglutinino e poi quando scoppia la bolla additarli al pubblico ludibrio. Non penso che ci sia una regia occulta, è un meccanismo che si sta montando da solo. 

3 commenti:

  1. Sono nata negli anni 90 e per me gli anni 70 sono un qualcosa del passato. Anche io, però, ho parenti anziani che amano molto decantare (alle volte in maniera persino molesta) quanto fossero dinamici, vivi, brillanti e culturalmente stimolanti gli anni 70.
    Sviluppando il ragionamento delle ultime righe dell'articolo e saldando nonni e no-vax, non è che in Europa Occidentale il periodo d'oro della società liberaldemocratica sono stati proprio gli anni 70?
    Un ragionamento agghiacciante 😜

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    1. In Francia li chiamano les Trentes Gloriouses: il dopoguerra 1945-1975. In Italia abbiamo avuto Settanta un po' più cupi; mi ricordo a un certo punto che incrociando tanti parametri arbitrari saltava fuori che l'anno migliore era stato il 1988, e tutto sommato ci sta, coincide coi miei ricordi quindi ho deciso che è vero.

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  2. È un po' OT ma ci tenevo a farti sapere che le pubblicità che mi mostra questo blog sono qualcosa di unico.
    L'altro giorno la Meloni, oggi master in scienza e fede da parte dell'Università pontificia...

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