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mercoledì 31 agosto 2022

Perché votiamo a settembre

(Volevo scrivere qualcosa sulle elezioni, ma c'era nell'aria un temporale che non riusciva a risolversi. Ho passato ore a tenere d'occhio il cielo da tutte le finestre di casa per capire da che parte avrei dovuto chiudere nel momento della bomba d'acqua, come un marinaio che saltella da poppa a prua e non trova pace. Il cielo notturno s'illuminava a volte per un istante, come un globo di neon, sfarfallava, prima di spegnersi o esplodere. Non si spegneva mai e non esplodeva mai). 

I motivi per cui si votava in primavera confesso di non averli mai afferrati. Probabilmente c'era un non detto, ragioni molto pratiche e poco nobili, quadrature di conti, cose del genere. Che le istituzioni si stessero, progressivamente, sfaldando, lo abbiamo notato anche dal fatto che si cominciava a votare sempre prima: a marzo, a febbraio. Nulla di incostituzionale, eppure a chi stava al mondo da un po' risuonava come uno scricchiolio sempre meno ignorabile. E quest'anno si vota a settembre, con un'accelerazione che è tipica dei disastri. Perché votiamo a settembre? I motivi di giugno ce li siamo già più o meno dimenticati – Conte ha pestato i piedi, Draghi era stanco, Aa Meloni aveva i sondaggi buoni. Niente che non fosse già successo, postumi di qualche elezione amministrativa. Sì, ma di solito a questo punto si faceva un governo balneare e buona lì. Invece voteremo a settembre. Appena entrati a scuola, ci fermeremo per votare. Perché stavolta non potevamo fare diversamente? Crisi di governo ne abbiamo avute così tante – i meno giovani ricorderanno che anche ai tempi dello stabilissimo pentapartito, occorreva rimpastare in media ogni venti mesi. Cosa ha di veramente diverso, questa crisi, da tutte le crisi dal 1946 in poi? 

Beh, tutto. Viviamo in tempi esageratamente interessanti. C'è una guerra – ce ne sono state tante, ma questa è una guerra con la Russia e se sembra scongiurata la possibilità di combatterla con le testate nucleare, forse è previsto che diamo il nostro contributo spegnendo il riscaldamento. C'è un'epidemia – ce ne sono state tante, ma facevano meno notizia e probabilmente meno morti: oddio, questa continua a farne tantissimi ma una specie di comitato dell'inconscio collettivo ha deciso che ne siamo fuori (decisivo il sostegno di un po' tutti gli organi di stampa, che forse a questo punto erano stanchi di intervistare virologi, inoltre gli industriali che li pagano preferiscono avere un po' più morti e un po' meno lockdown). Che altro c'è? Beh, date un'occhiata alla finestra, magari il monsone sta passando anche da voi. I raccolti come stanno andando? Nella mia zona hanno raccolto un quarto del granoturco che si aspettavano di raccogliere, questo capisco che non sia interessante quanto i tweet di qualche tizio che si batte per il 5%, in fondo il granoturco si dà alle bestie. Carestia, Guerra, Epidemia danno sempre la sensazione di incontrarsi in un posto per caso, ma a ben vedere viaggiano assieme. Ecco perché voteremo a settembre. Ecco perché Conte non poteva andare avanti, perché Draghi era stanco, perché aa Meloni aveva fretta. Voteremo a settembre perché dopo non abbiamo la minima idea di cosa ci succederà.

Sul serio: non abbiamo la minima idea. Per dire: Putin potrebbe cedere all'improvviso. È sinceramente il mio scenario preferito. Quello che sta stritolando l'Europa è in fondo un braccio di ferro, e i bracci di ferro hanno di buono che finiscono all'improvviso (sì, ma a volte per arrivare a questi finali improvvisi ci vogliono 40 anni, vedi Guerra Fredda). Per ottenere un cambio di regime in Russia, la Nato ha messo in atto una serie di misure che hanno portato alla recessione gran parte d'Europa (compresa, si spera, la Russia). Ora il punto è: cederanno prima i russi, che forse all'austerità sono più abituati e hanno meno margini per esprimere il loro malcontento, o gli europei, in particolare noi europei occidentali, i bambini viziati del mondo, ancora coi postumi delle sbornie coloniali? Nessuno lo sa davvero, anche perché dipende dal clima, e il clima sta cambiando troppo velocemente. Metti che l'estate si protragga fino a ottobre, e le ottobrate a novembre: magari teniamo duro e molla Putin. Metti invece che da qui in poi sia una lunga stagione delle piogge con un settembre già freddino, e un governo che ci propone di tenere il riscaldamento al minimo: ce la facciamo? E chi lo sa. Non ne ho la minima idea, così come non mi sarei mai aspettato che gli italiani rispettassero un lockdown rigido come quello del 2020. Magari ci terremo caldi cantando, va' a sapere. Oppure andremo a cercare i governanti coi forconi. I prezzi dei generi alimentari aumenteranno? Ovvio che aumenteranno, ma di quanto? Dovremo chiudere le scuole, non per il contagio (quello a quanto pare dobbiamo prendercelo e ringraziare), ma per risparmiare il riscaldamento – ovvero per farlo pagare alle famiglie che dovranno scaldarsi i figli in casa? Magari obbediremo: per cacciare Putin questo e altro. O magari cominceremo a inneggiare a Putin, da quel che vedo in giro non mi sento di escluderlo. 

Non credo che nessuno possa escludere niente. Il virus si evolve, il clima cambia, la guerra sembra a uno stallo (uno stallo che potrebbe risolversi domani o durare come l'Afganistan). Voteremo a settembre perché da ottobre in poi nessuno ha la minima idea, e un'altra cosa interessante che succede quando nessuno ha la minima idea è che nel dubbio alza il prezzo, così che per esempio quello del gas è aumentato molto prima che ce ne fosse davvero penuria. Qualcuno ci sta ovviamente speculando sopra, ma dando una scorsa ai titoli dei giornali non è che la cosa interessi molto: l'idea di includere la lotta alla speculazione tra gli argomenti della campagna elettorale non è venuta a nessun personaggio di rilievo. Eppure sembra ai miei occhi di profano un argomento perfetto: la gente teme i rincari di bolletta, teme l'inverno gelido, e alla borsa di Amsterdam qualcuno sta speculando sulle loro paure. C'è un problema popolare, c'è un colpevole meschino... no, niente da fare, alla fine a proporre il price cap dev'essere lo stesso Draghi che del capitalismo non è nemmeno il volto umano, diciamo il volto non ancora completamente deformato dagli spiriti animali. Draghi alla fine resterà disponibile, se abbiamo capito la sceneggiata del meeting di Rimini. Il centrodestra vuole vincere la gara elettorale, è programmato per farlo (tanto quanto il Pd di Letta è programmato per perderla). Il fatto che l'Italia sia nella situazione più complessa e indecifrabile dal 1943 non è che gli sfugge, ma per gente come la Meloni o Salvini è un dettaglio: devono vincere, tutti glielo chiedono da anni, è il traguardo della carriera, della vita, poi magari a governare chiameranno qualcuno del mestiere. Lo stesso Berlusconi alla fine vorrebbe solo un riscatto, che tutti se lo ricordassero come il nonno della patria al Quirinale e non come il satiro di palazzo Grazioli. Mi viene in mente quel periodo in cui i ragazzini si erano convinti che il mondo sarebbe finito nel 2012 (gli adulti li avevano convinti, per vendergli libri e film). Ce ne fu uno che mentre cercavo di spiegare che era tutta una sciocchezza, mi chiese: ma io entro il 2012 faccio in tempo a prendere il patentino? L'importante era riuscire a mettersi tra le gambe in tempo un motorino, dopodiché il mondo poteva benissimo perire. Salvini, Aa Meloni, Berlusconi mi ricordano un poco quel ragazzo. 

17 commenti:

  1. Scusa Leonardo se mi fisso su un dettaglio (il senso dell'articolo l'ho capito eh). Ogni volta che hai citato la Meloni, hai scritto "aa Meloni". Un refuso ripetuto o qualcosa di intenzionale che rimanda ad un concetto che non ho afferrato?

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  2. Scusa Leonardo ma, al netto delle nostre diverse opinioni sulla guerra -per me le responsabilità politiche e morali dei nazionalisti ucraini superano di molto quelle "di Putin"- tu VERAMENTE puoi pensare che la liquefazione dell'apparato statale russo sia uno scenario auspicabile? Che la trasformazione della Russia in un buco nero da cui possono uscire "cose che voi umani" sia un "happy end"? Perché QUESTO- a prescindere dall'"opzione nucleare"- significa la sconfitta di Putin.

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    1. Premesso che occorre essere veramente delle persone bizzarre per credere che la guerra sia colpa degli ucraini (un po' come quelli che dicono "non sono io che l'ho stuprata, è lei che con 35 gradi all'ombra non si copre le braccia"), ma a parte questo.
      Sostenere che sia un bene che una dittatura rimanga poiché se cadesse chissà cosa potrebbe accadere è il discorso più reazionario che abbia sentito in vita mia.
      Sfiora il ridicolo.
      Anzi, lo è.

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    2. Partiamo da premesse diverse e incompatibili.
      Quella che per te è una guerra imperialista attuata da un despota che tiene il suo popolo in ostaggio, per me è una spietata operazione di CONTRORAPPRESAGLIA (sottolineo; CONTROrappresaglia) che reagisce, con "violenza dieci volte maggiore" (non è una nostra esclusiva!!) alla punizione collettiva con cui i nazionalisti ucraini avevano, per l'appunto, "punito" i separatisti del Donbass ("operazione punitiva" che aveva come "addentellato culturale" un tentativo di "derussificazione coatta" dell'Ucraina).
      La responsabilità-politica e morale-dei nazionalisti ucraini consiste;
      1) nell'avere trasformato una situazione "boliviana" di guerra civile incipiente in una situazione "balcanica". In buona sostanza; hanno riportato la guerra in stile balcanico in Europa a distanza di venticinque anni contando sui loro amici e sulle loro protezioni. Nemmeno quello che ORA stanno patendo mi impedisce, da "europeo", di maledirli dal profondo dell'anima.
      2) nell'avere, sempre contando sugli amici "usato" un accordo di pace come stratagemma per riarmarsi fino ai denti, senza avere il coraggio di denunciarlo ufficialmente(ciò dà a qualunque loro richiamo al "diritto internazionale" lo stesso valore di uno sputo) contando di poter convivere "sine die" con una guerra civile" a bassa intensità" .Una manciata di morti nel Donbass come "prezzo sostenibile" da pagare mentre loro "al caldo" abbattevano statue e rivendicavano l'ucrainicità intrinseca della zuppa di cavolo (il nazionalismo ucraino è un "nazionalismo borghese"-nel senso di Alessandro !!).La ferocia implacabile dei russi è anche una "lezione di realtà"(Volevate la"guerra perenne"perchè credevate che non vi toccasse? Bene; la guerra è QUESTA COSA QUA).

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    3. Mi sembra un ottimo ragionamento: siccome in Ucraina ci sono dei nazionalisti tipo il battaglione Azov, la guerra se la sono meritata, tutti gli ucraini.
      Estenderei volentieri il ragionamento: il governo delle Marche è in mano a Fratelli d'Italia e sta facendo vedere i sorci verdi alle poveracci che vogliono abortire: quando radiamo al suolo Ancona per rappresaglia? La colpa la portano tutti i marchigiani, o no?

      Mi piace anche il tuo ragionamento del primo post: Putin è uno schifoso che avvelena gli oppositori, manda gli omosessuali nei lager e governa un sistema fondato sulla corruzione e lo sfruttamento... però teniamolocelo, chissà che se cadesse potrebbe andare peggio.
      Se volevi vincere il premio Lavrov dell'anno, credo tu sua sulla buona strada.
      Passo e chiudo, invitandoti a trasferirti in Russia, gioendo del fatto che fortunatamente Putin è ben saldo, sennò Madonna mia cosa potrebbe accadere!

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    4. Premesso che rispondere a un anonimo.. mah. Comunque scrivi cose senza senso. Cioè, se sei una persona di appena appena media sensibilità democratica. Lasciamo stare la guerra nel Donbass, di cui tu attribuisci tutta la colpa ai nazionalisti ucraini, sbagliando. L’invasione del 24 febbraio non c’entra niente con la guerra nel Donbass. Niente. E non c’entra niente neanche con l’allargamento della NATO a est, né con le richieste di Kiev di aderirvi (mai seriamente sul tavolo, come Mosca sapeva benissimo). Non lo dico io, l’ha detto Putin prima di invadere: non ha parlato di Donbass, di NATO, di Azov, questa è tutta roba che ha tirato fuori dopo, quando ha visto che lo facevamo noi. Lui ha detto sostanzialmente una cosa sola: l’Ucraina non doveva esistere fin dall’inizio, e non esisterà più. Basta. Infatti non ha puntato subito sul Donbass, piuttosto ha cercato di invadere Kiev e uccidere Zelenskij. Non c’è riuscita e le conseguenze sono state Bucha e Irpin. Semplice, no?

      Ah, no, scusa. Dimenticavo. La situazione è “complessa”.

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    5. Sì, la situazione è complessa e quella di Enrico e di Nadia è una semplificazione estrema. Come ho già scritto ma non mi volete ascoltare, partiamo da premesse diverse e incompatibili.
      1) L'Ucraina non è mai esistita, su questo ha ragione Putin: non è MAI esistita. E' un fantoccio dell'Occidente pensato solo per indebolire la Russia, infatti come ho già scritto sopra l'Ucraina ha "usato" degli accordi di pace solo per armarsi, armarsi e poi ancora armarsi: nessuna sorpresa che prima o poi la Russia perda la pazienza e decida di mettere fine allo stato fantoccio.
      2) "Trasferisciti in Russia": l'argomento usato da tutti i russofobi per mettere a tacere (almeno così credono) le voci fuori dal coro. Talmente penoso che non rispondo nemmeno.
      3) Come ho già ribadito sopra, sono convintissimo che Putin sia meglio del buco nero che seguirebbe ad una sua caduta. Oggi Putin tiene insieme la Russia; è vero, alle volte deve fare la voce grossa con gli oppositori, però bisogna anche dire che certa gente se lo merita anche.
      4) Pretestuoso l'argomento sui gay: gli occidentali quando non sanno cosa dire vanno sempre a piangere i diritti dei poveri gay schiacciati e oppressi... a voi dei gay non ve ne frega nulla, anzi, siete voi i primi ad essere omofobi, visto che li usate per diffondere la vostra propaganda.
      Adesso divertitevi pure a insultarmi, se la cosa vi fa stare meglio.

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    6. L'ultimo Anonimo che ha "preso le mie parti" e con le cui argomentazioni(anche se non col cui "stile")concordo sostanzialmente non sono io.
      Per Enrico;
      1) Non do "tutte le colpe" ai nazionalisti ucraini; gli do la SOLA colpa di avere trasformato una situazione analoga a quella che poi si verrà a creare in Bolivia dopo la cacciata di Morales nella "riedizione" delle guerre balcaniche degli anni 90. Hanno superato una "linea rossa" (quella della "punizione collettiva" e della "purificazione antropologica" ) dopo di cui c'è Bucha e poi Bucha e poi ancora Bucha.....Loro sapevano il gioco che stavano cominciando (i Balcani sono storia recentissima), evidentemente pensavano di poterselo permetterlo e di non doverne pagare il prezzo(avevano "amici" potenti). Cosi non è stato....che Dio abbia pietà di loro.
      2) Putin ha sempre "legittimato" l'"operazione speciale" come risposta a ciò che i nazionalisti ucraini hanno fatto e stanno facendo nel Donbass (lui lo definisce "genocidio"; non so se sia corretto ma il carattere di punizione collettiva-di RAPPRESAGLIA "balcanica" -dell'Operazione Antiterrorismo ucraina era evidentissimo).La CONTROrappresaglia segue la stessa logica della rappresaglia; tutto il Donbass "paga" per iseparatisti; tutta l'Ucraina "paga" per i nazionalisti)

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    7. rappresaglia( tutto il Donbass

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    8. Caro Anonimo, forse per te i gay sono qualcosa di strano da tirare a tuo piacimento, ma si dà il caso che siano delle persone vere ed un dato incontrovertibile è che in Russia vengano perseguitati, arrestati e spesso uccisi, mentre in Ucraina no.
      Se è omofobia ricordarsi di questa cosa, allora hai veramente una visione capovolta del mondo, tu e Bezucov che condivide il tuo pensiero.

      Ci sarebbe anche da spendere due parole circa l'affermazione che Putin faccia bene a perseguitare gli oppositori, ma è talmente plateale che non credo vi sia molto da aggiungere, ai posteri (e ai lettori) l'ardua sentenza.

      Occupiamoci invece di Bezucov: vorrei ricordare che i separatisti del Donbass sono armati da Mosca e che il Donbass altro non era che uno deti tanti conflitti congelati che Putin (sempre lui! ma che strana coincidenza! penseranno che sono monomaniacale) ha seminato in quasi tutti gli stati ex sovietici, tipo la Moldavia (Transnistria) o la Georgia (Abkhazia), ma probabilmente la tesi adesso sarà che è tutta colpa dei moldavi e dei georgiani, l'aspetto già.

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    9. La cosa divertente è che l'Anonimo ha chiesto un parere a Leonardo; abbiamo risposto io, Enrico, Bezucov, Ballerina... ci mancano solo Orlo e Atlantropa, forse adesso interviene anche Codogno parlandoci di Matematica Beatlesiana, ma Leonardo no 😀

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    10. Io sono l'Anonimo del primo e del secondo commento (12:25-13:39) NON del terzo (17:49)-anche se il commentatore "riprende" le espressioni da me usate.
      Per il resto, anch'io rinnovo l'invito al padrone di casa.

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    11. Sì, vabbè, io invece sono mia nonna che spigola sull'aia. Facile questo giochino di scrivere le cose e poi rinnegarle, tanto è tutto un grande anonimume ed i discorsi si perdono in fili sconnessi.

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    12. Niente da rinnegare...confronta lo stile dei commenti e vedrai la differenza. Avevo deciso dall'inizio di commentare come Pierre Bezucov ma mi sono imbrogliato con le modalità di registrazione e ho optato per l'anonimato. Non potevo prevedere di avere un "clone" :-)

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  3. Il bambino piccolo sa che basta fare click sull'interruttore e la luce si accenderà; non si pone il problema di cosa vi sia dietro o che il fatto che la luce funzioni sia un po' un miracolo: un impianto fatto male, delle bollette non pagate, un guasto alla centrale... no, lui sa solo che per tutta la vita ha fatto click e la luce si è accesa, dunque deve essere qualcosa di naturale.
    Lo stesso si può dire per la nostra situazione di pace e di relativo benessere: essa è frutto di complicati fattori storici ed il fatto che si sia protratta per svariati decenni è un piccolo miracolo come la luce e l'interruttore. Una crisi climatica, una crisi del gas, una pandemia sottovalutata ed ecco che molti rimarranno a cliccare sull'interruttore, sorpresi e indispettiti del fatto che la luce non si accenda.

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