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sabato 27 agosto 2022

122. Per carnevale suonavo sopra i carri in maschera

1979: L'era del cinghiale bianco (Battiato/Pio, #12)

1981: Cuccurucucù (Battiato/Pio, #4)

Benvenuti alla Gara delle canzoni di Franco Battiato (si vota qui) – oggi con il secondo quarto, che vede un'indiscussa favorita battersi contro il più eccentrico dei brani superstiti. L'era del cinghiale bianco in effetti è il titolo più antico ancora in circolazione (gli altri stanno tutti in un sottile intervallo tra 1981 e 1983); addirittura non può essere considerato da un punto di vista cronologico "anni '80", anche se è la canzone con cui Battiato entra, piuttosto bruscamente, in un decennio nuovo e nella fase più popolare della sua carriera. L'era piacque subito, anche se all'inizio il bacino di ascolto era molto ristretto (fu Lucio Dalla a informare Battiato che i ragazzi lo cantavano in coro il ritornello in piazza Maggiore): è curioso perché apparentemente non contiene le caratteristiche del brano pop, che per fortuna in quegli anni erano ancora in fase di codifica; in compenso metteva in evidenza un virtuosismo violinistico negli anni in cui la gente li ascoltava volentieri.    

Cos'hanno in comune i due brani? Una certa sveltezza, che nell'Era si comunica attraverso il fraseggio violinistico di Pio: una delle doti che Battiato portava alla new wave era la disponibilità di questo ex orchestrale ad aprire cascate di note dovunque FB ne sentisse la necessità. Quanto a Cuccurucucù, il pop italiano non aveva mai pulsato così velocemente. Il dialogo sulle corde basse tra Radius e Donnarumma ci sommuove il sistema nervoso e ci predispone alla commozione che FB solletica pescando madeleines da una vecchia collezione di 45 giri. Sono anche due brani nostalgici, a modo loro.

Che cos'hanno di diverso? La nostalgia del Cinghiale è privata (nelle strofe) e politica (nel ritornello): Battiato ricorda certe vacanze d'antan in Nordafrica e auspica il ripristino di un'Era della Saggezza; tra questi due momenti non sembra esserci un vero collegamento, potrebbero essere due canzoni diverse separate dal segmento violinistico. Cuccurucucù è l'opera di un compositore pop assai più maturo e consapevole del mezzo: non c'è quasi un verso che non rientri nel concetto di fondo, e il concetto di fondo è che noi siamo la musica che suoniamo e ascoltiamo. Persino quel melodrammatico "da quando sei andata via non esisto più", se lo immagini riferito alla Musica, non suona più così esagerato. Voterete il Cinghiale se vi piace il Battiato più enigmatico, quello che non risolve i suoi indovinelli e lascia il campo aperto a un universo di suggestioni; voterete Cuccurucucù se da quando Battiato non c'è più avete sensazione di esistere un po' di meno. In ogni caso dovete votare a partire da oggi; il sondaggio scade la mezzanotte del 30 agosto.   

Si vota qui – il tabellone

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