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venerdì 10 febbraio 2023

Sanremo e il Grande Sonno


Probabilmente non è Sanremo, sono io. Sanremo c'è sempre: a volte un po' meglio, più spesso peggio. Quest'anno non lo sopporto – e allora non guardarlo! Infatti non lo sto guardando – e allora come fai a dire che non lo sopporti? Il punto è proprio questo: quest'anno Sanremo mi aveva stancato una settimana prima che cominciasse. Succedeva nell'era di Pippo Baudo, quando comunque l'eventualità di restare a casa a guardarsi vecchi cantanti stonare brutte canzoni era fuori discussione. Negli ultimi anni, viceversa, avevo cominciato a registrare una specie di simpatia per la Kermesse, uno dei rari momenti in cui comunque ci trovavamo tutti davanti al televisore, compresi i giovani che non sanno da che parte si accende ma recuperavano i clippini su Youtube o altrove. Sanremo come l'unico ponte rimasto tra le generazioni – uno stringersi a coorte intorno a un ponte che in passato avevo sempre trovato architettonicamente discutibile e lo sarebbe tuttora, ma non c'è più scelta e non si tratta nemmeno di scegliere: si tratta di stare assieme, le canzoni servono anche a questo. Tutto giusto, e forse il motivo per cui Sanremo sta andando abbastanza bene è che la Rai lo ha capito. 

Ma non lo sopporto più lo stesso.

Questo Sanremo che passa il tempo a celebrare sé stesso in quanto Sanremo, prodotto e presentato da gente che passa il tempo a spiegare quant'è brava a produrre e presentare questo Sanremo che poi appena provi a guardarne un frammento, beh, com'è? Come vuoi che sia, è bruttino. La solita valanga di roba improvvisata lì per cinque ore perché, ce lo eravamo già spiegato qualche anno fa, siccome Sanremo è l'unica cosa che vedono tutti, l'idea è di concentrarci tutto quello che dovremmo sentire la necessità di guardare: Morandi, ma anche Albano e Ranieri! E la Ferragni, ma allora anche la Egonu! e la Costituzione? Ma allora anche la giornata del Ricordo, e Zelensky? Ma allora anche le donne iraniane, e il comico irriverente anche se è già l'una, e poi ah già quella trentina di canzoni in concorso. Questa idea che dobbiamo guardarci tutto per cinque ore al giorno per cinque giorni alla settimana e gratis, e soprattutto che questa mostruosità sia per la Rai assolutamente normale – ci scherzano persino sopra, cioè questa cosa che la gente abbia mediamente la sveglia alle sette del mattino li diverte! – del resto parliamo di gente che non trova più nulla di strano nell'arrivare all'una di notte con uno spettacolo per pensionati come Ballando con le stelle. Date un'occhiata alle conferenze stampa, che se togliete il tempo che passano i dirigenti a spiegare quanto sono bravi e quanto stanno battendo record su record (e a criticare chi osa non crederci) si riducono a una manciata di minuti. Stamattina il direttore di rete, mi pare, l'ha proprio spiegato: cioè questi numeri ce li dà la sezione marketing, capite, sono professionisti, come fate  a non fidarvi della sezione marketing? La sensazione è che Amadeus & co. si siano impegnati in questi anni non tanto a fare uno spettacolo piacevole (forse era impossibile) quanto a costruire un castello di dati che dimostri, dati alla mano, che Sanremo piace così com'è, del resto lo share all'una e mezzo è inoppugnabile. Almeno quando floppava ci si domandava cos'era andato storto: adesso è impossibile, adesso va tutto sempre bene, anzi ogni edizione va meglio dell'altra, è una cosa incredibile, infatti per esempio io non ci credo.



Credo che sia il risultato ormai paradossale della deriva della tv generalista, quello che succede se nell'algoritmo ti dimentichi di inserire la considerazione che gli spettatori li preferiresti svegli. Se l'algoritmo non lo sa, infallibilmente preferirà contenuti che li facciano addormentare all'istante, così non cambiano canale. Certo, dall'altra parte dovrebbero esserci esseri umani in grado di notare il problema, non tanto i dirigenti quanto gli inserzionisti. Ma finché saranno contenti di farsi pigliare per fondelli da un'azienda che allunga il brodo fino alle due del mattino, non credo che ci sarà nessuna speranza di avere uno show interessante e non quella valanga informe che è. Certo, a questo punto forse pagherei qualcosa se quando i dirigenti si vantano dello share ottenuto all'una d'un mercoledì, o addirittura quello di Fiorello alle due e mezza, qualcuno prendesse la parola e gli dicesse Ma share di cosa, che a quell'ora non fanno neanche più i film zozzi su Sky; share di cosa, dici che il 60% ha visto Fiorello? Cioè quattro su dieci erano svegli alle due e non guardavano Fiorello? Cioè quanto deve stargli sulle palle Fiorello a tutta 'sta gente, e a proposito cosa guardano? Il monoscopio su retecapri?



***

C'è stato negli ultimi anni, tra la gestione Baglioni e quella Amadeus, un momento in cui davvero Sanremo è tornato rilevante da un punto di vista culturale? O ce lo siamo sognati, e se sì, cosa ci ha fatto sognare?
Senza dubbio le canzonette hanno retto meglio di altre cose l'urto generazionale – insomma tra un cinquantenne e un teenager di oggi cosa altro può esserci in comune? Se hanno un device comune non è la tv; al massimo uno smartphone e usano app diverse. Su queste app le canzoni passano, altri contenuti no. Queste canzoni sono per lo più in lingua italiana, al punto che persino i giovani che preferirebbero ascoltare cose incomprensibili, ascoltano canzoni di cantanti italiani specializzati in cose incomprensibili. L'inglese non solo ha perso completamente quel fascino di lingua preclusa alle vecchie generazioni, ma non è più un'etichetta di qualità: di artisti in lingua inglese in classifica ce n'è sempre meno, e d'altro canto perché dovrebbero andarci? Parlo per me: gennaio è tradizionalmente il mese in cui recupero le uscite dell'anno precedente: in giro escono un po' di classifiche e di bilanci e quindi per un attimo ho la sensazione di orientarmi. In linea di massima continuo ad ascoltare cose anglosassoni, e malgrado la mia idiosincrasia per il rap, quest'anno sono perlopiù cose parlate. Musicalmente, non riesco a notare differenze tra quello che si ascoltava dieci anni fa – ma neanche quindici. La differenza la fanno i testi. Il risultato è che una barriera linguistica che nel 2000 praticamente non avvertivamo più – l'inglese delle canzoni ormai era per noi una seconda lingua – nel 2020 è tornato a essere una muraglia come ai tempi dei nostri nonni, e la Musica Italiana si è ritrovata, senza nemmeno averlo cercato più di tanto, padrona a casa sua. È normale che di questo fenomeno Sanremo cerchi di attribuirsi il merito: ma tutto quello che ha fatto per recuperare la sua centralità è stato resistere anche negli anni in cui i discografici ci mandavano gli scarti di magazzino. Per il resto anche i musicisti oggi stentano a trovare un modello di business: i dischi non vendono più, lo streaming è diventato cruciale per la compilazione delle classifiche, ma non crea tutti questi utili e non li divide equamente. Insomma siamo ancora in crisi, ma a questo punto lo siamo sempre stati e poi tutto sommato i momenti di crisi sono quelli in cui di solito ci si inventa qualcosa di nuovo. Ecco, se devo essere sincero quel qualcosa di nuovo non lo sto vedendo, non lo sto ascoltando – ma forse non ho neanche voglia di drizzare le antenne, e poi magari si tratterà di qualcosa per me incomprensibile o inascoltabile. E mi starebbe pure bene, se oltre a essere inascoltabile fosse finalmente qualcosa di diverso.   

35 commenti:

  1. So che non c'entra molto col tuo discorso, ed è pubblicità gratis: l'Immancabile podcast del Post su Sanremo è godibilissimo anche senza guardare Sanremo, lo dico per esperienza personale e lo consiglio caldamente, per farsi passare questa settimana.

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  2. Perché Sanremo...è Sanremo..ta da ..da!

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  3. ma poi hanno parlato ieri della Giornata del Ricordo?

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  4. Non ho capito opportunità di simulare amplesso in prima serata

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    1. Ci mancherebbe😉
      Ma ti è piaciuto?

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    2. non l'ho visto e credo che anche la maggior parte di chi in teoria l'ha visto se lo sia dormito. Se poi uno va a cercarsi la clip su youtube beh, si vede che un po' d'interesse per la scenetta c'è, ma non vi giudico.

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  5. Mi sa che non l'hai visto allora, io l'ho visto in diretta con mia figlia piccola..
    Spettacolo a dir poco vomitevole...

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    1. una figlia piccola a quell'ora deve stare a letto, e in linea di massima non è che da Rosa Chemical alla quinta serata ci si poteva aspettare lo Zecchino d'oro

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    2. Hai ragione, avrei dovuto metterla a dormire prima...
      Comunque, a prescindere dall'età, spettacolo a dir poco vomitevole...

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    3. La signora Giuliana aveva tutto il diritto di guardare sanremo con sua figlia.

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    4. davvero una discussione interessante, prego

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    5. Prima scrivi "uno stringersi a coorte intorno a un ponte", poi scrivi che i bambini devono andare a dormire.
      Fai pace col cervello, altrimenti crei confusione in chi ti legge...

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    6. Ci sono due cose che mi sfuggono, ma probabilmente sono io che sono un po' disadattata.
      1) Uno come Rosa Chemicals fa della provocazione/ trasgrssd la propria bandiera; se lo vedi, accetti il rischio che possa fare provocazioni.
      2) Nel 2023 un bacio è vomitevole? Davvero? Pensavo che "fate l'amore non fate la guerra" fosse ormai un concetto da vecchietti, ma evidentemente qui c'è qualcuno ancora più vecchio della musica che ascoltavano i boomers .

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    7. *provocazione/ trasgressione

      Scusate, ho avuto un problema di tastiera e, polescamente, non ho riletto

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    8. Caro Bokassa, mi dispiace se ti creo confusione, però i bambini a una certa ora devono andare a dormire, per il bene loro e dei loro cari.

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    9. Caro Leo, è evidente che non sei serio, non meriti risposta. Nadia, il problema della tastiera è il meno. Temo tu non abbia capito nulla della discussione. Nessuno qui si è scandalizzato per il bacio, quanto per amplesso simulato in diretta in un programma per famiglie. Ti è chiaro ora?

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    10. E' anche vero che se non ci fossero gli amplessi non ci sarebbero le famiglie che si scandalizzano per gli amplessi...

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    11. No Bokassa nessuno si è scandalizzato per un "amplesso simulato": anche la tua scandalizzazione è molto simulata e in quanto tale cerca di scandalizzare e fallisce miseramente. A nanna adesso.

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    12. Ragazzi, come volete...
      Io ho grande nostalgia delle intelligenti provocazioni di Rino Gaetano, vi lascio volentieri quelle dei due vostri artisti preferiti. ..
      De gustibus...

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    13. Premesso che definire "per famiglie" uno spettacolo che finisce alle 2 di notte mi fa molto riflettere sul concetto di famiglia.
      Detto ciò, volevo sapere se "Pensiero Stupendo" nell'interpretazione estatico-orgasmica di Patty Pravo suscita in voi la medesima repulsione, oppure siccome è una roba di 50 anni fa allora va bene.

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    14. Non confondiamo la cioccolata con altre sostanze, per favore!

      Non mi stupiscono ragazzotti non particolarmente dotati che ostentano orgogliosi vibratori e che inneggiano alla copula selvaggia. Purtroppo non mi stupisce più, ahimé, neanche che la parte politica di riferimento, che era anche mio riferimento, orgogliosa, difenda questo spettacolo vomitevole.

      Se con la stessa pervicacia, con cui anche riempie sacchi di denaro, tornasse a difendere il lavoro e i lavoratori, invece dei vibratori, non sarebbe una brutta idea...che ne dici Nadia?

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    15. Credo che Bokassa abbia fotografato perfettamente la situazione attuale 👏👏👏

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    16. Abbokassa invece di applaudirti da solo, va a fare il gay represso nei commenti del Giornale che c'è un bel movimento

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    17. Indipendentemente dai gusti sessuali del Signor Bokassa, sono fatti suoi, ribadisco, che ha fotografato perfettamente la situazione attuale.

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    18. A me sembra che stiamo mescolando robe che non ci incastrano nulla le une con le altre.

      Due tizi si sono baciati a Sanremo: francamente, chissene, ma se proprio be vogliamo parlare non mi sembra nulla di nuovo, visto che già 50 anni fa Patty Pravo lanciava sospiri voluttuosi sognando il sesso di gruppo.

      In Italia la sinistra è in crisi e la destra avanza compatta. Giusto, ma non vedo cosa questo abbia a che fare con Sanremo.

      Davvero uno sviluppo sostenibile, un lavoro dignitoso, pari opportunità per le donne, la lotta alla mafia, smettere di perseguitare gli immigrati, avere un atteggiamento maturo circa l'affettività LGBT+, andare verso la federazione europea, eccetera... è collegato con il festival di Sanremo?

      E perché proprio con Sanremo e non con la sagra della focaccia, allora?

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    19. Comunque simpatico lo slogan del Sig. Bokassa. Meno vibratori più diritti per i lavoratori, magari ci fa guadagnare qualche punto percentuale...😉

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    20. https://www.dire.it/15-02-2023/873490-letta-intervista-new-york-times-meloni-polemica/

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    21. Vorrei ricordare le "intelligenti provocazioni" che Bokassa rimpiange, cioè Rino Gaetano che a Sanremo cantava:

      Ma la notte, la festa è finita, evviva la vita. La gente si sveste, comincia un mondo.
      Un mondo diverso, ma fatto di sesso, chi vivrà vedrà.
      Ma dove vai? Vieni qua, ma che fai? Dove vai? Con chi ce l'hai?
      Vieni qua, ma che fai? Dove vai? Con chi ce l'hai?
      Di chi sei? Ma che vuoi? Dove vai? Con chi ce l'hai?
      Butta là, vieni qua, chi la vende a chi la da?
      Dove sei? Dove stai? Fatti sempre i fatti tuoi
      Di chi sei? Ma che vuoi? Il dottore non c'è mai
      Prendi e vai, prendi e vai, tu non prendi se non dai
      E così via.

      Ora a me di Rosa Chemical non mi può fregare di meno, non l'ho neanche visto, non lo conoscerei se non dovessi qui e ora rispondere a gente che invece ha fatto tardi per vederlo, per indignarsi/eccitarsi, ed è più o meno la gente che è cresciuta con Rino "chi-la-prende-e-chi-la-dà" Gaetano e Renato "il-triangolo-io-lo-rifarei" Zero.
      Ma niente, la stampa "fuori dal coro" ha deciso che là fuori c'è la minaccia gender e improvvisamente, rigorosamente fuori dal coro, vi siete svegliati tutti bacchettoni caricati a molla. Una roba che se poi in radio passa Solo una sana inconsapevole libidine salva il giovane vi esplode il cervello, e nel 1986 la cantavamo in oratorio.
      Propongo di ripigliarsi tutti un po'.

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    22. Leonardo, tu sei troppo intelligente, sicuramente ti sarai addormentato e non hai visto neanche i clippini. Non è da te sdoganare i vibratori e le copule selvagge nei seggiolini in prima fila ...dai...
      È poi evidente che non conosci Rino Gaetano, ma non è un problema.
      In quanto alla simpatica Nadia da Lucca, non ha ancora capito che stiamo parlando di amplessi, e non di baci...

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    23. Ho frugato un po' nella Bella Musica Italiana di Una Volta, Fine e Raffinata, che Adesso non Esiste Più, scoprendo come un paio di anni prima della mia nascita andasse di gran moda un pezzo dove Masini urlava per due e passa minuti "Vaffanculo! Vaffanculo! Vaffanculo!"

      Quello sì che era un programma per famiglie, non come il degenero attuale 😜

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    24. Nadia, sicuramente non hai ascoltato con attenzione il pezzo di Masini, che esprime rabbia e insoddisfazione nei confronti di un mondo ipocrita da cui vuole prendere le distanze, e ha quindi un profondo valore catartico. Sei troppo intelligente per metterlo sullo stesso piano di chi sale sul palco di sanremo con un vibratore, e non contento simula una copula selvaggia con un suo sodale....

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    25. Vabbè, in sostanza, niente di nuovo sotto il Sole: Masini che urla "vaffanculo" a ripetizione come valore catartico contro l'ipocrisia; Sanremo 2023 dove a notte fonda trombano come valore catartico contro quella parte bigotta dell'Italia e per fare arrabbiare gli idioti come Pillon; sicuramente un boomer potrà citarmi un bel filmone impegnato, innovativo e trasgressivo degli anni 60 per protestare contro il consumismo...

      Sino dai tempi dei garibaldini,
      vibratorini e vaffanculini;
      niente bevande, ma nei bicchierini,
      amplessottini,
      come ai tempi d'oggidì!

      Francamente l'unica cosa che mi potrebbe appassionare in tutto ciò è il dare fastidio a Pillon, ma forse nemmeno più quello.


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    26. Bokassa vorrei esprimere insoddisfazione nei confronti dei tuoi commenti ipocriti da cui trovo necessario prendere le distanze in una celebrazione catartica, insomma vaffanculo

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