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martedì 26 settembre 2023

Due chirurghi in paradiso

 26 settembre: Santi Cosma e Damiano (III secolo), guaritori gratis

(Beato Angelico)

Ho cominciato a tirar giù i santi da novembre, tra un po' è ottobre. Ormai mi sono tagliato tutti i ponti alle spalle. Ne ho presi in giro più di trecento, e quando poi avrò bisogno di qualcuno di loro, a che altare piangerò? Chi non mi volterà le spalle? Cosma e Damiano, per esempio, dovrei proprio trattarli con riguardo. Oltre a essere santi di una certa importanza, sono anche dottori: e le leggende che li riguardano mettono in chiaro che non guarivano coi miracoli, perlomeno non necessariamente, ma con la scienza medica che lo Spirito Santo aveva loro ispirato a studiare. 

C'è anche un'altra particolarità che li rese popolarissimi in età tardoantica, e che dovrebbe ispirarmi una certa deferenza: erano medici anargiri – ovvero curavano a titolo gratuito. Questo è il vero miracolo: il diritto alla salute, che avrebbe ispirato una serie di servizi di quella che oggi chiameremmo pubblica assistenza. La basilica di Cosma e Damiano a Costantinopoli era una specie di pronto soccorso, in cui i malati entravano senza pagare e venivano curati e operati di notte, nel sonno (di che tipo di sonno si trattasse non lo sappiamo: la speranza è che qualcuno avesse già scoperto le virtù anestetiche di qualche estratto vegetale, qualcosa che ti impediva di svegliarti mentre ti tagliavano un'appendice o una gamba).

Tanto ferreo era il loro proposito di curare senza lucro che un giorno litigarono perché Damiano aveva accettato tre uova da una paziente, tale Palladia. Ai rimproveri del collega (secondo alcune fonti era suo fratello), Damiano spiegò che aveva accettato le uova per non offenderla, ma Cosma non volle sentire ragioni e dichiarò che non intendeva essere sepolto insieme a Damiano. Forse presentiva già il martirio, che sarebbe sopraggiunto ai tempi di Diocleziano imperatore, con una certa fatica perché nessun supplizio sembrava funzionare contro i due medici: le pietre rimbalzavano, il fuoco non si appiccava, le frecce rimbalzavano sul plotone degli arcieri, il forno non li cuoceva, il fiume in cui provarono a gettarli non li inghiottiva, così alla fine li decapitarono. I discepoli che riuscirono a recuperare i loro resti, memori delle volontà di Cosma, caricarono il corpo di Damiano su un dromedario per seppellirlo lontano dal collega, ma il dromedario si rifiutò, dicendo: Nolite eos separare a sepoltura, quia non sunt separati a merito, ovvero: non vogliate separare con la sepoltura coloro che non sono separati dal merito – precisamente, il dromedario parlò. È un miracolo. Lo riporto per dovere di completezza, tal quale si trova descritto nella predella della pala di San Marco del Beato Angelico, non ho intenzione di farci qualche facile ironia, voi magari avete una salute di ferro e la vostra Ausl funziona che è un piacere, ma io non posso permettermi di fare ironia su Cosma e Damiano. 

Costoro continuarono a fare miracoli anche dopo la morte, e in particolare ebbero un soprassalto di popolarità nel sesto secolo, quando Giustiniano si convinse di essere guarito da qualche malattia grazie a loro e si mise a costruire chiese in suo onore un po' dappertutto, Roma compresa. In Italia poi furono più tardi adottati come santi protettori dalla famiglia Medici, il che li rese una presenza ubiqua nelle pale d'altare. Uno dei miracoli più sensazionali attribuiti ai due medici è un trapianto di gamba che avrebbero effettuato un secolo dopo la loro morte, su un diacono chiamato Giustiniano che soffriva di cancrena: nel sogno vide i due chirurghi operarlo e quando si svegliò, in effetti aveva una gamba nuova; ma siccome i fratelli avevano adoperato la gamba di un africano, ora aveva due gambe di due colori diversi. Il donatore della gamba era appena morto, dice la tradizione: però a Valladolid, nel collegio di Santa Cruz, c'è un quadro del Cinquecento in cui l'africano non è affatto morto, ma piange di dolore mentre si tiene il ginocchio appena mozzato con la mano destra. Ora, queste sono illazioni che mi sento assolutamente di smentire. Cosma e Damiano erano due medici integerrimi, magari inclini a forme di sperimentazione che possono sembrarci bizzarre, ma mettevano al primo posto sempre il benessere dei pazienti e senz'altro non avrebbero amputato un africano per ottenere una gamba da montare su un diacono. Vergognatevi a pensare a queste cose di due medici così santi e così gratis – Cosma e Damiano, proteggetemi.

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