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venerdì 2 febbraio 2024

Conosci il tuo ultrasionista

The Guardian
Ogni tanto li incroci, e sempre più spesso alla rabbia cede il passo lo stupore: i sionisti riescono sempre a sorprenderti. Non per i loro argomentazioni (anzi molto prevedibili), quanto per la foga con cui li portano avanti, che comunica sempre più forte la sensazione di un cedimento all'irrazionale. È come se fossero sotto choc – ma perché dico fossero: è chiaro che sono sotto choc. Si sentono accerchiati, in una situazione in cui l'unica via di fuga è fuori dalla realtà: e la prendono. Quel che è più pericoloso, è che pretendono che il mondo intero li segua, a partire da te. 

Devi credere che sotto l'ospedale ci fosse il bunker di Hamas, che durante le sparatorie del 7/10 i miliziani si fossero messi pazientemente a decapitare bambini; che travestirsi da personale sanitario per uccidere nemici feriti sia assolutamente ok (se lo fa l'IDF; se invece Hamas si traveste da personale sanitario, occorre bombardare il personale sanitario). Devi cominciare a pensare che gli abitanti di Gaza potrebbero andarsene, da qualche parte, ovviamente non a spese della potenza occupante che tra l'altro non si sa bene come farà a smaltire i rottami. C'è una sentenza di una corte di giustizia internazionale che dice che Israele deve smetterla perché il rischio di genocidio è concreto – ma non c'è scritto "cease fire", quindi tutto ok, la sentenza non dice quello che tutto il resto del mondo ci legge, il resto del mondo ha capito male perché è antisemita. Come andrà a finire?

Non lo sai. Quel che puoi fare è prendere appunti, magari qualcuno li leggerà e capirà un paio di cose in più su quello che ci stava succedendo. L'aspetto più doloroso della faccenda è che in questa catastrofe morale ci siamo infilati con le migliori intenzioni del mondo: difendere un popolo storicamente perseguitato da millenni. Per quanto ti riguarda, non solo trovi ributtante e ridicola ogni accusa di antisemitismo, ma odi anche essere chiamato antisionista. Hai sempre avuto un grande rispetto per il sionismo storico, per quello che si proponeva di fare e per come è riuscito, in parte, a realizzarlo. Che ci fosse del nazionalismo, non potevi negartelo; ma se c'era un nazionalismo che poteva avere un senso storico, questo era il nazionalismo ebraico – soprattutto dopo la Seconda Guerra Mondiale. Ecco, quello che sta succedendo in questi mesi se non altro dimostra inoppugnabilmente che no, non può esistere un nazionalismo buono. Prendi anche il popolo più perseguitato, dagli un nazionalismo, agita un po', aspetta un secolo, guarda cosa succede.

A dire il vero di sionisti ragionevoli in giro ce n'è ancora, anche se nel baccano si sentono sempre meno. Definirai dunque i sionisti impazziti che incontri in questi giorni 'ultrasionisti', e farai lo sforzo di ricordare, ogni volta che assisti ai loro siparietti, che dietro alla tracotanza e al pensiero magico c'è un uomo o una donna che sta lottando per difendere il sistema di valori in cui è cresciuto – e che gli sta collassando addosso. Puoi capire come si sente? Forse sì, ma è meno semplice di quel che appare. Ormai parlate lingue diverse. Ad esempio: 

– Tu celebri la Giornata della Memoria domandandoti: può succedere anche a noi, di essere i carnefici? L'ultrasionista celebra la Giornata domandandosi: può succedere anche a me, di essere di nuovo la vittima?

– Tu pensi che la Shoah sia una tragedia per l'umanità. L'ultrasionista pensa che sia la tragedia del suo popolo. Avete entrambi ragione, in un certo senso, ma non potete andare d'accordo. Tu pensi che bisogna organizzarsi affinché non succeda mai più; lui pensa che bisogna lottare affinché non succeda mai più a lui.
(Questo gli consente di intervenire con maggiore efficienza; tu non sapresi da che parte iniziare, lui ha obiettivi precisi, anche se in ogni direzione).

Se ne occupa.

– Tu ti senti responsabile di quanto potrà succedere in futuro. L'ultrasionista ti ritiene connivente per quanto è stato commesso nel passato. 

– Tu, se senti parlare di "colpe", ritieni che si tratti di un concetto più religioso che giuridico, e comunque stai pensando a colpe individuali. Se è stato commesso un genocidio, la colpa sarà di chi l'ha ideato, gestito, chi ha dato gli ordini, chi li ha eseguiti. L'ultrasionista ormai tende a non riconoscere più molte differenze tra religione e legge, e nella colpa collettiva ci crede eccome. È colpa anche tua, chi ha eseguito gli ordini non era forse un tuo bisnonno? No? Avrebbe potuto esserlo. 

– Per te la memoria coincide con lo studio: vuoi capire, nei limiti del possibile, quanto è successo. Per l'ultrasionista la memoria è funzionale alla vittoria: se non sta vincendo abbastanza, si può cambiare la memoria. I palestinesi possono diventare nazisti, il Gran Muftì può diventare l'ispiratore di Hitler, non è un problema. Per l'ultrasionista la memoria coincide con la propaganda. 


– La tua 'civiltà' è per te l'ambiente in cui sei nato e cresciuto: ne conosci quanto basta per vivere coi tuoi simili, a volte la detesti come si detesta la propria famiglia. La civiltà dell'ultrasionista rischia quotidianamente l'estinzione, deve conoscerne quanto basta per farla sopravvivere, chi la detesta se sta fuori è un nemico, se sta dentro un traditore.  

– Tu pensi di poter distinguere ebrei, israeliani, e governo di Israele; così come pensi di poter distinguere palestinesi e Hamas; gli ultrasionisti non riconoscono più nessuna differenza: tutti gli ebrei devono stare con Israele (chi non lo fa è un traditore) e tutti i palestinesi sono Hamas. Anche chi aiuta i palestinesi è Hamas. Anche tu sei Hamas, lo era probabilmente anche il tuo bisnonno: ecco perché è diventato nazista.

– Per te la questione palestinese è cruciale nella misura in cui rischia di destabilizzare il Medio Oriente e quindi il mondo; per l'ultrasionista il mondo, e quindi il Medio Oriente, è interessante in quanto circonda Israele: e dovrà essere destabilizzato fin quando non lo circonderà volentieri.

– I tuoi politici, se si attentano a citare la Bibbia, devono cercare versetti che si confacciano al senso comune umanitario per come si è costituito dopo la Seconda Guerra Mondiale: non fare agli altri ciò che non vuoi sia fatto a te, chi è senza peccato scagli la prima pietra, ecc. ecc. L'ultrasionista, nella Bibbia, tenderà a cercare qualcosa che possa sorreggere il proprio nazionalismo (e ne troverà, oh se ne troverà): Amalek, Giosuè, Sansone, Davide, Ester...

È il tweet di un vicesindaco di Gerusalemme, poi cancellato.
Ora hanno trovato una fossa comune.

– Tu pensi che non ci possa essere pace senza compromesso; lui crede che non può esserci pace senza vittoria. Entrambi avete torto: i compromessi non durano per sempre e le vittorie non sono mai finali. 

– Tu vivi in uno Stato che la comunità internazionale ha riconosciuto così tanto tempo fa che nemmeno ti poni il problema. Anche quando questo Stato è stato complice di crimini contro l'umanità, nessuno ha veramente proposto di eliminarlo (al massimo è stato messo in una condizione di sovranità limitata, di cui preferisci non accorgerti). L'ultrasionista vive in uno Stato che si è imposto al mondo da solo, vincendo delle guerre e coltivando delle alleanze. Continuerà a esistere finché continuerà a vincere guerre e mantenere le sue alleanze. Chiedergli di smettere di combattere è chiedere di smettere di esistere.

– Tu puoi perdere una battaglia (in effetti ne perdi continuamente), lui non può permetterselo mai. Lui non capisce come mai dopo tante delusioni sei ancora in piedi. Tu non capisci come mai, se vince sempre, è ancora così arrabbiato.

– Tu questi problemi te li fai ogni tanto, quando l'attualità te li sbatte in faccia: l'ultrasionista ci pensa tutti i giorni. Per te è una questione di principio, per lui di sopravvivenza. Tu sei preoccupato per il futuro, lui è preoccupato per il presente.

– Nel tempo che ti ci metti a elaborare un argomento, lui ha già raccolto una serie di risposte preconfezionate agli argomenti che tu elaborerai la settimana prossima. Per te è una questione tra tante, per lui è un mestiere, o un'ossessione.

– Tu lo ascolti per cercare di capire come la pensa. Lui ti ascolta per trovare i punti che più facilmente possono denunciare il tuo antisemitismo. Facile che in questo pezzo ne abbia già trovati molti.

(Ma ormai non leggono più – con tutti quei video trucidi da guardare...)

***

In questi mesi siamo giunti a un bivio: o l'Occidente sceglie di difendere Israele sempre e comunque, accettando la sua narrazione anche negli aspetti meno verosimili, imponendola a chi come te non riesce a non vedere il massacro, facendo strame del diritto internazionale e aprendo le ostilità coi Paesi che lo impugnano... oppure lentamente, ma inesorabilmente, nei prossimi mesi il governo israeliano sarà messo di fronte alle sue responsabilità e chi l'ha appoggiato (anche tra noi) dovrà cominciare a spiegare cosa gli stava dicendo il cervello. In sostanza ci stiamo giocando l'anima, e non credi che vinceremo. Troppa gente ha troppo finto di non guardare: troppe parole sono state scritte, per poter essere rimangiate. Chi ha detto bugie non ha più altra scelta che dirle sempre più grandi. Così forse il bivio è già alle tue spalle. Del resto lo sai, che nessuno ti avrebbe mai chiesto un parere. Ti resterà la consolazione di poter dire: io non ero d'accordo. Ma a chi lo dirai? Per ora scrivilo qui, vediamo se dura.

1 commento:

  1. Questo pezzo mi piace e mi sento di condividerlo; ho però atteso 3 giorni per vedere se qualcun altro commentava, ma visto che nessuno l'ha fatto, esprimerò un mio punto di vista; o meglio NON lo esprimerò, bensì giustificherò una mia scelta.

    Ho deciso di non partecipare alle discussioni SCRITTE circa la questione Israelo-palestinese. L'ho deciso perché qualunque cosa io scriva, essa verrà male interpretata (spesso a bella posta) ed usata contro di me per accusarmi di essere una filopalestinese nazista sostenitrice del terrorismo oppure una filoisraeliana nazista sostenitrice del sionismo.
    Per tale ragione, partecipo solo a discussioni ORALI sul tema, dove vi sia del tempo e dove si possa interagire con l'interlocutore di persona, cogliere le sue espressioni facciali, evitare i malintesi o almeno provarci.

    Quindi non è che io non abbia una mia opinione in merito: anche io vedo ingiustizie e dolori da ambo i lati, oppressioni causate da nazionalismi stupidi che si intrecciano con convinzioni religiose spesso per mero calcolo politico, con un Occidente preoccupato di proiettare le proprie ideologie sul conflitto, solo che non ho voglia di farmi dare della nazista.

    Se io fossi veramente nazista potrei anche tollerarlo, visto però che alla gente come me i nazisti mettevano il triangolino rosa, allora anche no grazie.

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